lunedì 16 giugno 2025

Spy Game incontra Denise Antonietti

Denise Antonietti alias Denis Jane (fotocappi)

Nell'ambito degli incontri con autori e autrici della collana in ebook Spy Game - Storie della Guerra Fredda di Delos Digital, oggi parliamo con Denise Antonietti, già nota al pubblico in edicola e ebook di Segretissimo (Mondadori) come autrice della serie Emerson Ray sotto il nome Denise Jane, quindi membro a tutti gli effetti della cosiddetta "Legione Straniera". Ma anche una delle anime del Festival del Giallo Città di Napoli, presso il quale si dimostra anche brillante conduttrice di eventi. Nel maggio 2025, poco dopo la sua partecipazione all'antologia M-Rivista del Mistero presenta 'I Professionisti' (Ardita Edizioni), ha esordito nella collana in Spy Game con la novelette autoconclusiva L’oro degli Ustaša.


SG: Benvenuta tra le storie della Guerra Fredda! Parlaci di quella che hai appena pubblicato.

Ciao a tutti e grazie dell'accoglienza! L'oro degli Ustaša è nato prima di tutto da una serie di tentazioni. La prima è una tentazione a cui, secondo me, prima o poi cedono tutti gli autori di spy story: quella di provare a mettere le mani nella cosiddetta età dell'oro delle spie, ovvero le tensioni tra blocco sovietico e alleanza atlantica, cominciate subito dopo la Seconda guerra mondiale. E infatti, L'oro degli Ustaša inizia proprio pochi mesi dopo la fine del conflitto, nel dicembre del 1945.
La seconda tentazione a cui ho ceduto scrivendo questa storia, nonché la vera sfida, per me, è stata quella di andare a raccontare un territorio il cui status di terra di confine ancora oggi è una ferita se non aperta, quantomeno non del tutto cicatrizzata: Trieste. Trieste che, per sette anni dopo la firma degli accordi di pace, è rimasta divisa, anche se pochi se lo ricordano e nei libri di storia appare forse in forma di trafiletto. Non ci fu mai un muro come a Berlino, ma esisteva un confine, la Morgan Line, che delimitava le sfere di influenza del governo militare alleato e della Jugoslavia di Tito.
Terza e ultima tentazione, fondere lo spionaggio con l'altro mio grande amore: i caper movies. Volevo finalmente scrivere anche io una storia di tesori rubati, perduti, ritrovati. Che poi il tesoro sia esistito davvero, e che ancora oggi non si sappia bene che fine abbia fatto... be', per me è un plus.

Denise Jane Antonietti (fotocappi)

SG: Quali letture ti hanno condotto a scrivere spy story? Perché hai deciso di seguire proprio questo filone?

In realtà sono approdata allo spionaggio quando ero già abbastanza grande, e ci sono arrivata venendo da una forte passione per i romanzi d'avventura. La spinta decisiva però a passare da lettrice a scrittrice di "spy" me l'ha data la vita reale: quando sono andata a convivere con mio marito (che lavora in ambito militare) ho dovuto sottopormi a un'accurata scansione del mio curriculum e contatti personali. Ho pensato che se certa gente, che fa sul serio, era pronta a credere al minimo indizio che mi identificasse come spia, magari avrei convinto anche i miei lettori.

"I Professionisti" (copertina di Roberta Guardascione)

SG: Il tuo ingresso ufficiale nella spy story è stato con la vittoria al Premio Altieri di Segretissimo Mondadori. Prodigal Son, primo romanzo della serie Emerson Ray, è stato pubblicato nell’agosto 2023, seguito nel 2024 da Leviathan, nella stessa collana. Quest’anno inoltre un racconto con gli stessi personaggi, Codice Dholavira, è apparso nell’antologia I Professionisti, primo volume di M-Rivista del Mistero presenta. Raccontaci di questa serie: com’è nata e in cosa consiste?

