Delucidazioni di Andrea Carlo Cappi
Dopo il riassunto della fase più recente del Marvel Cinematic Universe e prima di toccare argomenti
potenzialmente spoiler, posso dire ciò che già si
conosce dalla conferenza stampa dell’ottobre 2014 in cui i Marvel
Studios presentarono i progetti a venire sull’universo basato sui
fumetti di Stan Lee e soci. La vicenda delle Pietre dell’Infinito,
con tutto ciò che esse comportano, non si conclude con questo
film. La storia è stata preparata meticolosamente, aggiungendo
un tassello dopo l’altro, episodio dopo episodio, a partire dal
2011 con Captain America – The First Avenger. La seconda
parte, annunciata per il maggio 2019, si sarebbe dovuta intitolare
Avengers- Infinity War II, mentre ora è etichettata semplicemente come Avengers 4. Circola la voce, attribuita all’attrice Zoe
Saldana, che possa chiamarsi Infinity Gauntlet
(ovvero Il guanto dell’Infinito, titolo della
saga originale a fumetti del 1991). I film del ciclo in uscita prima del
maggio 2019 – i prossimi annunciati sono Ant-Man and The Wasp
e Captain Marvel – sono ambientati prima degli eventi
di Infinity War. Altri tasselli che andranno a comporre lo
scenario completo.
Sul piano pratico, più di
ogni altro episodio dell’MCU, Infinity War richiede la
visione preventiva di una buona parte dei capitoli precedenti con i
vari personaggi. I film sono quasi tutti disponibili in vari supporti
video e alcuni sono già passati sulle reti televisive. Non
entrate quindi al cinema aspettandovi che venga ripresentato singolarmente
ogni personaggio, tra protagonisti e comprimari di ogni serie:
Infinity War dura due ore e trentasei minuti e sono in scena
almeno una settantina tra supereroi, loro parenti, amici, alleati e
nemici, quindi non c’è spazio per i riassunti; fate
riferimento al mio articolo precedente e alla prima parte di questo,
in cui vi ricordo alcuni punti da tenere presente a proposito delle
Pietre dell’Infinito. Sarete avvisati quando cominciano gli
spoiler.
Cosa sono, per cominciare, le
Pietre dell’Infinito? Sono sei gemme forgiate al tempo del Big
Bang, ognuna delle quali ha un potere immenso, pericoloso se dovesse
cadere in mani sbagliate. Sono state custodite per millenni in luoghi
sacri, ma da qualche tempo a questa parte sono riemerse, con
conseguenze spesso devastanti. Perché le Pietre interessano a
Thanos, re di Titano? Ovvio: sia per l’immenso potere che ha
ciascuna di esse, sia per il potere moltiplicato che acquisiscono una
volta riunite. Per questo Thanos dispone del Guanto dell’Infinito,
che dovrebbe raccoglierle tutte e sei.
La Pietra dello Spazio, contenuta
nel Tesseract (o Cubo Cosmico, per chi ricorda i fumetti di Capitan
America degli anni Settanta) è stata recuperata in Norvegia
durante la Seconda guerra mondiale da Johann Schmidt alias Teschio
Rosso (Hugo Weaving); maneggiata da questi con troppo noncuranza
nello scontro finale di Captain America – The First Avenger, la Pietra lo ha scagliato chissà dove nello spazio-tempo, prima di sprofondare nell’Atlantico. È stata recuperata dallo SHIELD (il servizio
segreto dell’universo Marvel) e il suo capo Nick Fury (Samuel L.
Jackson), alla fine di Thor l’ha affidata al professor
Selvig (Stellan Skarsgård)
perché la studiasse. Innescando così la catena di
eventi imprevedibili pilotata da Loki (Tom Hiddleston) in accordo con
Thanos (Damion Poitier), per favorire l’invasione aliena della
Terra fermata nella Battaglia di New York in The Avengers. La
Pietra è stata portata quindi ad Asgard e qui custodita fino al
Ragnarok, quando è stata ritrovata da Loki poco prima della
distruzione totale. Difficile che questi abbia resistito alla
tentazione di appropriarsene di nuovo, portandola con sé
nell’esodo degli asgardiani...
La Pietra della Mente si trovava
nello scettro di Loki, che se n’è servito in The Avengers
per controllare il professor Selvig e Clint ʻOcchio di Falco’
Barton. Caduta in mano all’Hydra (organizzazione creata a suo tempo
dal Teschio Rosso), è stata usata per conferire poteri ai
gemelli Pietro e Wanda Maximoff, che tuttavia sono passati dalla
parte dei buoni. Studiata da Tony ʻIron Man’ Stark e Bruce ʻHulk’
Banner (Mark Ruffalo), ha accidentalmente dato vita al malefico
Ultron (James Spader), per poi animare l’androide benevolo chiamato
Visione (Paul Bettany). La Pietra si trova ora sulla fronte di
Visione. Questi, entrato a far parte dei Vendicatori, ha una storia
d’amore nascente con la collega Wanda ʻScarlet Witch’ Maximoff
(Elizabeth Olsen), anche se in Civil War i due si sono trovati
da parti opposte della barricata.
La Pietra della Realtà, che
si manifesta anche sotto forma di Etere, è stata recuperata
dopo che in Thor – The Dark World è stata usata
nel tentativo di distruggere la Terra da parte di una delle razze
ribelli tenute sotto controllo per millenni dagli asgardiani.
