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mercoledì 30 agosto 2023

Festival Torre Crawford - 1, 2, 3 settembre 2023

Illustrazione di Roberta Guardascione

Torna il Festival Torre Crawford
San Nicola Arcella (Cosenza), 1-2-3 settembre 2023

Gli eventi
Per il quarto anno consecutivo, il Festival Torre Crawford organizzato da Torre Crawford APS porta a San Nicola Arcella (Cosenza) un fine-settimana di eventi letterari fuori dagli schemi, ispirato a Francis Marion Crawford, anticonformista romanziere americano nato in Italia, che tra XIX e XX secolo proprio qui scrisse molte sue opere, nella torre che ora porta il suo nome. Gli eventi, tutti a ingresso libero, si svolgono al Belvedere di San Nicola Arcella (sabato 2, ore 19.30) e presso il Caffè Le Mele (venerdì 1 ore 19,00, sabato 2 e domenica 3 ore 18.00, via Nazionale 48).
Sotto il programma completo.

"Uomo in mare!", illustrazione di Roberta Guardascione

Gli ospiti
Partecipa al Festival Pasquale Ruju, scrittore e sceneggiatore, che parla delle sue esperienze come autore di fumetti italiani di culto quali Tex e Dylan Dog, e del romanzo a più mani Youthless-Fiori di strada (Harper Collins). da lui scritto insieme a Massimo Carlotto e altri. Valentina Di Rienzo, rivelazione della narrativa noir, presenta il suo L’esigenza di uccidere (Morellini). E non manca Marco Marinoni, che fa tappa al Festival con il tour per il nuovo giallo L’origine del male (Mursia). Anche quest’anno gli eventi sono condotti dallo scrittore Andrea Carlo Cappi, noto per la sua carriera trentennale come autore di thriller, ma anche di storie di eroi dei fumetti come Martin Mystère e Diabolik.

"Torre Crawford", illustrazione di Roberta Guardascione

Il Premio e l’antologia
Sabato 2 settembre alle 19.30 al Belvedere di San Nicola Arcella (ingresso libero) avrà luogo la cerimonia del Premio Torre Crawford 2023, con la presentazione dell’antologia annuale: Uomo in mare! (edita da Torre Crawford APS) contenente l’omonimo romanzo breve di F. M. Crawford in una nuova traduzione del curatore A. C. Cappi; il racconto Il sogno dello squalo del maestro italiano dell’avventura Stefano Di Marino e le storie inedite selezionate al concorso letterario di quest’anno. Saranno assegnati il Premio Torre Crawford, così come il premio “E io lo dico a Pinketts!” e il premio “Il Prof”, in memoria rispettivamente degli scrittori Andrea G. Pinketts e Stefano Di Marino.

"Under Water", illustrazione di Roberta Guardascione

Il programma

Venerdì 1 settembre
-ore 19.00 Caffè Le Mele (v. Nazionale 48, San Nicola Arcella)
Presentazione del Festival Torre Crawford 2023
con Andrea Carlo Cappi e gli organizzatori

Sabato 2 settembre
ore 18.00, Caffè Le Mele (v. Nazionale 48, San Nicola Arcella)
-Pasquale Ruju presenta il romanzo Youthless-Fiori di strada (Harper Collins) di Carlotto-Rinaldi-Acciai-Ruju-Torre
-Valentina di Rienzo presenta il suo romanzo L’esigenza di uccidere (Morellini)
ore 19.30, Belvedere di San Nicola Arcella
-Cerimonia del Premio Torre Crawford, con i vincitori; partecipano Valentina Di Rienzo, Marco Marinoni, Pasquale Ruju. Presentazione dell'antologia Uomo in mare! a cura di A. C. Cappi (Torre Crawford APS)

Domenica 3 settembre
ore 18.00, Caffè Le Mele (v. Nazionale 48, San Nicola Arcella)
-Marco Marinoni presenta il suo romanzo L’origine del male (Mursia)
-Miti del fumetto italiano: incontro con Pasquale Ruju e Andrea Carlo Cappi
ore 21.00 Belvedere di San Nicola Arcella
-Tributo a Pino Daniele con Vai Mo' Band

Illustrazione di Roberta Guardascione


domenica 25 giugno 2023

Spy Game incontra Andrea Carlo Cappi - 2

Di Marino e Cappi all'Università Statale di Milano, 2010

Spy Game incontra...

Seconda parte dell'intervista ad Andrea Carlo Cappi, nell'ambito degli incontri con autori e autrici della collana in ebook Spy Game - Storie della Guerra Fredda di Delos Digital. Dopo il percorso dello scrittore nell'ambito della spy story, vediamo ora le sue attività in altri campi della narrativa.

Andrea Carlo Cappi, autore di molti generi

SG: La maggior parte della tua produzione sembra imperniata sullo spionaggio. Ma quale etichetta ritieni più adatta al tuo lavoro?