Emerson Ray nasce da un personaggio reale incontrato alcuni anni fa. Il personaggio e "l'originale" hanno finito con il somigliarsi poco, in realtà, ma la base in comune c'è: tutti e due texani, tutti e due veterani dell'Afghanistan, tutti e due il tipo di persona che non dice mai di no a un amico, che ci sia da bere una birra, traslocare un divano per quattro piani senza ascensore o uscire in missione nel cuore della notte.
Insieme a Ray, per antitesi, è nato anche il suo rivale e co-protagonista della serie, Tommaso Pierce. Mi divertiva l'idea di mettere in scena due personaggi che in teoria giocano nella stessa squadra ma finiscono con l'essere sempre, in qualche modo, antagonisti. E mi piaceva anche avere l'opportunità di raccontare Napoli, mia città d'adozione, in una prospettiva internazionale che esiste ma è poco frequentata. E credo di aver avuto ragione nel farlo, visto che il Festival del Giallo Città di Napoli già da due anni è diventato un appuntamento fisso per gli autori "spy". Insomma, l'idea che Napoli sia città di spie e intrighi internazionali non ha convinto solo me.
Tornando alla serie Emerson Ray, posso anticipare a chi se lo stesse domandando che il terzo episodio è in fase di revisione. Con la terza puntata chiuderò la mia, chiamiamola così, "trilogia afghana", almeno per un po', e dal quarto episodio in poi Ray & co. andranno a sporcarsi gli scarponi con sabbia e fango di altri Paesi. Quali? Be', lo vedrete...
Postilla: segnalo anche che esiste, seppur nascosto abbastanza bene, un racconto spin-off della serie di Ray con protagonista Tara, che si può trovare edito nell'antologia di racconti erotici di Delos Digital Giochi di Coppia, a cura di Marika Campeti.


SG: Spy Game racconta storie della Guerra Fredda, Segretissimo vicende dei nostri tempi. Come affronti le storie di spionaggio nelle diverse epoche?

In realtà, forse perché sono una fanatica della documentazione, il lavoro preparatorio alle mie storie è molto simile, indipendentemente dall'epoca in cui le ambiento. Naturalmente le fonti di cui posso disporre sono diverse, ma l'approccio è sempre lo stesso: saggi, quotidiani, giornalismo d'inchiesta, report di intelligence desecretati; nel caso del contemporaneo un orecchio sempre teso verso le fonti di informazione altre rispetto ai mass media. Questo per la pianificazione delle trame. Per quanto riguarda invece il lato pratico della scrittura, ho un occhio di riguardo particolare per gli aspetti geografici. Scrivo sempre con una mappa/carta topografica sotto gli occhi e, quando devo inventare edifici che magari non esistono, ne traccio sempre e comunque prima una pianta. Perché quando i proiettili iniziano a volare, è meglio sapere sempre molto bene se c'è o non c'è un muro dietro cui prendere copertura.


SG: Prodigal Son, dicevamo, ha vinto il Premio per romanzi inediti intitolato a Sergio ‘Alan’ D. Altieri; Codice Dholavira è stato finalista al Premio per racconti inediti in memoria di Stefano Di Marino, prima di approdare a I Professionisti, antologia nata proprio come tributo dell’odierna spy story italiana al suo maestro Stefano Di Marino/Stephen Gunn. Come hai vissuto le loro opere come lettrice e quanto possono averti influenzato?

Altieri e Di Marino sono riferimenti imprescindibili per chi aspiri a scrivere spionaggio in Italia, soprattutto se cerca di entrare in questo modo attraverso i concorsi loro intitolati. Oltre ad aver scritto storie indimenticabili, sono dei riferimenti di stile. Non da copiare, ma da cui partire per modellare il proprio linguaggio, il proprio modo di "fare spy". Che lo sapessero o meno quando scrivevano, di fatto hanno creato una scuola di cui io e gli altri nuovi autori di Italian spy facciamo parte. "Noi siamo Legione", l'Italian Foreign Legion, come ci chiamava Altieri, e ne siamo orgogliosi.
A proposito: per chi non lo sapesse, Stefano Di Marino scrisse anche un manuale di scrittura action e thriller. Una vera Bibbia per chi vuole cimentarsi, leggetelo!

Illustrazione di R. Guardascione da "I Professionisti"

SG: Qual è la tua visione della narrativa di spionaggio e come consideri il fenomeno della spy story italiana?

