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giovedì 14 aprile 2022

I nuovi segreti del professor Mystère


Retroscena e anticipazioni di Andrea Carlo Cappi

Nel maggio 2021, in occasione dell'inizio del quarantesimo anno di pubblicazioni di "Martin Mystère" (che era appena tornato all'uscita mensile), annunciavo il romanzo-serial che per dodici numeri avrebbe accompagnato i lettori in appendice agli albi. Senza fare spoiler, ora che il serial è concluso, ve ne svelo qualche retroscena e vi propongo una tabella essenziale per decifrarne la cronologia. Nel contempo vi faccio qualche anticipazione sulle storie "romanzesche" del detective dell'impossibile che potrete leggere a breve.


Cominciamo dal passato recente: come alcuni di voi già sanno, la vicenda di "Martin Mystère e il potere del Falco" si svolge tra il 1921 e il 2022, in pratica un secolo di vita della famiglia Mystère, dato che vi sono coinvolti sia Martin, sia suo padre Mark. Oltre ai riferimenti a quanto accadeva nel loro mondo nelle varie epoche, c'è anche un aggancio con un episodio di "Legs Weaver" (n. 79, "Il Falcone Maltese").
La storia vede infatti come co-protagonisti anche lo scrittore-investigatore Dashiell Hammett, autore del romanzo "Il Falcone Maltese" imperniato sul detective Sam Spade (la cui più celebre versione cinematografica, "Il mistero del falco", compiva ottant'anni nel 2021) e persino un personaggio che - nella finzione - ispira al romanziere Ross MacDonald il detective Lew Archer... il cui cognome, non a caso, è lo stesso del socio di Sam Spade.
Le condizioni che mi ero posto: ogni episodio doveva essere, per quanto possibile in un serial, un racconto autoconclusivo, ambientato nello stesso mese in cui usciva l'albo, ma ogni volta in un anno diverso. Eccovi dunque lo schema completo degli anni di ambientazione di tutta la serie:

N. 375, maggio '21, ep. 1 – "Maggio" (anno: 1982)
N. 376, giugno '21, ep. 2 – "Giugno" (anno: 1962)
N. 377, luglio '21, ep. 3 – "Luglio" (anno: 1991)
N. 378, agosto '21, ep. 4 – "Agosto" (anno: 1976)
N. 379, settembre '21, ep. 5 – "Settembre" (anno: 1921)
N. 380, ottobre '21, ep. 6 – "Ottobre" (anno: 2001)
N. 381, novembre '21, ep. 7 – "Novembre" (anno: 2005)
N. 382, dicembre '21, ep. 8 – "Dicembre" (anno: 2021)
N. 383, gennaio '22, ep. 9 – "Gennaio" (anno: 2006)
N. 384, febbraio '22, ep. 10 – "Febbraio" (anno: 2019)
N. 385, marzo '22, ep. 11 – "Marzo" (anno: 2020)
N. 386, aprile '22, ep. 12 – "Aprile" (anno: 2022)

Naturalmente, se vi manca qualche episodio, potete recuperare gli albi arretrati sul Bonelli Shop online o al Bonelli Store di Milano.


Sono particolarmente compiaciuto del 2 (di fatto un apocrifo di Lew Archer in chiave mysteriosa) e del 5 (l'indagine di Hammett, che si collega con il citato albo di "Legs Weaver").
Nell'episodio 3 appare un negozio newyorkese immaginario, "The Pulp Brothers" (ispirato in realtà al leggendario "Bloodbuster" in via Panfilo Castaldi 21 a Milano) di cui Alfredo Castelli ha realizzato... una perfetta falsa fotografia di vetrina e insegna. Se non l'avessi inventato io, crederei davvero che "The Pulp Brothers" sia esistito nel Greenwich Village. Non pago di ciò, dal momento che mi ero immaginato pure una rivista pulp mai pubblicata, "Dark Desk", Alfredo è riuscito persino a realizzare le copertine (a colori) dei due numeri che Martin Mystère legge avidamente. Questo fatto che io invento cose che poi diventano "vere" sta diventando piuttosto inquietante.
Di tutti gli episodi, tuttavia, il mio preferito rimane il 4, con un giovane Martin nell'Africa anni '70. Non mi spiacerebbe scrivere altre sue avventure in quel periodo: fatemi sapere cosa ne pensate. Chi ha già letto gli episodi dal 7 in poi avrà notato il ritorno di Andrew Cherry, già comprimario negli albi 197-198, in cui apparvero i Cercatori del Paradiso, avversari di Martin anche in questa vicenda.


