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domenica 13 settembre 2020

Premio Torre Crawford - Il programma


Sabato 19 settembre dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford 2020, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford. Nato a Bagni di Lucca nel 1854, visse in India e negli Stati Uniti per poi tornare in Italia, dove abitò nella sua villa a Sant'Agnello (Napoli) e a San Nicola Arcella nella torre spagnola del XVI secolo che oggi porta il suo nome. Proprio nella località del cosentino ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita, pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Morì a Sant'Agnello nel 1909.

Nel corso della serata, condotta da Andrea Carlo Cappi:

-la premiazione dei vincitori e la presentazione dell'antologia ufficiale

-lo spettacolo teatral-musicale Sulla pelle del diavolo di e con Giada Trebeschi e Giorgio Rizzo

-la conversazione Paura, ieri oggi e domani con Cristiana Astori, Rosario De Sio, Ferdinando Romito, Giada Trebeschi. Sarà presente l'esperto di F. M. Crawford e membro della Pro Loco Giuseppe Solano.

-in conclusione, la performance di danza con AlmaDance e il duo musicale Carmelina Colantonio & Luca Longo

Leggi anche gli altri post del Premio Torre Crawford:

-l'intervista a Giada Trebeschi

-l'intervista a Cristiana Astori

-l'intervista ad Andrea Carlo Cappi

-F.M. Crawford raccontato da Andrea Carlo Cappi

-il mito del vampiro raccontato da Andrea Carlo Cappi

-i vincitori dell'edizione 2020




sabato 12 settembre 2020

Premio Torre Crawford - Vampiri tra noi!

Vampiri tra noi! di Andrea Carlo Cappi

Sabato 19 settembre 2020 dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford, che proprio nella località del cosentino ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita del 1905 (qui sopra un'illustrazione d'epoca), pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Di seguito Andrea Carlo Cappi, curatore dell'antologia ufficiale del Premio - intitolata appunto Perché il sangue è la vita - vi racconta il mito del vampiro e della sua storia nella cultura di massa.

I vampiri sono tra noi. Da sempre. Se ne trovano tracce in civiltà antichissime. Dopotutto incarnano alcune delle paure ataviche dell’uomo. Sono nosferatu, nachzehrer, esseri umani morti eppure non-morti, portatori malsani di un’immortalità a rovescio che, come gli zombie dei miti voodoo, fuoriescono nottetempo dalla tomba per cibarsi dei vivi. Probabilmente la nascita del mito è legata al fraintendimento dei fenomeni di decomposizione, che provocano alterazioni del cadavere e persino suoni misteriosi dall'interno della bara, da cui l'ipotesi ascientifica dei masticatori di sudari. Possono essere generati da morti violente - come racconta F. M. Crawford - e in particolare dal suicidio. Sono associati alle pestilenze, che non a caso producono una grande quantità di corpi da smaltire, e anzi, ne sono ritenuti responsabili. Si legga in proposito il romanzo storico Il vampiro di Venezia di Giada Trebeschi, anche lei ospite del Premio Torre Crawford.

Si attribuisce loro la capacità di trasformarsi in animali: originariamente in lupi, poi – forse per evitare il conflitto giurisdizionale con i licantropi – in pipistrelli; è probabile che la scoperta da parte dei conquistadores dei pipistrelli succhiasangue del Nuovo Mondo abbia qualcosa a che fare con l’introduzione del mammifero volante nel mito. Ma, se l’immortalità e le metamorfosi possono in qualche modo accomunare i vampiri agli dèi della mitologia, la loro abitudine di nutrirsi di sangue, anche e preferibilmente umano, e la loro possibilità di contaminare le proprie vittime trasformandole in altri non-morti, fanno di loro l’incarnazione del terrore che ci attende quando ignari e indifesi cadiamo preda del sonno. I vampiri non si possono esporre alla luce del sole, quindi è di notte che vivono la loro non-vita e vanno a caccia di prede.

Con la letteratura gotica del XIX secolo – da Il vampiro di John Polidori al Dracula di Bram Stoker – il non-morto assume le caratteristiche che lo rendono uno dei principali cattivi della narrativa. Il primo adattamento cinematografico di Dracula è del 1922, venticinque anni dopo la pubblicazione del romanzo di Stoker, quando senza pagare i diritti d’autore il regista tedesco Murnau cambia il nome del personaggio in Orlok e gira Nosferatu. Altri nove anni e il conte approda a Hollywood, dove, prima del suo celebre Freaks, Tod Browning dirige Bela Lugosi in un Dracula ufficiale che apre la stagione dei mostri della Universal Pictures. E voilà, il vampiro è servito: da quel momento e per decenni (soprattutto nei film della casa di produzione britannica Hammer, che recluta l'impeccabile Christopher Lee nel ruolo del conte) eleganti succhiasangue di nobili natali addentano il collo di giovani fanciulle.