Alcuni anni fa Loriano Macchiavelli scrisse un articolo provocatorio in cui dichiarava che il noir è morto. Da allora mi frulla in testa questa risposta: "Il noir è morto, lunga vita alla spy".
Di fatto, la letteratura di spionaggio, oltre a intrattenere, risponde anche a un'esigenza che nel mondo di oggi è di giorno in giorno più vivida e urgente: capire che succede intorno a noi. Non nel quartiere o nella provincia, o meglio: inquadrare quel che arriva nel nostro quartiere e nella nostra provincia nel "grande gioco" mondiale.
Questo mese di giugno una casa editrice importante come Salani ha fatto uscire ben due titoli di spionaggio. L'antologia I Professionisti di Ardita ha mandato in crisi le spedizioni di Amazon per la quantità di ordini ricevuti. Altri fenomeni letterari esplosi negli scorsi anni subiscono un rallentamento fisiologico. Ci sono progetti, manifesti, idee in cantiere di cui ancora non possiamo parlare. Sotterranei, per ora, ma ci sono.
Insomma, io dico che l'età delle spie sta tornando.
Spero di avere ragione.

giovedì 12 giugno 2025

Iperwriters - Il caso Morselli


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 71 - Il caso Morselli

Venerdì, ore 13. Sono la prima e al momento unica autrice italiana del nuovo marchio Tropea. Lo stato di grazia continua, anche se non mancano avvisaglie e oscuri presagi.
Penso alla tragica vicenda di Morselli, morto nel 1973.
Guido Morselli, autore di libri miracolosi, giusti nel suo tempo perché profetici, capaci di raccontare il mondo al mondo, fatti e personaggi in essere e in divenire, il presente e il futuro. Libri giusti, ma sbagliati per il sistema, che si è blindato credendosi la quintessenza del giusto e del già detto, e non ha più bisogno che venga rivelato nulla.
Guido Morselli, sempre respinto e infine spinto al suicidio dopo l'ultimo di innumerevoli rifiuti editoriali. Come ogni scrittore di razza, aveva bisogno di essere riconosciuto: non gli è stato permesso di essere se stesso. Lo hanno celebrato appena un anno dopo la sua scomparsa. Quando non ci si doveva più scomodare a fare qualcosa per la sua persona fisica.
Non ce l'aveva fatta lui alla mia età, e ce l'avrei fatta io, che valevo tanto di meno?
Domanda da un miliardo di quelle lire ancora in corso.
Intanto, c'erano diversi fattori da considerare. Lui ambiva alle collane di letteratura “alta”. Io avevo compreso che raccontare il mondo al mondo in un “vero” romanzo non era richiesto. E non sapevo scrivere storie impostate su labirinti, giochi da tavolo e di parole. Tutto era take it easy, e mi avevano sempre rimproverato di essere “troppo seria”.
Neppure io ero giusta per il sistema. Per questo avevo imboccato, seguendo l'esempio di un buon “artigiano” come Giorgio Scerbanenco, una delle porte non sorvegliate: i fumetti, i gialli, i thriller. Una volta dentro, sarei cresciuta a modo mio.
Marco Tropea stava agendo da editore come agivo io da scrittrice. Pubblicando libri senza distinzione di genere. Avrebbe pubblicato autori internazionali come John Rechy, la cui City of night avevo letto a vent'anni. Per la redazione, sarebbe passato Allen Ginsberg.
Leggenda letteraria proiettata su una mutazione dell'era Gutemberg, di cui stavo facendo parte.
Ma allora a scrivere gialli eravamo in sette. Neppure gli addetti ai lavori immaginavano che ne sarebbero arrivati settemila. Allora altra domanda, da un milione di euro. Quando questi settemila saranno morti, verranno celebrati tutti?