ACC: Cronologicamente, la prima è "giallo", dato che sono emerso dall'anonimato con i miei primi racconti su Il Giallo Mondadori. Il mio esordio ufficiale, anche se stavo già lavorando "nell'ombra" da un paio di anni, fu un mystery con protagonista Ernest Hemingway in appendice al Giallo Mondadori, uscito a metà ottobre del 1993. Poi, sempre in appendice al Giallo, seguirono le prime storie con il Cacciatore di Libri, detective bibliofilo milanese, mentre quelle con Carlo Medina - a partire da Milano da morire - apparvero sugli speciali stagionali.
Anche se spesso viene dimenticato, buona parte della mia produzione iniziale e una quota di quella dei trent'anni successivi rientra nella categoria "giallo milanese": ho fatto parte della Scuola dei Duri fondata da Andrea G. Pinketts, sia partecipando all'antologia-manifesto Crimine - Milano giallo-nera, sia frequentando attivamente il gruppo che si era creato all'epoca. Con i romanzi su Toni Black mi rifaccio invece alla novela negra spagnola.
Per quanto il termine "giallo" sia spesso identificato con il solo "giallo classico", in realtà è una definizione più estesa, che include tanto il "noir" quanto la spy story. Dato però che negli anni mi sono occupato anche di altri generi, alla fine per la mia produzione ho adottato anch'io la definizione prediletta da Stefano Di Marino: "narrativa popolare".

Dal 4 luglio 2023 in volume e ebook


SG: Infatti hai scritto anche fantascienza, horror, romanzi storici...

ACC: ... e a volte commistioni tra generi. Alcuni racconti con il Cacciatore di Libri si avvicinano al fantastico. La serie di racconti e romanzi brevi con Antonio Stanislawsky unisce fantascienza e giallo. La saga Danse Macabre, ispirata ai fumetti italiani di vampire degli anni Settanta, mescola horror, erotismo, urban fantasy, thriller, persino con un tocco di spy story. Ma anche nei "sexy-thriller" scritti a quattro mani con Ermione siamo di tanto in tanto sconfinati nella fantascienza, come nella novelette Nuova carne, ora presente nella nostra antologia Neri amori, o nel romanzo LUV.
Quanto alle mie incursioni nella narrativa storica, Rochester è di fatto un giallo imperniato sull'omonimo poeta inglese (lo stesso poi portato sullo schermo in The Libertine) mentre Il Visconte/La spia del Risorgimento nasce come saga di spionaggio nell'Ottocento. Purtroppo, dopo l'improvvisa scomparsa dell'amico e co-autore Paolo Brera nel 2019, sarà impossibile proseguirla: mi sono limitato a un racconto con lo stesso protagonista nell'antologia Come d'Arco scocca. Tuttavia è in arrivo, nell'autunno 2023, un altro mio romanzo storico: Il ponte sospeso.

Neri amori di Cappi & Ermione

SG: Sei noto anche per i tuoi romanzi su personaggi dei fumetti, da Martin Mystère a Diabolik ed Eva Kant.

ACC: Sì. A Mystère, oltre ad alcuni racconti, ho dedicato un serial online, sette romanzi - uno dei quali ha vinto nel 2018 il Premio Italia come miglior romanzo fantasy del 2017 - e i serial che da due anni escono in appendice agli albi mensili del fumetto. Sono tutte storie originali legate alla continuity del personaggio. Quindi nel luglio 2023 escono in edicola la riedizione de L'ultima legione di Atlantide (già pubblicato in libreria nel 2014) e il primo episodio di un nuovo serial, Le Tavole del Destino, in appendice all'albo n. 401, illustrato come il precedente Zona Y da Carlo Velardi.
Per quanto riguarda Diabolik ed Eva Kant, sono protagonisti di quattro romanzi originali e delle mie novelization dei recenti film. Ma nel luglio 2023 sullo speciale estivo Il Grande Diabolik esce un mio racconto originale illustrato da Giuseppe Palumbo con protagonista King, personaggio fondamentale dell'universo di Diabolik, che appare anche nell'imminente terzo film dei Manetti bros.

Il romanzo di Martin Mystère del 2022

SG: Com'è scrivere storie con personaggi ideati da altri, in questo caso Alfredo Castelli  e le sorelle Giussani?

ACC: In un certo senso, non è diverso dallo scrivere di personaggi miei, a parte la responsabilità di non deludere le aspettative del pubblico che li conosce, li segue e li ama da decenni. Ma è la stessa prova che affrontano con successo, mese dopo mese, tutti coloro che lavorano alle sceneggiature per le storie a fumetti. Una volta che si entra, per così dire, nella mente dei personaggi, si riesce a scrivere qualcosa di personale, senza però tradirli.
Ma anche scrivere una novelization - nel caso particolare dei film dei Manetti bros., di storie nate a fumetti e poi trasposte al cinema - richiede un forte intervento creativo. Una buona novelization non può essere una banale trasposizione di dialoghi e azioni: dev'essere un vero e proprio romanzo, in cui vanno approfonditi anche aspetti assenti sullo schermo, ma necessari per un libro.

Diabolik: la seconda novelization

SG: Per concludere, un tuo ricordo di Stefano Di Marino, ideatore della collana Spy Game oltre che grande autore di "narrativa popolare".

ACC: Non è facile riassumere in poche parole venticinque anni di lavoro e amicizia, e di scambi di opinioni quasi quotidiani. Stiamo parlando di una figura inarrivabile e insostituibile, che non è stata mai riconosciuta come meritava. Ha vissuto nel paradosso di essere l'autore italiano di maggior successo nel campo del thriller senza che nessuno lo dicesse mai, nel continuo tentativo, alla lunga riuscito, di farlo scomparire. Ma chi scrive, come dico sempre, non sparisce mai, finché si riesce a mantenerne la presenza con i suoi libri. Nel suo caso, anche con i premi: il Premio Stefano Di Marino di Segretissimo Mondadori, in cui sono uno dei giurati, e il Premio Il Prof, associato al Premio Torre Crawford, di cui presiedo io stesso la giuria.

