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giovedì 12 settembre 2024

Mea culpa: 15 storie dal passato al futuro

 
Illustrazione: Roberta Guardascione

Presentazione di Andrea Carlo Cappi

All'inizio di settembre del 2024 è uscita, a mia cura, la quinta antologia del Premio Torre Crawford. Se non sbaglio i conti, si tratta della diciassettesima raccolta di racconti di autori vari di cui sono editor nell'arco di un trentennio (in realtà sarebbero di più, contando vari numeri monografici di M-Rivista del Mistero negli anni Duemila).
A rendere particolari quelle del Premio è il loro legame con Francis Marion Crawford, autore statunitense vissuto per buona parte della sua vita in Italia fra Ottocento e Novecento, divenuto dal 2020 il nume tutelare di una nuova generazione di autrici e autori in lingua italiana.
Anche quest'anno - non per merito mio ma grazie ai racconti selezionati dalla giuria - ne è risultato un volume fuori dal comune: Mea culpa (edito da Torre Crawford APS), disponibile in cartaceo presso la segreteria del Premio, e in cartaceo o ebook in esclusiva su Amazon. La raccolta viaggia dentro e fuori dai generi (mainstream, mystery, fantastico, umorismo...) ed è composta da quindici storie, a partire da un romanzo di F. M. Crawford che mi risulta finora inedito in Italia: Il crocifisso di Marzio, una commistione di elementi che oggi potremmo definire noir, filosofico, commedia all'italiana e satira politica (con una componente forse soprannaturale, forse no) ambientato a Roma nel 1886.

Illustrazione: Roberta Guardascione

Seguono i racconti selezionati, tra i quali incontriamo anche autori e autrici che hanno già avuto a che fare con la narrativa, il cinema o il fumetto. Sergio Tulipano trasforma in un vero e proprio "standard" del fantastico un'idea di Stefano Massaron, da un racconto del celebre "giovane cannibale" apparso nella sua antologia Lezioni notturneClaudia Perfetti ci propone un inquietante thriller parapsicologico narrato con il suo consueto stile. Il giovane Ethan Storchi, esordiente assoluto (in quanto vincitore della sezione riservata agli under 18) ci racconta una storia cruda della realtà palermitana. Serena Perozzo, con Un attimo in più commuove con il confronto onirico di un uomo con il proprio passato. Marco Marinoni ci porta invece nel giallo puro, con l'indagine su un delitto quasi perfetto.
Daniele Bergonzoni ci fa conoscere un insolito patto con il diavolo (o chi ne fa le veci). Ledio Gjoni gioca tra commedia e dramma tra vicini di casa. Gianluca Calabria rievoca antiche e spaventose leggende. Cristina Biolcati indaga sui risvolti psicologici del suicidio dello scrittore Robert E. Howard (autore, fra l'altro, di Conan il barbaro). Vincenzo Pandolfi porta un uomo fuori dal tempo, di fronte alle proprie responsabilità. Alessio Petrolino ci conduce in Giappone, dove un'organizzazione segreta offre servizi ad alto livello per chi ambisce a una gloria postuma. Filippo Santaniello scatena il caos a Roma nel racconto imperniato sulla rivalità tra due scrittori horror e i loro followers.
In chiusura appaiono due "ospiti" targati World SF Italia: Mario Gazzola, con una versione estesa del suo racconto distopico Confiteor; e io stesso con La mossa del Vescovo, un episodio inedito e scritto appositamente della saga di padre Stanislawsky, personaggio noto da anni al pubblico delle antologie di fantascienza made in Italy. In sostanza, il tema della colpa viene declinato in ogni sua possibile sfumatura.


Nato a Bagni di Lucca centosettant'anni fa, nel 1854, e morto a Sant'Agnello (Napoli) nel 1909, Francis Marion Crawford divenne il primo autore bestseller nel senso moderno del termine; tra le sue opere di maggior successo si annoverano vari racconti gotici e numerosi romanzi ambientati in Italia, che fecero di lui il ponte tra la nostra cultura e quella anglo-americana. Uno dei suoi luoghi di lavoro preferiti era la sua residenza estiva, una torre spagnola del XVI secolo a San Nicola Arcella (Cosenza), che da allora viene chiamata Torre Crawford; qui ambientò il suo racconto horror Perché il sangue è la vita, tuttora un classico del genere.
Nel 2019 un manipolo di volontari della cultura decise di istituire un concorso letterario per racconti inediti, che vide la luce nel 2020. Ogni anno dunque viene proposto un tema, ricavato da una frase o da una citazione presente in un'opera di Crawford, e vengono selezionati i testi migliori tra quelli pervenuti; la giuria che presiedo li esamina tutti in forma anonima, dando a chi partecipa - professionista, dilettante o esordiente che sia - le stesse probabilità di qualificarsi per semplice meritocrazia.
Ma ad aprire le danze è sempre la storia di Crawford da cui è stato tratto spunto e in ogni volume appare sempre un racconto sullo stesso tema, siglato da una firma illustre della narrativa. Per chi volesse raccogliere la collezione completa, ecco le antologie precedenti, tutte in cartaceo e ebook in esclusiva su Amazon.