(Immagine: fotocappi)


venerdì 23 maggio 2025

Iperwriters - Alti e bassi

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 70 - Alti e bassi

Venerdì, ore 13. Nei mesi che seguono vivo come si dovrebbe sempre vivere: in serenità appagata. Sbarca un fotografo a riprendermi a casa. E in autunno posso folleggiare di notte per le nebbie di Milano forate da luci psichedeliche, senza timore di essere molestata o peggio. All'inaugurazione della sede della neonata Marco Tropea Editore, sono la prima autrice italiana scelta (a scegliermi e segnalarmi a Tropea, che mi avrebbe poi voluta, era stato Marco Pensante, scrittore di fantascienza e traduttore. Lo ricordo ancora con simpatia e gratitudine, come altre persone legate a quell'ambiente).
Troppa ingenuità per una quarantenne? Ma considerate l'ambiente pauperistico da cui venivo. E l'epoca, che ci spinge velocemente nelle faccende pratiche ma lentissimamente in quelle emotive, morali e intellettuali.
Un mio caro amico di allora, Giorgio, mi diceva: sei fra i più alti nella società, alludendo alle capacità che avevo dimostrato. Parlava della società di cui lui era stato parte da giovane, ferma più o meno al 1950. Una società che lasciava ancora emergere qualche talento genuino come un Pasolini, pur fra molti veleni. Allora, se pubblicavi un libro nessuno ti diceva: Hai solo avuto fortuna, tanti (io, mio figlio, mio cognato che è veramente geniale) lo meriterebbero quanto te, ma devono lavorare.
A Giorgio rispondevo di essere fra i più bassi nella società. Intuivo (e ora lo so) che se c'è una casta di ultimi al di sotto degli ultimi istituzionalizzati, il mio posto era ed è lì.
Sapevo che la piramidina letteraria italiacana non era la Grande Piramide, ma qualcuno la scalava e io speravo di scalarla a mia volta. E' peccato desiderare i privilegi dei dominatori?
Ero il fango da cui gli esponenti dell'intellighenzia “progressista” si puliva le scarpe. Non volevo esattamente le loro immense e ricche case, ma un vecchio rustico ristrutturato, caldo e confortevole, con terreno intorno e un frutteto, per viverci tranquilla con Max, uno o due figli (adottivi) e molti animali. Possibilmente in un hinterland di Milano non ancora criminalizzato, con collegamenti sicuri per la città.
E speravo di arrivarci attraverso il successo editoriale, magari in anni, mattone dopo mattone, libro dopo libro.
Beata ingenuità. Quel cartellino pubblicitario che invitava tutti a essere scrittori mi aspettava, dondolando sui treni.

(Immagine realizzata mediante AI)


giovedì 15 maggio 2025

Roma, 24/5/2025: i "Fantasmi" a Profondo Rosso


Roma, sabato 24 maggio ore 17.30, al Profondo Rosso Store
in via dei Gracchi 260
(metropolitana Linea A, direzione Valle Aurelia, fermata Lepanto)
Luigi Cozzi presenta
Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna di Amanda Righetti
Il libro perduto di Profondo Rosso
Partecipano all'evento:
Andrea Carlo Cappi, Paolo Di Orazio,
Roberta Guardascione ed Enrico Luceri.

"Un libro che non c'era... nella tradizione del Necronomicon... e di Finzioni di Borges."
(Luca Valtorta, La Repubblica)

"Immagini splendide quanto inquietanti... Vertigine... come alla prima visione del film... Un'idea potente!... Una chicca da gustare."
(Cristina Biolcati, Gialli.it Misteri)

"Narrativa e meta-narrazione, per tutti gli appassionati di horror e mistero."
(AGI-cultura-news)

"Profondo rosso rinasce a nuova vita... Un viaggio perturbante... Un raffinato gioco visivo." (La Mescolanza)

"Se l'operazione intendeva costruire in forma e sostanza uno pseudobiblion come fosse reale... è pienamente riuscita... Una lettura appassionante dalla prima all'ultima pagina."
(Emanuele Manco, Fantasy Magazine)