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giovedì 14 aprile 2022

I nuovi segreti del professor Mystère


Retroscena e anticipazioni di Andrea Carlo Cappi

Nel maggio 2021, in occasione dell'inizio del quarantesimo anno di pubblicazioni di "Martin Mystère" (che era appena tornato all'uscita mensile), annunciavo il romanzo-serial che per dodici numeri avrebbe accompagnato i lettori in appendice agli albi. Senza fare spoiler, ora che il serial è concluso, ve ne svelo qualche retroscena e vi propongo una tabella essenziale per decifrarne la cronologia. Nel contempo vi faccio qualche anticipazione sulle storie "romanzesche" del detective dell'impossibile che potrete leggere a breve.


Cominciamo dal passato recente: come alcuni di voi già sanno, la vicenda di "Martin Mystère e il potere del Falco" si svolge tra il 1921 e il 2022, in pratica un secolo di vita della famiglia Mystère, dato che vi sono coinvolti sia Martin, sia suo padre Mark. Oltre ai riferimenti a quanto accadeva nel loro mondo nelle varie epoche, c'è anche un aggancio con un episodio di "Legs Weaver" (n. 79, "Il Falcone Maltese").
La storia vede infatti come co-protagonisti anche lo scrittore-investigatore Dashiell Hammett, autore del romanzo "Il Falcone Maltese" imperniato sul detective Sam Spade (la cui più celebre versione cinematografica, "Il mistero del falco", compiva ottant'anni nel 2021) e persino un personaggio che - nella finzione - ispira al romanziere Ross MacDonald il detective Lew Archer... il cui cognome, non a caso, è lo stesso del socio di Sam Spade.
Le condizioni che mi ero posto: ogni episodio doveva essere, per quanto possibile in un serial, un racconto autoconclusivo, ambientato nello stesso mese in cui usciva l'albo, ma ogni volta in un anno diverso. Eccovi dunque lo schema completo degli anni di ambientazione di tutta la serie:

N. 375, maggio '21, ep. 1 – "Maggio" (anno: 1982)
N. 376, giugno '21, ep. 2 – "Giugno" (anno: 1962)
N. 377, luglio '21, ep. 3 – "Luglio" (anno: 1991)
N. 378, agosto '21, ep. 4 – "Agosto" (anno: 1976)
N. 379, settembre '21, ep. 5 – "Settembre" (anno: 1921)
N. 380, ottobre '21, ep. 6 – "Ottobre" (anno: 2001)
N. 381, novembre '21, ep. 7 – "Novembre" (anno: 2005)
N. 382, dicembre '21, ep. 8 – "Dicembre" (anno: 2021)
N. 383, gennaio '22, ep. 9 – "Gennaio" (anno: 2006)
N. 384, febbraio '22, ep. 10 – "Febbraio" (anno: 2019)
N. 385, marzo '22, ep. 11 – "Marzo" (anno: 2020)
N. 386, aprile '22, ep. 12 – "Aprile" (anno: 2022)

Naturalmente, se vi manca qualche episodio, potete recuperare gli albi arretrati sul Bonelli Shop online o al Bonelli Store di Milano.


Sono particolarmente compiaciuto del 2 (di fatto un apocrifo di Lew Archer in chiave mysteriosa) e del 5 (l'indagine di Hammett, che si collega con il citato albo di "Legs Weaver").
Nell'episodio 3 appare un negozio newyorkese immaginario, "The Pulp Brothers" (ispirato in realtà al leggendario "Bloodbuster" in via Panfilo Castaldi 21 a Milano) di cui Alfredo Castelli ha realizzato... una perfetta falsa fotografia di vetrina e insegna. Se non l'avessi inventato io, crederei davvero che "The Pulp Brothers" sia esistito nel Greenwich Village. Non pago di ciò, dal momento che mi ero immaginato pure una rivista pulp mai pubblicata, "Dark Desk", Alfredo è riuscito persino a realizzare le copertine (a colori) dei due numeri che Martin Mystère legge avidamente. Questo fatto che io invento cose che poi diventano "vere" sta diventando piuttosto inquietante.
Di tutti gli episodi, tuttavia, il mio preferito rimane il 4, con un giovane Martin nell'Africa anni '70. Non mi spiacerebbe scrivere altre sue avventure in quel periodo: fatemi sapere cosa ne pensate. Chi ha già letto gli episodi dal 7 in poi avrà notato il ritorno di Andrew Cherry, già comprimario negli albi 197-198, in cui apparvero i Cercatori del Paradiso, avversari di Martin anche in questa vicenda.


Certo, come notava Alfredo Castelli nell'ultimo bolettino dell'AMys, si è perso un po' il gusto dell'attesa: tra cofanetti di dvd (come sono solito fare io) o maratone televisive, si può consumare tutta una stagione di un serial in un weekend. Poi però bisogna aspettare un anno per avere tutta la stagione successiva, che a volte non viene neppure realizzata se l'audience settimanale è stata giudicata insufficiente. Molti di voi però hanno pazientato eroicamente fin dal maggio 2021 per potersi leggere tutto in una volta.
Vi lascio immaginare la complessità di scrivere una storia strutturata in questo modo, senza perdere il filo, rispettando la continuity (sempre con il prezioso aiuto dell'AMys) e ambientando due puntate, quella del Natale 2021 e quella appena uscita dell'aprile 2022, proprio nel mese e nell'anno in cui vengono pubblicate. D'altra parte questa era la sfida che mi ero posto.
Quindi ora, non so se ve ne rendete conto, oltre a una storia molto insolita di Martin Mystère, avete a disposizione anche un piccolo esperimento di letteratura postmoderna: un romanzo i cui dodici capitoli si svolgono in dodici anni diversi nell'arco di un secolo. Ignoro se qualcun altro abbia mai fatto qualcosa di simile.


