venerdì 4 febbraio 2022

Iperwriters - Biodiversità invisibili: giovinezza

Foto: Paul Teysen, from Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters passa, con il suo carico di giovani. Perché per i giovani c'è posto solo da noi, in mezzo al mare.
Per i giovani non c'è nulla. Non sarebbe questo il problema. Ci sono già state epoche storiche in cui per i giovani non c'era nulla, neppure il cibo, l'acqua e il fuoco: ma si sapeva. Fame, sete e freddo si percepiscono. Epoche di guerra, di povertà e di fughe da guerra e povertà, ben difficili da ignorare.
Oggi per i giovani non c'è nulla, ma non se ne ha coscienza. Non manca nulla, nel mondo contemporaneo, a parte la vita. E quasi nessuno lo sa.
I giovani sono vittime della presentificazione contemporanea, del solo qui e ora. Mentre in apparenza il mondo dovrebbe appartenere a loro, paradossalmente rimangono immobili. Schiacciati dall'immenso soffitto dei presentificati di successo che non possono o non vogliono invecchiare, vengono costretti ad evolversi in curiose forme orizzontali, vacue e irrisolte.
Queste forme orizzontali sono i sogni. Ai giovani viene detto (lo sentiamo quasi ogni giorno): non rinunciare mai al tuo sogno. Non viene loro detto che il sogno deve appunto rimanere tale. Generazione dopo generazione vanno a ingrossare le file di un esercito di sognatori vaganti da una falsa occasione all'altra.
Si sogna il film del proprio successo, con una catena di eventi che devono “fatalmente” verificarsi, altrimenti perché si vive?
Ma gli eventi slittano, non accadono o, se accadono, sono biforcuti. E mentre ti dicono "Credici, credici, altrimenti non ci crederanno gli altri!" vedi che gli altri non ci credono, e allora smetti di credere. Finché lo stato giovanile finisce, a seconda dell'età anagrafica o psichica. Allora si entra in una realtà bruta e vile, in un antiinferno che precede la vecchiaia, in cui non si sa che fare di se stessi ma ancora si è tormentati da qualche straccio di entusiasmo, qualche piccolo progetto, qualche voglia di felicità.
Certo, di tanto in tanto a qualcuno è concesso di realizzare il sogno: altrimenti, come potrebbero gli altri sognare? Ma il sogno realizzato ha una data di scadenza sempre più vicina, perché il numero dei presentificati di successo deve rimanere uguale, e il ricambio è necessario. Così, il sogno realizzato può diventare una realtà ancora più bruta e vile.
Salite a bordo, eterni bambini

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