In realtà, sottolinea il saggista Paul Barber nel suo Vampiri, sepoltura e morte, secondo la tradizione slava un vampiro autentico dovrebbe avere l'aspetto di un contadino grassottello e rubizzo, con gli umili vestiti ancora sporchi di terriccio. Niente pallidi nobiluomini seduttori in mantello nero. E poi, perché dovrebbero essere per forza di sesso maschile? Può essere una donna-vampiro a sedurre amanti malcapitati, come nel racconto di Crawford. E non è neppure detto che le prede debbano per forza essere di sesso opposto, come sottolinea Joseph Sheridan Le Fanu nel suo celebre Carmilla del 1872 (sotto un'illustrazione d'epoca) che avrebbe generato il ricco filone delle vampire lesbiche.


Ormai nel mito è incastonata anche una componente erotica più o meno riconoscibile, che si proietterà nei romanzi di Anne Rice come in quelli di Laurell K. Hamilton. C’è anche chi, per emulare Dracula o Lestat, cerca di imitare i vampiri nella vita reale: si legga in proposito l’interessantissimo
Bloodlust - Conversations with Real Vampires di Carol Page. Senza contare i serial killer più o meno cannibali che dalla cronaca nera passano a infestare letteratura e cinema, usurpando i tradizionali territori del vampiro. Questa, tra l'altro, è la tematica della novelette di Cristiana Astori all'interno dell'antologia ufficiale del festival.

Nel frattempo i fumetti anni Settanta della Marvel Comics (che oltre ad adattare Dracula danno vita anche al cacciatore di vampiri Blade e allo scienziato vampiro mutato Morbius) hanno generato i vampiri-supereroi: una nuova tipologia che, oltre che nella corrente stagione dei cinecomics, sullo schermo è stata rivisitata anche nella saga di Underworld, dove li abbiamo visti in guerra contro i licantropi, confratelli proletari e molto meno trendy nell’abbigliamento. Ogni tanto qualcuno si ricorda delle origini di predatore del vampiro, ed ecco le feroci creature della trilogia Dal tramonto all’alba di Rodriguez & Tarantino.

Mentre al cinema il non-morto nella sua accezione originale ha popolato le pellicole di zombie contaminati - da George Romero a Resident Evil - alle nuove generazioni del XXI secolo il vampiro è stato invece presentato come un teenager tenebroso che non si può esporre al sole perché luccica di lustrini (mi rendo conto: chiunque si vergognerebbe a uscire di giorno con la pelle glitter). Così, mentre le adolescenti di mezzo secolo fa ancora temevano le visite notturne del Conte transilvano, le twilighters del 2010 spalancavano gioiose le finestre sognando timidi giovanotti palliducci, senza sapere quali orrori le attendessero. Molto meglio l'affermazione del vampiro nero negli anni Settanta - un'epoca in cui non c'era bisogno di imporre l'inclusione per legge, bastava già il cinema blaxploitation - con i film di BlaculaE, a proposito di inclusione, ora porto l'acqua - anzi, il sangue, notoriamente più denso - al mio mulino e riprendo il discorso sulle vampire lesbiche.

Qualcuno ricorderà come il filone sia stato ripreso al cinema alla fine degli anni Sessanta e almeno fino agli anni Ottanta da registi come lo spagnolo Jess Franco (autore tra l'altro del classico Vampyros Lesbos/Las vampiras) o il francese Jean Rollin (a partire da La vampire nue). Inutile nascondere che l'elemento sessuale del mito vampiresco fosse un ottimo pretesto per esibire nudità femminili, ancora insolite per il grande schermo... in una parola, sexploitation. Ma va rammentato assolutamente il contesto storico di ribellione post-Sessantotto in cui venivano distribuiti questi film. In particolare, per Franco - che casualmente aveva lo stesso cognome del dittatore al potere nel suo paese - raccontare una storia di lesbiche nude e sessualmente libere era una sfida aperta alla repressiva mentalità vetero-cattolica, in un'epoca in cui un cinema come quello di Pedro Almodovar non poteva essere neanche minimamente immaginato.

Nello stesso periodo però anche nel nostro fumetto nazionale si avvertivano esigenze analoghe: libertà espressiva, ribellione alle convenzioni e alle censure di un'Italia democristiana e, s'intende, sfruttamento commerciale delle pulsioni erotiche adolescenziali. Dopo la stagione criminale dei fumetti 'con la K' sul filone inagurato da Diabolik & Eva Kant, arrivò quella del fumetto esplicitamente sexy, di cui le vampire (preferibilmente lesbiche) erano le protagoniste principali: Zora, Jacula, Sukia, per citare le testate più famose. Nel tempo sull'abbinamento eros & thanatos avrebbe prevalso l'elemento più esplicitamente porno, prima del tramonto del fumetto sexy, sopraffatto dalle più immediate videocassette hardcore.