Perché il sangue è la vita (Oakmond Publishing, 2020)
La prima raccolta si orienta esclusivamente su horror e thriller, partendo dal celeberrimo racconto di vampirismo che Crawford ambientò proprio a San Nicola Arcella e sulla "sua" torre: Perché il sangue è la vita (For the Blood is the Life). Ospite d'onore: Cristiana Astori con Ti piace il sangue? Nata durante il periodo del lockdown, l'antologia è in parte il suggestivo riflesso del periodo che stavamo vivendo.


Innamorarsi di un fantasma (Oakmond Publishing, 2021)
La seconda raccolta, come il racconto di Crawford La donna dell'acqua (By the Waters of Paradise) oscilla tra atmosfere spettrali reali o percepite, mainstream e ghost stories. Per la prima volta il concorso si apre anche agli under 18, ricavandone racconti davvero sorprendenti. Ospite d'onore: Alda Teodorani, con il suo racconto inedito Il fantasma della Rocca di Cagnano.


Un'inquietante sensazione indefinibile (Oakmond Publishing, 2022)
Anche la terza raccolta si muove tra il mainstream e ogni possibile genere letterario, traendo ispirazione da La bambola fantasma (The Ghost Doll) di F. M. Crawford. Ospite d'onore: Claudia Salvatori con La sindrome di Bonnet. Per la prima volta l'illustrazione di copertina è di Roberta Guardascione, che diviene illustratrice di riferimento per le antologie crawfordiane.


Uomo in mare! (Torre Crawford APS, 2023)
Partendo dall'omonimo racconto di F. M. Crawford (Man Overboard!) questa volta le storie, sempre con ogni possibile sfumatura di genere o non di genere, ci portano su acque torbide, con inattesi spruzzi di umorismo. Ospite d'onore: il maestro dell'avventura Stefano Di Marino con Il sogno dello squalo.





mercoledì 30 agosto 2023

Festival Torre Crawford - 1, 2, 3 settembre 2023

Illustrazione di Roberta Guardascione

Torna il Festival Torre Crawford
San Nicola Arcella (Cosenza), 1-2-3 settembre 2023

Gli eventi
Per il quarto anno consecutivo, il Festival Torre Crawford organizzato da Torre Crawford APS porta a San Nicola Arcella (Cosenza) un fine-settimana di eventi letterari fuori dagli schemi, ispirato a Francis Marion Crawford, anticonformista romanziere americano nato in Italia, che tra XIX e XX secolo proprio qui scrisse molte sue opere, nella torre che ora porta il suo nome. Gli eventi, tutti a ingresso libero, si svolgono al Belvedere di San Nicola Arcella (sabato 2, ore 19.30) e presso il Caffè Le Mele (venerdì 1 ore 19,00, sabato 2 e domenica 3 ore 18.00, via Nazionale 48).
Sotto il programma completo.

"Uomo in mare!", illustrazione di Roberta Guardascione

Gli ospiti
Partecipa al Festival Pasquale Ruju, scrittore e sceneggiatore, che parla delle sue esperienze come autore di fumetti italiani di culto quali Tex e Dylan Dog, e del romanzo a più mani Youthless-Fiori di strada (Harper Collins). da lui scritto insieme a Massimo Carlotto e altri. Valentina Di Rienzo, rivelazione della narrativa noir, presenta il suo L’esigenza di uccidere (Morellini). E non manca Marco Marinoni, che fa tappa al Festival con il tour per il nuovo giallo L’origine del male (Mursia). Anche quest’anno gli eventi sono condotti dallo scrittore Andrea Carlo Cappi, noto per la sua carriera trentennale come autore di thriller, ma anche di storie di eroi dei fumetti come Martin Mystère e Diabolik.

"Torre Crawford", illustrazione di Roberta Guardascione

Il Premio e l’antologia
Sabato 2 settembre alle 19.30 al Belvedere di San Nicola Arcella (ingresso libero) avrà luogo la cerimonia del Premio Torre Crawford 2023, con la presentazione dell’antologia annuale: Uomo in mare! (edita da Torre Crawford APS) contenente l’omonimo romanzo breve di F. M. Crawford in una nuova traduzione del curatore A. C. Cappi; il racconto Il sogno dello squalo del maestro italiano dell’avventura Stefano Di Marino e le storie inedite selezionate al concorso letterario di quest’anno. Saranno assegnati il Premio Torre Crawford, così come il premio “E io lo dico a Pinketts!” e il premio “Il Prof”, in memoria rispettivamente degli scrittori Andrea G. Pinketts e Stefano Di Marino.