Veniamo ora alle anticipazioni del serial successivo, che si dipanerà in quattordici episodi, concludendosi nel numero 400. Ogni episodio sarà illustrato da Carlo Velardi, già autore dei magnifici frontespizi degli albi. Stavolta mi sono posto una sfida di tipo completamente diverso, lavorando su un'idea che mi girava in testa da diciassette anni. Tolti il prologo e l'epilogo (cioè le puntate 1 e 14) ambientati rispettivamente nel maggio 2022 e nel giugno 2023, la trama si sviluppa nel corso di una settimana tra la fine di luglio e l'inizio di agosto del 2000, vale a dire subito dopo l'avventura delle Figlie di Freya narrata nei numeri 219-220.
Martin Mystère indaga su una catena di misteri in una cittadina nel deserto del Nevada, arrivando a ogni soluzione nel volgere di una o due puntate (così non dovrete aspettare troppo a lungo) ma trovandosi subito coinvolto nell'enigma successivo.
Chi ha letto l'annuncio del numero in edicola in maggio si starà chiedendo cosa significhi il titolo del nuovo serial: "Zona Y". Conosciamo tutti la "Zona X" in cui si svolgono le avventure fuori continuity "interpretate" da Martin Mystère, mentre questa storia, vi posso assicurare, aderisce rigorosamente alla cronologia ufficiale. Vi lascio l'incognita, perché non intendo rovinarvi le sorprese. Ma nel frattempo potrete leggere in un fiato una storia che molti attendono dal 2020: "La farfalla dalle ali di ossidiana" (precedentemente noto con il titolo di lavoro "Axis Mundi"), il quinto volume della collana "I romanzi di Martin Mystère", in edicola nel luglio 2022, di cui vi parlo ora, sempre senza spoiler.


Siamo nell'ottobre del 1989. Al termine del romanzo precedente, Martin Mystère ha risolto il mistero della Pietra di Wolfram. Tuttavia del prezioso oggetto, che conferisce il potere di guidare le folle, si è impadronito il narcotrafficante messicano Berenguer, non esattamente la persona più adatta a farne uso. Il detective dell'impossibile viene reclutato da un agente del governo americano perché lo aiuti a recuperarla.
Ma la missione sembra due volte impossibile: non solo bisogna sfidare una pericolosa banda criminale che segue un culto tanto arcaico quanto sconosciuto, ma occorre battere sul tempo Axis Mundi, l'organizzazione "fantasma" fondata da Arthur William Bradley, l'informatico che dal suo ufficio nei sotterranei di Langley è in grado di muovere a loro insaputa i reparti più clandestini dei servizi segreti statunitensi. Ma tutti i contendenti ignorano che intanto qualcosa di oscuro e terribile si sta risvegliando nei sotterranei del tempio di Guayanguareo...
Siamo giunti all'ultimo atto della sfida tra il detective dell'impossibile e Axis Mundi, cominciata nel romanzo "La Donna Leopardo" e - dopo l'intermezzo de "Le guerre nel buio" - proseguita ne "Il mestiere del diavolo" e "La Pietra di Wolfram". Inoltre, contando anche il feuilleton "Il codice dell'Apocalisse", e i volumi "L'occhio sinistro di Rama" (uscito venti anni fa!) e "L'ultima legione di Atlantide", se aggiungiamo al bilancio i due serial, quest'anno arrivo a ben dieci romanzi di Martin Mystère. Ho cominciato a collaborare "a distanza" con il detective dell'impossibile più o meno quando aveva compiuto da poco dieci anni, ora ne ha compiuti quaranta e spero che il nostro sodalizio continui a lungo.

martedì 11 maggio 2021

Gli esperimenti letterari del professor Mystère


Retroscena di Andrea Carlo Cappi

Martin Mystère è l'eroe di fumetti tradotto in tutto il mondo, creato da Alfredo Castelli nel 1982 e ormai prossimo ai quarant'anni di avventure pubblicate in Italia da Sergio Bonelli Editore. Per i suoi appassionati, la grande notizia è che da mercoledì 12 maggio 2021 la serie a fumetti, da diversi anni bimestrale, torna a essere mensile, come ai vecchi tempi. In realtà tecnicamente lo è già da aprile, quando è uscito l'ultimo albo del formato precedente, in piena celebrazione degli ottant'anni della casa editrice. Dal numero 375 del maggio 2021, tuttavia, la pubblicazione torna al taglio tradizionale da 96 pagine, con una nuova formula.
Una piccola parte di questa nuova formula sono io.
Con un mio nuovo, singolare, esperimento letterario.

Dei miei rapporti con il "detective dell'impossibile", cominciati oltre venticinque anni fa, si trova un riassunto aggiornato a questo link. Basti sapere che, oltre a essere da trent'anni uno scrittore di thriller, sono uno degli autori che si occupano di Martin Mystère con storie originali non a fumetti: gli ho dedicato finora sei romanzi, un paio di romanzi brevi, un paio di racconti e un feuilleton, legati alla continuity dei fumetti dal 1982 a oggi (inclusi i riferimenti ad altri personaggi dello stesso universo bonelliano). Uno dei miei romanzi di questa serie ha vinto il Premio Italia come miglior fantasy del 2017.
Dal numero 375, in appendice agli albi de I grandi enigmi di Martin Mystère, detective dell'impossibile, appare ciò che è stato annunciato come un mio romanzo a puntate. La definizione più esatta, ma meno immediata, sarebbe forse "serial a episodi". Questo non è un romanzo banalmente tranciato in dodici pezzi, ma una storia scritta appositamente e su misura. La struttura sarà infatti la stessa che trovate in una stagione delle attuali serie tv: dodici episodi indipendenti che tuttavia fanno parte di un'unica trama. Ma c'è di più. Mi sono imposto diverse condizioni che rendono questa storia - almeno per me - un'autentica sfida. Perché è così che ci si appassiona al proprio lavoro di narratori.

