venerdì 12 novembre 2021

Iperwriters - Consolazione e turbamento

Foto: Nikko Osaka (Unsplash)

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori


Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters passa, portando un titolo che sembra appartenere a Jane Austen, e sviluppa l'altro interrogativo sollevato dall'intervento di Serenissima: la consolazione dell'arte.
C'è chi la cerca attraverso l'usuale e il sempre uguale, e chi la cerca attraverso una scarica di adrenalina sparata dall'imprevisto e dal perturbante. Ma anche il perturbante potrebbe essere consolatorio, nella fase catartica che segue alla paura.
Se siete scrittori vi divertirete con tutto, e cercherete novità nella lingua, nella tecnica, nello stile, nell'uso delle strutture narrative. Anche questa è consolazione.
Il vero nemico è la noia... che non è mai arte.
Ora, la presentificazione della storia, l'omologazione umana, e l'oppressione (o piuttosto il dilagare, che occupa ogni spazio disponibile) del Pensiero Unico, hanno prodotto nella fiction una specie di tirannia del prevedibile e dell'uguale.
Ogni “prodotto” deve essere “collocato” in un preciso container, fin da quando viene messo in vendita, in modo che i lettori non abbiano sorprese. Soprattutto bisogna evitare che possano sorprendersi!
Bei tempi, quando Lovecraft spiegava la sua ricetta di creatore di storie: prendete l'usuale e introducetevi un elemento straordinario e inquietante che ne sovverta l'ordine.
Bei tempi anche quando leggevo scrittori come Bret Ellis, capaci di fondere il thriller con la più nobile tradizione letteraria americana, o come Clive Barker, talmente abile a miscelare i generi da rendere vano ogni tentativo di collocazione in un genere: mai noioso, sempre nuovo, perché non sapevo cosa aspettarmi ogni volta che giravo pagina.
L'operazione di collocazione di fiction/container/fruitori è riuscita che meglio non si potrebbe. Nelle recensioni online, a volte, i lettori si lamentano di non aver trovato quello che si aspettavano. I lettori di un certo target di destinazione si interessano quasi sempre esclusivamente a quel genere, a quel “prodotto”, come se avessero un paraocchi che esclude tutto il resto.
Non trovate desolante che le donne di sessant'anni consumino esclusivamente spaghetti western e action movie mentre i ragazzini di sedici solo romance e commedie (l'inversione dei target è provocatoria)?
Non siete mai stanchi di annoiarvi, e di appartenere a un target? Salite a bordo.


domenica 7 novembre 2021

Borderfiction presenta Borderfiction


Giovedì 11 novembre 2021 alle 21.00, a Milano, nella storica sede dell'Admiral Hotel (via Domodossola 16, ingresso libero), un nuovo appuntamento nel decennale di Borderfiction Eventi: la presentazione ufficiale dei libri di Borderfiction - Storie di Frontiera, con la partecipazione degli autori:






Conduce la serata Andrea Carlo Cappi.
E prossimamente... darete la caccia alla "Menegang"...

venerdì 29 ottobre 2021

Iperwriters - L'amica di Berlino

Foto: Justus Menke (Unsplash)


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori


Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters passa, e qualcuno sta già saltando a bordo per partecipare alle nostre discussioni.
Vi ho già parlato della mia amica Serenissima di Berlino, scrittrice italiana emigrata in Germania. Risponde a quanto ho scritto a proposito del romanzo storico, e apre un grande interrogativo che voglio rilanciarvi, pertanto lascio la parola a lei:

“Sono stata a lungo, e sono in buona parte tuttora, abbastanza contro l'arte usata come forma di escapismo. Forse proprio perché vedo nell'arte (qualsiasi cosa sia) un modo di scoprire cose nuove, e trovo uno spreco che tali 'mondi' vengano invece usati come 'comfort zone' per fare esattamente il contrario: non correre il rischio di incontrare cose nuove e sconosciute (e quindi perturbanti). E non è questione di genere: per quanto i generi siano più facili da usare. Sono, per la loro stessa struttura, come tags: permettono con poca ricerca e fatica di trovare più facilmente esattamente quello che ci si aspetta. Ho quest'impressione che ci sia, ormai consolidato, un 'abuso' dei 'mondi' (o 'sogni' o 'paradigmi' o etc…)
Quando so che cosa aspettarmi nella prossima frase di un romanzo o scena di una serie TV, probabilmente mi sto trovando davanti a un prodotto consolatorio (credo si parli ufficialmente di 'intrattenimento', parola che però non mi convince del tutto). E mi chiedo come funzioni, tale 'consolazione'; e me lo chiedo mentre, malata e costretta a letto, guardo ore e ore di videogames giocati da altri il cui sottofondo è un mix di urla e fiamme, guardandole perché, in qualche modo, mi rilassa. Come altre persone si rilassano con l'ennesimo prodotto fantasy che gioca ma non troppo con i canoni stabiliti. O con un giallo dall´integerrima struttura. O con il solito film d´azione che è esattamente come quelli di dieci anni fa.
Sono anche arrivata a ipotizzare che il forte disturbo causato ad alcune persone da errori di battitura (e ovviamente errori grammaticali) forse non venga da altro che questo: il trovarsi davanti a qualcosa che esce dalla norma, dall´atteso, dal previsto.”

