venerdì 6 agosto 2021

Iperwriters - Unforgettable I

Foto: Chuttersnap da Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13.
La nave Iperwriters vi spiega la collana Unforgettable: raccoglie libri dimenticati che nella loro specificità e natura dovrebbero essere indimenticabili. Libri “minori” di grandi scrittori o capolavori di scrittori “minori”. Libri giudicati fuori moda che dicono ancora chi siamo. Libri che qualcuno si ostina a emarginare. Ma anche libri che sono diventati dei classiconi per i motivi sbagliati. Libri che tutti leggono ma non sono stati capiti.
La presentificazione dell'unico, dell'omologato e dell'uguale ha avuto un altro effetto devastante, collaterale all'oblio, verso cui tutto tende. Ha abolito, cioè, la storicizzazione del pregio letterario. Tutti i libri in un unico calderone. dove cuociono a fuoco lento in attesa di essere raccolti col mestolo e consumati.
Non importa a nessuno collocare un libro nel suo contesto storico e comprendere perché in quel contesto storico ha incarnato l'anima di una generazione, per esempio, o inventato forme e stili nuovi. Non importa chi è arrivato per primo. Importa solo chi è stato notato, o lanciato, per primo.
In questi mulinelli e vortici di presentificazione, senza più datazioni e meriti, sono stati e vengono risucchiati molti libri.
Noi di Iperwriters non siamo ingenui, e condividiamo il pensiero di Gianfranco Manfredi (sempre dalla già citata intervista):

“Ciò che sorprende del romanzo ottocentesco e di alcuni autori in particolare come Dickens, Hugo, Balzac, Dumas, é la loro incredibile prolificità: le migliaia e migliaia di pagine che hanno scritto di getto, con penna e calamaio, a lume di candela, correggendosi pochissimo, con una straordinaria padronanza linguistica e conoscenze storiche impressionanti.
Credo che ciò sia stato possibile perché la forma romanzo era, allora, la forma dominante. Quando un medium si impone, quella è la sua fase migliore, perché in quel momento le menti creative sono insieme consapevoli del loro compito e innovative nelle forme e nei contenuti, esplorati su un ventaglio amplissimo di varianti. Questa grande stagione del romanzo non credo possa tornare. Ci resta la possibilità e la responsabilità di difenderne l'eredità, proprio come se stessimo difendendo la Foresta.”

Ma noi di Iperwriters siamo anche dei nostalgici, e preferiamo perderci dentro quella Foresta.
Il seguito nei prossimi container.

venerdì 23 luglio 2021

Iperwriters - History & Lies IV

Foto: Vidlar Nordly Mathesen - Unsplash


Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters passa..
E a questo punto permettetemi di togliermi qualche rospo dallo stomaco (ho un Jurassic Park, nello stomaco, ma non voglio spaventarvi vomitando dinosauri).
I miei libri storici sono stati attaccati in quanto “psicologici”. Ora, il fatto che non li abbia impostati come un videogame De bello gallico – Giulio Cesare contro Vercingetorige, con scelta delle armi per ogni personaggio (forse anche un bazooka, tanto per sembrare più brillanti e geniali), non significa che faccia della psicologia. Personalmente, anzi, non amo l'Impero della Psichiatria, a meno che non diventi divertente trattato in un thriller o in un horror.
La mia formazione va dai grandi libri dei vittoriani e dei loro coevi francesi, fino alla fiction di intrattenimento popolare degli anni '90. Dai primi ho avuto l'imprinting, dalla seconda le tecniche. Quegli scrittori che tutti amiamo non facevano della psicologia: erano in possesso di capacità non più richieste e che forse stanno andando perdute: curiosità, analisi, studio, esperienza, intuizione e scoperte da comunicare al mondo. I loro personaggi non erano degli standard psicologici, ma personalità.
In quanto alle altre critiche che mi sono state rivolte (troppo sesso, troppi personaggi, pesante, mi arrendo a pag. 30 ecc) potrei dire ai miei detrattori di leggersi un bestseller tradotto dall'inglese degli anni '80, ma è inutile: non ne hanno mai visto passare uno.
Ma basta con i rospi. Scrivere romanzi è mentire - e scrivere romanzi storici - è mentire all'ennesima potenza, non avendo a disposizione le moderne tecnologie (un video della predicazione di Gesù è esistito solo in un fantathriller tedesco, a quanto mi risulta).
Per questo a Iperwriters abbiamo deciso di chiamare History & Lies la nostra collana di romanzi storici. Rileggere la Storia alla luce (di una ben piccola torcetta) della cultura in cui siamo cresciuti è più forte di noi, perciò distorceremo sempre fatti e personalità, consapevolmente o meno. Ma cerchiamo di alleggerire il carico di menzogne rifiutando la presentificazione coatta, che è la bugia più grande di tutte.
Diamo una possibilità alle civiltà antiche, invece di denigrarle, o fra cinque generazioni i ruderi del Foro Romano sembreranno solo pietre.
Au revoir nei prossimi container.