La casa editrice Profondo Rosso, diretta dallo scrittore e regista Luigi Cozzi, ha appena pubblicato la nuova edizione di un libro famoso da mezzo secolo... senza essere mai esistito. Si tratta di Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna (prima edizione: 1956) apparso in alcuni fotogrammi di Profondo rosso di Dario Argento: l'opera di un'autrice immaginaria, Amanda Righetti, una delle vittime della catena di delitti nella vicenda cinematografica, interpretata nel film dall'attrice Giuliana Calandra.
Ma se a causare la sua morte fosse stata la sua decisione di ripubblicare nel 1975 una nuova edizione del suo libro, in cui rivelava dettagli fino ad allora segreti? O forse è stata la sua ossessione per Regina Calamai, pittrice maledetta del primo Novecento, che ha fatto entrare la scrittrice in contatto con la telepata e collezionista d'arte Helga Ullmann (interpretata nel film da Macha Méril), la prima vittima degli omicidi?
La vita, la voce e le indagini di Amanda Righetti sono state ricreate da dieci autori e autrici, sotto il coordinamento creativo di Mario Gazzola, Andrea Carlo Cappi e Roberta Guardascione, curatori di un inedito progetto letterario e visivo che collega narrativa, cinema e pittura, svelando misteri ancora sconosciuti della trama di Profondo rosso... e aprendo la strada a nuovi misteri.
Il libro viene presentato sabato 24 maggio alle 17.30 presso il Profondo Rosso Store, il celebre negozio in via dei Gracchi 260 a Roma, sede anche del Museo degli Orrori di Dario Argento, in cui sono ricostruite le scenografie dei suoi film (info@profondorossostore.com).
Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è disponibile su Profondo Rosso StoreBloodbuster, IBS, LaFeltrinelli, Amazon, Libraccio, Unilibro e altri bookshop online.

Una delle "Pitture nere" che illustrano il libro.

***

L'intervista ai tre curatori su Crimen-Cronaca vera del 10 aprile 2025:

Torna il libro perduto di Profondo rosso
di Franco De Nigris

Il 7 marzo 1975 uscì nei cinema italiani Profondo rosso, per molti il capolavoro thriller del regista Dario Argento. Nel film il pianista Marcus Daly e la giornalista Gianna Brezzi (interpretati da David Hemmings e Daria Nicolodi) indagano su una serie di omicidi fino a scoprire un mistero in una villa abbandonata. Una delle vittime è la scrittrice Amanda Righetti (l’attrice Giuliana Calandra), dal cui immaginario libro Fantasmi di oggi e leggende nere dell’età moderna i protagonisti ricavano indizi preziosi.

La copertina dell'immaginaria edizione del 1956

Profondo rosso celebra il cinquantennio con il ritorno al cinema, e un tour dei Goblin, il gruppo rock che ne realizzò la leggendaria colonna sonora, riproposta ora dal vivo. E in libreria – finzione che diventa realtà – arriva Fantasmi di oggi e leggende nere dell’età moderna, in cui le indagini di Amanda Righetti svelano gli ultimi misteri del film. È opera di un gruppo di autori e autrici che vede alla testa Mario Gazzola, Andrea Carlo Cappi e Roberta Guardascione. Li abbiamo incontrati per scoprire i retroscena di questo insolito esperimento letterario.

Mario Gazzola, ideatore del progetto,
co-curatore e uno degli autore di "Fantasmi di oggi"
 

Gazzola, lei ha vinto premi per storie di fantascienza e saggi sulla musica rock. Com’è arrivato a Fantasmi di oggi?
Mi occupo anche di libri immaginari, proprio come quello di Amanda Righetti in Profondo rosso. In vari fotogrammi del film se ne vedono il titolo, l’indice e alcune pagine: mancava solo di rendere vero questo libro mai esistito.

Luigi Cozzi, scrittore e regista, collaboratore di Dario Argento,
è l'editore e uno degli autori di "Fantasmi di oggi"

Cappi, non è la prima volta che lavora su storie legate al cinema: di recente ha pubblicato i romanzi basati sui film di Diabolik dei Manetti bros. Ma qui il percorso è stato diverso.
Mi sono rivolto a Luigi Cozzi, regista e stretto collaboratore di Dario Argento, che gestisce la casa editrice chiamata proprio Profondo Rosso. Lui ha accolto subito il nostro progetto, partecipandovi sia come editore, sia come autore di uno dei capitoli.

Giuliana Calandra nel ruolo di Amanda Righetti in "Profondo rosso"

Gazzola, il libro porta in copertina il nome di Amanda Righetti.
Le identità di tutte le “penne fantasma” sono svelate solo in appendice. Insieme abbiamo reso “reale” anche la figura di Amanda Righetti, una vera detective dell’ignoto. Così il libro si trasforma in un romanzo in cui la scrittrice indaga anche su misteri autentici della storia d’Italia, dalla strega Marcolina Stella alla musica proibita di Giorgio Mainerio.

