giovedì 2 settembre 2021

Iperwriters - Unforgettable III

Foto: Vidar Nordli-Mathesen (Usplash)

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters sogna.
D'accordo, come dice giustamente Gianfranco Manfredi il romanzo non è più la forma dominante. Quando lo era, lo scrittore soltanto (non ancora il giornalista, per quanto spesso il romanziere scrivesse anche sui giornali) si faceva carico di svelare alla comunità i segreti dell'animo umano e delle dinamiche sociali. Aveva un potere, e di conseguenza fama e gloria. Suscitava meraviglia.
Oggi i segreti privati vengono rovesciati ovunque, quelli nascosti sono complottismo; chi vuole pubblicare qualcosa deve scrivere in omologhese, e comunque se non ha visibilità televisiva non suscita nessuna meraviglia, perché scrivono anche sua zia e suo cognato.
Ogni libro che esce viene cancellato: perché non è in omologhese, perché non è voluto, o se ha successo alla fine muore di morte naturale, per stanchezza e noia dei lettori.
Ma immaginiamo che la parola scritta possa tornare a essere la forma dominante. Fra quanto tempo? Diciotto generazioni? Troppo poche. Cinque secoli di barbarie dovrebbero bastare per uscire dal grande oblio di Tutto e ricominciare a balbettare.
Immaginiamo che non ci sia più nulla, a parte le parole che non costano nulla. Qualcuno si appassionerà ai capolavori letterari? Ne sarà ispirato tanto da crearne di nuovi?
E come li troverà, questi capolavori? In cartaceo? I libri verranno presto usati come combustibile. Imparati a memoria, come in Fahrenheit 451? La memoria (e l'intelligenza) umana si stanno restringendo come un maglione sintetico.
Sul web? E se andassimo incontro a un collasso energetico?
Forse esisterà, sotto qualche cupola di vetro, una comunità di ricchi ancora colti, ancora in possesso di una qualche fonte di energia, e in grado di costruire un database digitale delle passate civiltà. Potrebbero allora trovare schegge vaganti di ebook come i nostri di Unforgettable.
Intorno ai fuochi alimentati dai libri cartacei un popolo povero che non saprà più leggere inventerà saghe. Mentre un'élite di scienziati farà archeologia del web per trovare reperti. In ogni modo, vale la pena proteggere e conservare in qualche container.

venerdì 27 agosto 2021

Premio Torre Crawford II, 10-11-12 settembre 2021

 


Comunicato Stampa e programma completo

Da venerdì 10 a domenica 12 settembre 2021, si svolge a San Nicola Arcella (Cosenza) la seconda edizione del Festival Premio Torre Crawford: tre giorni di incontri culturali fra narrativa, teatro e cinema, che si svolgeranno in varie sedi nella città, con ospiti di rilievo e i vincitori del concorso letterario Premio Torre Crawford 2021.
Il Premio è nato nel 2020 come iniziativa culturale indipendente di un gruppo di persone in tutta Italia, per rivalutare in chiave letteraria il luogo di ispirazione del romanziere americano (italiano di nascita) Francis Marion Crawford, lo scrittore di maggior successo tra il XIX e il XX secolo: qui trascorreva l’estate nella torre che oggi porta il suo nome e ambientò una delle sue opere più celebri. Il concorso letterario a lui ispirato mette ora in luce nuovi talenti, pubblicati in antologie annuali a tema.

Quest’anno in primo piano tra gli ospiti lo scrittore-regista Aldo Lado (venerdì 10, ore 18.30), autore di classici del cinema quali La cosa buffa (dal romanzo di Giuseppe Berto) o La disubbidienza (da Alberto Moravia), famoso anche per i suoi thriller La corta notte delle bambole di vetro e Chi l’ha vista morire?, e per lo sconvolgente L’ultimo treno della notte, film per i quali Quentin Tarantino lo ha definito un maestro assoluto.

Sul fronte letterario si presenta Alda Teodorani (sabato 11, ore 18.30 al Qcècè di piazza Altieri), autrice di culto emersa dalle file del Gruppo 13 di Bologna, inserita poi tra i Giovani cannibali, e grande sperimentatrice letteraria tra narrativa di genere e mainstream. Delle sue opere tra noir e gotico, Dario Argento disse che «assomigliano ai miei incubi più profondi». Oggetto di studio nelle università di tutto il mondo, fa quest’anno da madrina all’antologia del Festival.