venerdì 9 luglio 2021

Iperwriters - History & Lies III

Foto: John Simmons su Unsplash

Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters vi parla ancora delle bugie del presente. Di quello che scrittori e recensori chiamano “attualizzazione” della Storia. Che poi è la sua distruzione, e un vero e proprio sconvolgimento su tutti i livelli della vita e dell'arte.
Da un punto di vista esistenziale, una persona nata prima della rivoluzione industriale, o anche poco dopo, aveva la garanzia di vivere in un mondo sufficientemente stabile e di avere a disposizione fino alla morte gli stessi modelli, strumenti e linguaggi. Gli stessi valori da sostenere o lo stesso nemico da combattere.
Oggi la stabilità è esplosa in una molteplicità di fumi effimeri. Negli ultimi decenni abbiamo cambiato ancoraggi e punti di riferimento troppe volte, e la terra troppe volte è scomparsa sotto i nostri piedi mentre ancora camminavamo. Le persone si trovano in coincidenza fra l'essere ancora in vita e l'essere parte di un passato storico.
Può essere sconcertante, addirittura devastante. Vi siete armati, ma la guerra è da un'altra parte. Avete preparato un discorso, ma non è più in uso la vostra lingua. Avevate progettato di costruire una casa su una spiaggia sicura, ma si sta alzando il livello dei mari.
Ancora Gianfranco Manfredi, dalla stessa intervista:

“Il problema è stato vissuto credo con particolare drammaticità dagli attori e dai cantanti del nostro tempo. La replica continuata di ciò che si è fatto da giovani conduce il soggetto alla dissociazione. Come poteva esprimersi un Sordi anziano a confronto con il Sordi giovane continuamente riproposto? Come fa Mick Jagger a reggere il confronto con il proprio fantasma giovanile? O è il Jagger anziano (e vivente) che diventa il fantasma del Jagger giovane e non più esistente?”

E in letteratura, che cosa è accaduto? Si è adottata la soluzione più semplice: far dire “sei fuori di testa” ai Faraoni d'Egitto. Fare fiction su persone vive e vegete come se fossero già morte, cosa impensabile fino a un secolo fa. Abolire ogni specifico storico e soprattutto ogni successione dei cicli storici e il loro significato.
Non si può essere diversi da un granello di sabbia presentificato, né in passato né in futuro.
Il seguito nei nostri container.

giovedì 24 giugno 2021

IperWriters - History & Lies II

Foto: Ian Taylor from Unsplash

Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì ore 13. Dunque, i container portano anche un po' di Storia. Giusto un pochino, perché è un'impresa ardua riacciuffare la Storia dall'archeologia e dagli strati sedimentati di menzogne che ci sono state raccontate nei secoli dei secoli.
Ma oggi, e sottolineo oggi, chi scrive Storia ha un nemico ben più grande da affrontare delle mistificazioni passate.
Si tratta della presentificazione della Storia. Di quel sentimento che vuole mettere il “granello di sabbia” che è diventato l'essere umano e il mondo in cui vive oggi al posto di ogni altra ipotesi o proposta di civiltà. Un eterno presente non mistico, non primigenio come il serpente che si chiude sulla sua coda, ma un concepire la Storia come una serie di granelli di sabbia tutti uguali al granello di oggi, il migliore mai esistito e pertanto terminale e imprescindibile.

Gianfranco Manfredi, uno scrittore che ha attraversato con molteplici esperienze creative la storia d'Italia, e di cui abbiamo pubblicato La fuga del cavallo morto, in una nostra vecchia intervista a proposito del suo romanzo La freccia verde parla di “tirannia della contemporaneità”: “Viviamo in un periodo, soprattutto in Italia, di autentico rifiuto della Storia. Il contemporaneo detta l'agenda della scrittura in una versione ancor più limitata, cioè quella, scandita dalla televisione, dalla stampa e dal web, dell'Attualità. Letterariamente ciò significa che il giornalismo si mangia la scrittura. Lìaspetto specificamente tirannico è la convinzione che la Storia, la nostra Storia, nasca (o debba rinascere) da zero, governata dalla pura e semplice Volontà. E' sempre da qui, dal Punto Zero, che originano le istanze palingenetiche, che in buona sostanza significano: prendiamoci la Storia Presente e rivoltiamola come un calzino. L'incapacità di saper leggere le dinamiche storiche (che non originano da noi) ci lascia in mano, in realtà, un calzino bucato e puzzolente.”

