martedì 15 ottobre 2024

Il trafficante di Manila


Recupero di Andrea Carlo Cappi

Un gruppo di avventurieri si lancia in una caccia al tesoro: tre milioni di dollari in lingotti d'oro nascosti nella base militare sull'isola di Corregidor, al largo di Manila, contesa durante la II guerra mondiale tra statunitensi e giapponesi. Sono passati oltre vent'anni dalla fine del conflitto e l'unico a conoscere l'ubicazione esatta dell'oro è morto da tempo; ma Pat Morrison (Burt Reynolds) americano che vive di espedienti a Manila, riesce a localizzare quattro ex soldati - Jesús, Draco, Hansen e Trev - che, insieme, possono ricostruire il percorso fino al tesoro nella galleria sotterranea in cui è stato occultato prima dell'arrivo dei nipponici.
Film interessante, anche se non del tutto riuscito: forse la svista maggiore è una scena di apertura che vorrebbe essere comica, in una riserva indiana negli USA: uno degli ex soldati è l'apache Draco, che sogna di ritrovare a Manila una fiamma del tempo di guerra e per questo abbandona la sua donna in patria (nel corso della vicenda ritroverà la ragazza dei suoi sogni che però, senza voler fare body shaming, nel frattempo ha acquisito la stessa taglia della consorte Native American).
Dopo questo avvio fuorviante, pur senza elevarsi al di sopra del B-movie, Il trafficante di Manila (1969) imbocca i binari del caper (cioè una storia imperniata su un "colpo") con tutte le difficoltà impreviste che i personaggi devono affrontare, da cui il titolo originale Impasse.


Lo stesso Morrison è piuttosto imprudente: per cominciare è l'amante di Mariko, graziosa moglie giapponese di Jesús, membro filippino del gruppo di ex militari; oltretutto l'americano si innamorerà della signorina Bobby Jones (Anne Francis), tennista professionista giunta a Manila per un torneo e figlia di Trev, che si è fatto credere morto per non rovinarle la vita. E, da qui, tutto cio che può andare storto, andrà storto. Hansen viene arrestato dopo una rissa. Trev, colto da un attacco di cuore mentre assiste di nascosto a un match della figlia, appena è fuori pericolo viene sequestrato dal subdolo giornalista Wombat, che ha scoperto i suoi segreti e chiede un riscatto.
Sicché occorre organizzare l'evasione di Hansen e il salvataggio di Trev, occasione per Burt Reynolds di esibirsi in inseguimenti a rotta di collo per le strade della città e scazzottate acrobatiche. Nel contempo Hansen, razzista, farebbe volentieri a meno di trovarsi in squadra con un apache e un filippino, e dà origine a ulteriori tensioni. Morrison però riesce a farsi dare le istruzioni da Trev e insieme agli altri tre raggiunge l'isola di Corregidor per infiltrarsi nella base, controllata dell'esercito filippino, e andare alla ricerca del tesoro. Ma un nuovo impasse rimette tutto in discussione: il colpo va riprogettato e, la seconda volta, risulterà ancora più rischioso della precedente.
Si sa che ho un debole per le trame di questo genere, quindi - anche se non siamo di fronte a un capolavoro - consiglio la visione di questo film agli appassionati del caper, ai/alle fan di Burt Reynolfds e ai cultori delle produzioni cinematografiche realizzate nelle Filippine, di cui si vedono scorci di fine anni Sessanta. Per la cronaca, l'ho recuperato di recente in dvd in Spagna, ma mi risulta che sia reperibile anche in Italia.








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