Prima condizione: episodi indipendenti. Bisogna sempre prestare attenzione ai lettori e una delle esigenze che ho visto manifestare più volte sui social network è stata quella di leggere storie quanto più possibile autoconclusive. Uno scrittore di thriller (o forse sarebbe più esatto dire "fantathriller", in questo caso) non può rinunciare del tutto al cliffhanger, indispensabile strumento del mestiere anche quando non si scrive a puntate, ma ho cercato di rendere ogni episodio una storia a sé, quasi un racconto autonomo, nell'ambito delle dieci pagine a mia disposizione in appendice a ogni albo.

Seconda condizione: il mese dell'uscita. Ovvero, la puntata in uscita a maggio è ambientata nel mese di maggio, quella di giugno nel mese di giugno e così via. 
Nel 2000, per il primo quotidiano online italiano, ilnuovo.it, ho scritto un vero e proprio romanzo d'appendice con Martin Mystère, su soggetto di Alfredo Castelli e mio, intitolato Il codice dell'Apocalisse. La caratteristica, oltre a quella di essere ipertestuale - ovvero contenere link a notizie del momento o informazioni sui luoghi citati - era che ognuna delle cinque puntate settimanali si svolgeva lo stesso giorno in cui veniva messa online. Quindi la prima puntata, apparsa il 26 ottobre 2000, si svolgeva il 26 ottobre 2000, e così via fino all'8 dicembre di quell'anno. Poiché nel fine-settimana il quotidiano non usciva, ogni volta trovavo un espediente per cui Martin dovesse spostarsi da un luogo all'altro e l'indagine riprendesse lunedì; ma intanto il lettore poteva leggersi con comodo la puntata-flashback (una alla settimana) ambientata in un'altra epoca. Castelli ama dire che in qualche modo ho anticipato la serie tv 24, in cui ogni episodio si svolgeva nell'arco di un'ora e una stagione in ventiquattr'ore. Io invece amo sottolineare che ne Il codice dell'Apocalisse, in cui ha un ruolo importante Leonardo da Vinci, si trovano vari elementi poi ripresi da un noto bestseller americano del 2003 con un titolo simile al mio.

Terza condizione: la vita di Martin Mystère. Dal momento che questa storia viene pubblicata nel corso del quarantesimo anno editoriale del detective dell'impossibile - per la precisione tra il compleanno numero 80 di Bonelli Editore e quello numero 40 della testata Martin Mystère - volevo che la storia avesse un significato celebrativo e ripercorresse diversi momenti della vita del nostro eroe. Sicché la vicenda riguarda un "mystero" su cui il protagonista si deve confrontare nell'arco di tutta la sua esistenza. Ho deciso che ogni puntata sarebbe stata ambientata, sì, nel mese di uscita, ma ogni volta in un anno diverso. E non necessariamente in ordine cronologico.

Quarta condizione: il sano gusto del pulp. E per "pulp", come non mi stancherò mai di ripetere, non intendo quello che in Italia è stato chiamato in questo modo negli anni Novanta, bensì lo spirito della narrativa popolare che dal feuilleton trasmigrò nelle riviste pulp americane dagli anni Venti ai Quaranta - a cui viene reso omaggio in questa storia, come già nel romanzo La Donna Leopardo - e infine nei fumetti d'avventura di Sergio Bonelli Editore. La mia trama si ricollega a una storia famosa, anch'essa apparsa a puntate nell'America anni Venti. E non a caso, sia l'albo intitolato Ottant'anni fa, sia la pima puntata in appendice, si rifanno a eventi reali del 1941.

Ci sono tre modi di scrivere una qualsiasi storia di narrativa popolare. Uno è senza saperlo fare (e capita spesso). Uno è costruendola a tavolino (e a volte si nota). E uno è con l'entusiasmo di affrontare una sfida per dare sempre qualcosa di nuovo ai lettori. Ed è quello che preferisco io. La prima traccia è nella foto qui sotto. Troverete gli altri indizi in edicola ogni mese in appendice agli albi di Martin Mystère.




martedì 4 agosto 2020

Una pietra impossibile per Martin Mystère

Intervista di Gigi Montero ad A. C. Cappi

Un estratto dal numero della rivista "Cronaca vera" di fine luglio, con un'intervista sul nuovo romanzo con protagonista Martin Mystère - il detective dell'impossibile creato da Alfredo Castelli nel 1982 per Sergio Bonelli Editore - scritto da Andrea Carlo Cappi. Il volume è in edicola nell'estate 2020 da Sergio Bonelli Editore, nella collana "SBE presenta".


Quali misteri troviamo ne La Pietra di Wolfram?

Come sempre nelle avventure di Martin Mystère, la finzione si intreccia con la realtà. L’indagine parte dal Santo Graal, che nelle storie su re Artù e la Tavola Rotonda (VI secolo d.C.) è identificato con la coppa dell’Ultima Cena. Ma intorno al 1200, nel suo poema Parzival, il cavaliere tedesco Wolfram von Eschenbach raccontò una versione diversa: a suo dire, il Graal era una pietra magica custodita dai Templari. Solo che i Templari non esistevano ai tempi di re Artù: erano i monaci-guerrieri cristiani delle Crociate, poi mandati al rogo dal papa con false accuse di eresia. Forse Wolfram voleva svelare qualche segreto tra le righe.