"Under Water", illustrazione di Roberta Guardascione

Il programma

Venerdì 1 settembre
-ore 19.00 Caffè Le Mele (v. Nazionale 48, San Nicola Arcella)
Presentazione del Festival Torre Crawford 2023
con Andrea Carlo Cappi e gli organizzatori

Sabato 2 settembre
ore 18.00, Caffè Le Mele (v. Nazionale 48, San Nicola Arcella)
-Pasquale Ruju presenta il romanzo Youthless-Fiori di strada (Harper Collins) di Carlotto-Rinaldi-Acciai-Ruju-Torre
-Valentina di Rienzo presenta il suo romanzo L’esigenza di uccidere (Morellini)
ore 19.30, Belvedere di San Nicola Arcella
-Cerimonia del Premio Torre Crawford, con i vincitori; partecipano Valentina Di Rienzo, Marco Marinoni, Pasquale Ruju. Presentazione dell'antologia Uomo in mare! a cura di A. C. Cappi (Torre Crawford APS)

Domenica 3 settembre
ore 18.00, Caffè Le Mele (v. Nazionale 48, San Nicola Arcella)
-Marco Marinoni presenta il suo romanzo L’origine del male (Mursia)
-Miti del fumetto italiano: incontro con Pasquale Ruju e Andrea Carlo Cappi
ore 21.00 Belvedere di San Nicola Arcella
-Tributo a Pino Daniele con Vai Mo' Band

Illustrazione di Roberta Guardascione


giovedì 17 settembre 2020

Premio Torre Crawford - Crawford, l'uomo sulla Torre


Sabato 19 settembre 2020 dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford, che proprio nella località del cosentino e ai piedi della torre che ora porta il suo nome ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita del 1905, pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Al titolo di questo racconto si ispira l'antologia ufficiale del Premio - intitolata appunto Perché il sangue è la vita - che non tratta solo di vampiri, ma declina il tema del sangue in varie forme di horror e thriller. Di seguito lo scrittore Andrea Carlo Cappi, curatore del volume, racconta la vita e la visione letteraria di F. M. Crawford.


Crawford, l'uomo sulla Torre
di Andrea Carlo Cappi

Era il suo destino diventare uno scrittore di genere e sui generis. Suo padre era lo scultore americano Thomas Crawford, una cui statua adorna il Campidoglio a Washington DC. Trasferitosi a Roma nel 1835, nel 1844 l'artista sposò la connazionale Louisa Ward, sorella della poetessa antischiavista Julia Ward, autrice del testo di Battle Hymn of the Republic, canto patriottico su musica tradizionale (qualcuno ne ricorderà il celebre ritornello Glory, glory, hallelujah). Dai Crawford nacquero quattro figli, tre dei quali si sarebbero dedicati alla letteratura: Anne Crawford von Rabe, del 1846; Mary Crawford Fraser, del 1851; e Francis Marion Crawford, che vide la luce a Bagni di Lucca nel 1854.

Quest’ultimo ebbe un’educazione internazionale: studiò negli Stati Uniti, poi a Cambridge, a Heidelberg e a Roma, presso La Sapienza. Benché di famiglia protestante, nel 1880 si convertì al cattolicesimo e nel 1884 sposò Elizabeth Berdan in una chiesa francese a Istanbul. Nel frattempo aveva vissuto per due anni in India e al suo ritorno, nel 1882, sulla base di questa esperienza aveva pubblicato il suo primo romanzo, Mr. Isaacs. Il successo lo indusse a perseverare nella narrativa, anche dopo che nel 1883 si stabilì in Italia: prima a Sorrento, quindi a Sant’Agnello (Napoli), presso Villa Crawford. In seguito acquisì la torre spagnola di San Nicola Arcella, che in suo onore sarebbe stata ribattezzata Torre Crawford. Di tanto in tanto tornava in America per tenere conferenze. Fu durante una di queste trasferte che contrasse una malattia polmonare che avrebbe minato la sua salute per sempre.

All’apice della sua carriera si calcola che avesse venduto oltre seicentomila copie dei suoi libri, il che faceva di lui un autore bestseller della sua epoca. La sua visione della narrativa era quella dell’intrattenimento intelligente e persino istruttivo. Non si vergognava di raccontare storie di avventura, amore e mistero. Considerava le opere di narrativa come teatri tascabili, per usare una sua definizione. La sua produzione nel campo del sovrannaturale avrebbe influenzato anche H. P. Lovecraft, che era suo lettore. Nella bibliografia di Crawford figurano romanzi storici e molti libri ambientati in Italia, al punto da essere considerato affine al verismo e persino un precursore di Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi. Morì nel 1909, lasciando un’eredità di oltre cinquanta libri e quattro testi teatrali.