Andrea Carlo Cappi, uno dei curatori
e autori di "Fantasmi di oggi"
 
Ma soprattutto sull’antefatto di Profondo rosso, vero Cappi?
Sì, la parte che ho scritto io. Nel film appare la “villa del bambino urlante”, descritta come una casa abbandonata nei dintorni di Roma, mentre nella realtà è la famosa Villa Scott a Torino. Nella nostra storia, Amanda sta per svelarne segreti che finora ha taciuto e sarà questo a costarle la vita. Inoltre gli appassionati scopriranno nel libro molti riferimenti all’intero universo del cinema di Dario Argento.

Roberta Guardascione, autrice, co-curatrice, creatrice
di immagini e grafica di "Fantasmi di oggi"

Roberta Guardascione, da tempo firma copertine, illustrazioni e graphic novel. Qui, oltre a essere autrice delle Pitture nere di Regina Calamai che illustrano il libro, esordisce anche come narratrice.
Ho voluto fondere scrittura e arte visiva creando il personaggio di una pittrice maledetta del secolo scorso, i cui quadri nascondono dettagli visibili solo se li si guarda capovolti. La sua arte si ispira al culto delle Incarnatrici, realmente esistito in Italia fino al secolo scorso. Il cognome dell’artista viene, naturalmente, da Clara Calamai, una delle interpreti di Profondo rosso.

Una delle "Pitture nere", le illustrazioni
anamorfiche di Roberta Guardascione

***

Ed ecco svelati tutti gli autori e le autrici di Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna, i cui capitoli sono stati ricreati in base all'indice visibile in un fotogramma del film.
I racconti:
- Claudio Bovino, Il pazzo di Verona
- Claudia Salvatori, La zoppa arsa viva di Pavia
- Enrico Luceri, L’incubo del pagliaio 
- Andrea Carlo Cappi, La villa del bambino urlante (il capitolo del libro che viene citato nel film)
- Paolo Di Orazio, Il segreto del Monaco Rosso 
- Giada Trebeschi, La strega di Pordenone
- Roberta Guardascione, Il mistero del Bosco di Betulle
- Gian Luca Margheriti, I bambini omicidi di Foggia
- Mario Gazzola, Il fiore che dava la morte
- Mario Gazzola, La danza nel cimitero
- Luigi Cozzi, Daria e la chiesa (il capitolo aggiunto da Amanda Righetti per la nuova edizione, che si ricollega ad altre indagini narrate nel libro; nella realtà, si ispira all'attrice Daria Nicolodi, che interpreta la protagonista femminile del film).
Gli "interventi dei curatori" sono di Cappi & Gazzola.
Le "introduzioni di Amanda Righetti" ai singoli capitoli sono di Cappi, Gazzola e Guardascione, con un contributo di Gian Luca Margheriti.
Le sottotrame che riemergono in vari racconti del libro sono state ideate soprattutto da Roberta Guardascione e Mario Gazzola.
Il personaggio di Regina Calamai e le sue Pitture nere sono creazioni originali di Roberta Guardascione.

Gazzola, Cappi e Bovino alla prima presentazione,
Milano, Admiral Hotel, 10 aprile 2025
















venerdì 9 maggio 2025

Iperwriters - Salvezza sotto la doccia


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 69 - Salvezza sotto la doccia

