venerdì 13 dicembre 2024

Iperwriters - Idee nell'aria

Immagine realizzata mediante AI

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 61 - Idee nell'aria

Venerdì, ore 13. Mi ero indignata moltissimo quando un critico, recensendo il romanzo di una donna (peraltro quotata) aveva definito l'autrice “il barman del Grand Hotel che ci ha riservato una grande sorpresa”. Intendendo: Chi se lo sarebbe mai aspettato?
Ma che diritto aveva quel critico di dare della cameriera a una scrittrice probabilmente laureata come lui, con una formazione identica alla sua? Evidentemente, dando del barman alla collega, tradiva il suo disprezzo per una concorrente. I radical chic hanno modi squisiti con le cameriere che li servono restando al loro posto, ma diventano feroci con quelle che aspirano alle loro posizioni. Di una ferocia sempre mielata e condita di graziosi cazzeggi.
I miei primi haters non erano stati per nulla raffinati, ma rozzi e violenti, come se oltre a sfidarli li avessi anche spaventati.
Negli anni '90 si usava dire che le idee erano nell'aria. Come se i cervelli, già tutti collegati, girassero come eliche spandendo neuroni intorno. Erano in molti, sparsi per il mondo, a poter concepire un'idea per una storia. Il merito non andava alla persona che la scriveva e pubblicava per prima, ma alla persona che veniva dalla famiglia e dalla casta giusta.
Negli anni '90 avevo moltissime idee, si può dire, condivise con ignari colleghi che non sapevano che le condividessi. Un killer dalla personalità multipla e perfino un criminale camaleontico, che assume corpo e identità delle sue vittime (ne ho fatto una storia Disney). Oltre al thriller Schiavo cerca padrona, ambientato nel mondo BDSM, che avrebbe dovuto essere il primo del genere.
Anche Superman non muore mai è stato uno dei primi libri italiani a trattare temi come la dislessia e la pedofilia, e conteneva un abbozzo di progetto per una serie che avrei voluto sviluppare a fumetti: Bloody Eye, vampiro detective difensore dei mostri.
Tutte queste idee sono state realizzate da altri, e gli americani ci avevano già preceduto di parecchi anni.
Comunque, Superman non muore mai è stato forse il primo e unico grosso colpo che ho messo a segno. Il primo giallo italiano ambientato nel mondo del fumetto. Difficile realizzare un altro “primo giallo italiano ambientato nel mondo del fumetto”.
E forse questo mi ha meritato lo tsunami di odio che mi ha investita.

martedì 10 dicembre 2024

Darkness, il giustiziere dell'avventura


Recensione di Andrea Carlo Cappi

Un'ottima notizia: la narrativa di avventure in lingua italiana ha un nuovo valido esponente, che da molti anni vive e lavora in Brasile: il suo nome, dalle misteriose origini mitteleuropee, è Damir P. V. Fillén. A pubblicarlo è LoGisma, casa editrice fiorentina della quale ho apprezzato un saggio di cui ho scritto su queste pagine tempo fa. Questa rara incursione dell'editore nella narrativa permette di scoprire un'appassionante saga di azione e intrighi internazionali, tra paesaggi esotici e stanze segrete del potere.
Nell'efficace ricostruzione degli anni Venti del secolo scorso si riconoscono molte matrici, prima fra tutte un'eco dei romanzi di Emilio Salgari, lettura irrinunciabile per molte generazioni. Ma si sente anche sapore di feuilleton, con una storia orizzontale che si sviluppa da un episodio all'altro, e di pulp magazines, le gloriose riviste americane di narrativa popolare di cui l'autore eredita tecniche e strutture, impiegandole con mano sapiente. Ogni episodio (tre per ogni volume, nei primi tre libri) è una novelette autoconclusiva di un centinaio di pagine, che talvolta si chiude con qualche piccola anticipazione della storia successiva. Inoltre, come vedremo tra poco, i protagonisti riprendono dalla narrativa di quel periodo anche certi elementi che dal pulp sono trasmigrati nei fumetti degli anni Trenta: vengono in mente L'uomo mascherato e il primo Batman.
Il protagonista, affiancato da numerosi comprimari, è il classico eroe gentiluomo che, ricco di famiglia (un po' come Doc Savage o, appunto, Bruce Wayne), si dedica all'avventura e soprattutto alla causa della giustizia. Si nota che l'autore ha assorbito anche la lezione di Clive Cussler: ha molta cura per i dettagli di armi bianche e da fuoco, così come automobili, aerei e navi d'epoca, inseriti con leggerezza, ma in grado di dare una sensazione di "technothriller vintage", per così dire. Si avverte anche un aspetto linguistico curioso ma caratteristico e interessante: l'autore si esprime con un lessico ricco e preciso; tuttavia, lontano dall'Italia da decenni e poliglotta come i suoi personaggi, si nota che ogni tanto sta ragionando in una delle tante lingue a sua disposizione.