Uno dei suoi racconti più noti è quello che scrisse e ambientò a San Nicola Arcella nel 1905: Perché il sangue è la vita, titolo ricavato dalla Bibbia. È una delle storie di vampiri più famose al mondo, più esattamente una storia di vampire. È interessante notare che un altro dei più celebri racconti del filone è opera di sua sorella Anne Crawford, che nel 1891 aveva pubblicato A Mystery of the campagna (tradotto come Un mistero della campagna romana).

Se nella vicenda narrata da Anne, come già in Carmilla di Le Fanu (1872) la vampira ha origini antiche, in quella di Francis Marion si assiste alla nascita della creatura, che prima di diventare predatrice è lei stessa vittima, di un delitto perpetrato per nascondere un furto: un aspetto che si fonde con altri elementi di critica sociale presenti nel racconto. Non è da escludere che, mentre descriveva le regole dell’Italia rurale – tra matrimoni combinati ed emarginazione economica – Crawford avesse in mente qualche analogia con quelle della borghesia americana che avrebbe letto la sua storia.

Come accade di frequente nei racconti gotici, Perché il sangue è la vita si svolge su due piani narrativi, quello del narratore e quello del narrato: il presente, in cui lo stesso Crawford spiega con nonchalance a un ospite il misterioso fenomeno cui assistono dalla sommità della Torre; e il passato, fino alla storia d’amore innaturale tra Angelo, ormai estraneo nel suo stesso paese, e Cristina, una ragazza indipendente, fuori dalle convenzioni, che diviene dannata suo malgrado ma rimane in qualche modo innocente. Il sottofondo sessuale è evidente, ma sottinteso, con un pudore tra il cattolico e il vittoriano, il che non toglie alla storia una valenza estremamente moderna. Come del resto accade per tutti i classici.

Leggi anche gli altri post del Premio Torre Crawford:

-Il programma

-l'intervista a Giada Trebeschi

-l'intervista a Cristiana Astori

-l'intervista ad Andrea Carlo Cappi

-il mito del vampiro raccontato da Andrea Carlo Cappi

-i vincitori dell'edizione 2020


mercoledì 16 settembre 2020

Premio Torre Crawford - Giada Trebeschi


Sabato 19 settembre 2020 dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford, che proprio nella località del cosentino e ai piedi della torre che ora porta il suo nome (nella foto) ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita del 1905, pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Al titolo di questo racconto si ispira l'antologia ufficiale del Premio - intitolata appunto Perché il sangue è la vita - che non tratta solo di vampiri, ma declina il tema del sangue in varie forme di horror e thriller. Alla premiazione dei vincitori farà seguito lo spettacolo Sulla pelle del diavolo, di cui è protagonista Giada Trebeschi, una delle ospiti d'onore dell'evento.

Scrittrice e saggista, traduttrice, autrice e attrice teatrale, Giada Trebeschi è ora anche una videomaker, seguitissima online con la sua Rubrica delle parole desuete. Già al suo esordio, con Gli Ezzelino, è stata finalista al Premio Campiello. Ha pubblicato poi in Spagna e in Italia (da Mondadori) il romanzo La Dama Rossa. Presso Oakmond Publishing sono usciti i saggi In principio era Kaos ed Essere o non essere Shakespeare, e i romanzi storici, vincitori di numerosi premi, Il vampiro di Venezia, L’autista di Dio, L’amante del diavolo, Undici passi e La bestia a due schiene. Dal 2019 porta in tour con il musicista (e artista molteplice) Giorgio Rizzo lo spettacolo teatrale-musicale Sulla pelle del diavolo, di cui alla serata del Premio Torre Crawford, sabato 19 settembre, verrà proposta un'edizione speciale. Le abbiamo rivolto qualche domanda.


Nei suoi romanzi storici evoca spesso figure spaventose. a volte reali, a volte frutto di superstizioni, dal vampiro alla strega fino a Jack lo Squartatore. Come definisce la paura?

La paura è quel sentire che non solo ci accomuna agli altri animali, ma che ci ha permesso di sopravvivere fino ad ora. La più profonda e atavica è, com'è noto, quella della morte o di un evento che possa provocarla. Della morte conosciamo l'esistenza, ma non sappiamo niente se non che il corpo marcisce fino a scomparire. Dunque, per evitarla il più a lungo possibile, la parte più preistorica e istintiva del nostro cervello ci spinge ad aver paura. Accade esattamente lo stesso per gli animali: immaginate se la gazzella non avesse paura del leone o se la lepre non cercasse rifugio dall'aquila. È la paura che li spinge a scappare per cercare di restare in vita e a continuare la specie; ed è la nostra medesima reazione quando assumiamo ci sia un pericolo, immaginario o reale, che possa mettere a rischio la nostra esistenza.