Nondimeno, a mio avviso, il filone meritava una rilettura più consona ai nostri tempi, non necessariamente finalizzata a un fugace consumo onanistico. Non a caso il pubblico che più ha gradito i miei romanzi di Danse Macabre - pur dichiaratamente ispirata a quel cinema e a quei fumetti - non è costituito da maschietti arrapati ma da lettrici che, a giudicare dalle lusinghiere recensioni, vi hanno trovato una carica erotica e - forse - una visione del mondo a loro più prossima; inaspettatamente considerando che l'autore è di sesso maschile.

Ora i primi due romanzi del ciclo Danse Macabre, ovvero Le vampire di Praga e Sangue freddo, sono disponibili in un volume doppio edito da Excalibur, con doppia copertina, su entrambi lati con un'immagine della protagonista, interpretata dalla modella Délice la Rouge. Lo trovare in vendita nelle librerie Mondadori (dove lo potete ordinare, anche se alcuni vi racconteranno il contrario) e online su IBS, Mondadori Store, e Amazon. Chi passasse da San Nicola Arcella la sera di sabato 19 potrà acquistarlo sul posto: sarò lieto di fare una dedica.

Ma intanto non abbassate la guardia. Non lasciatevi ingannare o sedurre da vampiri o vampire al di fuori della letteratura o del cinema: in qualsiasi epoca, sono sempre belve pericolose dall’aspetto falsamente umano, che si nutrono del nostro sangue. Fenomeni di un baraccone che ancora ci spaventa e ci affascina, dopo tanti secoli. O dovrei dire millenni?

Leggi anche gli altri post del Premio Torre Crawford:

-l'intervista a Giada Trebeschi

-l'intervista a Cristiana Astori

-l'intervista ad Andrea Carlo Cappi

-F.M. Crawford raccontato da Andrea Carlo Cappi

-il mito del vampiro raccontato da Andrea Carlo Cappi

-i vincitori dell'edizione 2020



Premio Torre Crawford - Cristiana Astori

Sabato 19 settembre dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford. Nato a Bagni di Lucca nel 1854, visse in India e negli Stati Uniti per poi tornare in Italia, dove abitò nella sua villa a Sant'Agnello (Napoli) e a San Nicola Arcella nella torre spagnola del XVI secolo che oggi porta il suo nome (nella foto). Proprio nella località del cosentino ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita, pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Morì a Sant'Agnello nel 1909.

La scrittrice e traduttrice Cristiana Astori è tra gli ospiti tanto della serata di sabato 19, 
quanto dell'antologia Perché il sangue è la vita edita da Oakmond Publishing: il libro ufficiale del Premio Torre Crawford, oltre alla storia originale dello scrittore americano e ai vincitori del concorso letterario, contiene la sua novelette  dal titolo Ti piace il sangue? L'autrice, già vincitrice di numerosi premi, dopo avere pubblicato racconti in molte riviste, esordi con un proprio libro a metà degli anni Duemila: il suo Il Re dei Topi entusiasmò cultori illustri della narrativa thriller e horror, quali Alan D. Altieri, Claudia Salvatori e Joe R. Lansdale, che la definì una scrittrice di storie lucide e taglienti, una stella brillante nei cieli della letteratura. Nella collana Il Giallo Mondadori, Cristiana Astori ha pubblicato la trilogia Tutto quel... proseguita dall'editore Eliott con il quarto romanzo, Tutto quel buio. Le abbiamo rivolto un paio di domande.


Che cosa significa l'horror, oggi?

L'horror di qualità è quello che rivela il lato oscuro dell'individuo o della società, e spesso attraverso l'uso di potenti metafore ci permette di guardarci allo specchio, e non solo di scoprire ma di vivere sulla nostra pelle gli aspetti più oscuri e spaventosi che ci appartengono e non sempre abbiamo il coraggio di affrontare.

Se l'horror ci mette di fronte a qualcosa di noi che forse non vorremmo vedere... perché è tanto amato da scrittori, sceneggiatori e lettori?

Proprio perché si tratta di un genere viscerale e coinvolgente. L'horror ha una valenza catartica e ci permette di abreagire le nostre paure, di dare loro sfogo e liberarcene. In sostanza, è una forma di narrativa che ci conduce in profondità: è quanto avviene in speleologia, quando ci si cala in una grotta oscura e fangosa per poi uscire a riveder le stelle. Conoscere il buio ci permette di comprendere l'importanza della luce.



giovedì 10 settembre 2020

Premio Torre Crawford - Andrea Carlo Cappi


Sabato 19 settembre dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford. Nato a Bagni di Lucca nel 1854, visse in India e negli Stati Uniti per poi tornare in Italia, dove abitò nella sua villa a Sant'Agnello (Napoli) e a San Nicola Arcella nella torre spagnola del XVI secolo che oggi porta il suo nome (sopra, in una foto di Amalia Grosso). Proprio nella località del cosentino ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita, pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Morì a Sant'Agnello nel 1909.


