giovedì 18 settembre 2025

Iperwriters - Lavoro di gruppo


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 77 - Lavoro di gruppo

Venerdì, ore 13. Gli articoli sul nuovo boom editoriale del porno al femminile sono abbastanza seri e rispettosi. I titoli (si sa che vengono applicati da altri), al contrario, impazzano in una trivialità criptomisogina senza freni, e sembrano voler ridicolizzare le scrittrici facendo uso di tutto il repertorio di tutti i bar del pianeta.
Ma c'è qualcosa di più sottilmente disturbante.
Sempre L'Espresso, il 23 maggio 1996, un anno prima delle magnifiche undici, aveva pubblicato un altro lungo pezzo di Marisa Rusconi. Partiva con un'intervista a Marco Tropea che mi definiva “la più tosta di tutte” e sosteneva che non ha più senso parlare di maschile e femminile nella scrittura (gli avessero mai dato ascolto, dal '96 a oggi!). Proseguiva con interviste ad altri editori e direttori editoriali per analizzare il mutamento nella scrittura delle donne. La recente libertà femminile di scegliere nuovi strumenti espressivi... può dunque generare altri equivoci nell'eterno bipolarismo fra idillio e sopraffazione del rapporto uomo-donna?
Ma in un colonnino, anche questa volta, sono insieme ad altre scrittrici: Donna Tartt, Elena Ferrante, Poppy Z. Brite, Melania Mazzucco, oltre a Drakulic, Reyes e Grandes. Tutte con relative foto.
Un mescolone di scrittrici molto diverse fra loro (per la cronaca, Poppy Z. Brite, nata donna, ha cambiato genere e attualmente è un uomo).
Un giorno incontro Andrea G. Pinketts e gli mostro l'articolo. Lui me ne mostra un altro, non so se su L'Espresso o su un altro settimanale, in cui lui pure si trova in un mescolone. Il suo gruppo di uomini, credo di noiristi, è meglio impaginato del mio: una raggiera di foto intorno a un centro mistico. Ricorda certi quadri rinascimentali in cui angeli in cerchio cantano la gloria della divinità.
Da allora non avrei visto sui giornali che scrittori e scrittrici in gruppo. Scrittori e scrittrici che avevano ciascuno/ciascuna voce, modo, formazione, stile, età, temi, storia personale non confondibili.
Un amalgama impastato, come se tutti e tutte avessero scritto lo stesso libro, o libri molto simili. O come se avessero studiato insieme in qualche nefasto corso di scrittura creativa, per poi sfornare un proprio saggio finale.
L'unico che si fa uguale a innumerevoli altri unici.
Inquietantissimo.

(Immagine generata mediante AI)