Ma veniamo alla trama. Alla fine della Prima guerra mondiale l'asso dell'aviazione austro-ungarica Viktor von Trux, mentre viene coinvolto suo malgrado in un caso di spionaggio, scopre che il padre - morto da poco - faceva parte di un'organizzazione segreta che combatte per il bene dell'umanità. Viktor ne eredita il compito e riceve una rivelazione sconvolgente: da cinque millenni la Sacra Allenza della Fenice si oppone all'ancor più antica Stirpe del Serpente, che ambisce al dominio del mondo. La malefica Stirpe controlla banche e case regnanti, si infiltra nella politica e nelle religioni. I grandi fatti della storia, guerre o rivoluzioni che siano, nascondono manovre dei Serpenti per trarre profitti segreti dai conflitti o sperimentare il controllo delle masse mediante le ideologie più estreme. Per fortuna la Fenice non è da meno e ha a sua volta alleati in alto loco. Se l'aspetto complottistico non è una novità, il vero motivo di interesse è il modo in cui viene abilmente reinterpretato.
Come nei fumetti di Martin Mystère (anche se qui non ci sono elementi soprannaturali) e talvolta nei romanzi di Clive Cussler, si incontrano figure della Storia, quali Lawrence d'Arabia o Nikola Tesla, che fornisce a Viktor von Trux attrezzature tecnologicamente sorprendenti; ma anche personaggi della letteratura, come un anziano Sherlock Holmes e gli ormai adulti "Irregolari di Baker Street".
Viktor si rende conto che per lottare contro i Serpenti è necessario nascondersi sotto una falsa identità: quando deve affrontarli in campo aperto, assume il nome di battaglia "Darkness" alias "l'Angelo della Vendetta", indossando un'armatura protettiva e un inquietante elmo con le fattezze di un teschio, cui si aggiungono poi opportuni "effetti speciali" progettati da Tesla. Nelle sue operazioni segrete il protagonista è affiancato dalle due donne della sua vita - Regina (alias Moonshine) e la loro comune amante Lola (alias Black Rose) - e da una squadra di amici, i Rogue Gentlemen, costituita perlopiù da reduci della Grande Guerra di entrambi gli schieramenti. Un po' alla volta tutti loro assumeranno doppie identità da eroi mascherati.