Quindi la paura è utile?

La paura crea un'allerta maggiore, stimola i nostri sensi o li impietrisce e solo chi saprà utilizzare a proprio vantaggio l'adrenalina che ne deriva potrà riuscire a sopravvivere. Per questo motivo da secoli la letteratura e l'arte in generale raccontano proprio la paura, cercano di insinuarla in chi legge o ascolta per stimolare quelle corde che creano uno stato alterato, adrenalinico che piace soprattutto se non siamo noi a dover affrontare in prima persona i pericoli raccontati e pur abbiamo la possibilità di viverli in una sorta di transfert che ci vede però partecipi dal divano di casa.

Allora l'horror, anziché essere 'diseducativo' come è stato spesso definito, ha una sua funzione importante.

La letteratura thriller e horror non smetterà mai di esistere e di essere ricercata, poiché vi è congiunta la speranza di poter vivere emozioni che, nella realtà dei fatti, non vorremmo mai dover provare sulla nostra pelle ma che pur aneliamo, forse per sfida o forse per mettere alla prova noi stessi, seppur solo in potenza.

Da "Sulla pelle del diavolo"

Leggi anche:

domenica 13 settembre 2020

Premio Torre Crawford - Il programma


Sabato 19 settembre dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford 2020, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford. Nato a Bagni di Lucca nel 1854, visse in India e negli Stati Uniti per poi tornare in Italia, dove abitò nella sua villa a Sant'Agnello (Napoli) e a San Nicola Arcella nella torre spagnola del XVI secolo che oggi porta il suo nome. Proprio nella località del cosentino ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita, pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Morì a Sant'Agnello nel 1909.

Nel corso della serata, condotta da Andrea Carlo Cappi:

-la premiazione dei vincitori e la presentazione dell'antologia ufficiale

-lo spettacolo teatral-musicale Sulla pelle del diavolo di e con Giada Trebeschi e Giorgio Rizzo

-la conversazione Paura, ieri oggi e domani con Cristiana Astori, Rosario De Sio, Ferdinando Romito, Giada Trebeschi. Sarà presente l'esperto di F. M. Crawford e membro della Pro Loco Giuseppe Solano.

-in conclusione, la performance di danza con AlmaDance e il duo musicale Carmelina Colantonio & Luca Longo

Leggi anche gli altri post del Premio Torre Crawford:

-l'intervista a Giada Trebeschi

-l'intervista a Cristiana Astori

-l'intervista ad Andrea Carlo Cappi

-F.M. Crawford raccontato da Andrea Carlo Cappi

-il mito del vampiro raccontato da Andrea Carlo Cappi

-i vincitori dell'edizione 2020




sabato 12 settembre 2020

Premio Torre Crawford - Vampiri tra noi!

Vampiri tra noi! di Andrea Carlo Cappi

Sabato 19 settembre 2020 dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford, che proprio nella località del cosentino ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita del 1905 (qui sopra un'illustrazione d'epoca), pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Di seguito Andrea Carlo Cappi, curatore dell'antologia ufficiale del Premio - intitolata appunto Perché il sangue è la vita - vi racconta il mito del vampiro e della sua storia nella cultura di massa.

I vampiri sono tra noi. Da sempre. Se ne trovano tracce in civiltà antichissime. Dopotutto incarnano alcune delle paure ataviche dell’uomo. Sono nosferatu, nachzehrer, esseri umani morti eppure non-morti, portatori malsani di un’immortalità a rovescio che, come gli zombie dei miti voodoo, fuoriescono nottetempo dalla tomba per cibarsi dei vivi. Probabilmente la nascita del mito è legata al fraintendimento dei fenomeni di decomposizione, che provocano alterazioni del cadavere e persino suoni misteriosi dall'interno della bara, da cui l'ipotesi ascientifica dei masticatori di sudari. Possono essere generati da morti violente - come racconta F. M. Crawford - e in particolare dal suicidio. Sono associati alle pestilenze, che non a caso producono una grande quantità di corpi da smaltire, e anzi, ne sono ritenuti responsabili. Si legga in proposito il romanzo storico Il vampiro di Venezia di Giada Trebeschi, anche lei ospite del Premio Torre Crawford.