Per la parte teatrale, tornano al Festival la scrittrice Giada Trebeschi e il musicista Giorgio Rizzo, autori e interpreti de Lo Spettacolo delle Desuete, inaugurato lo scorso giugno a Salerno Letteratura, che andrà in scena venerdì 10 alle ore 21.45 ale termine della cena (dalle 20.30) presso il Giardino delle Mele (unico evento a pagamento, su prenotazione). L’opera si ispira a La rubrica delle parole desuete di Giada Trebeschi, insolito fenomeno culturale sui social network da un anno a questa parte.
Prezzo complessivo per cena e spettacolo: 35€.
Prenotazioni:
email segreteria@premiotorrecrawford.it
telefono 333-6249118

La sera di sabato 11 dalle 21.00 si svolgeranno al Qcècè di piazza Altieri la premiazione dei vincitori del Premio Torre Crawford e la presentazione della nuova antologia Innamorarsi di un fantasma (pubblicata da Oakmond Publishing) che oltre al classico di Francis Marion Crawford La Donna dell’Acqua e al racconto inedito di Alda Teodorani, raccoglie quattordici racconti selezionati dal concorso letterario a tema, tra la categoria dedicata a scrittori di ogni età e quella riservata alle scuole superiori, da cui sono sorti talenti inaspettati. Sarà presente alla serata l’antropologo ed esperto di F. M. Crawford, professor Mauro Francesco Minervino.

Tra gli altri eventi, tutti a ingresso libero: le lezioni di narrativa dello scrittore Andrea Carlo Cappi (sabato 11 e domenica 12 alle 17.30 presso il Giadino della Mele), presidente della giuria del Premio e direttore artistico del Festival; e gli aperitivi letterari (sabato alle 11.30 alla vineria il Vicolo di via della Gloria, domenica presso il Giardino delle Mele alle 11.30 e alle 18.00) con le presentazioni di libri dei partecipanti al Festival, tra cui lo stesso Cappi (con il suo bestseller sul caso Lady Diana, Ladykill), Giada Trebeschi (con la nuova edizione del romanzo storico Gli Ezzelino, già finalista al Premio Campiello), il volume Sparse carte di Alfredo Martinelli e opere recenti di alcuni vincitori del Premio: Mario Gazzola, Marco Marinoni, Claudia Perfetti.

Sarà dato spazio anche al ricordo di due autori mancati di recente: Andrea G. Pinketts, in onore del quale l’Associazione Culturale a lui dedicata ha istituito un premio speciale abbinato al Festival; e Stefano Di Marino, il maestro della narrativa popolare scomparso lo scorso 6 agosto.

Per dare la possibilità ai visitatori di trascorrere l’intero weekend tra mare, storia e cultura, il Premio Torre Crawford ha stipulato inoltre accordi per pacchetti turistici con strutture convenzionate di San Nicola Arcella.


Il programma.

Venerdì 10 settembre

Ore 17.30
Giardino delle Mele (Caffè Le Mele), via Nazionale 48 (ingresso libero)
Inaugurazione del festival Premio Torre Crawford 2021
con Aldo Lado e altri ospiti del festival.
Segue: presentazione del romanzo Il vizio dell’agnello di Andrea G. Pinketts
Conduce Andrea Carlo Cappi

Ore 18.30
Giardino delle Mele (Caffèe Le Mele), via Nazionale 48 (ingresso libero)
Crawford & Soda, aperitivo letterario-cinematografico con Aldo Lado. Tra libri e film, lo scrittore-regista più eclettico e incisivo del cinema italiano racconta se stesso.
Presentazione del romanzo Il rider di Aldo Lado.
Conduce Andrea Carlo Cappi

Cena ore 20.30 con spettacolo lore 21.45

(su prenotazione, a pagamento; cena inclusa euro 35)
presso Giardino delle Mele (Caffè Le Mele) , via Nazionale 48

Lo spettacolo delle Desuete
di e con Giada Trebeschi e Giorgio Rizzo.
Scopri il menù a questo link.
Prenotazione: email segreteria@premiotorrecrawford.it, telefono 333-6249118 


Sabato 11 settembre

Ore 11.30
Vineria Il Vicolo, via della Gloria (ingresso libero)
Mezzogiorno di Crawford, aperitivo letterario. Dalla storia alla cronaca, dall’individuale al collettivo. Presentazione dei libri:
Gli Ezzelino – Signori della guerra di Giada Trebeschi
Sparse carte di Alfredo Martinelli
Ladykill (Alla ricerca della verità su Lady Diana) di Andrea Carlo Cappi
Saranno presenti gli autori.