Si susseguono dunque avventure, seduzioni, battaglie e duelli, dalla caccia a un reperto in Egitto a intrighi politici a Parigi, alla lotta contro i discendenti di Dracula (inteso come il personaggio storico) e il loro corpo d'élite chiamato "i Vampiri". Viaggiando sotto la copertura del circo volante "Birds of Prey", Darkness e i suoi sventano un attentato sotto falsa bandiera a Firenze, la diffusione di un agente batteriologico in Inghilterra, un traffico di piccoli schiavi e spose bambine in Medio Oriente. E, in un castello in Belgio, fronteggiano il vertice dei Serpenti: Samuel d'Astaris (che grazie a un astuto espediente si fa credere immortale dai propri affiliati) e le sue due compagne, una delle quali è Lara, un tempo ingannevole fidanzata di Viktor.
Dopo i primi tre volumi del ciclo di Darkness - Il volto dell'angelo, Sulle tracce dei VampiriLa furia di Darkness il 12 dicembre 2024 esce il quarto libro, Senza tregua, che stavolta contiene due storie, di cui una lunga il doppio del solito. La prima vicenda è innescata dal ritrovamento di due antichi reperti in Siria; su questa base i Rogue Gentlemen partono per una spedizione archeologica di cui non svelano i veri obiettivi; ciononostante, mentre viaggiano verso l'India a bordo di quattro Rolls Royce blindate, devono affrontare le forze mobilitate dai Serpenti, decisi a precederli in una scoperta che sconvolgerebbe gli equilibri del mondo. Nella seconda vicenda, Darkness e i suoi si imbarcano sul transatlantico Pharaoh in rotta verso New York, come guardie del corpo dell'ex primo ministro francese Briand, latore di uno scottante dossier sulle manovre dei loro avversari; ma, per salvaguardare i loro segreti, i Serpenti sono pronti ad affondare l'intera nave.
Ogni storia è un viaggio nel passato che fa rivivere non solo il mondo di un secolo fa, ma anche il gusto per la letteratura popolare di quei tempi, la stessa che è stata saccheggiata nei decenni da fumetti, cinema e televisione. Ora che sono di moda le serie tv, che ne riprendono le strutture narrative, è un piacere ritrovare storie del genere con un gusto moderno, ma nella loro forma originaria: i libri.

Il ciclo di Darkness di Damir P. V. Fillén su Amazon:

Il volto dell'angelo 320 pagine, 16,00 euro

Sulle tracce dei Vampiri 272 pagine, 14,66 euro

La furia di Darkness 304 pagine, 15,00 euro

Senza tregua 282 pagine, 15,20 euro



lunedì 2 dicembre 2024

Il corpo (2024)

 



Recensione di Andrea Carlo Cappi


In Italia, negli anni '70, si chiamava "thrilling" ed è un piacere ritrovarlo dopo tanto tempo. Il genere, noto nel mondo come Italian giallo, era una particolare formula di thriller psicologico carico di suspense, che spesso flirtava con il soprannaturale: poteva contenere elementi di ghost story (come lo sceneggiato di Daniele D'Anza Il segno del comando del 1971) o semplicemente giocare con suggestioni spettrali (come un altro sceneggiato del 1976, La mia vita con Daniela di Domenico Campana).
Il corpo (2024), sceneggiato dal regista Vincenzo Alfieri e da Giuseppe Stasi, è il remake italiano di El cuerpo: un thriller spagnolo del 2012 scritto e diretto da Oriol Paulo, chiaramente ispirato dalle opere dei francesi Boileau & Narcejac (dai cui romanzi negli anni '50 furono tratti I diabolici di H. G. Clouzot e La donna che visse due volte di A. Hitchcock) con un forte sapore di Italian giallo. Alfieri ricrea la trama con qualche dettaglio in più e dà all'attore Giuseppe Battiston la possibilità di sviluppare appieno e magnificamente la figura del detective, con un'interpretazione ricca di sfumature.

