Recensione di Andrea Carlo Cappi
Presentazione a Milano, Admiral Hotel, v. Domodossola 16 (ingresso libero)
sabato 28 settembre 2024 a "Torre Crawford Milano 2024", h15.00-19.00,
in collaborazione con Borderfiction Eventi e Vini Selezione Zona Brera
Il treno è uno degli scenari più classici del mystery, del noir e del thriller: un ambiente chiuso semovente in cui si intrecciano vite di sconosciuti (come quelli di Patricia Highsmith o, peggio ancora, quelli di Aldo Lado), si incrociano spie e criminali, si compiono rapine più o meno grandi e, se per caso a bordo c'è Hercule Poirot, di sicuro almeno un passeggero non arriverà vivo a destinazione.
Ultima carrozza di Cristina Cabelli Bonetti è imperniato su alcune persone che si incontrano sul Milano-Nizza delle 7.10 del mattino, ma non è solo una variazione su temi criminal-ferroviari; è anche l'apoteosi della narrazione a mosaico, in cui un doppio esercizio di stile - tutt'altro che facile per chi ha scritto il romanzo, ma ottimamente riuscito per chi lo legge - non è fine a se stesso, ma serve a mantenere sempre accesa la nostra attenzione.
In primo luogo, la storia non è raccontata né da un narratore esterno, né da un unico punto di vista. Si apre con un'allusione a uno degli incipit più efficaci della storia del cinema - quello di Viale del tramonto di Billy Wilder - e un personaggio che in altre storie sarebbe stato "il buono", ma non in questa; prosegue sul treno, che diventa l'ossatura della vicenda alternando soggettive diverse; per poi incorporare flashback, sempre dal punto di vista di vari personaggi.
In secondo luogo, la trama è presentata a schegge di vari momenti chiave nell'arco di vent'anni. Se in un giallo convenzionale è una figura indagante a portare alla luce il passato, qui invece spetta al pubblico il compito di raccogliere i frammenti e ricomporli nell'ordine giusto, man mano che l'autrice li lascia cadere nelle pagine, fino a disporre dell'immagine completa.
E qui devo ammettere di essere di parte: da ben prima che arrivassero sugli schermi i film di Christopher Nolan o di Quentin Tarantino, forse da quando mi capitò di leggere il fondamentale Due rampe per l'abisso di Rex Stout, mi appassionano le storie che non rispettano rigorosamente la successione cronologica degli eventi, per guidare invece il pubblico in un percorso di rivelazioni graduali.
Ed è proprio questo aspetto a trasformare - come dicono gli anglofoni - in un pageturner una vicenda in cui si intrecciano un detective privato dal cinismo assoluto, un killer professionista che rischia di diventare vittima del proprio datore di lavoro, un assassino seriale che nega a se stesso di esserlo, un giovane adottato in cerca dei propri genitori naturali, una donna in fuga dal proprio presente. E l'ultima carrozza diventa la diligenza di Ombre rosse.
Abbiamo già incontrato Cristina Cabelli Bonetti come autrice di Civico 22 e Incubi. Ora la ritroviamo - sempre autopubblicata su Amazon, per scelta di assoluta indipendenza - come abile macchinista di un romanzo che miscela giallo e noir e, per la sua forza di attrazione verso lo scioglimento finale, è assolutamente un thriller.
Cristina Cabelli Bonetti Ultima carrozza, 255 pagine, KDP.
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