Venerdì, ore 13 adesso. Ma allora non era un venerdì, era una domenica. Non ricordo quale domenica, ma siamo nel giugno del '95, quamdo arriva l'inattesa e miracolosa telefonata. Marco Tropea: "Ho formato una mia casa editrice insieme a Il Saggiatore e Pratiche e mi piacerebbe pubblicare il suo romanzo".
L'annuncio che avevo aspettato per un decennio arriva una domenica, com'è giusto e logico, e quando non ci pensavo quasi più, com'è giusto e logico. Arriva da chi è un marginale nell'editoria, ma che io stimo il migliore.
Tropea aveva acquisito per Mondadori l'antologia Splatterpunk. Ammiravo le sue scelte editoriali audaci e brillanti per Interno Giallo, che avrebbe proseguito nella nuova realtà editoriale. Il Saggiatore aveva formato la mia generazione.
La prima esperienza di pubblicazione in libreria, che allora significava essere scelti, può generare uno stato simile a un trip allucinogeno. Pericoloso, ovviamente, perché ne seguirà una fase down.
Al momento, me la godo spensieratamente. A Milano, in una traversa di Corso Buenos Aires, tra ristoranti etnici e negozi di abbigliamento per drag queen, incontro Marco Tropea. La sua sede è un cantiere, una ex palestra in corso di ristrutturazione. Lui mi offre un contratto con anticipo per il romanzo il cui titolo diventerà Schiavo e padrona e si dice interessato alle mie opere pregresse e future. Mi chiede di lavorare a Schiavo lasciando inalterata la struttura ma scrivendo scene erotiche hard, per cavalcare la nuova moda di libri erotici scritti da donne che sta arrivando da oltreoceano. Bene, era il mio karma, se mi passate l'espressione abusata. Il porno mi inseguiva da sempre, dunque why not?
Ricordo un monento nelle settimane seguenti, un momento insignificante ma che si è stampato nella mia memoria. Ero sotto la doccia, e a un certo punto ho pensato: Mi sono salvata.
Sì, ero salva. Dal fallimento e dalla vergogna. Dal velleitarismo che affliggeva e rendeva cattivi i sedicenti scrittori. Dagli stanzoni in cui ogni editore accumulava a migliaia le loro opere. Dagli “artisti” che mi soggnignavano in faccia la loro condiscendenza. Da un negoziante che, vendendomi una macchina per scrivere, mi aveva elencato i nomi di eminenti dilettanti dicendomi: "Questi sono scrittori veri, sa?"

(Immagine: Joseph Guislain, Douche, da Traité sur l'aliénation mentale et sur les hospices des aliénés, 1826)


venerdì 25 aprile 2025

Iperwriters - Schiava del successo


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 68 - Schiava del successo

Venerdì, ore 13. Se non avete letto l'editoriale precedente, vi ricordo quel cartellino pubblicitario sui treni che invitava a pubblicare il romanzo nel cassetto. La fine dell'era Gutenberg, e l'inizio di quella attuale.
Vuoi pubblicare il tuo libro? Eccomi dieci anni prima di quella pubblicità (di recente ne vedo anche sugli autobus). E, certo che vorrei pubblicare il mio libro.
Ho quasi quarant'anni, e non ho ancora combinato nulla. Fumetti, gialletti (definizioni di altri, sempre cadute dall'alto), qualche aborto letterario e molti muri. Ho sofferto crudelmente, ricevendo rifiuti che arrivavano dopo uno o due anni di attesa. Sono le attese, la cosa peggiore. La senzazione annunciata della dissipazione di un anno, due anni di vita. Qualche volta ho pianto.
La frustrazione del talento non riconosciuto (che ci sia o si creda soltanto di averlo) è una delle più strazianti che esistano al mondo. Ma non avevo già pubblicato nelle collane da edicola di nientemeno Mondadori? Già quello era stato difficile. Già a Cattolica, mentre ricevevo il Premio Tedeschi, ero pervasa da una specie di indefinibile malessere. Presentivo che le difficoltà non erano finite, ma stavano appena cominciando. Gli agenti letterari non mi volevano, sostenendo che non avevo bisogno di loro per pubblicare in edicola.
Non avendo una famiglia che ti insegna come (e ti prepara a) riuscire nella vita, né mentori, padrini o madrine, mi affidavo a una delle poche risorse che avevo: l'originalità. Cercavo di attirare attenzione con nuove idee, nuovi modi di trattare i temi, terreni narrativi inesplorati. Perché nessuno se ne accorgeva? Sembrava che invece di un premio meritassi un castigo.
Eppure me lo dicevano, in privato, che ero originale. Me lo dicevano, che avrei dovuto pubblicare un libro per le librerie. Come ora mi dicono che i miei saggi dovrebbero uscire da Einaudi. Peccato che da Einaudi non lo sappiano, come allora i grandi editori mi ignoravano.
Il fatto è che, come tutti gli scrittori, sono una schiava del successo. Voglio il successo e i miei pianti gridano che senza poter condividere il mio lavoro non sento neppure di essere me stessa.
Intanto stampo dozzine di copie del mio romanzo Schiavo cerca padrona per spedirlo dappertutto. Mi ero dimenticata del primo editore a cui lo avevo mandato, due anni prima.