Cappi con Battiston e Alfieri (Fotogiaco)

Rebecca Zuin (Claudia Gerini) è la potente e affascinante ereditiera di una casa farmaceutica italiana. Bruno Furlan (Andrea Di Luigi), già docente precario di chimica all'università, è il suo assai più giovane marito; il matrimonio gli ha garantito una posizione da top manager, un'esistenza nel lusso e una collezione di auto sportive, ma vivere con Rebecca, egoista e manipolatrice, è molto più difficile del previsto. Dopo una breve, rischiosa relazione con la sorella della moglie, avvocato della compagnia (Rebecca Sisti), Bruno si innamora della studentessa Diana Bettini (Amanda Campana); lascerebbe Rebecca, ma perderebbe tutto e dovrebbe affrontare la vendetta della donna.
D'un tratto Rebecca muore di infarto.
Ore dopo il guardiano notturno dell'obitorio viene investito da un'auto mentre fugge in preda al terrore. L'ispettore Cosser (Giuseppe Battiston), chiamato a investigare, viene informato che è sparito un cadavere: quello di Rebecca Zuin, in attesa dell'autopsia il mattino seguente. Sotto la pioggia scrosciante, Bruno - che sta passando la sua prima notte da vedovo con l'amante Diana - è convocato all'obitorio... e per lui comincia un incubo. Il poliziotto, che non si è ancora ripreso dalla perdita della propria moglie e maschera il dolore con un senso dell'umorismo pungente, comincia a fare domande. Perché Bruno non sembra turbato dalla morte di Rebecca? Dov'era quando la polizia ha cercato più volte di chiamarlo? Ha forse ucciso la moglie e fatto sparire il corpo per evitarne l'autopsia, in modo da coprire un delitto?
Intanto lo stesso Bruno si chiede se Rebecca sia davvero morta. O forse è una non-morta? Durante un blackout all'obitorio qualcuno ha aperto l'armadietto con i suoi effetti personali e si è appropriato del cellulare. E' ottobre, ma un calendario mostra la data del 20 marzo, che per Rebecca ha un particolare significato. Bruno trova un ambiguo messaggio e un cellulare che suona la canzone preferita della moglie (Piccolo uomo, di Mia Martini) che per qualche ragione lui odia. Qualcuno o qualcosa sta facendo un gioco rischioso e persino Diana, a casa propria, potrebbe essere in pericolo. Solo alla fine della storia ogni mistero sarà risolto, nel corso di uno straordinario monologo di Battiston nel ruolo dell'ispettore Cosser.


Dodici anni fa in Spagna vidi, appassionandomici, la versione originale: El cuerpo, con Belén Rueda (per me indimenticabile dall'horror The Orphanage, di J. A. Bayona del 2007) nel ruolo dell'ereditiera ricca ed egoista, e José Coronado nella parte dello sbirro. La storia, che si svolge perlopiù in una notte all'obitorio e si espande con i flashback che rivelano il passato dei personaggi, dava la netta sensazione che lo sceneggiatore-regista Oriol Paulo avesse riscoperto l'Italian giallo.
Il remake italiano è stato girato un anno fa in sette settimane e tre giorni a Roma (anche se la città non è precisata nella vicenda). Quando ho letto del nuovo cast, mi è parso perfetto. Ma la grande sorpresa de Il corpo è l'approccio più approfondito all'ispettore. All'incontro con il pubblico ieri sera a Milano, al fianco di Giuseppe Battiston, il regista ha confessato che lo stesso attore ha suggerito qualche battuta e il modo in cui recitarla, rendendo il personaggio più intenso rispetto all'interpretazione di Coronado. Ma è questo che dovrebbe fare un remake: aggiungere qualcosa alla versione precedente. Ci sono stati altri rifacimenti di El cuerpo e ne sono previsti altri, ma qualcuno dei prossimi - sottolinea Battiston - saranno basati sulla sceneggiatura di Alfieri.
Curiosità: Belén Rueda è apparsa anche in Perfectos desconocidos di Alex De la Iglesia (2017), remake spagnolo di Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese (2016) di cui Giuseppe Battiston era uno degli interpreti originali. Claudia Gerini, già interprete Eva Kant nel videoclip di Amore impossibile dei Tiromancino (2004), nella trilogia di Diabolik dei Manetti bros (2021-23) è, al pari di Amanda Campana, uno degli alias mascherati di Eva Kant.
Tornando a Il corpo: molto tempo fa nei cinema italiani si poteva accedere alla sala in qualsiasi momento della proiezione, ma per certi thriller era "proibito entrare durante l'ultimo quarto d'ora", una regola che varrebbe anche in questo caso. Ma io aggiungerei lo stesso suggerimento che compariva nei titoli di coda de I diabolici di Clouzot: se vi è piaciuto questo film, ditelo ai vostri amici... ma non siate diabolici, non rivelate a nessuno come va a finire.