Ore 17:30
Giardino delle Mele (CaffèLe Mele), via Nazionale 48 (ingresso libero)
Sui generis - Non esiste la pagina bianca  lezione di narrativa con Andrea Carlo Cappi Andrea Carlo Cappi

Ore 18.30
Qcècè Social Cafè, piazza Altieri (ingresso libero)
Crawford & Soda, aperitivo letterario con Alda Teodorani: incontro con la scrittrice italiana di gotico, thriller e mainstream studiata nelle università di tutto il mondo.
Presentazione del libro di Carolyn Wells La tecnica del mystery (Catbooks Publishing) a cura di Alda Teodorani.
Conduce Andrea Carlo Cappi

Ore 21:00
Qcècè Social Cafè, piazza Altieri (ingresso libero)
Cerimonia e consegne del Premio Torre Crawford 2021
Consegna del Premio Speciale «E io lo dico a Pinketts!»
Presentazione dell’antologia del PTC 2021 Innamorarsi di un fantasma con la partecipazione di Mauro Francesco Minervino, Alda Teodorani e dei vincitori del concorso letterario. Da una storia di Francis Marion Crawford fino ai racconti dei nuovi autori italiani, il tema del fantasma rivisto in sedici chiavi diverse e originali.
Conduce Andrea Carlo Cappi
Segue Crawford Club, happening letterario con Giada Trebeschi, Andrea Carlo Cappi, Giorgio Rizzo.


Domenica 12 settembre

Ore 11.30
Giardino delle Mele (Caffè Le Mele) via Nazionale 48 (ingresso libero)
Mezzogiorno di Crawford, aperitivo letterario tra mistero e fantastico con gli autori del festival. Presentazione di
Follia a due di Marco Marinoni
L’isola di Ortega di Claudia Perfetti
con la presenza degli autori. Conduce Andrea Carlo Cappi

Ore 17.30
Giardino delle Mele (Caffè Le Mele), via Nazionale 48 (ingresso libero)
Sui generis-Così è se vi pulp, lezione di narrativa con Andrea Carlo Cappi

Ore 18.30
Giardino delle Mele (Caffèe Le Mele) via Nazionale 48 (ingresso libero)

Crawford & Soda, aperitivo letterario tra mistero e fantastico con la presentazione dei libri
S.O.S. – Soniche Oblique Strategie, di e a cura di Mario Gazzola
Il bacio della mantide di Stefano Di Marino
Partecipano Alda Teodorani, Mario Gazzola, Andrea Carlo Cappi

giovedì 19 agosto 2021

Iperwriters - Unforgettable II


Foto: Yonsik Noh (Unsplash)

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters spera.
Sì, la grande stagione del romanzo non può tornare. Non tanto presto, almeno.
Ai tempi di Dickens, Hugo, Balzac, Dumas non c'era che la parola scritta per portare via le persone da dove erano incastrate. Niente cinema, niente serie tv, niente videogiochi. C'era solo la lettura ad alta voce, collettiva, o la lettura solitaria. Per sognare. Per visualizzare nella mente. Per immaginare le scene e i dialoghi e forse inventarne di nuovi.
La mia amica Serenissima di Berlino, di cui potrei essere nonna, mi scrive in risposta ad uno dei miei primi editoriali: “C´è poi, invece, un punto su cui mi hai aperto gli occhi, quando parli della lettura solitaria e di come tali letture accompagnassero le persone per giorni e giorni. Le ricordo, entrambe le cose. Ricordo come il leggere fosse un atto d'isolamento e come questo mi facesse sentire immersa in una specie di bolla. Leggere era come sognare, smettere di leggere era come svegliarsi da uno di quei sogni che ti rimangono addosso e ridipingono ciò che vedrai nella veglia. L´ho ricordato, realizzato, e mi chiedo che cosa sia cambiato. Che cosa sia cambiato in me, e se vi siano cambiamenti che vanno al di là dell'evoluzione della singola persona. Ho pensato all´attuale costante interconnessione, che ai tempi mancava. Non c´era uno smartphone di fianco al romanzo di cui avvalersi per condividere in diretta un passaggio particolarmente rivelatore, rivolgendosi a una comunità unita da un interesse comune. C´era internet, quando ero piccola, ma era diverso. E immagino che, quando neanche i cellulari c'erano, tale isolamento dovesse essere ancora più assoluto, e come, per trovare anime affini, si dovesse uscire di casa nel 'minuscolo' mondo pre- internet, avendo fede nel fatto che qualcuno o qualcuna di affine, là fuori, geograficamente non troppo lontano, ci sarebbe stato o stata.”
Era proprio così. Il libro era il collante fra spiriti lontani che si cercavano. Poi la civiltà dell'immagine ha cambiato tutto. Ma... sorpresa. Non ci sono neppure più i film. I film pubblicati e distribuiti su qualche tipo di supporto. Avete notato la loro inesorabile sparizione? E vi siete chiesti cosa verrà dopo? Quale tipo di civiltà sostituirà quella dell'immagine?
A presto con i prossimi container.