Certo, come notava Alfredo Castelli nell'ultimo bolettino dell'AMys, si è perso un po' il gusto dell'attesa: tra cofanetti di dvd (come sono solito fare io) o maratone televisive, si può consumare tutta una stagione di un serial in un weekend. Poi però bisogna aspettare un anno per avere tutta la stagione successiva, che a volte non viene neppure realizzata se l'audience settimanale è stata giudicata insufficiente. Molti di voi però hanno pazientato eroicamente fin dal maggio 2021 per potersi leggere tutto in una volta.
Vi lascio immaginare la complessità di scrivere una storia strutturata in questo modo, senza perdere il filo, rispettando la continuity (sempre con il prezioso aiuto dell'AMys) e ambientando due puntate, quella del Natale 2021 e quella appena uscita dell'aprile 2022, proprio nel mese e nell'anno in cui vengono pubblicate. D'altra parte questa era la sfida che mi ero posto.
Quindi ora, non so se ve ne rendete conto, oltre a una storia molto insolita di Martin Mystère, avete a disposizione anche un piccolo esperimento di letteratura postmoderna: un romanzo i cui dodici capitoli si svolgono in dodici anni diversi nell'arco di un secolo. Ignoro se qualcun altro abbia mai fatto qualcosa di simile.


Veniamo ora alle anticipazioni del serial successivo, che si dipanerà in quattordici episodi, concludendosi nel numero 400. Ogni episodio sarà illustrato da Carlo Velardi, già autore dei magnifici frontespizi degli albi. Stavolta mi sono posto una sfida di tipo completamente diverso, lavorando su un'idea che mi girava in testa da diciassette anni. Tolti il prologo e l'epilogo (cioè le puntate 1 e 14) ambientati rispettivamente nel maggio 2022 e nel giugno 2023, la trama si sviluppa nel corso di una settimana tra la fine di luglio e l'inizio di agosto del 2000, vale a dire subito dopo l'avventura delle Figlie di Freya narrata nei numeri 219-220.
Martin Mystère indaga su una catena di misteri in una cittadina nel deserto del Nevada, arrivando a ogni soluzione nel volgere di una o due puntate (così non dovrete aspettare troppo a lungo) ma trovandosi subito coinvolto nell'enigma successivo.
Chi ha letto l'annuncio del numero in edicola in maggio si starà chiedendo cosa significhi il titolo del nuovo serial: "Zona Y". Conosciamo tutti la "Zona X" in cui si svolgono le avventure fuori continuity "interpretate" da Martin Mystère, mentre questa storia, vi posso assicurare, aderisce rigorosamente alla cronologia ufficiale. Vi lascio l'incognita, perché non intendo rovinarvi le sorprese. Ma nel frattempo potrete leggere in un fiato una storia che molti attendono dal 2020: "La farfalla dalle ali di ossidiana" (precedentemente noto con il titolo di lavoro "Axis Mundi"), il quinto volume della collana "I romanzi di Martin Mystère", in edicola nel luglio 2022, di cui vi parlo ora, sempre senza spoiler.


Siamo nell'ottobre del 1989. Al termine del romanzo precedente, Martin Mystère ha risolto il mistero della Pietra di Wolfram. Tuttavia del prezioso oggetto, che conferisce il potere di guidare le folle, si è impadronito il narcotrafficante messicano Berenguer, non esattamente la persona più adatta a farne uso. Il detective dell'impossibile viene reclutato da un agente del governo americano perché lo aiuti a recuperarla.
Ma la missione sembra due volte impossibile: non solo bisogna sfidare una pericolosa banda criminale che segue un culto tanto arcaico quanto sconosciuto, ma occorre battere sul tempo Axis Mundi, l'organizzazione "fantasma" fondata da Arthur William Bradley, l'informatico che dal suo ufficio nei sotterranei di Langley è in grado di muovere a loro insaputa i reparti più clandestini dei servizi segreti statunitensi. Ma tutti i contendenti ignorano che intanto qualcosa di oscuro e terribile si sta risvegliando nei sotterranei del tempio di Guayanguareo...
Siamo giunti all'ultimo atto della sfida tra il detective dell'impossibile e Axis Mundi, cominciata nel romanzo "La Donna Leopardo" e - dopo l'intermezzo de "Le guerre nel buio" - proseguita ne "Il mestiere del diavolo" e "La Pietra di Wolfram". Inoltre, contando anche il feuilleton "Il codice dell'Apocalisse", e i volumi "L'occhio sinistro di Rama" (uscito venti anni fa!) e "L'ultima legione di Atlantide", se aggiungiamo al bilancio i due serial, quest'anno arrivo a ben dieci romanzi di Martin Mystère. Ho cominciato a collaborare "a distanza" con il detective dell'impossibile più o meno quando aveva compiuto da poco dieci anni, ora ne ha compiuti quaranta e spero che il nostro sodalizio continui a lungo.