Il cavaliere Wolfram von Eschenbach in un codice del Medioevo

Come si arriva ai giorni nostri?

Attraverso vari personaggi storici. Nel 1937 il nazista Adolf Eichmann fece uno strano viaggio in Palestina, al ritorno dal quale cominciò la sua carriera all’ombra di Hitler, diventando uno dei massimi colpevoli dell’Olocausto. Dopo la guerra fuggì in Argentina, dove i gerarchi del Terzo Reich godevano della protezione di Juan Perón e di sua moglie, la celebre Evita. E intorno a lei si aprono altri misteri: forse Evita custodiva tesori scomparsi dalla Germania nazista. Quel che è certo è che dopo la morte nel 1953, a soli trentatré anni, la sua salma fu imbalsamata e non venne seppellita. Qui comincia la parte più misteriosa della vicenda, su cui ho indagato anch'io.

Ritratto ufficiale di Evita Perón

Cosa avvenne?

Nel 1955 Perón fu deposto e la salma di Evita venne sequestrata e nascosta dai servizi segreti argentini. Nel 1957 fu spedita via mare a Genova, in una cassa che pesava ben più del necessario: forse serviva a trasportare clandestinamente anche altro. Infine Evita venne sepolta sotto un nome falso, Maria Maggi, al Cimitero Maggiore di Milano. Ci rimase fino al 1971, quando fu riconsegnata a Juan Perón il quale, risposatosi, viveva in esilio a Madrid. Qui il suo consigliere José López Rega, detto Lo Stregone, cercò di trasferire lo spirito di Evita nel corpo della nuova moglie, Isabelita, mediante un rito magico. I Perón tornarono trionfalmente in Argentina e, alla morte del marito, Isabelita divenne presidente. Ma non restò a lungo al potere. La presunta magia non aveva funzionato.

La "Locarno" naufragata a Rapallo, 1961 (foto: Alessandro Cappi)

Una storia degna del detective dell’impossibile.

Ed è tutto vero! Come la clamorosa cattura di Eichmann da parte di agenti israeliani nel 1960 e lo spettacolare naufragio nel 1961 della nave "Locarno" che, partita da Genova, fu spinta da una tempesta sul lungomare della vicina Rapallo. Nel mio romanzo tutti questi eventi realmente accaduti ruotano intorno alla ricerca della Pietra di Wolfram, in cui viene coinvolto anche Martin Mystère. Il nostro eroe deve ricostruire la vicenda, per impedire che la Pietra cada in mani sbagliate.

Ascolta l'intervista ad A. C. Cappi di Walter De Stradis per "I viaggi di Gulliver"




giovedì 8 agosto 2019

Quando l'uomo fa il mestiere del diavolo



Intervista di Gigi Montero ad Andrea Carlo Cappi
(Da "Cronaca vera", 23/7/2019)


Nella stessa estate in cui l'uomo mise piede sulla Luna e 400.000 giovani si radunarono al Woodstock Festival, la notte tra l'8 e il 9 agosto 1969 Bel Air, quartiere di lusso di Los Angeles, fu teatro di un orribile massacro: l'assassinio dell'attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, incinta di otto mesi, e di altre quattro persone nella villa in Cielo Drive 10050. Polanski scampò alla strage perché in quei giorni era in Inghilterra a preparare un nuovo film, che abbandonò per tornare negli USA appena ebbe la notizia.
La brutalità degli omicidi, le scritte tracciate col sangue sulle pareti e il fatto che l'anno prima il regista avesse avuto successo con un horror demoniaco, “Rosemary's Baby”, fecero pensare all'orrido rito di una setta satanica.
La sera del 10 agosto furono commessi altri omicidi analoghi: i coniugi La Bianca vennero trucidati nella loro casa in Waverly Drive 3301. Il diavolo si era scatenato a Los Angeles? La soluzione fu molto diversa, ma non meno spaventosa. 
Cinquant'anni dopo, i delitti di Bel Air del 1969 sono rievocati sia nel film di Quentin Tarantino “C'era una volta... a Hollywood”, sia nel romanzo “Martin Mystère – Il mestiere del diavolo” di Andrea Carlo Cappi, ora in edicola da Sergio Bonelli Editore.


Cosa c'entra il diavolo in questa storia? 
Nulla, anche se uno degli assassini di Sharon Tate, Tex Watson, dichiarò di fare “il mestiere del diavolo” e il loro mandante Charles Manson fu soprannominato “Satana” dalla stampa. La verità è che Manson si credeva un nuovo Gesù Cristo, pur essendo solo un pregiudicato che aveva raccolto intorno a sé un gruppo di giovani sbandati, “The Family”. Vivevano di droga e furti d'auto, in un ranch un tempo usato per girare western. 

Spahn, Ranch, già set cinematografico e rifugio di Manson nel 1969

Com'è passato agli omicidi? 
Voleva diventare una rockstar. Aveva convinto ad aiutarlo Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys, il quale incise una sua canzone e gli presentò un discografico, ma questi rifiutò di produrgli un album. Nel frattempo Manson ascoltava canzoni dei Beatles sotto l'effetto della droga, interpretandole come un invito a scatenare l'Apocalisse. In quegli anni di tensioni razziali, decise di assassinare ricchi bianchi incolpando attivisti neri, fino a provocare una guerra civile. Lui dava gli ordini e i suoi adepti, molti dei quali ragazze, diventavano angeli della morte. Aveva scelto la villa affittata dai Polanski in Cielo Drive perché fino a qualche mese prima ci abitava il discografico che lo aveva respinto. Scoperto e condannato, Manson morì ancora detenuto nel 2017. 