venerdì 29 novembre 2024

Iperwriters - Bullismo intellettuale

Photo Nordii mathinsen on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 60 - Bullismo intellettuale

Venerdì, ore 13. L'evento che ho descritto nell'ultimo editoriale può essere stato drammatico, ma mi è stato utile per imparare a diffidare e a proteggermi. Ad altri è capitato qualcosa di simile, e in certi casi di peggiore. Ho assistito ad episodi di bullismo intellettuale, in presenza e online, che in confronto quello delle strade di periferia è un parco giochi per bambini.
Il bullismo intellettuale all'epoca in cui imperversavano le presentazioni di libri ante-social era raffinato, sottile e tagliente. Talmente sottile che quasi non ti accorgevi dei tagli. Io, che nutrivo un pregiudizio positivo, me ne sarei accorta perfino dopo mesi e anni. Ero affascinata dagli intellettuali borghesi progressisti ed ero convinta che non potessero mai, mai e poi mai agire come la teppa che avevo conosciuto in passato. Credevo con incrollabile fede che fossero umani e invidiosi (come lo sono io) ma abbastanza leali (come lo sono io) da rispettare il talento in chi ce l'ha.
Ad uso dei colleghi scrittori, proverò a fornire qui alcune considerazioni sul bullismo letterario italiacano, a mio avviso la premessa da cui derivano certi comportamenti sui social.
Se eravate uomini avevate sempre in sala lo scrittore-migliore-di-voi, quello il cui genio doveva essere riconosciuto e divulgato al posto del vostro che valeva poco o nulla.
Se eravate donne e puntavate sul vostro fascino erotico, subivate i più disgustosi tentativi di adescamento e gli attacchi di due scrittori-migliori-di-voi, un maschio e una femmina. Se puntavate solo sull'intelletto, eravate ricondotte su un terreno erotico: subivate i più disgustosi tentativi di adescamento e gli attacchi di due scrittori-migliori-di-voi, un maschio e una femmina.
Per tutti c'erano quelli che, sia sul palco mentre vi stavano presentando, sia fra il pubblico, vi facevano notare gli errori nel testo. Anche se avevate sbagliato un orario ferroviario. E i provocatori che (spesso fingendo un goliardico scherzo a cui non ci si poteva sottrarre senza mancare di spirito) colpivano in qualsiasi modo congruo e incongruo.
La mia tecnica, fin dal principio, è sempre stata quella di dar ragione a tutti. Alla mia ultima presentazione due tizi mi hanno chiesto: Ma in fondo scrivere non serve a niente, no?
Ho risposto sì, sì, certo. A niente.

venerdì 15 novembre 2024

Iperwriters - Tiro al piccione su Superman

Photo: Johan Taljaard on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 59 - Tiro al piccione su Superman

