venerdì 24 gennaio 2025

Iperwriters - Fiaba etnica e thriller

 

Immagine generata mediante AI

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 63 - Fiaba etnica e thriller

Venerdì, ore 13. All'università mi ero accostata al formalismo russo e i libri di Vladimir Propp (Edipo alla luce del folklore e Le radici storiche dei racconti di magia) mi avevano affascinata, lasciandomi una profonda impressione che dura tuttora.
Propp analizzava la fiaba di Cenerentola evidenziandone le variazioni e mutazioni dal folklore di un popolo all'altro, da una parte del mondo all'altra. La fiaba narra di una regina (o principessa, o nobile) vilmente spodestata che riconquista il suo regno per intervento soprannaturale della madre morta (o maga, o fata): giustizia trionfa. La sua origine si perde nella notte dei tempi e ogni civiltà ha una sua Cenerentola. La struttura della storia non cambia; cambiano a volte alcuni elementi narrativi.
Negli anni '90 pensavo che il thriller (e spesso lo dicevo in pubblico) potesse costituire l'equivalente di una fiaba etnica adattata alla nostra epoca, in cui non ci sono più re e regine, streghe, maghi e cavalieri, ma soltanto un omologato e smarrito “noi”. L'etnia a cui mi riferisco non è più circostritta e identitaria, ma planetaria e globalizzata.
Da un paese all'altro, da un'abientazione all'altra, il thriller si presenta come una favola nera. Laica e razionalista, conserva tuttavia echi dei racconti di magia: l'impatto emotivo, la paura, il mistero, la dimensione onirica.
I personaggi sono: il killer (più o meno mostruoso e creativo), il detective e le vittime. La struttura in genere segue questo schema: shock iniziale per l'assassinio di una prima vittima, indagini e caratterizzazione del detective, crescendo drammatico con più vittime, svelamento, psicodramma con vittoria (o talvolta sconfitta, o finale aperto) delle forze del Bene.
Dimentichiamoci pertanto di ogni pretesa di realismo: i nostri detective sono Cenerentole alla ricerca non di un regno (ogni regno è perduto), ma di una “verità” in un mondo in cui si è assassini, o vittime, o spettatori perlopiù impotenti. La giustizia non trionfa, ma ne resta uno straccetto, magari sporco.
Si sceneggia il Male in ogni fiction, senza limiti e censure. E a volte mi chiedo se questo estrarre tutti gli scheletri dagli armadi, scoperchiare tutte le tombe, sturare tutte le latrine sia benefico, cura per una società malata, o la manifestazione stessa del Male che cammina sulla terra.
Non ho ancora una risposta.

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