Charles Manson (rielaborazione di A. C. Cappi). Benché non abbia partecipato materialmente ai delitti, è divenuto una figura mediatica del Male, citata per mezzo secolo da artisti di ogni tipo.

Nel libro si racconta anche un altro caso, molto simile. 
Nel 1914 il celebre architetto americano Frank Lloyd Wright viveva in una proprietà nel Wisconsin, Taliesin, con il suo staff e la compagna Martha "Mamah" Borthwick. Il 15 agosto, mentre Wright era a Chicago per lavoro, il loro domestico Julian Carlton massacrò a colpi di scure la donna e i suoi due bambini, quindi diede fuoco alla casa: fece in tutto sette vittime, per poi avvelenarsi e morire dopo lunga agonia. Nessuno sa cos'abbia scatenato la sua furia. Nel romanzo immagino un collegamento tra le stragi di Taliesin e Bel Air. Martin Mystère, il “detective dell'impossibile” deve impedire che accada di nuovo. 


I romanzi con Martin Mystère, il personaggio nato nel 1982 nei fumetti di Alfredo Castelli, stanno avendo molto successo.
Con gli ultimi due, anch'essi usciti in edicola e ora in vendita online su shop.sergiobonelli.it, ho vinto il Premio Italia per il miglior romanzo fantasy italiano del 2017 e il Premio Atlantide per la miglior storia di Martin Mystère del 2018. Spero che "Il mestiere del diavolo" risulti altrettanto gradito ai lettori. 




mercoledì 24 ottobre 2018

Tie-in: l'altra faccia della scrittura





Riflessioni di Andrea Carlo Cappi

Fino a poco tempo fa, sapevo dell'esistenza della International Association of Media Tie-in Writers per aver letto che ne faceva parte Raymond Benson, scrittore del quale ho tradotto diversi noir e buona parte della sua produzione su James Bond 007. È stato lui a presentarmi all'associazione, di cui sono entrato a far parte la scorsa estate, come – almeno credo – primo autore in lingua italiana. E ho scoperto che ci sono autori che discutono di questioni che sinora avevo affrontato da solo.
La IAMTW raccoglie scrittori che si dedicano (anche) a personaggi e universi narrativi non creati da loro: dalle novelizations basate su sceneggiature per cinema e tv, ai racconti e romanzi sequel di saghe celebri (come, appunto, James Bond), alle storie inedite costruite intorno a serie di film, telefilm, fumetti e videogiochi. Nel mio caso si tratta di fumetti, avendo pubblicato romanzi con protagonisti Diabolik & Eva Kant, gli "eroi neri" creati da Angela e Luciana Giussani, e su Martin Mystère, il detective dell'impossibile di Alfredo Castelli.


Il tie-in trae origine da due tipi diversi di narrativa. Una è quella seriale, d'appendice o pulp, in cui poteva capitare che una saga fosse scritta da autori diversi. Basta pensare a Nick Carter, il celebre detective poi ripreso in chiave umoristica a fumetti da Bonvi negli anni Settanta: le sue avventure furono scritte tra il 1886 e gli anni Cinquanta da un'infinità di autori che si firmavano tutti "Nicholas Carter". L'usanza fu ripresa con la rinascita di Nick Carter negli anni Sessanta in versione agente segreto: sotto lo stesso pseudonimo si sono alternati numerosi scrittori, da Michael Avallone a Martin Cruz Smith.



Le novelizations, come ha sottolineato un recente articolo di Deborah Allison sui due diversi adattamenti della sceneggiatura del film del 1978 Capricorn One (uno per il mercato americano, di Ron Goulart, e uno per il mercato britannico, di Ken Follett sotto lo pseudonimo Bernard L. Ross), sono nate addirittura negli anni Venti; dal momento che, molto prima della tv e dell'home video, per rivivere l'emozione di un film era necessario trovare una sala che lo proiettasse, l'editoria creò un'alternativa efficace e accessibile: trasformare in libro un film che non fosse tratto da un testo precedente. Il fenomeno oggi forse è meno diffuso, ma nel frattempo scrivere un romanzo da una sceneggiatura è divenuto un'arte a sé stante.
In una scena di Manhattan, Woody Allen deprecava la moda dei romanzi basati su sceneggiature di film. In realtà, come in qualsiasi settore della narrativa, ci sono solo libri belli e libri brutti. Le novelizations migliori sono quelle che, partendo dalla trama e dai dialoghi scritti dagli sceneggiatori, approfondiscono la psicologia dei personaggi, sviluppano i retroscena, colmano a volte anche qualche lacuna della storia, che può sfuggire sullo schermo ma non nella parola scritta. Un bravo scrittore di tie-in può anche produrre un romanzo di qualità superiore al film su cui si basa. Mi è capitato di constatarlo proprio con Raymond Benson, che oltre ad avventure originali di 007 adattò a romanzo tre film dell'era di Pierce Brosnan: il risultato era addirittura superiore all'originale.
Per darvi un'idea delle diverse esperienze di un autore di tie-in, Benson è un maestro degli ibridi tra vari media: ha collaborato sotto pseudonimo a romanzi del ciclo Splinter Cell di Tom Clancy, adattato come giochi per computer avventure di 007 e The Mist di Stephen King, scritto romanzi basati sull'universo dei videogiochi Metal Gear Solid, Hitman e, con John Milius, Homefront. Nel frattempo continua a firmare i suoi mystery.


