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Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori
Letteratura italiacana - 53 - Others are strange
Venerdì, ore 13. Certamente, la gente è strana quando sei uno straniero solo. Anche senza la canzone dei Doors lo sapevo già. Ma non mi sono mai sentita in difetto. Mai un solo momento. Ho avuto dubbi e insicurezze sulla riuscita di questo o quel lavoro o progetto: questo non significa sentirsi sbagliati nel nucleo fondamentale e intimo del proprio essere.
È la gente a diventare strana quando si trova di fronte a qualcosa di non riconoscibile, non catalogabile, non allineato. Qualcosa che va da sé, che segue una propria strada, che è semplicemente... vivo.
Ma, mi direte, non ero riconoscibile e catalogabile? Figlia di operai, povera e donna. Avrei dovuto essere la bandiera per la quale combattere e dare il sangue. Non esageriamo, versare sangue non si usa più. Ma avrei potuto aspettarmi di essere benvoluta, coccolata, supportata, promossa, premiata, no?
No.
Ora, per molto, molto tempo non ne comprendo il perché.
Mi pare di essere circondata da un immenso mondo gelido, buio, inospitale, in cui i miei tentativi di dimostrare che esisto vengono tollerati a denti stretti o respinti con fastidio, come se fossi una cameriera non lavata seduta fra gli invitati a un party.
Quando rendi la gente strana, tanta stranezza alla fine ti aggredisce e ti fa ammalare. Non puoi guardare negli occhi la gente che vede della stranezza in te.
Certo, di tanto in tanto vedevo la luce, e incontravo angeli. Nulla di biblico, o cattolico: intendo esseri vivi, intelligenti e onesti. Angeli nella merda. Avevo un angelo come compagno di vita, uno che, essendo migliore di me sotto tutti i punti di vista, rendeva la gente ancora più strana di quanto la rendessi io. Max sarebbe stato un grande attore (ho un articolo su Il resto del Carlino che lo definisce effettivamente così), ma i teatranti locali lo ignoravano. Quando non lo odiavano.
Gli angeli, se non chiedono scusa di esserlo, vengono demonizzati. La loro gentilezza naturale spaventa la casta padrona, la cui “disponibilità” è solo artificio.
Se consideriamo l'arroganza stellare dei radicalchic e il loro odio verso i poveri, si può comprendere quanto possano sentirsi minacciati dai talenti di chi sbuca fuori dalle fosse biologiche sociali.
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