Costoro, non fidandosi a conservare ad Asgard ben due Pietre
dell’Infinito – Spazio e Realtà – hanno affidato
quest’ultima al Collezionista (Benicio Del Toro), che la custodisce
fra i suoi trofei nella propria dimora sul planetoide Knowhere. È
lui a spiegare le origini delle Pietre e il loro potere ai Guardiani
della Galassia.
La Pietra del Potere è
rimasta a lungo indisturbata nel suo contentore, l'Orb, sul pianeta Morag. Fino a quando Thanos
(ora interpretato da Josh Brolin) ha deciso di impadronirsi
dell’intera collezione. Ha incaricato quindi di sottrarla il suo
affiliato Ronan (Lee Pace), mettendogli a disposizione le proprie
figlie adottive, le guerriere Nebula (Karen Gillan) e Gamora (Zoe Saldana). Ma
Ronan intendeva appropriarsene per distruggere il pianeta Xandar, con
cui aveva vari conti in sospeso; Gamora voleva invece venderla al
Collezionista; mentre il primo a rubarla è stato Star Lord (Chris
Pratt), anche se alla fine la Pietra finiva nelle mani di Ronan. È
così che nacquero i Guardiani della Galassia, che riuscirono a
evitare la distruzione di Xandar e affidarono la Pietra alle autorità
locali perché la custodissero.
La Pietra del Tempo è stata
ereditata e impiegata in modo brillante dal dottor Stephen Strange
(Benedict Cumberbatch) nel film a lui dedicato e si trova nel
medaglione che questi porta al collo, denominato Occhio di Agamotto.
Strange ha imparato a usarla con la consulenza più o meno
volontaria del bibliotecario Wong (Benedict Wong), assistente
dell’Antica (Tilda Swinton) di cui è divenuto l’erede come
Signore delle Arti Mistiche.
Quanto alla Pietra dell’Anima,
ancora non si sa dove si trovi, ma qualcuno potrebbe avere un
indizio... E da qui in poi, vi avviso, cominciano gli spoiler!
Libero spoiler, da qui in avanti,
anche se cercherò di moderarmi. Torniamo a quanto stavo per
dire, ma mi sono trattenuto, all’inizio del mio articolo precedente. Le reazioni a Infinity
War da parte del pubblico in sala sono di shock. L’ho visto
alla prima proiezione pomeridiana in una città spagnola, tra
ragazzi che indossavano magliette di Spiderman e Capitan America (io,
per non essere da meno, portavo quella con il logo dello SHIELD).
Ammutoliti e immobili, hanno seguito tutti i titoli di coda in attesa
di un barlume di speranza. Che in effetti arriva nella sequenza dopo
i titoli di coda, tenue e ancora non del tutto chiaro: il suo
autentico significato verrà precisato dall’imminente Captain
Marvel. Una ragazza, alzandosi infine per uscire, ha mormorato:
«Sto ancora tremando».
Non siamo infatti di fronte a una
situazione tipo L’impero colpisce ancora, in cui alla fine,
sì, Han Solo era stato catturato, ma gli eroi si accingevano
ad accorrere in suo aiuto, rassicurando gli spettatori per il
seguito. Qui siamo di fronte a una situazione come quella in cui
James Bond stringeva imbambolato il cadavere della moglie, mentre
Blofeld se ne andava libero di conquistare il mondo. In questo caso,
anche peggio, dal momento che l’obiettivo di Thanos è
purificare l’universo eliminandone metà degli abitanti.
Ciliegina sulla torta: il messaggio che alla fine di ogni film
promette il ritorno imminente di uno degli eroi visti in scena si
riduce stavolta a un lapidario Thanos will return. Perché
alla fine la sconfitta è totale e rimane in piedi quasi solo
lui.
Il conteggio delle vittime
comincia fin da subito, quando a conferma dei nostri timori
l’astronave che intercetta i profughi asgardiani risulta proprio
essere quella di Thanos. Mentre Heimdall spedisce al volo Bruce
Banner sulla Terra, Thor viene catapultato nello spazio e recuperato
dai Guardiani della Galassia, che danno il loro tocco di umorismo in
una situazione drammatica.
Ha inizio così una
singolare combinazione di squadre di eroi che combattono sulla Terra,
su Titano e su Knowhere per impedire a Thanos di completare la
collezione. Ma non è facile, perché una pista conduce il malefico alla finora introvabile Pietra dell’Anima, custodita da una
figura già nota (riconoscibile anche se ne è cambiato
l’interprete). Si arriva così alla grande battaglia finale
nel Wakanda, in cui il premio è la Pietra della Mente, che non
può essere rimossa dalla fronte di Visione senza ucciderlo...
a meno di realizzare per tempo una complessa operazione e distruggere
la gemma prima che sia troppo tardi.
In fondo è vero: pur
circondato da tutti gli eroi Marvel, è Thanos il vero
protagonista del film, il personaggio che ha maggiore spazio per
l’introspezione psicologica. Il suo obiettivo è così
importante da convincerlo a fare qualsiasi sacrificio personale, che
ovviamente costa la vita a qualcun altro.
Ed è una scelta coraggiosa
quella della Marvel di realizzare un film monumentale che interrompe
la storia nel momento della più completa e disperante débacle.
Ma siamo solo a metà di Infinity War e non va
dimenticato che le Pietre possono modificare Tempo, Spazio e Realtà
tanto per il peggio quanto per il meglio.
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