Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori
Venerdì, ore 13. Ecco apparire, su Il Mondo del 18 maggio 1996, il seguente colonnino anonimo su Schiavo e Padrona dal titolo: NO GRAZIE: Un romanzetto stile “armony” (sic) ma in versione sado-maso... non è uno di quei libri da non perdere. Divertente solo la dedica: “a mio marito”. Chissà...
Questo è un esempio della mentalità italiacana sulla scrittura a firma femminile: collocazione in romance (a meno che non si scriva per l'infanzia), curiosità per il corpo della scrittrice nella sua vita reale, battuta goliardica e derisoria su un marito succubo.
Leggete questo passo del romanzo:
La discoteca Macumba sorgeva nell’hinterland, al centro di un vasto piazzale circondato da un’arida campagna devastata dagli incendi....
A pianta circolare, sormontata da un tetto di forma conica, pareva un gigantesco tendone da circo inamidato nel cemento.... un circo tristemente festoso, rutilante di fari, sormontato da un’enorme insegna al neon ricurva come la cometa di Betlemme e chiassoso di altoparlanti esterni che aggredivano l’aria con sparate di tecno e rap. Brillava nella notte della profonda provincia ad annunciare il rito collettivo dello sballo, come le chiese chiamavano i fedeli al contatto col divino.
... All’ingresso del locale si ergevano due statue in plastica fosforescente, alte tre volte una persona. Rappresentavano due corpi nudi, maschio e femmina, colti in una stereotipata posizione scultorea. Passando lì sotto, si subiva la fisicità esaltata dei due giganti incombenti: erano gli oggetti del desiderio, le divinità di cui ciascuno, entrando, andava in cerca.
E ditemi se Schiavo può essere mai pubblicato in una collana seriale di romance.
Ora, l'anonimo recensore aveva letto il libro? Secondo me sì. Tutto, scandalizzandosi per bene, e ovviamente fingendo di non scandalizzarsi. Offeso nel profondo che una donna possa elencare tutte le scene del calvario sessuale umano.
Mi bolla da scrittrice rosa prendendo a pretesto l'happy end: la sadica e il masochista che tentano di vivere felici e contenti. Era richiesto un finale tragico per i due amanti viziosi, in stile Ultimo Tango.
Ebbene, no.
Non è che mi piacciano le storie a lieto fine, ma adoro i ribaltamenti.
(Immagine realizzata mediante AI)