giovedì 4 settembre 2025

Iperwriters - Le magnifiche undici


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 76 - Le magnifiche undici

Venerdì, ore 13. Ero soddisfatta della rassegna stampa, ad ogni modo.
Una sera mi chiama la mia editor da Tropea: -Apri L'Espresso di questa settimana. Scoprirai di essere fra le magnifiche undici della letteratura erotica al femminile.
Il dossier del 30 aprile 1997 tratta del dilagare di libri sul sesso scritti da donne. Un fenomeno internazionale, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna fino alla Francia e all'Italia. Sono stati scelti sei romanzi contemporanei e cinque classici del secolo:
Irene Gonzales Frei, Il tuo nome scritto sull'acqua (Guanda)
Marie Darrieussecq, Troismi (Guanda)
Amy M. Homes, La fine di Alice (Rizzoli)
Slavenka Drakulic, Il gusto di un uomo (Il Saggiatore)
Claudia Salvatori, Schiavo e padrona (Il Saggiatore)
Una Chi, Il sesso degli angeli (ES)
Colette, Il puro e l'impuro (Adelphi)
Anaïs Nin, Il delta di Venere (Bompiani)
Erika Jong, Paura di volare (Bompiani)
Almudena Grandes, Le età di Lulù (Guanda)
Alina Reyes, Il macellaio (Guanda)
Si cercano radici anche nel passato: si parla di Saffo, di Madame de la Fayette, di Teresa d'Avila e della letteratura giapponese di corte. L'articolo, di Marisa Rusconi, è buono. Credo che sia stata lei a inserirmi fra le undici, e credo che mi abbia veramente stimata.
C'è di che esaltarsi.
Eppure. Oscure inquietudini e sinistri presagi.
Non avevo particolarmente amato Le età di Lulù, e meno ancora Il macellaio. Mi erano parsi libri scritti da borghesi che affrontano temi (per loro) pruriginosi facendo uso di espedienti artificiosi per renderli “artistici”. Tutto sommato innocui, e più rosa del mio Schiavo. Per il tipo di pubblico snob che correva a vedere sesso anale al cinema, purché fosse d'autore.
Libri che avevano dato fama e (presumibilmente) guadagni alle autrici, nei paesi d'origine e all'estero. In confronto io ero dura, cruda e violenta. Mi mancava quel genere di “raffinatezza”.
Mi chiedevo se avrei avuto la stessa fortuna.

(Immagine: dettaglio della copertina del romanzo Schiavo e padrona)


venerdì 8 agosto 2025

Iperwriters - Sono una scrittrice rosa


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 75- Sono una scrittrice rosa

Venerdì, ore 13. Ecco apparire, su Il Mondo del 18 maggio 1996, il seguente colonnino anonimo su Schiavo e Padrona dal titolo: NO GRAZIE: Un romanzetto stile “armony” (sic) ma in versione sado-maso... non è uno di quei libri da non perdere. Divertente solo la dedica: “a mio marito”. Chissà...
Questo è un esempio della mentalità italiacana sulla scrittura a firma femminile: collocazione in romance (a meno che non si scriva per l'infanzia), curiosità per il corpo della scrittrice nella sua vita reale, battuta goliardica e derisoria su un marito succubo.
Leggete questo passo del romanzo:
La discoteca Macumba sorgeva nell’hinterland, al centro di un vasto piazzale circondato da un’arida campagna devastata dagli incendi....
A pianta circolare, sormontata da un tetto di forma conica, pareva un gigantesco tendone da circo inamidato nel cemento.... un circo tristemente festoso, rutilante di fari, sormontato da un’enorme insegna al neon ricurva come la cometa di Betlemme e chiassoso di altoparlanti esterni che aggredivano l’aria con sparate di tecno e rap. Brillava nella notte della profonda provincia ad annunciare il rito collettivo dello sballo, come le chiese chiamavano i fedeli al contatto col divino.
... All’ingresso del locale si ergevano due statue in plastica fosforescente, alte tre volte una persona. Rappresentavano due corpi nudi, maschio e femmina, colti in una stereotipata posizione scultorea. Passando lì sotto, si subiva la fisicità esaltata dei due giganti incombenti: erano gli oggetti del desiderio, le divinità di cui ciascuno, entrando, andava in cerca.
E ditemi se Schiavo può essere mai pubblicato in una collana seriale di romance.
Ora, l'anonimo recensore aveva letto il libro? Secondo me sì. Tutto, scandalizzandosi per bene, e ovviamente fingendo di non scandalizzarsi. Offeso nel profondo che una donna possa elencare tutte le scene del calvario sessuale umano.
Mi bolla da scrittrice rosa prendendo a pretesto l'happy end: la sadica e il masochista che tentano di vivere felici e contenti. Era richiesto un finale tragico per i due amanti viziosi, in stile Ultimo Tango.
Ebbene, no.
Non è che mi piacciano le storie a lieto fine, ma adoro i ribaltamenti.

