Recensione di Alby Bottecchia
Colto, raffinato e scaltro Assane Diop, interpretato da Omar Sy (Quasi Amici, Lo sbirro di Belleville, Il richiamo della foresta), è un inafferrabile ladro che basa i suoi furti sulle avventure di Arsène Lupin, il suo eroe letterario preferito dall'età di quattordici anni.
Figlio di immigrati senegalesi, Assane viene cresciuto dal padre, Babakar, uomo di profonda cultura impiegato come autista presso i Pellegrini, un'illustre famiglia parigina; mentre il capofamiglia Hubert tratta l'uomo con sufficienza a causa delle sue origini, la moglie Anne e soprattutto Juliette, la figlia diciottenne, si affezionano al ragazzo.
Il furto della collana appartenuta a Maria Antonietta di proprietà dei Pellegrini viene fatto ricadere su Babakar, il padre di Assane, che viene convinto a firmare una confessione fasulla e ritrovato morto suicida pochi giorni dopo.
Inizialmente convinto della colpevolezza paterna, Assane entra in una prestigiosa accademia parigina, dove conosce le due persone più importanti della sua vita: il suo miglior amico Beamin Ferral e Claire, l'amore della sua vita e madre di suo figlio Raul.
Il piano per scoprire la verità, vendicarsi di Hubert Pellegrini e riabilitare il padre prende le mosse da un elaboratissimo colpo al Louvre. Tra furti, colpi di scena e trappole, Assane si troverà impegnato in una pericolosa partita a scacchi con Pellegrini, che inevitabilmente coinvolgerà le persone che ama e che il nostro ladro farà di tutto per proteggere.
George Kay e François Uzan - per la regia di Louis Leterrier (The Transporter, L'incredibile Hulk, Now you see me - I maghi del crimine) - rileggono in chiave contemporanea la leggenda di Arsène Lupin in un mix avvincente di ironia, azione e mistero. Una serie di cui questi primi cinque episodi (da Netflix è prevista a breve la seconda parte composta da altre cinque puntate), sono solo il preludio dello scontro tra Assane e il suo spietato avversario.
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