martedì 11 maggio 2021

Gli esperimenti letterari del professor Mystère


Retroscena di Andrea Carlo Cappi

Martin Mystère è l'eroe di fumetti tradotto in tutto il mondo, creato da Alfredo Castelli nel 1982 e ormai prossimo ai quarant'anni di avventure pubblicate in Italia da Sergio Bonelli Editore. Per i suoi appassionati, la grande notizia è che da mercoledì 12 maggio 2021 la serie a fumetti, da diversi anni bimestrale, torna a essere mensile, come ai vecchi tempi. In realtà tecnicamente lo è già da aprile, quando è uscito l'ultimo albo del formato precedente, in piena celebrazione degli ottant'anni della casa editrice. Dal numero 375 del maggio 2021, tuttavia, la pubblicazione torna al taglio tradizionale da 96 pagine, con una nuova formula.
Una piccola parte di questa nuova formula sono io.
Con un mio nuovo, singolare, esperimento letterario.

Dei miei rapporti con il "detective dell'impossibile", cominciati oltre venticinque anni fa, si trova un riassunto aggiornato a questo link. Basti sapere che, oltre a essere da trent'anni uno scrittore di thriller, sono uno degli autori che si occupano di Martin Mystère con storie originali non a fumetti: gli ho dedicato finora sei romanzi, un paio di romanzi brevi, un paio di racconti e un feuilleton, legati alla continuity dei fumetti dal 1982 a oggi (inclusi i riferimenti ad altri personaggi dello stesso universo bonelliano). Uno dei miei romanzi di questa serie ha vinto il Premio Italia come miglior fantasy del 2017.
Dal numero 375, in appendice agli albi de I grandi enigmi di Martin Mystère, detective dell'impossibile, appare ciò che è stato annunciato come un mio romanzo a puntate. La definizione più esatta, ma meno immediata, sarebbe forse "serial a episodi". Questo non è un romanzo banalmente tranciato in dodici pezzi, ma una storia scritta appositamente e su misura. La struttura sarà infatti la stessa che trovate in una stagione delle attuali serie tv: dodici episodi indipendenti che tuttavia fanno parte di un'unica trama. Ma c'è di più. Mi sono imposto diverse condizioni che rendono questa storia - almeno per me - un'autentica sfida. Perché è così che ci si appassiona al proprio lavoro di narratori.

Prima condizione: episodi indipendenti. Bisogna sempre prestare attenzione ai lettori e una delle esigenze che ho visto manifestare più volte sui social network è stata quella di leggere storie quanto più possibile autoconclusive. Uno scrittore di thriller (o forse sarebbe più esatto dire "fantathriller", in questo caso) non può rinunciare del tutto al cliffhanger, indispensabile strumento del mestiere anche quando non si scrive a puntate, ma ho cercato di rendere ogni episodio una storia a sé, quasi un racconto autonomo, nell'ambito delle dieci pagine a mia disposizione in appendice a ogni albo.