Si attribuisce loro la capacità di trasformarsi in animali: originariamente in lupi, poi – forse per evitare il conflitto giurisdizionale con i licantropi – in pipistrelli; è probabile che la scoperta da parte dei conquistadores dei pipistrelli succhiasangue del Nuovo Mondo abbia qualcosa a che fare con l’introduzione del mammifero volante nel mito. Ma, se l’immortalità e le metamorfosi possono in qualche modo accomunare i vampiri agli dèi della mitologia, la loro abitudine di nutrirsi di sangue, anche e preferibilmente umano, e la loro possibilità di contaminare le proprie vittime trasformandole in altri non-morti, fanno di loro l’incarnazione del terrore che ci attende quando ignari e indifesi cadiamo preda del sonno. I vampiri non si possono esporre alla luce del sole, quindi è di notte che vivono la loro non-vita e vanno a caccia di prede.

Con la letteratura gotica del XIX secolo – da Il vampiro di John Polidori al Dracula di Bram Stoker – il non-morto assume le caratteristiche che lo rendono uno dei principali cattivi della narrativa. Il primo adattamento cinematografico di Dracula è del 1922, venticinque anni dopo la pubblicazione del romanzo di Stoker, quando senza pagare i diritti d’autore il regista tedesco Murnau cambia il nome del personaggio in Orlok e gira Nosferatu. Altri nove anni e il conte approda a Hollywood, dove, prima del suo celebre Freaks, Tod Browning dirige Bela Lugosi in un Dracula ufficiale che apre la stagione dei mostri della Universal Pictures. E voilà, il vampiro è servito: da quel momento e per decenni (soprattutto nei film della casa di produzione britannica Hammer, che recluta l'impeccabile Christopher Lee nel ruolo del conte) eleganti succhiasangue di nobili natali addentano il collo di giovani fanciulle.

In realtà, sottolinea il saggista Paul Barber nel suo Vampiri, sepoltura e morte, secondo la tradizione slava un vampiro autentico dovrebbe avere l'aspetto di un contadino grassottello e rubizzo, con gli umili vestiti ancora sporchi di terriccio. Niente pallidi nobiluomini seduttori in mantello nero. E poi, perché dovrebbero essere per forza di sesso maschile? Può essere una donna-vampiro a sedurre amanti malcapitati, come nel racconto di Crawford. E non è neppure detto che le prede debbano per forza essere di sesso opposto, come sottolinea Joseph Sheridan Le Fanu nel suo celebre Carmilla del 1872 (sotto un'illustrazione d'epoca) che avrebbe generato il ricco filone delle vampire lesbiche.


Ormai nel mito è incastonata anche una componente erotica più o meno riconoscibile, che si proietterà nei romanzi di Anne Rice come in quelli di Laurell K. Hamilton. C’è anche chi, per emulare Dracula o Lestat, cerca di imitare i vampiri nella vita reale: si legga in proposito l’interessantissimo
Bloodlust - Conversations with Real Vampires di Carol Page. Senza contare i serial killer più o meno cannibali che dalla cronaca nera passano a infestare letteratura e cinema, usurpando i tradizionali territori del vampiro. Questa, tra l'altro, è la tematica della novelette di Cristiana Astori all'interno dell'antologia ufficiale del festival.

Nel frattempo i fumetti anni Settanta della Marvel Comics (che oltre ad adattare Dracula danno vita anche al cacciatore di vampiri Blade e allo scienziato vampiro mutato Morbius) hanno generato i vampiri-supereroi: una nuova tipologia che, oltre che nella corrente stagione dei cinecomics, sullo schermo è stata rivisitata anche nella saga di Underworld, dove li abbiamo visti in guerra contro i licantropi, confratelli proletari e molto meno trendy nell’abbigliamento. Ogni tanto qualcuno si ricorda delle origini di predatore del vampiro, ed ecco le feroci creature della trilogia Dal tramonto all’alba di Rodriguez & Tarantino.

Mentre al cinema il non-morto nella sua accezione originale ha popolato le pellicole di zombie contaminati - da George Romero a Resident Evil - alle nuove generazioni del XXI secolo il vampiro è stato invece presentato come un teenager tenebroso che non si può esporre al sole perché luccica di lustrini (mi rendo conto: chiunque si vergognerebbe a uscire di giorno con la pelle glitter). Così, mentre le adolescenti di mezzo secolo fa ancora temevano le visite notturne del Conte transilvano, le twilighters del 2010 spalancavano gioiose le finestre sognando timidi giovanotti palliducci, senza sapere quali orrori le attendessero. Molto meglio l'affermazione del vampiro nero negli anni Settanta - un'epoca in cui non c'era bisogno di imporre l'inclusione per legge, bastava già il cinema blaxploitation - con i film di BlaculaE, a proposito di inclusione, ora porto l'acqua - anzi, il sangue, notoriamente più denso - al mio mulino e riprendo il discorso sulle vampire lesbiche.

