venerdì 4 marzo 2022

Iperwriters - Biodiversità invisibili: bontà (che comprende anche sincerità)

Photo by Alexander Schimmeck on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters passa, piena di bontà. Ma niente paura: non vogliamo contagiare nessuno con questa malattia. Chi è buono soffre già abbastanza in questo mondo. Rispettiamo perciò le distanze di sicurezza e prendiamo precauzioni.
Siete già buoni di natura? Prima di tutto, accettate le nostre condoglianze. Dal momento che siete già malati gravemente, salite pure.
Non sapete se siete buoni, cattivi, o un miscuglio di entrambe le cose, un grigio sfumato in cinque milioni di sfumature?
Bene. Se vi sembra inutile domandarvelo e vi sentite taaaanto buoni, siete cattivi. Se vi fate degli scrupoli di coscienza, siete grigi. Se vi truffano sempre, o quasi sempre, se alle code agli sportelli vi scavalcano come se foste dei fantasmi, se pochissimi vi sorridono e tutti si dimenticano di avervi visti anche se vivete in un certo luogo da dieci anni, allora siete buoni.
Ce ne dispiace molto. La bontà naturale porta a provare quei sentimenti che sono sempre stati naturali: pietà, compassione, impulso ad aiutare, consolare, alleviare le sofferenze del prossimo. Ma la bontà naturale oggi è stata sostituita dall'empatia, che permette di sentirsi buoni senza dover fare effettivamente nulla per gli altri, a parte dire: "Fatti aiutare". Che vuol dire: "Va' da qualcuno che ti collochi in una categoria riconoscibile, in modo che tu possa sentirti a posto in un mondo molto a posto dove ora sei fuori strada".
Se siete buoni di natura, è possibile che vogliate anche cose bizzarre come la giustizia, la lealtà, l'onestà, la sincerità.
La sincerità. Sappiamo tutto dei bugiardi patologici, ma che dire dei sinceri patologici? Se lo siete, sarete morti, o autistici, o in qualche modo impossibilitati a parlare. Avete dovuto imparare il linguaggio sociale per sopravvivere. Fate troppa fatica per mentire; siete diventati lenti a forza di pensare alle bugie da dire, finché nessuno vi ha ascoltato più, e ora avete perso la voce.
Del resto, non esiste più la verità; esistono soltanto cinquanta miliardi di sfumature di verità. E ho sentito con le mie fosche orecchie in un talk televisivo politico dire che chi è intelligente non dice mai la verità.
Rassegnatevi a essere dei poveri idioti.
Au revoir.

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