Seconda condizione: il mese dell'uscita. Ovvero, la puntata in uscita a maggio è ambientata nel mese di maggio, quella di giugno nel mese di giugno e così via. 
Nel 2000, per il primo quotidiano online italiano, ilnuovo.it, ho scritto un vero e proprio romanzo d'appendice con Martin Mystère, su soggetto di Alfredo Castelli e mio, intitolato Il codice dell'Apocalisse. La caratteristica, oltre a quella di essere ipertestuale - ovvero contenere link a notizie del momento o informazioni sui luoghi citati - era che ognuna delle cinque puntate settimanali si svolgeva lo stesso giorno in cui veniva messa online. Quindi la prima puntata, apparsa il 26 ottobre 2000, si svolgeva il 26 ottobre 2000, e così via fino all'8 dicembre di quell'anno. Poiché nel fine-settimana il quotidiano non usciva, ogni volta trovavo un espediente per cui Martin dovesse spostarsi da un luogo all'altro e l'indagine riprendesse lunedì; ma intanto il lettore poteva leggersi con comodo la puntata-flashback (una alla settimana) ambientata in un'altra epoca. Castelli ama dire che in qualche modo ho anticipato la serie tv 24, in cui ogni episodio si svolgeva nell'arco di un'ora e una stagione in ventiquattr'ore. Io invece amo sottolineare che ne Il codice dell'Apocalisse, in cui ha un ruolo importante Leonardo da Vinci, si trovano vari elementi poi ripresi da un noto bestseller americano del 2003 con un titolo simile al mio.

Terza condizione: la vita di Martin Mystère. Dal momento che questa storia viene pubblicata nel corso del quarantesimo anno editoriale del detective dell'impossibile - per la precisione tra il compleanno numero 80 di Bonelli Editore e quello numero 40 della testata Martin Mystère - volevo che la storia avesse un significato celebrativo e ripercorresse diversi momenti della vita del nostro eroe. Sicché la vicenda riguarda un "mystero" su cui il protagonista si deve confrontare nell'arco di tutta la sua esistenza. Ho deciso che ogni puntata sarebbe stata ambientata, sì, nel mese di uscita, ma ogni volta in un anno diverso. E non necessariamente in ordine cronologico.

Quarta condizione: il sano gusto del pulp. E per "pulp", come non mi stancherò mai di ripetere, non intendo quello che in Italia è stato chiamato in questo modo negli anni Novanta, bensì lo spirito della narrativa popolare che dal feuilleton trasmigrò nelle riviste pulp americane dagli anni Venti ai Quaranta - a cui viene reso omaggio in questa storia, come già nel romanzo La Donna Leopardo - e infine nei fumetti d'avventura di Sergio Bonelli Editore. La mia trama si ricollega a una storia famosa, anch'essa apparsa a puntate nell'America anni Venti. E non a caso, sia l'albo intitolato Ottant'anni fa, sia la pima puntata in appendice, si rifanno a eventi reali del 1941.

Ci sono tre modi di scrivere una qualsiasi storia di narrativa popolare. Uno è senza saperlo fare (e capita spesso). Uno è costruendola a tavolino (e a volte si nota). E uno è con l'entusiasmo di affrontare una sfida per dare sempre qualcosa di nuovo ai lettori. Ed è quello che preferisco io. La prima traccia è nella foto qui sotto. Troverete gli altri indizi in edicola ogni mese in appendice agli albi di Martin Mystère.




martedì 4 agosto 2020

Una pietra impossibile per Martin Mystère

Intervista di Gigi Montero ad A. C. Cappi

Un estratto dal numero della rivista "Cronaca vera" di fine luglio, con un'intervista sul nuovo romanzo con protagonista Martin Mystère - il detective dell'impossibile creato da Alfredo Castelli nel 1982 per Sergio Bonelli Editore - scritto da Andrea Carlo Cappi. Il volume è in edicola nell'estate 2020 da Sergio Bonelli Editore, nella collana "SBE presenta".


Quali misteri troviamo ne La Pietra di Wolfram?

Come sempre nelle avventure di Martin Mystère, la finzione si intreccia con la realtà. L’indagine parte dal Santo Graal, che nelle storie su re Artù e la Tavola Rotonda (VI secolo d.C.) è identificato con la coppa dell’Ultima Cena. Ma intorno al 1200, nel suo poema Parzival, il cavaliere tedesco Wolfram von Eschenbach raccontò una versione diversa: a suo dire, il Graal era una pietra magica custodita dai Templari. Solo che i Templari non esistevano ai tempi di re Artù: erano i monaci-guerrieri cristiani delle Crociate, poi mandati al rogo dal papa con false accuse di eresia. Forse Wolfram voleva svelare qualche segreto tra le righe.

Il cavaliere Wolfram von Eschenbach in un codice del Medioevo

Come si arriva ai giorni nostri?