Qualcuno ricorderà come il filone sia stato ripreso al cinema alla fine degli anni Sessanta e almeno fino agli anni Ottanta da registi come lo spagnolo Jess Franco (autore tra l'altro del classico Vampyros Lesbos/Las vampiras) o il francese Jean Rollin (a partire da La vampire nue). Inutile nascondere che l'elemento sessuale del mito vampiresco fosse un ottimo pretesto per esibire nudità femminili, ancora insolite per il grande schermo... in una parola, sexploitation. Ma va rammentato assolutamente il contesto storico di ribellione post-Sessantotto in cui venivano distribuiti questi film. In particolare, per Franco - che casualmente aveva lo stesso cognome del dittatore al potere nel suo paese - raccontare una storia di lesbiche nude e sessualmente libere era una sfida aperta alla repressiva mentalità vetero-cattolica, in un'epoca in cui un cinema come quello di Pedro Almodovar non poteva essere neanche minimamente immaginato.

Nello stesso periodo però anche nel nostro fumetto nazionale si avvertivano esigenze analoghe: libertà espressiva, ribellione alle convenzioni e alle censure di un'Italia democristiana e, s'intende, sfruttamento commerciale delle pulsioni erotiche adolescenziali. Dopo la stagione criminale dei fumetti 'con la K' sul filone inagurato da Diabolik & Eva Kant, arrivò quella del fumetto esplicitamente sexy, di cui le vampire (preferibilmente lesbiche) erano le protagoniste principali: Zora, Jacula, Sukia, per citare le testate più famose. Nel tempo sull'abbinamento eros & thanatos avrebbe prevalso l'elemento più esplicitamente porno, prima del tramonto del fumetto sexy, sopraffatto dalle più immediate videocassette hardcore.

Nondimeno, a mio avviso, il filone meritava una rilettura più consona ai nostri tempi, non necessariamente finalizzata a un fugace consumo onanistico. Non a caso il pubblico che più ha gradito i miei romanzi di Danse Macabre - pur dichiaratamente ispirata a quel cinema e a quei fumetti - non è costituito da maschietti arrapati ma da lettrici che, a giudicare dalle lusinghiere recensioni, vi hanno trovato una carica erotica e - forse - una visione del mondo a loro più prossima; inaspettatamente considerando che l'autore è di sesso maschile.

Ora i primi due romanzi del ciclo Danse Macabre, ovvero Le vampire di Praga e Sangue freddo, sono disponibili in un volume doppio edito da Excalibur, con doppia copertina, su entrambi lati con un'immagine della protagonista, interpretata dalla modella Délice la Rouge. Lo trovare in vendita nelle librerie Mondadori (dove lo potete ordinare, anche se alcuni vi racconteranno il contrario) e online su IBS, Mondadori Store, e Amazon. Chi passasse da San Nicola Arcella la sera di sabato 19 potrà acquistarlo sul posto: sarò lieto di fare una dedica.

Ma intanto non abbassate la guardia. Non lasciatevi ingannare o sedurre da vampiri o vampire al di fuori della letteratura o del cinema: in qualsiasi epoca, sono sempre belve pericolose dall’aspetto falsamente umano, che si nutrono del nostro sangue. Fenomeni di un baraccone che ancora ci spaventa e ci affascina, dopo tanti secoli. O dovrei dire millenni?

Leggi anche gli altri post del Premio Torre Crawford:

-l'intervista a Giada Trebeschi

-l'intervista a Cristiana Astori

-l'intervista ad Andrea Carlo Cappi

-F.M. Crawford raccontato da Andrea Carlo Cappi

-il mito del vampiro raccontato da Andrea Carlo Cappi

-i vincitori dell'edizione 2020



Premio Torre Crawford - Cristiana Astori

Sabato 19 settembre dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford. Nato a Bagni di Lucca nel 1854, visse in India e negli Stati Uniti per poi tornare in Italia, dove abitò nella sua villa a Sant'Agnello (Napoli) e a San Nicola Arcella nella torre spagnola del XVI secolo che oggi porta il suo nome (nella foto). Proprio nella località del cosentino ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita, pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Morì a Sant'Agnello nel 1909.

