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Iperwriters, editoriale di Claudia Salvatori
Letteratura italiacana - 2 - Rossana
Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters porta (me ne rendo conto scrivendo) la storia dei miei rapporti con le Belle Lettere o, come dite oggi, l'abbozzo di un romanzo di formazione. Avevo tredici anni quando la mia insegnante (volontaria) di scrittura creativa mi ha mostrato la via di fuga dalla vita che altri avevano creato per me.
Eravamo in due a scrivere bene in italiano. L'altra era la mia compagna di banco e grande amica Rossana. Il suo nome era Rosanna, in realtà. Molto più etnico e molto meno prezioso: e lei ne soffriva. Si faceva chiamare Rossana per la protagonista femminile di Cyrano.
Non so come e dove avesse potuto avvicinare Rostand. Forse un libro del padre, o del nonno. Ma che una ragazzina fiutasse e si immergesse in quel mondo era un fenomeno raro, quasi un miracolo nella nostra periferiaccia. Una prova inconfutabile di Letteratitudine (prendo a prestito il titolo di un noto blog), ovvero di attitudine alla Letteratura.
Un'altra, o un altro, non avrebbe prestato la minima attenzione a Cyrano (un'opera straniera, neppure roba di scuola) per dedicarsi a cose più importanti, per esempio bullizzare i bambini più piccoli.
Ricordo il severo sarcasmo della nostra insegnante nei suoi confronti: “Non scrivere che le cime degli alberi sono svettanti, solo perché abbiamo appena letto Manzoni. Cosa credevi di fare? Usa parole tue”. La prof non risparmiava neppure me, che scrivevo colossi con due elle (unico errore con cui ero uscita dalle elementari).
A Rossana e a me la prof pareva ingiusta: gli altri potevano scrivere tutto l'italiacano che volevano, e lei se ne fregava. Ma capivamo anche che in classe lavorava soltanto per noi, e non era una sensazione sgradevole. Per nulla.
Comunque, con Rossana avevamo stabilito che da grandi avremmo fatto la scrittrice o l'archeologa. Ci parevano i soli mestieri degni di essere presi in seria considerazione. Gli altri, quelli che ci proponevano nelle capanne degli schiavi in cui eravamo nate e cresciute, erano improponibili.
Ho ancora una poesia di Rossana, dedicata a me, scritta per parafrasare A Silvia di Leopardi: "Claudia, rimembri ancor quel tempo..."
Che tu sia benedetta, Rossana, dovunque ti trovi adesso.
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