venerdì 19 dicembre 2025

Iperwriters - Iolanda e la sua sindrome

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 83 - Iolanda e la sua sindrome

Venerdì, ore 13. Alla fine ce l'ho fatta. Ho scritto un romanzo. Quello a cui pensavano le persone quando mi chiedevano: "A parte i gialli, non ti piacerebbe scrivere un vero romanzo?"
Solo che questo romanzo è anche un giallo, o piuttosto contiene tre fili di thriller. Così sottili che chi legge potrebbe anche non accorgersene. Il tono è piuttosto da romanzo generazionale e ritratto della decadenza di un'epoca.
Ce l'ho fatta: ho chiuso il cerchio fra letteratura “alta” e paraletterature trash per tornare a un prodotto che, contenendo tutte le paraletterature, raggiunge una sua dignità di scrittura. Iolanda, secondo Max, è stato il mio lavoro migliore nell'ambito della narrativa. Piace ancora oggi agli amici che lo leggono. Ha una sua eterna giovinezza.
Su La Stampa di Torino è nella classifica dei migliori thriller dell'anno, ma non entro nella cinquina del premio Scerbanenco.
Secondo me, quello che rende Iolanda unico nel suo genere è la mia analisi dell'immaginario. E' l'immaginario il vero protagonista (e il vero assassino) della storia, nelle modalità in cui muove le vite umane, in un tempo in cui, nutriti a fiction, cinema e televisione, ci si immagina più che vivere. Uno dei miei personaggi, Francine, crede di dover essere una grande attrice per aver avuto un fratello morto suicida. E' la "sindrome del fratello di Francine":
"… tutti hanno, tutti abbiamo, qualcuno o qualcosa, se non un fratello suicida, almeno una nonna protofemminista, una zia pazza che girava con la carabina a tracolla, un padre maniaco religioso... insomma tutti hanno un accidente qualsiasi, un trauma, una piaga, uno stravolgimento che li giustifichi... a diventare grandi romanzieri, grandi artisti, grandi attori, grandi qualsiasicosa.
Se non ce l’hanno nel passato, si ingegnano a crearselo nel presente, e così potete assistere a tutta una passerella di gente che si fa le pere, o si spara in moto a duecento all’ora, o trinca una bottiglia di vodka al giorno, o ruba senza averne la necessità, o fa sesso pesante nei cessi delle stazioni, o vive in case sudicie con un conto in banca di nove zeri ... gente disposta allo sregolamento più pazzo pur di essere in regola, gente che si sbatte per avere un fratello di Francine, convinta che sia il visto d’ingresso per gli Stati Uniti della creatività."

(Immagine: copertina di Iolanda Song - La canzone di Iolanda, riedizione da Delos Digital, 2020)


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