Attraverso vari personaggi storici. Nel 1937 il nazista Adolf Eichmann fece uno strano viaggio in Palestina, al ritorno dal quale cominciò la sua carriera all’ombra di Hitler, diventando uno dei massimi colpevoli dell’Olocausto. Dopo la guerra fuggì in Argentina, dove i gerarchi del Terzo Reich godevano della protezione di Juan Perón e di sua moglie, la celebre Evita. E intorno a lei si aprono altri misteri: forse Evita custodiva tesori scomparsi dalla Germania nazista. Quel che è certo è che dopo la morte nel 1953, a soli trentatré anni, la sua salma fu imbalsamata e non venne seppellita. Qui comincia la parte più misteriosa della vicenda, su cui ho indagato anch'io.

Ritratto ufficiale di Evita Perón

Cosa avvenne?

Nel 1955 Perón fu deposto e la salma di Evita venne sequestrata e nascosta dai servizi segreti argentini. Nel 1957 fu spedita via mare a Genova, in una cassa che pesava ben più del necessario: forse serviva a trasportare clandestinamente anche altro. Infine Evita venne sepolta sotto un nome falso, Maria Maggi, al Cimitero Maggiore di Milano. Ci rimase fino al 1971, quando fu riconsegnata a Juan Perón il quale, risposatosi, viveva in esilio a Madrid. Qui il suo consigliere José López Rega, detto Lo Stregone, cercò di trasferire lo spirito di Evita nel corpo della nuova moglie, Isabelita, mediante un rito magico. I Perón tornarono trionfalmente in Argentina e, alla morte del marito, Isabelita divenne presidente. Ma non restò a lungo al potere. La presunta magia non aveva funzionato.

La "Locarno" naufragata a Rapallo, 1961 (foto: Alessandro Cappi)

Una storia degna del detective dell’impossibile.

Ed è tutto vero! Come la clamorosa cattura di Eichmann da parte di agenti israeliani nel 1960 e lo spettacolare naufragio nel 1961 della nave "Locarno" che, partita da Genova, fu spinta da una tempesta sul lungomare della vicina Rapallo. Nel mio romanzo tutti questi eventi realmente accaduti ruotano intorno alla ricerca della Pietra di Wolfram, in cui viene coinvolto anche Martin Mystère. Il nostro eroe deve ricostruire la vicenda, per impedire che la Pietra cada in mani sbagliate.

Ascolta l'intervista ad A. C. Cappi di Walter De Stradis per "I viaggi di Gulliver"




giovedì 8 agosto 2019

Quando l'uomo fa il mestiere del diavolo



Intervista di Gigi Montero ad Andrea Carlo Cappi
(Da "Cronaca vera", 23/7/2019)


Nella stessa estate in cui l'uomo mise piede sulla Luna e 400.000 giovani si radunarono al Woodstock Festival, la notte tra l'8 e il 9 agosto 1969 Bel Air, quartiere di lusso di Los Angeles, fu teatro di un orribile massacro: l'assassinio dell'attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, incinta di otto mesi, e di altre quattro persone nella villa in Cielo Drive 10050. Polanski scampò alla strage perché in quei giorni era in Inghilterra a preparare un nuovo film, che abbandonò per tornare negli USA appena ebbe la notizia.
La brutalità degli omicidi, le scritte tracciate col sangue sulle pareti e il fatto che l'anno prima il regista avesse avuto successo con un horror demoniaco, “Rosemary's Baby”, fecero pensare all'orrido rito di una setta satanica.
La sera del 10 agosto furono commessi altri omicidi analoghi: i coniugi La Bianca vennero trucidati nella loro casa in Waverly Drive 3301. Il diavolo si era scatenato a Los Angeles? La soluzione fu molto diversa, ma non meno spaventosa. 
Cinquant'anni dopo, i delitti di Bel Air del 1969 sono rievocati sia nel film di Quentin Tarantino “C'era una volta... a Hollywood”, sia nel romanzo “Martin Mystère – Il mestiere del diavolo” di Andrea Carlo Cappi, ora in edicola da Sergio Bonelli Editore.


Cosa c'entra il diavolo in questa storia? 
Nulla, anche se uno degli assassini di Sharon Tate, Tex Watson, dichiarò di fare “il mestiere del diavolo” e il loro mandante Charles Manson fu soprannominato “Satana” dalla stampa. La verità è che Manson si credeva un nuovo Gesù Cristo, pur essendo solo un pregiudicato che aveva raccolto intorno a sé un gruppo di giovani sbandati, “The Family”. Vivevano di droga e furti d'auto, in un ranch un tempo usato per girare western. 

