giovedì 28 dicembre 2023

Iperwriters - Gli (apparenti) opposti si attraggono

Photo: Borderpolar Photographer on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 37 - Gli (apparenti) opposti si attraggono

Venerdì, ore 13. Siamo all'inizio degli anni '90, e quasi al termine di sette anni di macerazione intellettuale e professionale.
L'ascensore sociale, o quello che io avevo preso per tale e in realtà era solo un contenitore senza pulsanti, ha un tetto chiuso sopra la mia testa. Ci sono solo un paio di giallisti italiani in attività, e per i nuovi autori (al momento) lo spazio è limitato all'ambito del Premio Tedeschi, che si vince una volta sola. Quel po' di gloria locale (interviste, un ingaggio per un giallo a puntate, inviti, i miei parenti quasi fieri di me), svanita. La grande editoria “alta” è per me una piovra aliena.
Il mio unico tentativo di letteratura “seria”, La donna senza testa, è fallito. E del resto mi hanno detto che "altro è la letteratura" rispetto a quello che faccio.
Mi muovo ambiguamente in un contesto ambiguo. Ho una formazione umanistica, con passioni prevalenti per la filosofia e la storia, ma scrivo intrattenimento. La mia posizione sociale riflette questo stato: ho troppo talento per lasciarmi scivolare nell'ignoranza generalizzata, ma sono priva del tipo di talento richiesto.
La soluzione?
Bene, dopo molti tormenti decido di ignorare il tormento. Il problema è creato da contingenze storiche inesistenti in passato. Basta scrivere seguendo se stessi e anche fare letteratura. La lezione la conoscevano già gli gnostici duemila anni fa: fare di due mani una sola mano.
Basta ignorare il Novecento, il secolo dell'assassinio dell'arte e del divorzio fra letterature alte e basse, e prendere a modello gli scrittori ottocenteschi, il cui valore non era dato dalla pratica di un genere o da variazioni stilistiche, ma da un risultato estetico intrinseco nell'opera, nel cuore dell'opera, fatto di potenza immaginativa, ricerca della perfezione e intensità al calor bianco. Arte e intrattenimento.
Quel risultato estetico, quello scintillio inventivo, negli anni successivi, lo avrei trovato in alcuni dei miei coevi scrittori italiani di genere, e non nei capolavori moderni (o venduti come tali) che effettivamente si vendevano, diventando paradossalmente il vero intrattenimento del nostro tempo.
I miei coevi che, invece di fare i novecenteschi vendendo minuzie sussiegose, facevano gli ottocenteschi.

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