Nota di Claudia Salvatori
Moonchild non è un libro, come recitava una vecchia pubblicità, “per molti ma non per tutti”. Non è neppure per pochi, o per pochissimi. Attualmente è per nessuno. E per gli unici - e i curiosi - che navigano fuori dal Pensiero Unico.
Non possediamo informazioni corrette sulle civiltà e religioni antiche; non ci insegnano certamente i fondamenti della sapienza ermetica a scuola. La filosofia è talmente disertata che c'è bisogno di intitolarle un festival perché ci si ricordi che una volta esisteva. Così, anche i curiosi trovano difficile penetrare questo prisma multiforme in cui scintillano romanzo, saggio, poesia, misticismo, antropologia, trattazione scientifica, rivelazioni mascherate da non-rivelazioni e viceversa, trivialità voluta e sapientemente dosata per esaltare la sua controparte lirica.
Aleister Crowley mi ha affascinata da sempre. Mi si è presentato nel romanzo della mia amica Patrizia Pesaresi Sotto mentite spoglie, che ho avuto il piacere di pubblicare con Iperwriters. E io stessa l'ho fatto apparire in un mio lavoro, Golden Dawn, secondo episodio della mia trilogia Walkiria Nera. Avendo iniziato tardi un mio percorso di studio delle conoscenze sepolte, ed essendo ancora impegnata in una queste che non finirà probabilmente in questa vita, posso fornire di Moonchild soltanto un'interpretazione personale.
Il romanzo narra del naufragio di un mondo e di una cultura, della diaspora degli ultimi esoteristi nel primo Novecento. Minati all'interno da lotte intestine, secondo le versioni ufficiali provocate dallo stesso Crowley e secondo lui, Aleister, opera di altri, i suoi rivali maghi neri. Attaccati dall'esterno da una secolarizzazione ottusa, dall'industrializzazione liberticida e dal potere della borghesia, che per Crowley è il vero crimine.
La protagonista è l'Anima. Quell'anima che noi, nipoti del secolo dei Lumi e con nipoti millennials, non possediamo più, a meno di rivolgerci a una sempre più malata e impallidita Chiesa Cattolica, o rischiare il ridicolo affiliandoci a sette di dubbia sincerità. Crowley la fa rivivere letterariamente. E apre, se così si può dire, un sipario su Dio, che naturalmente è una Dea.
Un giovane mago concepisce con una donna prescelta un embrione e, per mezzo di un esperimento magico e cerimoniale, attira nel nascituro un'anima lunare. Appare la Dea nella sua triplice natura: Artemide-Diana-Iside, sorella del Sole, portatrice di luce, Proserpina, che vive in parte sulla terra e in parte nell'Ade, ed Ecate, regina dei morti e delle tenebre. Fra il suo corteggio di anime una si incarnerà, la più pura, in quanto disposta al sacrificio per amore.
L'esperimento fallisce, perché la donna prescelta non è una sacerdotessa consacrata, ma una femmina della specie, legata al mago solamente da una volubile passione erotica. Infatti, scappa con un altro su uno yacht. Il mago lo aveva previsto, e l'intera operazione era un diversivo per tenere occupati i maghi della Loggia Nera.
Ma nasce una creatura, una bambina più sviluppata dei neonati comuni, si presume con facoltà intellettive altrettanto notevoli. Bella, con occhi blu e lunghi capelli del colore dei raggi di luna. Finirà in America, dove andrà, fisicamente, lo stesso Crowley. Nuovo paradiso, o terra di nuove opportunità per ricostruire e rinascere.
Non si conosce il destino della figlia della Luna. In quanto al mago, ha raggiunto un livello di saggezza superiore, per essersi identificato nel suo nemico morto e in tutte le creature viventi. Per l'esoterista, erede delle antiche scienze sacre e dello gnosticismo, la sconfitta è una vittoria, come nella vittoria si cela una inevitabile sconfitta. La vita, la morte e tutte le dualità si risolvono.
Questo libro può essere letto in modi diversi, a seconda dell'occhio e della mente che legge. Ma va letto per lasciarsi abbacinare da una prosa e brani poetici di uno splendore chiarissimo e oscuro.
Condivido l'opinione di Aldo Luigi Mancusi che Crowley sia stato un genio come letterato, non solo come esoterista. Lo prova l'analisi, veramente da scrittore di razza, della storia letteraria d'Occidente: "Ai tempi della cavalleria la nostra simpatia andava ai cavalieri erranti, che riparavano i torti; ai re che liberavano il popolo con coraggio e saggezza. Ma quando la monarchia è diventata tirannia e oppressione feudale abbiamo scelto i nostri eroi fra i ribelli: Robin Hood (...) Poi, ai tempi di Byron, abbiamo cominciato a simpatizzare con briganti e corsari (...) Oggi, o meglio l'altro ieri, siamo stati ridotti ad amare delle vere e proprie canaglie (…), o i detective che (sebbene dalla parte della società) si impegnano nel far sembrare gli agenti di polizia degli imbecilli."
Aleister scriveva nel 1917. Provate a dire che non era un profeta.
Di
Crowley Independent Legions ha pubblicato anche la raccolta di versi
Macchie Bianche, gioielli di poesia mistica ed erotica.
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