(Immagine realizzata mediante AI)


martedì 5 agosto 2025

"Per non dimenticare il re dello spionaggio"

 


In prossimità dell'anniversario della scomparsa di Stefano Di Marino, avvenuta il 6 agosto 2021, riportiamo parte di un articolo dal settimanale Crimen-Cronaca vera del 24 luglio 2025: l'intervista di Johnny Santini ad Andrea Carlo Cappi, che insieme ad Alessandro Cirillo ha curato l'antologia I Professionisti, pubblicata nella collana M-Rivista del Mistero presenta di Ardita Edizioni.


Per non dimenticare il re dello spionaggio

Rinasce in veste di collezione di libri una testata storica della narrativa popolare italiana: M-Rivista del Mistero, creata nel 2000 dagli scrittori Andrea Carlo Cappi e Andrea G. Pinketts, che per quasi un decennio portò alla ribalta nuove leve della suspense made in Italy, recuperando nel contempo inediti di grandi firme mondiali. La neonata Ardita Edizioni di Roma lancia oggi M-Rivista del Mistero presenta, ordinabile online in cartaceo e ebook: il primo volume è dedicato al romanziere Stefano Di Marino, scomparso nel 2021. Ne parliamo con Cappi, da sempre curatore della pubblicazione.

Cosa fu e cos’è adesso M-Rivista del Mistero?

Venticinque anni fa si sentì il bisogno di una collezione che, dal giallo al fantastico, facesse scoprire al pubblico grandi storie vecchie e nuove, e il loro “dietro le quinte”. Ogni numero trattava un particolare argomento, con maestri di ogni epoca e nuove promesse letterarie: pubblicammo scritti di cronaca nera di Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes; un romanzo “perduto” di Dashiell Hammett, il detective americano divenuto grande scrittore noir; e persino un racconto dimenticato di Ian Fleming con 007; ma anche autrici e autori italiani di valore. Con M-Rivista del Mistero presenta riprendo la struttura di antologia a tema. Il pubblico se ne ricorda ancora: all’uscita del nuovo volume, I Professionisti, Amazon non riusciva a stare dietro alla quantità di ordini!

Il primo volume raccoglie storie di spionaggio made in Italy... e si pensa subito al maestro del genere, Stefano Di Marino, che si tolse la vita nell’estate del 2021.

Fu per trent’anni il massimo autore italiano di noir e avventura, amatissimo dal pubblico ma ucciso da uno spietato silenzio mediatico. Il suo lavoro per “Segretissimo” (Mondadori) con la serie Il Professionista alimentò tuttavia una generazione di autrici e autori di spy-thriller, che ora – coordinata dallo scrittore Alessandro Cirillo – gli rende omaggio in questo volume, aperto dal racconto La morte tatuata di Stefano Di Marino e punteggiato da articoli in cui lui stesso svelava i trucchi del mestiere.

Racconti, articoli, ma anche illustrazioni, come nelle classiche riviste di narrativa...

Per rinnovare la tradizione ho scelto un’artista con cui collaboro da tempo, Roberta Guardascione, spingendola con ottimi risultati su territori per lei nuovi come, in questo caso, noir e avventura.

Questa collana però non parla solo di spionaggio...

Viaggeremo nel mistero in ogni forma: a novembre il secondo volume, Dimensioni ignote, tratterà di fantascienza e festeggerà i settant’anni di un racconto profetico, Il tunnel sotto il mondo di Frederick Pohl, che il regista Luigi Cozzi trasformò in un film di culto di cui pubblicheremo anche la sceneggiatura. E per il 2026 ho già in serbo nuove sorprese, adatte al palato esigente del pubblico di M-Rivista del Mistero.

giovedì 24 luglio 2025

Iperwriters - Leopold

 


