La Boutique del Mistero, di Andrea Carlo Cappi
Una settimana fa parlavamo di scandali a proposito del cinquantennale del caso Watergate e ho accennato allo scandalo Partygate del primo ministro britannico Boris Johnson, che proprio giovedì per questa ragione ha dato le dimissioni. Per fortuna la Gran Bretagna ha creato anche miti duraturi tra cui quello dei Beatles, che sta per compiere sessant'anni e che viene celebrato da un romanzo presentato a Milano venerdì scorso.
Il 4 settembre '62 i Beatles - cioè Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e il batterista Ringo Starr che si è appena unito alla band - entrano per la prima volta in sala di registrazione agli Abbey Road Studios di Londra e il 5 ottobre lanciano il loro primo 45 giri, "Love Me Do", dando inizio al fenomeno che un paio di anni dopo diventa la Beatlesmania e che segna tutti gli anni Sessanta: il periodo della British Invasion, in cui musica e spettacolo dalla Gran Bretagna dilagano in tutto il mondo e la Swingin' London diventa un punto di riferimento culturale per musica, cinema e televisione.
Il più prolifico e attivo dei Beatles è senz'altro Paul McCartney, che lo scorso 18 giugno ha compiuto ottant'anni. Ma Sir Paul è anche il protagonista suo malgrado di fake news nate cinquantacinque anni fa, che sono l'esatto contrario di quelle che riguardano Elvis Presley. Mentre di Elvis, morto nel 1977, si dice che in realtà sia ancora vivo, a proposito di McCartney a partire dal 1967 si racconta che in realtà sia morto e che gli altri Beatles lo abbiano sostituito con un sosia: è la leggenda chiamata "Paul is dead", ovvero "Paul è morto".
Secondo la leggenda, il 9 novembre 1966, quando i Beatles sono all'apice del successo mondiale, il ventiquattrenne Paul McCartney ha una discussione con gli altri membri della band negli Abbey Road Studios. Esce di pessimo umore, parte a tutta velocità sulla sua Aston Martin e muore decapitato in un drammatico incidente d'auto.
La morte di Paul sarebbe un trauma insanabile per il pubblico britannico e per l'immagine del Regno Unito a livello globale, quindi il servizio segreto di Sua Maestà, l'MI5, decide di nascondere la notizia. A questo scopo, secondo la leggenda, si allestisce una clamorosa messinscena: viene reclutato un giovanotto di nome William Shears Campbell, vincitore di un concorso per il miglior sosia di Paul McCartney. I Beatles superstiti lo addestrano a imitare il vero Paul e lo usano come controfigura. Perché l'inganno regga, sospendono le esibizioni dal vivo, altrimenti il pubblico si accorgerebbe della differenza.
Ma i Beatles vogliono far sapere come siano andate realmente le cose e cominciano a disseminare indizi sulle copertine degli album, nei loro brani musicali e, addirittura, in messaggi cifrati che si possono ascoltare solo suonando i dischi al contrario. Quindi solo i fan più attenti possono scoprire l'orribile verità.
Qualcosa trapela già nei primi mesi del 1967, quando a Londra comincia a circolare la voce che Paul McCartney sia morto in un incidente d'auto. Le fake news varcano l'oceano e si diffondono in America nel 1969. A questo punto i fan di tutto il mondo cominciano ad andare a caccia di indizi nei dischi dei Beatles (per esempio sulla copertina dell'album "Abbey Road", in cui McCartney è l'unico a piedi scalzi), convincendosi che Paul sia morto e al suo posto ci sia un sosia.
McCartney è costretto e rilasciare interviste e farsi fotografare, per dimostrare al mondo che le voci sono false. Nel frattempo i Beatles si sciolgono nel 1970 e Paul comincia la sua carriera in proprio, tenendo concerti con la moglie Linda e con il gruppo The Wings, prova definitiva che è vivo ed è proprio lui, come attesterà la copertina dell'album "Paul is Live", parodia di quella di "Abbey Road".
Lo scorso 18 giugno, il giorno del suo ottantesimo compleanno, è uscito dall'editore Excalibur un brillante romanzo di Francesco G. Lugli e Ferruccio Gattuso, "Codice Beatles", che rielabora la leggenda in modo originale: è un thriller in cui un giornalista italiano scopre la verità sulla presunta morte di Paul McCartney e si trova coinvolto in un intrigo internazionale con le atmosfere surreali dei film e delle canzoni dei Beatles. Una storia piena di ironia e di mistero ma anche di tanta passione per la band di Liverpool. Io vi aspetto con la rubrica "La Boutique del Mistero" domenica 17 luglio alle 16.20 su Radio Number One, nel programma pomeridiano di Luca "Lukino" Galiati.
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