Lo scrittore, editor e traduttore Andrea Carlo Cappi, presidente della giuria del Premio Torre Crawford, è anche il curatore dell'antologia Perché il sangue è la vita edita da Oakmond Publishing. Il volume contiene i racconti selezionati al concorso insieme alla storia originale di F. M. Crawford e alla novelette dell'autrice-culto dell'horror italiano Cristiana Astori Ti piace il sangue?

Cosa può anticipare del libro?

L'idea era di mettere a confronto l'opera originale di Crawford - che ho ritradotto io stesso - con storie contemporanee di autori italiani, ispirate dalla stessa citazione della Bibbia che lo scrittore aveva scelto come titolo. Gli eventi che hanno segnato il mondo durante il concorso hanno influito su alcuni autori, trasformando il libro in un'originale testimonianza del nostro tempo.


Come sono stati scelti i racconti vincitori?

Sulla base della qualità, dell'originalità e del rispetto della citazione scelta come tema del concorso. Non dovevano per forza essere racconti di vampiri: uno di quelli selezionati è di fatto in puro stile Alfred Hitchcock presenta. La giuria ha letto testi presentati in forma anonima: solo alla fine ho saputo che tra gli autori premiati ce n'erano un paio già piuttosto noti. Ma intanto ho avuto il piacere di scoprirne di nuovi.

Cosa avverrà alla serata di sabato 19, di cui sarà il conduttore?

Sarà una serata di intrattenimento: da oltre venticinque anni amo proporre la cultura in modo divertente. Oltre alla premiazione, si assisterà allo spettacolo teatrale-musicale Sulla pelle del diavolo, di e con Giada Trebeschi e Giorgio Rizzo, a una brillante conversazione con gli ospiti e a un'esibizione di AlmaDance con il duo musicale Carmelina Colantonio-Luca Longo. Insomma, sarà tutto fuorché la noiosa presentazione di un libro.

Leggi anche gli altri post del Premio Torre Crawford:

-l'intervista a Giada Trebeschi

-l'intervista a Cristiana Astori

-l'intervista ad Andrea Carlo Cappi

-F.M. Crawford raccontato da Andrea Carlo Cappi

-il mito del vampiro raccontato da Andrea Carlo Cappi

-i vincitori dell'edizione 2020

martedì 18 agosto 2020

Premio Torre Crawford 2020: i vincitori!

 



Dopo il rinvio e gli imprevisti dovuti all'emergenza sanitaria, la giuria del Premio Torre Crawford è lieta di annunciare finalmente le date degli eventi - 18 e 19 settembre 2020 - e la classifica finale dei racconti selezionati per la sua prima edizione, ovvero le storie che appaiono nell'antologia ufficiale del concorso: Perché il sangue è la vita edita in volume e ebook da Oakmond Publishing.

1-La notte di Samionos, di Giovanni Parentignoti

2-Bevimi (Andrà tutto bene), di Marco Marinoni 

3-L'occasione, di Claudio Bovino

4-Come il mare, di Andrea Sola

5-La trasfusione, di Francesco Papa

6-A-positivo, di Luca Notarianni

7-La scelta, di Svevo Codella

8-Nachzehrer, di Patrizia Birtolo

9-Rio Negro e Rio Solimoes, di Giusi Sabatini


L’antologia ufficiale del concorso contiene anche il racconto di F. M. Crawford che ha ispirato il concorso letterario, Perché il sangue è la vita (nella nuova traduzione di Andrea Carlo Cappi), e la novelette Ti piace il sangue? di Cristiana Astori, In appendice il racconto fuori concorso La tanica. L’antologia è già prenotabile su Amazon in edizione Kindle; l'edizione cartacea sarà disponibile dal momento della presentazione, in vendita nelle serate del Premio e sui principali bookshop online 

La cerimonia di premiazione avrà luogo la sera del 19 settembre 2020 al Belvedere, corso Umberto I, San Nicola Arcella (Cosenza), alla presenza delle autorità, degli organizzatori del concorso e degli ospiti d’onore. 
Le serate del premio Torre Crawford, con la partecipazione degli ospiti d’onore di questa edizione si terrà a San Nicola Arcella il 18 e 19 settembre e includeranno lo spettacolo L’amante del diavolo di e con Giada Trebeschi e Giorgio Rizzo, e la conversazione sul tema Paura: ieri, oggi e domani con gli scrittori Cristiana Astori, Andrea Carlo Cappi, Rosario De Sio, Giada Trebeschi. 


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