Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori
Letteratura italiacana - 34 - Il lago maledetto
Venerdì, ore 13.
Il cambiamento, come sempre, avviene per opera di Max. Andiamo a vivere da soli, in un appartamento dall'affitto molto, moltissimo esoso. Cerchiamo perciò di comprare casa, come tutti allora e come tutti oggi, con l'aiuto delle rispettive famiglie.
Con il nostro budget e un mutuo scopriamo di poterci permettere: un bilocale in centro con una stanza cieca, un seminterrato buio, un secondo piano da ristrutturare nella zona più tossica della città. Queste sono le case che ricordo di aver guardato, con orrore e disperazione.
Poi Max scova un'inserzione che riguarda una casa in vendita in un paese dell'entroterra. Andiamo a vederla. Con la stessa cifra di quegli orrori in città possiamo avere una terratetto indipendente con due camere, una cucina, un salottino e un grande vano fondi. Non il giardino che vorremmo, ma due balconi vivibili. Uno affacciato su una torre del XV secolo, l'altro sul fiume fino all'orizzonte.
Il giorno stesso facciamo un'offerta per comprarla.
Il balcone rivolto alla torre, in estate, è circondato da voli di rondini. Frecce nere che ci girano intorno gridando e a volte scendono in picchiata fino a sfiorare le nostre teste. Da quello sul fiume vediamo anatre e aironi. Scopriamo che è più rilassante andare in città col treno che partendo in auto dalle periferie, nello stesso intervallo di tempo. Anche Milano è raggiungibile in poco più di un'ora.
Il paese è perfetto per me: di basso profilo, trascurato dagli snob, ricco di paradisi segreti. Alla fine degli anni 80 qualcuno ha ancora mucche e cavalli. Facciamo amicizia con dei pastori che allevano pecore e caprette sulle alture. Gatti popolano la nostra piazzetta e vengono a visitarci.
Ma c'è un motivo particolare che mi rende felice di vivere lì. Un lago a poco più di un chilometro dal paese. Amo quel posto: c'ero stata l'anno del diploma, per festeggiare; è una fortuna averlo vicino a casa.
Presto scopro che il lago è un tabù e una leggenda nera locale, a causa di una serie di annegamenti e tragici decessi avvenuti sulle sue sponde. La gente del posto non entra nell'acqua. Solo qualche gitante di ferragosto si tuffa, o a volte lo attraversa in canoa. Il lago è maledetto, solitario, intatto. Tutto per me.
Ma che c'entra un lago, maledetto o no, con la letteratura? Per quasi vent'anni mi ha lavata dalla fatica del lavoro, rigenerandomi.
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