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 74 - Leopold

Venerdì, ore 13. Forse, quando ricevevo tanti rifiuti per Schiavo, il “fenomeno editoriale delle penne rosa shocking” non era ancora giunto a conoscenza dei direttori editoriali italiani. Come ho detto prima, non avevo finto di non scrivere un thriller ambientato nel mondo S&M. Anche non pornizzato, il libro puzzava troppo.
Cito da Jean Genet, che è sempre stato uno dei miei guru sulle vie della creatività: "Se il mio teatro puzza, è perché il vostro profuma". La letteratura italiacana profuma, profuma sempre, e tanto da nauseare. Profumi di marca e di gran classe. Profumi costosissimi. Avevo scelto di puzzare, sperando che mi capissero i pochi consapevoli che un corpo umano non deodorato e disinfestato puzza.
Ma c'era anche un'altra ragione che mi spingeva a tentare di proporre i masochisti come protagonisti e vittime, anziché farne dei traumatizzati da piccoli e pertanto serial killer da grandi. Probabilmente intendevo rendere una specie di omaggio subliminale a Leopold von Sacher Masoch. Poco letto e poco studiato qui da noi, probabilmente dagli stessi che si occupano con serietà e rispetto del povero D.A.F. de Sade.
Negli anni '70 traducevano e stampavano i suoi libri in Italia. Ne avevo alcuni. Di Masoch mi aveva colpita La madre santa (ristampato da ES nel 2013 con il titolo La madre di Dio), storia di una setta che adora una giovane come rappresentante di Dio in terra. Col tempo ne avrei colto tutte le suggestioni e i richiami storici, religiosi, culturali e antropologici. Dagli antichi culti della Madre con i relativi corpi sacerdotali maschili, passando per la cavalleria e la ricerca della Donna Segreta, le sette ereticali e le leggenda della Papessa, fino alle fiction moderne ambientate in comunità rurali di streghe (femminili o miste) in cui uomini vengono offerti in sacrificio per la fecondità della terra.
Scoprendo un grande scrittore, uno scrittore per tutti, con una sua collocazione nell'eternità dell'immaginario.
Davvero, Leopold è meritevole di ben altro che dare il nome a una “perversione”. Chi siamo noi, che provochiamo tanto dolore negli altri, per disprezzare uno che se lo procura da sé?
Non meritava certo di morire in manicomio (non si sa neppure quale manicomio, e quando sia morto). Come non lo meritavano tutti gli artisti vittime dell'universale bullismo umano e di una civiltà sempre più psicotica.

(Immagine: fotocappi)


venerdì 11 luglio 2025

Iperwriters - La carne si fa libro


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 73 - La carne si fa libro

Venerdì, ore 13. Nell'ultima parte del ventesimo secolo la parte dominante del corpo è il ventre. Tutto è riferito ai suoi organi fino a raggiungere una vera e propria ossessione del piacere e della carne. Cibo, sesso, vagine, e culo (femminile, poco di quello maschile) su nastro trasportatore. Carne su carne. Non si è mai vista tanta macelleria nei film. Bistecche che compaiono in tavola non appena il killer ha finito di maciullare la sua vittima.
Le scrittrici britanniche e americane, con una formazione ben diversa dalla mia, tentavano probabilmente di occupare territori di dominio esclusivo degli uomini: sesso e violenza. La loro poteva essere un'azione politica.
Il mio caso era diverso. Avevo scritto porno fin dagli anni '80, e con Schiavo e padrona avevo voluto ambientare un giallo italiano in una zona sociale relativamente sconosciuta. Puntavo, come sempre, sull'originalità.
Mi avevano sempre chiesto “come fai a”, intendendo: ... descrivere scene di sesso estremo che non pratichi... a meno che non lo pratichi? Provavo un sommo fastidio quando occhieggiavano e spiavano me e Max in cerca degli effluvi di Schiavo e padrona.
Come facevo a? Provo a spiegarmi. Intanto, per me la sessualità è un prisma in cui tutto quanto viene voluto dalle (e non imposto alle) persone è della stessa natura. Per me la maggioranza non pesa più delle minoranze. E per me, ma soltanto per me, l'immaginazione è ancora al potere.
Ciascuno combatte la sua guerra con le armi che ha e si sa che scandalizzare, in un'epoca in cui c'è moralismo ma non vera moralità, è un buon metodo per farsi ascoltare. Si usano frasi di forte impatto come un pugile che cerca di riscattarsi dalla miseria spaccando più facce che può.
Schiavo era abbastanza “scandaloso” anche non pornizzato, e non mi aspettavo che editori alla ricerca di nuovi thriller mi rispondessero col prestampato: Non rientra nella nostra linea editoriale.
Non facevo i conti con l'inflazione, con una certa assuefazione, e con la nuova ipocrisia che astutamente, pur continuando a scandalizzarsi, disinnescava lo scandalo fingendo di nulla.
In seguito avrei capito che quello che i grandi editori nella cui linea editoriale non rientravo volevano il sesso estremo, sì, ma estremamente raffinato e allusivo, appena speziato, che potesse solleticare le nari senza urtare in tutta la sua bagnata e disgustosa fisicità.