(Immagine: "La schiava turca" di Francesco Mazzola detto il Parmigianino, 1533, con fondale generato mediante AI)


giovedì 10 aprile 2025

Milano, 10/4/25: l'aperitivo perduto di "Profondo rosso"


Milano, giovedì 10 aprile 2025, dalle 19.00 all'Hotel Admiral (v. Domodossola 16, ingresso libero) aperitivo thriller-musicale con il rock dei Cavem Sound System live e la prima presentazione del nuovissimo libro-prequel del celebre film Profondo rosso, intitolato Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna.

In piena Design Week milanese, accadono strane cose all'Admiral di via Domodossola. Il suo salone si è trasformato in una galleria d'arte contemporanea (con opere di Grittini, Malacarne, Meloniski, Mentuschi e Radchenko) e giovedì 10 aprile dalle 19,00 ospita il concerto della band Cavem Sound System, specializzata in classici del rock anni '70. Un "apericena"? No, un "aperithriller", perché tra Come Together e Smoke on the Water echeggeranno le note inquietanti del capolavoro di Dario Argento: Profondo rosso, film che, insieme alla sua epocale colonna sonora dei Goblin, ha appena compiuto cinquant'anni esatti.
All'Admiral si presenta infatti per la prima volta al pubblico il libro che racconta antefatto, retroscena e segreti mai svelati sinora del giallo che mezzo secolo fa per la prima volta terrorizzò il pubblico italiano. "Un libro che non c'era", ha spiegato Luca Valtorta su La Repubblica, "appare per pochi istanti nel film, ma in realtà non è mai esistito" fino a oggi: curato da Mario Gazzola e Andrea Carlo Cappi, è appena stato pubblicato dalla casa editrice che si chiama appunto Profondo Rosso, di cui è titolare lo scrittore e regista Luigi Cozzi, a lungo collaboratore di Dario Argento.


Paragonato da Valtorta su La Repubblica al Necronomicon lovecfraftiano e alle Finzioni di Jorge Luis Borges, Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è nel film opera di Amanda Righetti (una delle vittime del serial killer, interpretata da Giuliana Calandra), ma nella realtà frutto del lavoro di dieci autrici e autori italiani specializzati in mystery, horror e thriller, tra cui Roberta Guardascione, qui esordiente nella narrativa ma già apprezzata illustratrice, che oltre a curare la sorprendente parte grafica del libro ha contribuito a costruire una delle trame che lo percorrono.
Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è infatti al tempo stesso il prequel del film, una raccolta di storie di fantasmi e di leggende urbane basata sull'indice del libro (visibile nei fotogrammi di Profondo rosso) e un romanzo sulle indagini di Amanda Righetti, vera e propria detective del mistero. Tra coloro che ne ricostruiscono le vicende ci sono anche Claudia Salvatori, Giada Trebeschi, Claudio Bovino, Paolo Di Orazio, Enrico Luceri, Gian Luca Margheriti e lo stesso Luigi Cozzi, con un racconto ispirato dalla protagonista femminile del film, l'attrice Daria Nicolodi.
La sera del 10 aprile, dalle 19.00, tra i brani musicali dei Cavem e i drink del bar dell'Admiral, Mario Gazzola, Andrea Carlo Cappi e Claudio Bovino, racconteranno il "dietro le quinte" di uno dei libri più inaspettati dell'anno, cui lo stesso giorno è stata dedicata una doppia pagina anche sul settimanale Crimen-Cronaca Vera (v. sotto). Oltre che all'evento, il libro è in vendita al Profondo Rosso Store, da Bloodbuster e sulle principali liberie online, tra cui Mondadori Store, LaFeltrinelli, IBS e Libraccio.


 


Spy Game incontra Denise Antonietti

Denise Antonietti alias Denis Jane (fotocappi) Nell'ambito degli incontri con autori e autrici della collana in ebook Spy Game - Storie ...