Lui parla di punto zero, io parlerei di final destinationIl concetto è lo stesso: oggi si richiede dagli scrittori di romanzi storici che Alessandro Magno, Carlo Magno e chiunque sia Magno pensino, parlino e agiscano come se fossero appena usciti da un bar di provincia. Lo scopo è che siano e siano stati uguali a noi, non di meno ma sicuramente non di più.
Il seguito nei prossimi container.


giovedì 3 giugno 2021

Iperwriters - History & Lies I



Photo: Ian Taylor from Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters porta storie e la Storia.
Perché la Storia con la S maiuscola e non tante piccole non-storie senza inizio, centro e fine che si snodano da una situazione all'altra?
Confesserò che la mia più grande ambizione sarebbe stata scrivere non gialli, né romanzi storici, ma una saga in diversi volumi, trasversale a tutta una società, per raccontare il mondo in cui mi è capitato di nascere. La catastrofica velocità attuale frustra ogni tentativo di mettere in cantiere un simile progetto. Non c'è tempo per narrare una società, neppure in dissoluzione: è già dissolta, e non importa più niente a nessuno.
E d'altra parte nel pensiero moderno si vive nella convinzione di abitare una specie di Eden tecnologico e politico che di migliori non potrebbero essercene. Su che cosa potrebbe far leva una scrittura di impegno civile?
Un teorema letterario simbolico, critico, emblematico?
La mia amica Serenissima, scrittrice italiana emigrata a Berlino, mi scrive:
“Mi domando da un sacco di tempo dove e come possa svolgersi un'epica contemporanea. Non la posso più ritrovare, personalmente, negli esempi passati, perché sono già stati sfatati... e sono stati sfatati dal post-moderno che, dando una nuova prospettiva, you cannot unsee."
Per me il post-moderno (nella filosofia derivata dalla linguistica e nella letteratura) è difficile da ignorare: mi ha fatto sostituire la ricerca del sapere con l'archeologia del sapere, l´ontologia con l´epistemologia, ecc. Ma, insomma, si può ancora creare qualcosa di epico, di sturmunddranghesco, di pieno di pathos, in un vortice di aneliti e di quei moti che danno l'impressione che ci sia un collante unico dell'esistente, che all'esistente dà senso?”
E' diventato forse impossibile raccontare la contemporaneità? E farlo con un'opera che abbia tutti i requisiti di un futuro classico della nostra non- epoca?
Gli insoddisfatti, quelli che non si adattano a raccontare un granello di sabbia calcificato, si danno ai generi letterari, che garantiscono la possibilità di evadere in (o creare) altri mondi, o altre strutture di narrazione che sono sempre altri mondi.
O sprofondano nella Storia antica, per sognare. Sognare quel collante unico dell'esistente' che forse è esistito nelle civiltà passate.
Il seguito nei prossimi container.





lunedì 17 maggio 2021

Circus of Wonders - Hyde in Time



Con stupore e una certa inquietudine, riportiamo il misterioso comunicato stampa che segue, chiuso da un'enigmatica stravaganza musicale. In apparenza riguarda uno spettacolo teatrale - giusto ora che riaprono i teatri - di cui tuttavia non vengono fornite le coordinate spazio-temporali. Ma di questi tempi non c'è da stupirsi di nulla, nevvero?

«Il CIRCUS OF WONDERS sta arrivando in città col suo carrozzone delle follie: rabbrividite alla vista dello Scimmione Lussurioso e di tutte le orribili creature che la Natura ha rifiutato! Allibite davanti alla sovrumana malìa della donna più bella del mondo, imprigionata nella sua bara di ghiaccio: sarà il vostro bacio a scioglierla dalla prigionia?
Oserete vedere di più? Allora accettate l'invito del nostro maestro di cerimonia Zothique ed entrate nel suo Gran Teatro Marébito: qualche moneta in più per immergervi nel gorgo delle vostre fantasie, anche le più sfrenate! Ninfe soggiogate dall'orrore, nani crudeli e sanguinari, la Donna Lupo dalla coda di rettile e la Furia Alata che ghermì la sua migliore amica.