Venerdì, ore 13. A Gianfranco Orsi, allora direttore dei Gialli Mondadori, l'idea di un giallo ambientato nel mondo del fumetto è piaciuta moltissimo. Anche il romanzo finito lo convince, al punto di cercare di promuoverlo con più impegno (e suo gran divertimento): segnalazioni su giornali, la prefazione di Ernesto G. Laura (che ricordo con affetto) e una partecipazione a Lucca Comics.
Allora gli studi fotografici chiamavano gli scrittori emergenti per farne una serie di foto da vendere ai giornali. Uno mi ritrae, dichiarandosi attento ai nuovi avvenimenti letterari. Alla fine ero riuscita a fare un po' di letteratura italiacana cavalcando l'onda dei generi, no?
Ma doveva essere un venerdì tredici il giorno della mia prima uscita pubblica per presentare Superman non muore mai. Ho già descritto altrove l'evento, non ricordo come. Lo rifaccio alla luce di meditazioni recenti. Non avevo nessuna esperienza di presentazioni di libri, nessuna idea di quello che era richiesto a una scrittrice-showgirl.
La serata già comincia male, in un clima di freddezza e ostilità. Dal principio, mi viene fatto osservare che ho chiesto il formaggio sbagliato per la piadina ordinata al bar. Sono un'estranea, attesa al varco per essere rimessa al suo posto: a servire i cocktail in grembiulino.
Nelle due ore che seguono, apprendo che:
-sono un'artigiana e non un'artista;
-è meschino l'espediente, che avevo sempre ritenuto legittimo, di usare i generi per tentare la scalata sociale e socchiudere le porte della grande editoria. Avrei dovuto invece compiere la mia scelta “per amore”;
-i “veri” scrittori che mi hanno preceduta sono stati di gran lunga ben più all'altezza;
-non ho “studiato” abbastanza per scrivere;
-ho dipinto i fumettisti come tristi, miseri, infelici, mentre nella “realtà” sono gioiosi e grati di poter fare il mestiere più spassoso del mondo (ma io avevo conosciuto solo gente che faticava per mettere insieme due lire a fine mese).
In seguito mi avrebbero spiegato che, confessando candidamente di venire dal basso, era come se avessi schiaffeggiato il mio pubblico.
Avevo offeso i ricchi, come in una canzone di Dario Fo.

venerdì 1 novembre 2024

Iperwriters - Superman non muore mai

Photo: Rinson Chory on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 58 - Superman non muore mai

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters si augura di poter salvare dall'annegamento quanta più letteratura possibile, e che la fiction, come Superman, non muoia mai. Intendo la fiction creata secondo natura, da un umano/umana o al più da una coppia di umani. Non la fiction da mille e nessun autore (preparatoria all'intelligenza artificiale) da cui siamo alluvionati.
A questo punto occorre aprire un discorso sui generi. All'epoca in cui scrivevo Superman non muore mai il giallo/thriller/noir era in transizione. Ancora ghetto letterario, ma in fase di rivalutazione. In caduta libera nelle collane da edicola, ma appetibile per la distribuzione in libreria.
In quanto a me, mi trovavo nel mezzo di questo movimento ed ero uno degli scrittori di genere (allora pochi) consapevoli che “rompendolo” (così si diceva allora) era possibile ottenere risultati innovativi e alla pari con la scrittura “alta”.
Se io non avevo, secondo certe critiche “costruttive”, esiti stilistici personali, non ne vedevo neppure nella letteratura non-di-genere. Esauriti gli sperimentalismi linguistici, restava un narrare a volte barocco e cacofonico, a volte di una secchezza costruita ad arte, gettata lì con falsa noncuranza e sottilmente arrogante.
Inoltre, nella mia ancestrale ingenuità, ero convinta che solo i poveri praticassero i generi letterari. Poveri erano stati gli scrittori che amo di più: Edgar Allan Poe, Robert Erwin Howard, Jack London, Igino Tarchetti. C'è sicuramente una simpatia naturale fra la povertà e l'horror.
(Va bene, anche i ricchi possono avere la Vocazione, ma allora sono tenuti ad essere come Henry James. E i borghesi? Abbastanza puri di cuore da rinunciare al “lavoro di supporto” ben pagato per vivere di sola editoria.)
Infine, perché scriviamo? Per vendicare i torti subiti, per farci comprendere e amare, per raggiungere con i nostri messaggi chi avremmo voluto vicino al posto di quelli che si sono stati.
I ricchi, protetti dalle offese, supportati e avvantaggiati, buoni comunicatori, che possono raggiungere fisicamente chi vogliono, che bisogno hanno di scrivere? E poi, perché i generi, avendo a disposizione tutto il resto?
Perdonatemi: malgrado il mondo mi costringa ad agire in modi complicati, sono un'anima semplice.