Spahn, Ranch, già set cinematografico e rifugio di Manson nel 1969

Com'è passato agli omicidi? 
Voleva diventare una rockstar. Aveva convinto ad aiutarlo Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys, il quale incise una sua canzone e gli presentò un discografico, ma questi rifiutò di produrgli un album. Nel frattempo Manson ascoltava canzoni dei Beatles sotto l'effetto della droga, interpretandole come un invito a scatenare l'Apocalisse. In quegli anni di tensioni razziali, decise di assassinare ricchi bianchi incolpando attivisti neri, fino a provocare una guerra civile. Lui dava gli ordini e i suoi adepti, molti dei quali ragazze, diventavano angeli della morte. Aveva scelto la villa affittata dai Polanski in Cielo Drive perché fino a qualche mese prima ci abitava il discografico che lo aveva respinto. Scoperto e condannato, Manson morì ancora detenuto nel 2017. 

Charles Manson (rielaborazione di A. C. Cappi). Benché non abbia partecipato materialmente ai delitti, è divenuto una figura mediatica del Male, citata per mezzo secolo da artisti di ogni tipo.

Nel libro si racconta anche un altro caso, molto simile. 
Nel 1914 il celebre architetto americano Frank Lloyd Wright viveva in una proprietà nel Wisconsin, Taliesin, con il suo staff e la compagna Martha "Mamah" Borthwick. Il 15 agosto, mentre Wright era a Chicago per lavoro, il loro domestico Julian Carlton massacrò a colpi di scure la donna e i suoi due bambini, quindi diede fuoco alla casa: fece in tutto sette vittime, per poi avvelenarsi e morire dopo lunga agonia. Nessuno sa cos'abbia scatenato la sua furia. Nel romanzo immagino un collegamento tra le stragi di Taliesin e Bel Air. Martin Mystère, il “detective dell'impossibile” deve impedire che accada di nuovo. 


I romanzi con Martin Mystère, il personaggio nato nel 1982 nei fumetti di Alfredo Castelli, stanno avendo molto successo.
Con gli ultimi due, anch'essi usciti in edicola e ora in vendita online su shop.sergiobonelli.it, ho vinto il Premio Italia per il miglior romanzo fantasy italiano del 2017 e il Premio Atlantide per la miglior storia di Martin Mystère del 2018. Spero che "Il mestiere del diavolo" risulti altrettanto gradito ai lettori. 