Guardate Hyde in Time: scoprite come l'immortale mister Hyde è entrato al Marébito come un abietto assassino e ne è uscito trasfigurato in un crudele genio dell'arte pittorica, e senza trangugiare alcuna pozione!
Fissate anche voi i vostri miseri occhi terreni sulle sinuose spire dei tatuaggi sulle braccia muscolose del nostro anfitrione, perdetevi nell'universo di Zothique. Cosa vi mostrano quei tatuaggi animati? Volti noti, situazioni che ricordate oppure... sculture viventi e il brivido di un futuro che ancora vi attende?
Sarete forse voi il prossimo signor Hyde, o sarete solo un altro corpo fuso con gli altri peccatori nel Tronco degli Amanti Selvaggi?


Il Circus of Wonders è un'attrazione che ha fatto più volte il giro del mondo, dal XVII secolo ad oggi: dopo le sue occulte origini nel misterioso Oriente, il Circo con il Teatro Marébito ha avuto duraturo successo nella Londra vittoriana di fine '800, ispirando il Grand Guignol parigino e persino il più recente Museum of Wonders and Madmen americano.
Tante fanciulle virtuose sono fuggite a gambe levate e a piedi scalzi dal Marébito, come parecchi gentiluomini vi hanno... perso la testa!
Ma molti grandi artisti ne hanno pure tratto ispirazione: i pittori Walter Sickert e il 'nuovo Banksi' Eddie; ma anche scrittori come Gaston Leroux, Robert Bloch e Samuel Osbourne, che ne trasse un romanzo che non perdona, fino al musicista Brain One e a Shimizu, il regista di Situation Tragedy.
Il Circus of Wonders non effettua prenotazioni: i biglietti si acquistano solo in biglietteria prima dell'inizio dello spettacolo. Come trovarlo? Non serve Google Maps, sarà il Circo a trovarvi: uscite di casa e camminate... perdetevi nei vicoli meno raccomandabili di quella zona che non avete mai esplorato della vostra città, quando sarete pronti a vederlo il suo tendone colorato vi apparirà all'improvviso nella nebbia.
Sentite provenire da lontano le due melodie dissonanti delle sue orchestrine, che si fondono in una musica udibile solo quando hanno preso possesso delle vostre orecchie? Allora, amici, siete arrivati. Contate le vostre monete e... varcate le barriere del Tempo e le mura del Sogno!»



venerdì 14 maggio 2021

Iperwriters - Almost Exist II

Photo: Anil Reddy from Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters riprende il discorso interrotto.
Vi ricordiamo la definizione di Jean Genet a proposito dell'opera di Samuel Beckett: “un granello di sabbia monumentale”.
Ora l'essere umano e il mondo sono diventati polvere molto compiaciuta di esserlo.
Tutta l'attenzione è concentrata su questo granello di sabbia, che non è più monumentale, ma è quello che resta, e pertanto sembra immenso. Si esplora il granello di sabbia fino ai suoi aspetti più infimi. Per qualche tempo gli scrittori piangono ancora il vuoto e lo smarrimento, in inquietanti metafore su labirinti e creature mutilate. Piangono perfino, nei romanzi, sull'impossibilità di scrivere romanzi.
Poi diventano dei freddi, malinconici minimalisti. Infine non c'è più neppure il rimpianto, ma solo inerzia. Allora attaccano il linguaggio e lo rendono il più insensato possibile, e si danno a una sorta di acida buffoneria.
Sul fronte del mercato editoriale, si verifica un'omologazione fra le letterature “alte” e “basse”. Se verso la fine del Novecento ci sono stati thriller di valore estetico superiore a quello dei “veri romanzi” è perché la letteratura alta si è distesa su un'unica linea piatta, sia nei messaggi che nello stile.
Il solo dramma che possa colpire una persona o personaggio (la piccolezza non comporta sforzi ed è la più piacevole delle condizioni) è la morte per malattia terminale o incidente d'auto. (Non era così nella letteratura dell'Ottocento: gli amori duravano per sempre e nei romanzi si moriva, ma c'era sempre qualcosa di vitale che si imponeva di più all'attenzione.)
Se la scrittura fosse soltanto quella “scarna, asciutta ed essenziale” esaltata da Hemingway in poi non sarebbe grave. Il problema è che oggi in ogni opera, pur nel barocchismo più iperbolico, nella più lussuosa raffinatezza, mancano cuore pulsante e circolazione del sangue. Grande eleganza stilistica in questo non-tempo di non-vita.
Nella letteratura più recente la mancanza di pietas e di talento (quello da cui non si sfugge, non la semplice bravura, perché oggi tutti sono bravissimi) rende il granello di sabbia perfino più inconsistente di un vero granello di sabbia.
Il seguito nei prossimi container.



Iperwriters - Confessioni erotiche d'autrice

Photo: Karel VH on Unsplash Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori Letteratura italiacana - 45 - Confessioni erotiche d'autrice V...