La scrittrice e traduttrice Cristiana Astori è tra gli ospiti tanto della serata di sabato 19, 
quanto dell'antologia Perché il sangue è la vita edita da Oakmond Publishing: il libro ufficiale del Premio Torre Crawford, oltre alla storia originale dello scrittore americano e ai vincitori del concorso letterario, contiene la sua novelette  dal titolo Ti piace il sangue? L'autrice, già vincitrice di numerosi premi, dopo avere pubblicato racconti in molte riviste, esordi con un proprio libro a metà degli anni Duemila: il suo Il Re dei Topi entusiasmò cultori illustri della narrativa thriller e horror, quali Alan D. Altieri, Claudia Salvatori e Joe R. Lansdale, che la definì una scrittrice di storie lucide e taglienti, una stella brillante nei cieli della letteratura. Nella collana Il Giallo Mondadori, Cristiana Astori ha pubblicato la trilogia Tutto quel... proseguita dall'editore Eliott con il quarto romanzo, Tutto quel buio. Le abbiamo rivolto un paio di domande.


Che cosa significa l'horror, oggi?

L'horror di qualità è quello che rivela il lato oscuro dell'individuo o della società, e spesso attraverso l'uso di potenti metafore ci permette di guardarci allo specchio, e non solo di scoprire ma di vivere sulla nostra pelle gli aspetti più oscuri e spaventosi che ci appartengono e non sempre abbiamo il coraggio di affrontare.

Se l'horror ci mette di fronte a qualcosa di noi che forse non vorremmo vedere... perché è tanto amato da scrittori, sceneggiatori e lettori?

Proprio perché si tratta di un genere viscerale e coinvolgente. L'horror ha una valenza catartica e ci permette di abreagire le nostre paure, di dare loro sfogo e liberarcene. In sostanza, è una forma di narrativa che ci conduce in profondità: è quanto avviene in speleologia, quando ci si cala in una grotta oscura e fangosa per poi uscire a riveder le stelle. Conoscere il buio ci permette di comprendere l'importanza della luce.



giovedì 10 settembre 2020

Premio Torre Crawford - Andrea Carlo Cappi


Sabato 19 settembre dalle 19.00 al Belvedere (via Villa) di San Nicola Arcella (Cosenza) si celebra la serata del Premio Torre Crawford, in onore dello scrittore americano Francis Marion Crawford. Nato a Bagni di Lucca nel 1854, visse in India e negli Stati Uniti per poi tornare in Italia, dove abitò nella sua villa a Sant'Agnello (Napoli) e a San Nicola Arcella nella torre spagnola del XVI secolo che oggi porta il suo nome (sopra, in una foto di Amalia Grosso). Proprio nella località del cosentino ambientò il suo racconto più celebre, Perché il sangue è la vita, pietra miliare nella letteratura sui vampiri. Morì a Sant'Agnello nel 1909.


Lo scrittore, editor e traduttore Andrea Carlo Cappi, presidente della giuria del Premio Torre Crawford, è anche il curatore dell'antologia Perché il sangue è la vita edita da Oakmond Publishing. Il volume contiene i racconti selezionati al concorso insieme alla storia originale di F. M. Crawford e alla novelette dell'autrice-culto dell'horror italiano Cristiana Astori Ti piace il sangue?

Cosa può anticipare del libro?

L'idea era di mettere a confronto l'opera originale di Crawford - che ho ritradotto io stesso - con storie contemporanee di autori italiani, ispirate dalla stessa citazione della Bibbia che lo scrittore aveva scelto come titolo. Gli eventi che hanno segnato il mondo durante il concorso hanno influito su alcuni autori, trasformando il libro in un'originale testimonianza del nostro tempo.


Come sono stati scelti i racconti vincitori?

Sulla base della qualità, dell'originalità e del rispetto della citazione scelta come tema del concorso. Non dovevano per forza essere racconti di vampiri: uno di quelli selezionati è di fatto in puro stile Alfred Hitchcock presenta. La giuria ha letto testi presentati in forma anonima: solo alla fine ho saputo che tra gli autori premiati ce n'erano un paio già piuttosto noti. Ma intanto ho avuto il piacere di scoprirne di nuovi.

Cosa avverrà alla serata di sabato 19, di cui sarà il conduttore?

Sarà una serata di intrattenimento: da oltre venticinque anni amo proporre la cultura in modo divertente. Oltre alla premiazione, si assisterà allo spettacolo teatrale-musicale Sulla pelle del diavolo, di e con Giada Trebeschi e Giorgio Rizzo, a una brillante conversazione con gli ospiti e a un'esibizione di AlmaDance con il duo musicale Carmelina Colantonio-Luca Longo. Insomma, sarà tutto fuorché la noiosa presentazione di un libro.

Leggi anche gli altri post del Premio Torre Crawford:

-l'intervista a Giada Trebeschi

-l'intervista a Cristiana Astori

-l'intervista ad Andrea Carlo Cappi

-F.M. Crawford raccontato da Andrea Carlo Cappi

-il mito del vampiro raccontato da Andrea Carlo Cappi

-i vincitori dell'edizione 2020

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