La sola via che Serenissima trova per 'escapare' (consentitemi il termine) all'escapismo è una “sacra devianza” per chi scrive e legge, e una “sacra terapia” al dramma personale di chi scrive e legge.
E questo è un ragionare da scrittrice.
Au revoir.





giovedì 14 ottobre 2021

Torre Crawford a Borderfiction, Milano, 22-23 ottobre


 
Milano, Admiral Hotel, v. Domodossola 16, ingresso libero.

Venerdì 22 ottobre ore 21.00
"Torre Crawford Milano 2021"
Dopo il successo della II edizione del Premio Torre Crawford e del Festival di settembre a San Nicola Arcella (Cosenza), si estendono le attività della manifestazione ispirata allo scrittore americano d'Italia, Francis Marion Crawford. All'Admiral di Milano, in collaborazione con Borderfiction Eventi, si celebra un evento che comprende:
-l'annuncio in anteprima assoluta del nuovo bando di concorso per la III edizione del Premio Torre Crawford, con il tema per il 2022
-la presentazione delle antologie Torre Crawford del 2020 e 2021: "Perché il sangue è la vita" (con il racconto omonimo di F. M. Crawford, il romanzo breve "Ti piace il sangue?" di Cristiana Astori e i vincitori dell'edizione 2020) e "Innamorarsi di un fantasma" (con il racconto "La Donna dell'Acqua" di F. M. Crawford, l'inedito di Alda Teodorani "Il fantasma della Rocca di Cagnano" e i vincitori dell'edizione 2021), entrambe edite da Oakmond Publishing; con la partecipazione di Claudio Bovino, terzo classificato alla I edizione e nella II primo classificato e vincitore del Premio Speciale "E io lo dico a Pinketts!"
-la presentazione di due libri già proposti al pubblico del Festival Torre Crawford: il romanzo storico "Gli Ezzelino-Signori della guerra" di Giada Trebeschi (Oakmond Publishing), finalista al Premio Campiello, presente l'autrice; e il thriller di Stefano Di Marino "Il bacio della Mantide" (Oakmond Publishing), con un ricordo dell'autore scomparso lo scorso agosto.
Conduce la serata il direttore artistico del Festival, Andrea Carlo Cappi

Sabato 23 ottobre, ore 17.30
"L'Aperitivo delle Desuete"
Sempre all'Admiral, nel pomeriggio successivo, Borderfiction presenta in collaborazione con il Premio Torre Crawford la scrittrice Giada Trebeschi in un incontro ispirato a La Rubrica delle Parole Desuete, il suo appuntamento quotidiano su Facebook e Instagram seguito da mezzo milione di persone: è l'occasione per scambiare due chiacchiere con l'autrice-attrice che ha portato in modo divertente la cultura nella rete, rivoluzionando la figura dell'influencer. L'accompagna nella conversazione Andrea Carlo Cappi.


Iperwriters - Il Narratore Nonsciente

Foto: Frank McKenna (Unsplash)

Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters mantiene la promessa e vi spiega perché occorre diventare (se non lo siete già, nel qual caso vi benedico) narratori onniscienti.
Nella nostra epoca esserlo è peccato: infatti quello del suo contrario, che chiameremo "narratore nonsciente", è un vero e proprio culto, con regole e precetti come neppure Mosè ha dato al suo popolo.
I personaggi devono essere tutti uguali, ovvero tutti umani al grado basico, forse qualcosina di meno. E gli autori, scomparendo fra le loro azioni, devono essere tutti uguali, con mentalità, emotività, desideri, paure e convinzioni tutti uguali. Non possono rivelarsi, ma del resto non hanno un sé da rivelare.
Si sono già perdute molte tecniche artigianali e molte arti, ma quella specifica dello scrittore (curiosità, analisi, studio, esperienza, intuizione, scoperte da comunicare al mondo e costruzione della forma per dirle) viene uccisa dalla folla di narratori nonscienti.
E' necessario ritrovare il coraggio di essere un io narrante. Cosa che non significa ego smisurato e arroganza becera: di individualismi è piena la letteratura, ma perlopiù si tratta di individualismi che non dicono, pur pretendendo i guadagni da un milione di copie e il premio Nobel.
In umiltà, e perdonateci, noi abbiamo ancora qualcosa da dire.
A chi dice che il narratore onnisciente è fuori dalla storia e non si torna indietro, rispondiamo che si torna sempre indietro; e i romanzi si fanno con le parole, non con le immagini e con le azioni. Snaturare la funzione della parola distrugge il romanzo.
August Strindberg, che di scrittura ne sapeva qualcosina, in una lettera alla fidanzata aspirante scrittrice, la consigliava più o meno così (non con queste precise parole): “Se davvero vuoi scrivere, pensa a qualcuno a cui avresti voluto dire qualcosa ma non hai potuto dirla al tempo e al momento giusto, e non potrai farlo più. La cosa che ti è rimasta in gola deve essere importante, urgente, dolorosa, sia pure scandalosa. Concentrati. Poi prendi la penna e scrivi quello che dovevi dire a quella persona.”
Ora, proviamo a immaginare come potrebbe cavarsela la povera fidanzata di Strindberg se dopo questi insegnamenti le imponessero il metodo show, don't tell.
Au revoir nei container.


giovedì 7 ottobre 2021

Borderfiction 2021!

Giada Trebeschi in una puntata delle "Parole Desuete"

James Bond di nuovo sugli schermi, il festival ispirato all'autore americano di maggior successo un secolo fa, l'odierna influencer culturale da mezzo milione di followers: tornano nell'ottobre 2021 gli eventi di Borderfiction all'Admiral Hotel di Milano, ideati e realizzati da Giancarlo Narciso e Andrea Carlo Cappi grazie all'ospitalità di Edward Coffrini Dell'Orto, festeggiando dieci anni di attività online e dal vivo tra zone di frontiera e letteratura della tensione.
Martedì 12, giovedì 22 e sabato 23 ottobre 2021 vi aspettano tre appuntamenti nel famoso albergo di via Domodossola 16. L'hotel, prediletto da scrittori e star dello spettacolo e dello sport, ospita anche una ricca collezione di memorabilia di 007 e due mitiche autopiste elettriche da competizione, in onore degli storici carburatori Dell'Orto prodotti dalla famiglia del proprietario (di cui erano fornite anche le Lotus di James Bond apparse nei film degli anni '70-'80). Agli incontri di Borderfiction hanno partecipato in questo decennio anche quattro grandi scrittori milanesi scomparsi di recente: Alan D. Altieri, Paolo Brera, Stefano Di Marino e Andrea G. Pinketts. 


E con il celebre agente segreto si comincia martedì 12 ottobre alle 21.00: la serata dedicata a JAMES BOND MISSIONE ITALIA è stata attesa quanto l'uscita del nuovo film. Il punto di partenza è il sorprendente libro con questo titolo (Edizioni Il Foglio - Cinema) scritto dall'esperto Marco Donna, che ha seguito passo passo le riprese italiane di "SPECTRE" e "No Time To Die", realizzando una guida completa delle location nostrane impiegate nelle ultime avventure interpretate da Daniel Craig. 
Sarà anche l'occasione per scoprire retroscena e segreti del nuovo film, raccontati dallo stesso Marco Donna con la complicità di Andrea Carlo Cappi & Edward Coffrini Dell'Orto (già autori di numerosi saggi sul Mondo Bond) e del romanziere Giancarlo Narciso, ideatore di Borderfiction.
Fu proprio con una serata dedicata a 007 e al lancio delle riedizioni di Ian Fleming dal gruppo GEMS che nel 1997 l'Admiral Hotel si impose come sede ricorrente di eventi letterari, per diventare poi nel marzo 2011 la sede principale degli appuntamenti di Borderfiction.