sabato 20 ottobre 2018

Stefano Di Marino: avventure nell'ignoto



Recensione di Andrea Carlo Cappi

Da oltre vent'anni i lettori della storica collana Segretissimo di Mondadori seguono con entusiasmo le avventure de Il Professionista, firmate da Stefano Di Marino con lo pseudonimo ormai da tempo svelato di “Stephen Gunn”. Un successo ineguagliato, di cui i media si guardano bene dal parlare. Eppure, se esistessero classifiche dei bestseller per i libri venduti in edicola, ogni titolo della serie sarebbe in testa per settimane, proprio come risulta esserlo in versione ebook nella categoria “guerra e spionaggio” di Amazon.
Nondimeno Di Marino, oltre a essere lo scrittore di genere più attivo e più venduto in Italia, è anche uno dei pochi in grado di affrontare con noncuranza e talento qualsiasi filone, dall'avventura al western, dal giallo al fantastico. Almeno una volta all'anno Dbooks.it, attento editore indipendente, pubblica un suo corposo romanzo che esce dagli schemi abituali. Quest'anno a Strani Mondi, l'appuntamento milanese d'autunno con la letteratura fantastica, è stato presentato in anteprima Kalimantan – Il fiume dei diamanti, in cui l'autore ha riunito con abile contaminazione molte sue passioni nel campo della narrativa popolare.
La vicenda si apre ai giorni nostri in chiave noir, con la spettacolare evasione di Dino Rital – ovvero, in gergo marsigliese, “Dino l'Italiano” – arrestato a Copenhagen per un clamoroso furto d'arte. A liberarlo è Margot van Horn, giovane donna d'affari (sporchi), interessata a scoprire dove il ladro abbia nascosto il suo bottino, una reliquia indonesiana che, sostiene lei, sarebbe di proprietà della sua famiglia.
Dopo questo prologo, la storia si dipana su due piani temporali. Parte della vicenda si svolge nel 1857, quando l'avventuriero olandese Thomas van Horn, giocando tra diplomazia e pirateria, con l'aiuto dell'amante e complice Purina, si impadronisce del tesoro del sultano di Tarakan, nel Kalimantan occidentale. Tra una battaglia navale e una tempesta, la loro nave finisce alla foce di un fiume in cui la corrente sembra procedere a rovescio, trascinandola in secca nei pressi di un luogo singolare nella giungla inesplorata. È qui che, all'ombra di un antichissimo tempio appartenuto a una civiltà scomparsa, si trova il villaggio governato dal misterioso professor Wells e custodito da una legione di tagliatori di teste. Potrebbe essere un rifugio sicuro per van Horn e il suo equipaggio, ma ben presto vengono alla luce segreti inconfessabili e orrori indicibili.
L'altra parte della vicenda si svolge al giorno d'oggi. Margot van Horn, discendente di Thomas, è intenzionata a trovare quel luogo misterioso e appropriarsi delle ricchezze che nasconde. Rital potrebbe essere l'alleato ideale nell'impresa. Così, trascinato in un labirinto di ambigue alleanze e costretto a scontri violenti tra fazioni rivali, l'italiano si lascia coinvolgere nell'avventura che li porterà sulle tracce del pirata.
Il lettore non può fare a meno di notare gli intenzionali parallelismi tra personaggi e situazioni delle varie epoche, a testimonianza che i tempi cambiano, ma la natura umana rimane sempre la stessa. Tuttavia, se si pensa di sapere già tutto ciò che aspetta i protagonisti, si resterà sorpresi: in agguato ci sono orrori ancora più indicibili di quelli con cui fece i conti l'antenato di Margot.

Di Marino e Cappi al Ribs and Beer, Milano, 18 ottobre 2018 (foto Dbooks.it)

Ne abbiamo parlato alla successiva presentazione del romanzo, nel corso del primo aperitivo letterario del ciclo Ribs & Books presso il ristorante-pub Ribs and Beer a Milano Lambrate, in gemellaggio con il mio Martin Mystère - Le guerre nel buio. Sono emersi i nomi di Emilio Salgari, H. G. Wells e di Edgar Rice Burroughs, ma anche di Joseph Conrad e Richard Connell (l'autore de La pericolosa partita), e potremmo includere nel gruppo anche Jules Verne. Tra i numerosi riferimenti letterari, spicca il nome di Alfredo Castelli, i cui fumetti anticiparono clamorosamente fin dal 1975 – con Allan Quatermain, ispirato all'omonimo personaggio di H. Rider Haggard, cui fece seguito Martin Mystère nel 1982 – molta della fiction degli anni a venire, da Indiana Jones alla Lega dei Gentiluomini Straordinari, da X-Files a Men in Black. Non a caso, entrambi i romanzi – Kalimantan e Le guerre nel buio – contengono riferimenti al mitico conflitto tra le civiltà ancestrali e altamente tecnologiche di Atlantide e Mu, che avrebbe portato alla reciproca distruzione e a un cataclisma di proporzioni planetarie, antefatto di molti episodi della saga di Martin Mystère.
Ciò che rende unico Di Marino è la naturalezza con cui riesce a descrivere duelli, arrembaggi, orrori e sentimenti, passioni e ossessioni... tutto con la giusta misura. Smentendo i pregiudizi su questo tipo di narrativa, i suoi personaggi, donne e uomini che siano, non sono figure anonime: gli basta una frase o una battuta di dialogo per farci comprendere cosa provino, persino dubbi e incertezze dietro una facciata fintamente imperturbabile. Show, don't tell, come si suol dire.
Il risultato è un romanzo incalzante di 435 pagine, che un editore più blasonato avrebbe riempito di spazi bianchi fino ad arrivare a 600 pagine e a un prezzo ben superiore ai 17,50€. Ma un editore più blasonato non si avventurerebbe a pubblicare un libro del genere, perché – per nostra fortuna – non assomiglia a nessun bestseller presente sul mercato.

Aperitivo "Ribs&Books", 18 ottobre 2018 (foto: Marco Donna)


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