La banca dopo il colpo (dal "Corriere d'Informazione") |
La Boutique del Mistero, di Andrea Carlo Cappi
Nel 1953 a Milano non si usava ancora festeggiare San Valentino come si fa oggi. Inoltre il 14 febbraio era un sabato e al sabato si lavorava come gli altri giorni: le fabbriche e le banche erano aperte.
Lavoravano anche i rapinatori. Il loro ambizioso obiettivo era una banca in via Solferino (sotto le finestre del "Corriere della Sera", il quotidiano per eccellenza) all'angolo con via Montebello, a breve distanza dal passo carraio della Polizia. Una vera sfida.
Quel giorno di San Valentino la mala milanese fece un salto di qualità, rispetto alla stagione dell'immediato dopoguerra, dominata dalla banda dell'Aprilia nera di Bezzi e Barbieri (leggi qui la loro storia). Ebbe inizio l'era delle grandi rapine, che sarebbe durata fino agli anni Settanta.
Quella mattina i banditi si mettono all'opera verso le otto del mattino, per procurarsi l'automobile per il colpo. Hanno messo gli occhi su una Lancia Aurelia con autista, che aspetta sotto casa in via Mozart un dirigente della Pirelli per portarlo in fabbrica. Il tentativo fallisce: l'autista riesce a fuggire con la macchina. Nessun problema. Dietro l'angolo, in via Barozzi, un'altra Lancia Aurelia con autista attende un dirigente della Bassetti. Tre uomini saltano a bordo, costringono l'autista a partire e lo abbandonano ai vicini giardini pubblici.
Alle 9.25 la banda fa il suo ingresso con le armi spianate nella filiale 26 del Credito Italiano, neutralizza impiegati e clienti senza colpo ferire. Il direttore Maestri fa appena in tempo a comporre il numero 777, quello della Polizia. Ma alle 9.33 i rapinatori sono già a bordo della Lancia Aurelia, pronti alla fuga. Troppo presto persino perché la Volante possa far uscire le sue camionette da via Montebello e lanciarsi all'inseguimento.
Tuttavia ce n'è una già in strada, di pattuglia, che riesce a mettersi alle calcagna dell'auto in fuga. All'epoca la Polizia ha a disposizione solo le vecchie Jeep Wyllis della Military Police statunitense, rimaste in città dopo la guerra. Alla caccia si unisce una moto con sidecar della polizia. Ma l'autista della banda sa il fatto suo: evitando di stretta misura di scontrarsi con un'altra macchina, riesce a farsi largo nel traffico e a seminare gli inseguitori.
I rapinatori scompaiono con il bottino come fantasmi nella nebbia. A nulla servono le indagini: nessuno scoprirà mai le loro identità, né si riuscirà a recuperare il denaro rubato. Da quel momento, la Polizia rimodernerà il suo parco macchine, per affrontare una nuova generazione di criminali ad alta velocità. Ma dopo settant'anni la rapina di San Valentino è un caso ancora irrisolto.
Mi sono imbattuto in questa storia alcuni mesi fa e ne ho tratto un racconto lungo intitolato appunto "Il colpo di San Valentino", pubblicato nell'antologia di autori vari "Menegang - Milano noir dagli anni '50 a a oggi" di Edizioni Borderfiction e disponibile in ebook e volume cartaceo in esclusiva su Amazon (fai click qui per scoprire di più). Nel racconto immagino chi possano essere i rapinatori, in una vicenda che alla preparazione ed esecuzione del colpo unisce anche gli intrighi politici dell'epoca e persino una scomoda storia d'amore.
(Dalla puntata de "La boutique del mistero" trasmessa il 13 febbraio 2022 su Radio Number One).
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