giovedì 31 ottobre 2024

Hate & Love: il romanzo di Mister Noir


Presentazione di Andrea Carlo Cappi 

Quello di Mister Noir è un fenomeno letterario di cui si parla da molto tempo sui media nazionali e che meriterebbe un'attenzione ancora maggiore. Specie dopo vent'anni di successi, appena compiuti e festeggiati con l'uscita del romanzo di Sergio Rilletti Hate & Love, ora in volume e ebook su Amazon da Oakmond Publishing.
Nell'ottobre 2004 Rilletti, autore scoperto qualche tempo prima da Andrea G. Pinketts e da me, pubblicò sulla nostra M-Rivista del Mistero il primo episodio di una serie di racconti thriller-umoristici. Ne era protagonista Mister Noir, detective milanese affetto - come il suo autore - da tetraparesi spastica. Non si può negare che il suo ideatore conosca bene le problematiche relative e che pertanto possa raccontarne la realtà quotidiana dalla stessa sedia a rotelle. Ma, per farlo, ha scelto un linguaggio tutt'altro che buonista.
Rilletti è un grande esperto di thriller, tanto da essere autore anche di una storia per Il Grande Diabolik pubblicata un paio di anni fa. Con Mister Noir (di cui non si sa se questo sia il vero nome o uno pseudonimo) rielabora l'icona del detective privato geniale, eccentrico, burbero e sarcastico, e la abbina a un'assistente giovane e dinamica chiamata Elena Fox. Questa variante moderna di Nero Wolfe & Archie Goodwin di Rex Stout si trova a confronto con vicende che vanno dal giallo al fantastico, ma sempre in chiave ironica e paradossale. L'autore sceglie di divertirci e divertirsi, attingendo a suggestioni della tv anni Sessanta, come Agente speciale e Ironside, e ad altre più recenti come X-Files.

Hate & Love è il primo romanzo lungo su questi personaggio, dopo le novelettes e i racconti già riuniti nel volume Mister Noir, anche quello in cartaceo e ebook su Amazon da Oakmond Publishing. Stavolta l'investigatore e la sua assistente partono da un caso in apparenza impossibile - un liceale sparito da una finestra al quarto piano di casa sua a Milano, mistero che troverà una spiegazione del tutto razionale - per arrivare a una vicenda che coinvolge una setta di streghe in Liguria, sfociando dichiaratamente nel fantastico. La parte conclusiva è una clamorosa battaglia a metà tra lo scontro finale con un cattivo dello 007 anni '60 e Dal tramonto all'alba di Tarantino & Rodriguez, facendo di questo romanzo la storia più "kolossal" della saga.
Tutto ruota intorno a un gioco di ruolo fantasy online chiamato Hate & Love: a chiunque vi partecipi capita qualcosa di molto strano, a partire dall'obbligo di sottoporsi a regole ferree e prove rischiose anche nella vita reale. Data la forte presenza giovanile tra i personaggi, il romanzo è adatto anche a un pubblico young adult, oltre a essere un ottimo punto di ingresso per chiunque voglia entrare nell'universo di Mister Noir.
Ma, ben nascosto dietro l'intrattenimento, rimane un sottofondo molto serio: un protagonista disabile che trascende i propri limiti fisici, dandoci una lezione di vita di cui prendere nota.

e, per chi se lo fosse perso


Iperwriters - Non volevo essere un giallista

Immagine realizzata con AI I perwriters - Editoriale di Claudia  Salvatori Letteratura italiacana - 62 - Non volevo essere un giallista Vene...