Venerdì 22 ottobre, sempre alle 21.00 all'Admiral di via Domodossola 16, si riprende con la serata TORRE CRAWFORD MILANO 2021, dopo il successo della II edizione del Festival Torre Crawford a San Nicola Arcella (Cosenza), luogo di elezione dello scrittore bestseller americano (italiano di nascita) Francis Marion Crawford. L'autore, vissuto tra il 1854 e il 1909, ha ispirato dal 2020 un concorso letterario annuale e una serie di eventi che ora si estende a tutta Italia.
Nel corso della serata saranno presentate le prime due antologie dei vincitori del Premio Torre Crawford (che contengono anche racconti dello scrittore americano e delle scrittrici Cristiana Astori e Alda Teodorani), 'Perché il sangue è la vita' e 'Innamorarsi di un fantasma'; sarà presente inoltre Claudio Bovino, III classificato nell'edizione 2020 e I nell'edizione 2021, vincitore contestualmente del primo Premio Speciale "E io lo dico a Pinketts!" assegnato in collaborazione con l'associazione intitolata ad Andrea G. Pinketts.
Verrà lanciato il bando del Premio Torre Crawford 2022, che anche l'anno prossimo porterà alla realizzazione di un'antologia edita, come la precedenti, da Oakmond Publishing. Il concorso include due sezioni: una riservata agli adulti (quota di iscrizione 5,00€) e una ad allieve e allievi delle scuole superiori (gratuita). Viene anche istituito un ulteriore Premio Speciale, che sarà annunciato nel corso della serata.
All'appuntamento, condotto dal direttore artistico del festival Andrea Carlo Cappi, presenzierà anche Giada Trebeschi, già ospite delle prime due edizioni del Torre Crawford. Saranno presentati il suo romanzo storico "Gli Ezzelino - Signori della guerra" (finalista al Premio Campiello) e il thriller di Stefano Di Marino (il grande scrittore milanese scomparso lo scorso agosto) "Il bacio della mantide", entrambi ora pubblicati da Oakmond Publishing e presentati in settembre al Festival Torre Crawford di San Nicola Arcella.


Giada Trebeschi, presentata da Andrea Carlo Cappi, sarà anche l'ospite di un ulteriore evento a lei interamente dedicato: 'L'Aperitivo delle Desuete', sabato 23 ottobre alle 17.30 al bar dell'Admiral Hotel (v. Domodossola 16). Premiata scrittrice di romanzi storici - spesso dalle venature mystery - e autrice-attrice teatrale, le cui opere di narrativa e saggistica sono ora edite da Oakmond Publishing, Giada Trebeschi rappresenta attualmente un caso più unico che raro di "influencer culturale" grazie a "La Rubrica delle Parole Desuete", una striscia quotidiana da un minuto su Facebook e Instagram che, con un  divertente sketch alla "Carosello", riscopre giorno dopo giorno parole dimenticate o trascurate della lingua italiana, raggiungendo mezzo milione di followers. Sarà l'occasione per incontrare e chiacchierare liberamente di libri e cultura con la scrittrice più sorprendente della rete.

I successivi appuntamenti all'Admiral includeranno inoltre la presentazione della casa editrice Borderfiction Edizioni, fondata da Giancarlo Narciso (già vincitore di un Premio Alberto Tedeschi de "Il Giallo Mondadori" e di un Premio Scerbanenco) per recuperare classici moderni della letteratura di genere nazionale o internazionale, da Claudia Salvatori a Christopher Moore, e il lancio sotto questo marchio di una nuova antologia di noir milanese a cura di Andrea Carlo Cappi. 