Se dubitate del fatto che da un film si possa trarre un buon romanzo, pensate che non è un lavoro molto diverso da ricavare una sceneggiatura da un libro: si tratta di passare da un medium a un altro adattando la storia a un contesto diverso. Ma, se ancora non siete convinti, pensate a tutte le volte che William Shakespeare ha preso la trama di un racconto altrui e ne ha fatto un capolavoro del teatro. Oppure a quale lavoro di riscrittura e rielaborazione di storie e personaggi preesistenti abbiano fatto tutti gli autori che si sono dedicati al "ciclo bretone", ossia le storie della Tavola Rotonda, da Geoffrey di Monmouth a Chretien de Troyes, da Thomas Malory a John Steinbeck, passando per T. H. White, l'autore de La spada nella roccia.


Talvolta i miei libri su Diabolik o Martin Mystère sono stati definiti novelizations di fumetti*, forse anche con una sfumatura di disprezzo. Non ci sarebbe niente di male se lo fossero: molto prima che me ne occupassi io, entrambi i personaggi erano stati protagonisti di interessanti romanzi basati su sceneggiature di storie già pubblicate a fumetti. Ma in realtà non si tratta di questo. I miei sono romanzi originali, quindi un lavoro di tipo diverso: storie mie, che tuttavia hanno protagonisti ideati da altri autori.
Non va mai dimenticato che il pubblico si attende di trovare lo stesso tipo di emozioni che conosce dalle storie a fumetti. E qui, da una parte, ci si trova nella stessa posizione di uno sceneggiatore che scrive un nuovo episodio di una serie a fumetti o televisiva o cinematografica di cui non è il creatore: devi conoscere a fondo i personaggi, per sapere cosa possano o non possano fare, altrimenti il pubblico si accorgerà che i conti non tornano. Dall'altra parte, occorre passare dal linguaggio visivo per cui i personaggi sono nati in origine a quello assai diverso della narrativa: si fa a meno delle immagini – anche se i lettori avranno bene in mente le fattezze dei protagonisti – ma si guadagna in introspezione psicologica.


Dal momento che ho una produzione piuttosto vasta, posso dire che quando scrivo un tie-in non mi sento meno autore di quando lavoro a un romanzo appartenente a una delle mie numerose serie. Anche perché in entrambi i casi i miei riferimenti – la redazione di Diabolik e il creatore di Martin Mystère coadiuvato dagli esperti dell'Amys – non solo collaborano attivamente con me, ma mi lasciano molta libertà creativa, pur nel rispetto delle caratteristiche dei personaggi e dell'universo in cui si muovono. Al tempo stesso, come lettore, so che non mi piacerebbe leggere una storia in cui l'autore tradisse gli uni e l'altro.
Per questo è stato doppiamente gratificante vincere con il mio romanzo originale con Martin Mystère uscito nel 2017, La Donna Leopardo, il Premio Italia 2018 per il miglior fantasy: come i lettori del fumetto hanno ritrovato i loro personaggi rappresentati in modo fedele, così la giuria dell'Italcon ha valutato il mio libro come un'opera originale, indipendentemente dalla sua appartenenza a una serie non creata da me. Naturalmente, se mi venisse chiesto di lavorare su personaggi che non conosco altrettanto bene... dovrei mettermi a studiare, fino a essere in grado di pensare come loro.


Sono esistiti tie-in italiani? Certo. Per esempio, alla fine degli anni Sessanta, come accennavo, nacquero ben due serie di romanzi basati su sceneggiature per fumetti di Diabolik, una in Italia e una in Francia, sull'onda del lancio internazionale del film distribuito dalla Paramount Pictures, Danger: Diabolik di Mario Bava.
In tempi più recenti, Antonio Bellomi pubblicò novelizations di avventure storiche di Martin Mystère e in seguito fece comparire il detective dell'impossibile in team-up con suoi personaggi in alcuni racconti della sua serie sul Club Pi Greco. Ora, nella sua nuova versione alternativa, il giovane Martin è uno dei personaggi della Bonelli approdati in libreria, con un romanzo di Pierdomenico Baccalario. (Le mie storie, come quelle di Bellomi, si attengono invece alla continuity della serie storica).
Ma ci sono altri esempi illustri, come gli adattamenti delle sue sceneggiature di celebri serie tv di Biagio Proietti, da solo (Coralba, in ebook da Delos) o a quattro mani con Diana Crispo (Chiunque io sia, basato su La mia vita con Daniela, e il mitico Dov'è Anna?, nel quale i due sceneggiatori inserirono anche un episodio mai realizzato per la televisione, perché ritenuto troppo scabroso all'epoca.)



Da tutto questo si deduce però che non ci si possa improvvisare tie-in writer. Negli Stati Uniti si è creata una schiera di professionisti della narrativa che non esitano ad affrontare saghe amatissime come Star Trek o Star Wars, X-Files o Supernatural, eroi dei fumetti come Batman (ricordo che ne scrissero maestri quali Stuart M. Kaminsky o Joe R. Lansdale), oppure personaggi che hanno fatto la storia della narrativa d'avventure come Tarzan o Doc Savage, o ancora mostri sacri del giallo come Mike Hammer, il detective di Mickey Spillane riportato in vita da Max Allan Collins. Ma questo in fondo vale per tutta la narrativa di genere: occorre conoscerne a fondo le regole, se si vuole scrivere qualcosa che non sia solo un banale déjà vu.

*Nota posteriore: questo articolo fu scritto molto prima che scrivessi novelizations non dei fumetti ma dei film di Diabolik.



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