Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori
Letteratura italiacana - 20 - Fuga da quale Bronx
Venerdì, ore 13. Sono nata negli anni '50, e se avete conosciuto una periferia italiana di quel decennio capirete perché volevo fuggire.
Mi sentivo come un pesce intrappolato in una pozza putrida durante la peggiore siccità del secolo.
In teoria, le mie aspettative di futuro sarebbero state quelle del boom. Ma venendo dalla casta sociale più bassa, con un corredo di ostacoli esterni (i coevi ci odiano) e interni (ci facciamo del male e gli altri ne approfittano), era escluso che potessi accedere allo status di autore di successo entro i trent'anni, e costruirmi uno di quei feudi televisivi che allora (ancora) garantivano una durata e un nome. Ero destinata a non pubblicare mai neppure uno sciagurato libro di poesie a pagamento.
Il solo ascensore sociale a mia disposizione era per l'inferno.
Di tutto quello che poteva subire una femmina biologica e in particolare una femmina non conforme alla richiesta sociale (bullismi, molestie, mobbing, eccetera) non mi hanno veramente fatto mancare nulla. Volevo fuggire, ma non volevo suicidarmi.
E volevo sottrarmi a un destino sociale da moglie di qualcuno o schiava salariata. Avevo un sacro terrore dell'insegnamento in scuole come quelle frequentate da studente e nessun interesse per altri mestieri.
Dovevo arrangiarmi con i soli strumenti storici che da sempre permettevano alle femmine di umili origini di salire: la religione, lo spettacolo e la scrittura.
Un'altra carriera, mi direte? Sì, forse, appartenendo a una casta alta, avrei tentato con la magistratura o la politica, che non avrebbero escluso un'attività letteraria collaterale... anzi, l'avrebbero favorita.
Ma, ci crediate o no, negli anni '60 avere successo come scrittrice mi pareva perfino più probabile, più realizzabile che avanzare faticosamente in un altro campo, meno prestigioso. Come dire, non potevo scalare l'Everest ma potevo volare sulla luna.
Ma, mi chiederete: Non lo sapevi che in Italia nessuno riesce a vivere di diritti d'autore?
Avevamo pagato per i libri letti. Ci sembrava naturale essere pagati per quelli che avremmo scritto.
No, non lo sapevo. Noi non lo sapevamo.