Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori
Venerdì, ore 13. Ormai avrete capito che la nave Iperwriters non passa mai in perfetto orario. Non per elogio della lentezza, ma per vera lentezza. Il motivo è ovvio: siamo vecchi.
Ragioniamo perciò sulla prima biodiversità invisibile: i morti, che non vanno più in cielo, ma in un luogo cieco innominato ben recintato da invalicabili tabù. I morti (e dunque il pensiero dell'aldilà) non hanno più uno status sociale: esiste solo la vita in una perpetua tensione giovanile che si risolve bruscamente nel nulla.
Addio al tale, il talaltro ci ha lasciati. Non passa neppure un giorno, sui social sono finiti i like, si applaude ai funerali (finalmente Bill defunto non è più un problema?) ed è l'oblio.
I vecchi vengono appena prima dei morti nell'opera di rimozione culturale dello scorrere del tempo e della Storia. I vecchi, che nessuno ascolta e rispetta a meno che non abbiano fatto un lifting e non siano in televisione. Mentre si finge di proteggerli, non si vede l'ora che si tolgano dai piedi. E di fatto vengono trattati come il cavallo de La fattoria degli animali di Orwell, che dopo una vita spesa per il bene della comunità viene mandato al macello.
I vecchi quando diventano brutti, cioè in tutta l'evidenza della vecchiaia, non più competitivi sul mercato del sesso. I vecchi non più produttivi e utili, a cui si cerca di negare la ricompensa dovuta. I vecchi che credono ancora di avere dei diritti, malati terminali come in un film americano: la tua assicurazione non copre le spese!
Nel mondo contemporaneo presentificato ogni essere vivente nasce con una data di scadenza, come tutte le merci in vendita. Fra la data di scadenza sociale e quella naturale decisa dalla biologia e dal destino (la morte) si entra in una sorta di inferno laico dove si vaga in uno stato di marginalizzazione permanente.
E' come essere sparati verso la morte in una corsa ultrasonica, anche se tutto sembra immobile.
Diversa è la condizione di chi nasce vecchio, consapevole del cambiamento, dello scorrere del tempo e dei cicli storici, e di quanto sia innaturale l'attuale vuoto pneumatico.
Perché negare la morte e la premorte è negare la vita.
Noi di Iperwriters, vecchi ci siamo nati.
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