(Immagine: fotocappi)


giovedì 26 giugno 2025

Iperwriters - Il libro si fa carne

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 72 - Il libro si fa carne

Venerdì, ore 13. Eccolo qua, il mio primo libro in libreria, materializzato e fatto carne di parole. Piccolo e bianco come un giglio, come l'innocenza di un thriller hard scritto come se non lo fosse. Sistemato in due copie nell'ultima fila dell'ultimo scaffale in fondo a sinistra. In verticale, schiacciato da altri, e non sul bancone delle novità con la copertina in bella vista.
Bene, mi avevano avvertita che in libreria i lettori occorre conquistarli. Non si può contare sulla platea di affezionati e abbonati delle collane da edicola. Ma dopotutto c'è una buona promozione. Mi intervistano. Vorrebbero farmi dire che:
-Occorre distinguere fra bassa, volgare, disgustosa pornografia e raffinato, artistico erotismo.
-I libri porno sono scritti male e quelli erotici bene.
E io a spiegare che non ho mai fatto (e non faccio) distinzione fra erotismo e pornografia. Tutto è porno, certo meglio se scritto bene, quando si tratta di descrivere atti sessuali nei dettagli. A meno che per erotismo non si intenda evitare di inquadrare i dettagli.
La questione è: si può raccontare il mondo al mondo passando per la descrizione anche dettagliata di atti sessuali? Chi ha letto il marchese de Sade (in Italia pochissimi) e chi lo ha capito (forse cinque o sei persone) non può che rispondere affermativamente: sì, si può.
Pochi capiscono Schiavo e padrona. Ricordo una bella recensione di Maria Rosa Cutrufelli, di cui avevo letto negli anni '70 L'invenzione della donna, che metteva in luce gli aspetti innovativi del romanzo:
… si discosta dai cliché tipici dei romanzi erotici. Situandosi, per cominciare, all'incrocio fra diversi generi letterari. … Questa strategia narrativa permette all'autrice di ribaltare lo schema tradizionale che bandisce dalla scrittura erotica ogni ambientazione reale, ogni parvenza di quotidiano. (Tuttolibri de La Stampa, 1 agosto 1996).
E su Il Piccolo di Trieste, 25 luglio 1996, Alessandro Mezzena Lona, che vorrei poter ringraziare di persona:
Dedicato ai lettori che non si scandalizzano, che non si turbano davanti a una scrittrice che chiama le cose con il loro vero nome … e cerca di gettare un ponte fra chi si considera “normale” e chi vive invece all'ombra del “vizio”. Per dimostrare quanto sperduta sia l'intera umanità in un mondo che naviga a vista ormai da tempo.

(Immagine realizzata mediante AI)


Iperwriters - Lavoro di gruppo

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori Letteratura italiacana - 77 - Lavoro di gruppo Venerdì, ore 13. Gli articoli sul nuovo boom ed...