venerdì 10 ottobre 2025

Iperwriters - Recensioni di gruppo


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 78 - Recensioni di gruppo

Venerdì, ore 13. Le riviste, verso la fine degli anni '90, ti mettevano in gruppo per illustrare non la genesi e le intenzioni del tuo lavoro (a meno che non avessi registrato vendite da un milione di copie), ma un movimento, una tendenza, un fenomeno di costume con derive letterarie.
L'impressione era che tutto non fosse stato che un lavoro di gruppo dall'origine. Personalità ben formate venivano passate al frullatore, sminuzzate, convogliate in un imbuto e impastate.
Presto sono apparse recensioni di gruppo: articoli in cui gialli, noir e thriller (ormai prevalenti in narrativa) venivano valutati insieme, ciascuno con un suo colonnino di righe, e l'impressione era che i libri, considerate le dovute variabili, non fossero poi molto diversi l'uno dall'altro.
Al tempo, provavo un indefinibile senso di fastidio. Ora che guardo all'indietro, vedo il preludio di quello che avremmo avuto poi: lavoro di gruppo effettivo e reale.
Condizionando l'immaginario a credere in una letteratura di gruppo si è condizionata editoria, autori e pubblico a crearla. Si usava dire che una “tempesta di cervelli” potesse produrre risultati ben più brillanti e immaginifici del rimugirare di una mente sola.
Presto sono appparse coppie di scrittori. Niente di strano per dei giallisti, dato il precedente dei cugini Ellery Queen. Scrivere a quattro mani è molto comodo, quando le royalties servono solo ad arrotondare guadagni già in essere.
Ma quando i due sono diventati tre? Nel cinema e in televisione il lavoro, da sempre risultato di più menti, è deflagrato con facilità: fino a dodici sceneggiatori di puntata nelle serie televisive il cui soggetto originale è già stato scritto da otto.
Ma quando, dove è nato il progetto del primo collettivo di scrittori anonimi? Singole identità disperse, poi riunite in un cervello plurimo che pensa come uno solo. A meno che l'espediente del lavoro di gruppo non serva a smussare le armi degli haters (gli invidiosi sono degli individualisti: come insultare qualcuno che è una sigla insieme ad altri quattro?), si tratta evidentemente di una manovra che rispecchia il pensiero unico attuale o piuttosto, a doppio senso, lo sostiene e lo rafforza.
Tutto questo per prepararci a un'intelligenza unica che ha già pensato tutto quello che serve, e non occorre che sia naturale.

(Immagine generata, giustappunto, mediante AI)

Iperwriters - Recensioni di gruppo

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