sabato 2 ottobre 2021

Bond Story - 2: da Casinò Royale a No Time To Die


Istruzioni per l'uso di 007, di Andrea Carlo Cappi

Leggi anche Bond Story - 1

La critica ha ricominciato a interessarsi a 007 con l’arrivo di Daniel Craig come interprete, nel 2006, scoprendo con un ritardo di una sessantina d’anni il vero personaggio dei libri di Fleming, ancorché adattato al XXI secolo. I film con Craig raccontano una storia nuova ripartendo da zero, anzi, dal ‘doppio zero’ di James Bond, della cui acquisizione si parla nel primo romanzo. Anche se dopo il recupero di ‘Casinò Royale’ – rimasto a lungo inaccessibile alla EON perché Fleming ne aveva ceduto i diritti ad altri già nel 1954 – non restavano libri dell'autore da adattare, sicché tutte le sceneggiature successive al 2006 sono originali: il racconto ‘Quantum of Solace’ di Fleming non offriva materiale cinematografico, solo un titolo.
Nei nuovi film sono rimasti gli elementi spettacolari e le incredibili scene di stunt (realizzate perlopiù dal vero) che il pubblico si aspetta da 007. Di quando in quando, specie nell’ultimo, appaiono aspetti fantatecnologici, e abbondano le allusioni alla vecchia serie, per il divertimento degli appassionati. Ma l’approccio è molto più serio.
Anche se biondo (al contrario del Bond bruno dei romanzi), Craig ha gli occhi azzurri ma non è un ‘bello’, proprio come lo voleva Fleming; gli manca giusto la cicatrice di sette centimetri sul lato sinistro della faccia descritta nei romanzi. È carico di rabbia perché – come nei libri – è un orfano di famiglia ex-benestante, che ha cercato una rivalsa nella vita militare e poi nell’MI6. È un Bond ricreato ex novo, in un reboot che coincide con un altro fattore essenziale per la EON Production: il recupero nel 2014 dei diritti di Blofeld e della SPECTRE, trattenuti dal produttore McClory fin dagli anni ‘70, impedendone l’impiego da parte dei Broccoli. È a questo punto che la saga assume il suo aspetto definitivo.
Ora è possibile realizzare un arco narrativo con un unico attore che accetta di girare cinque pellicole. La EON Production intende riunirvi tutto il mondo di James Bond, senza tuttavia girare remake. E ora, nell'autunno 2021, dopo un ritardo di un anno e mezzo causa Covid-19, è uscito il quinto e conclusivo episodio, che segna l’annunciato addio di Craig al personaggio.

Di tutto il nuovo ciclo, come cultore soprattutto della versione letteraria, il mio preferito rimane 'Casinò Royale'. La storia originale era stata scritta nei giorni più oscuri della Guerra Fredda e si legava a eventi dell'epoca; la sceneggiatura - nulla a che vedere con la buona riduzione tv del 1954 o la delirante trasposizione comica del 1967 - riusciva perfettamente a trasferire la storia nel mondo dopo l'Undici Settembre, con una vicenda-contenitore destinata a proseguire come un serial.
Ma 'No Time To Die' è un film epocale e irrinunciabile per chi conosce 007.
Porta a compimento la scelta di rinnovare le regole del gioco che pervade tutto il periodo con Daniel Craig, rielaborando i cliché per farne qualcosa di diverso. I punti di riferimento sono stati Ian Fleming e le pagine migliori dei suoi successori: nel nuovo ciclo ho visto un po' di Raymond Benson, che nei libri ha ricondotto Bond verso le sue origini; in 'SPECTRE' un monologo di Blofeld proveniva direttamente dall'antagonista eponimo de 'Il colonnello Sun' di Kingsley Amis (sotto lo pseudonimo Robert Markham) e la fusione tra servizi segreti sembrava ispirata a temi trattati da John Gardner.
Fleming però è sempre presente: in 'Skyfall' si racconta dei genitori dell'agente segreto, lo scozzese Andrew Bond e la svizzera Monique Delacroix, in 'SPECTRE' del suo periodo in Austria. In 'Skyfall' e 'No Time To Die' sono visibili riferimenti a dettagli mai usati al cinema dai romanzi 'Al servizio segreto di Sua Maestà' (richiamato in 'No Time to Die' anche da citazioni della colonna sonora del film corrispondente) e 'Si vive solo due volte', la cui versione su pellicola manteneva solo il titolo e alcuni personaggi. Sotto certi aspetti, oserei dire anche 'Moonraker', altro libro che non ha nulla a che fare con il film dallo stesso titolo.
Tutti i Bond-movies del passato, anche i peggiori, hanno sempre avuto qualcosa di buono, quantomeno dal punto di vista dello spettacolo e dell'intrattenimento. Avendoli seguiti fin dal 1970, recuperando quelli che mi ero perso prima, ce ne sono alcuni cui sono più affezionato che ad altri.
Ma i romanzi originali di 007 sono sempre stati più duri, pessimistici, occasionalmente violenti e per nulla autoparodistici, come si sarebbe potuto pensare dal cinema prima di Craig. Ogni missione era una discesa all'inferno, con solo qualche momento per amori di breve durata e troppi drink (e non solo vodka martini). Da questo punto di vista, il nuovo film sceglie proprio questa via. Più che mai, per usare un vecchio slogan, bisogna aspettarsi l'inaspettato.



Iperwriters - Tiro al piccione su Superman

Photo: Johan Taljaard on Unsplash I perwriters - Editoriale di Claudia  Salvatori Letteratura italiacana - 59 - Tiro al piccione su Superman...