venerdì 6 agosto 2021

Stefano Di Marino, l'ultimo gigante


Un ricordo da Andrea Carlo Cappi

Di solito alla morte di uno scrittore, si dice qualcosa come "Con la sua scomparsa, perdiamo una delle firme più illustri..."
No, con la scomparsa di Stefano Di Marino ne perdiamo almeno due: la sua e quella del suo alias Stephen Gunn (senza contare gli altri numerosi pseudonimi occasionali). Ognuna delle due - singolarmente - per qualità, quantità e passione delle opere, va ben oltre la produzione di qualsiasi scrittore italiano di oggi e si confronta direttamente con figure a cui è stato più volte accostato, come Emilio Salgari e Giorgio Scerbanenco.
Era un narratore - per usare la definizione che preferiva - senza pari non solo nel panorama italiano, ma anche a livello mondiale. E questo l'ho detto e scritto mille volte ben prima di oggi. Un romanziere in grado di passare da un genere all'altro della narrativa popolare, anche se noto soprattutto per la sua immensa, trentennale produzione nel campo della spy-story, spesso con connotazioni avventurose, ma con una profonda competenza sui retroscena del mondo dell'intelligence; la sua serie Il Professionista edita da Segretissimo Mondadori è un successo ininterrotto dal 1995, tant'è che nel 2020 per celebrarne i venticinque anni ha pubblicato da Bloodbuster Edizioni un volume di backstage per i suoi lettori più appassionati. Stiamo parlando di thriller che non hanno nulla da invidiare ai più noti autori stranieri del settore.
Ma era anche saggista su cinema, narrativa, arti marziali (di cui era un maestro riconosciuto), viaggi e ultimamente storia, con i recenti volumi sulla Legione Straniera e le culture Native American. Autore di centinaia e centinaia di titoli. Il più grande scrittore contemporaneo di letteratura di genere.
Non ci credete?
Solo negli ultimi due o tre mesi, con il suo nome, sono usciti il saggio Comanche da Odoya, l'horror Voodoo Darkness da Weird Books e il thriller all'italiana Il bacio della mantide da Oakmond. Mentre, come Stephen Gunn, ha pubblicato da Segretissimo Mondadori a giugno il nuovo volume de Il Professionista Story (con la riedizione di Campi di morte e l'inedito Fiesta di piombo), a luglio il nuovo romanzo Pistole in vendita, da pochi giorni il nuovissimo Terra di fuoco.
Questo solo negli ultimi tre mesi.
E allora, direte voi (se non siete tra i suoi fedeli lettori), "Perché non lo abbiamo mai sentito nominare? Perché non l'abbiamo mai visto come opinionista in tv? Perché nessuno ci ha detto che i suoi libri meritavano di essere letti?" 
Ecco.
Perché in Italia di autori come lui non si parla. E non si deve parlare. Ma soprattutto di lui, perché era (e rimane) il più grande. Tutte le volte che mi è capitato di presentarlo, la prima cosa che dicevo di lui era: lo scrittore di genere più venduto e letto in Italia. Ma pochi, al di fuori del nostro ambiente, lo sapevano,
Certo, i libri in edicola non vanno nelle bestseller list, anche se vendono più di molti che escono in libreria. Vengono considerati di serie B, così come i loro autori. Non importa se oltre a divertire il proprio pubblico dalle edicole (o "far sognare", come ha scritto oggi di lui una lettrice) ogni tanto pubblicano in libreria saggi che richiedono anni di studio e ricerche, come peraltro spesso avviene anche per i romanzi.
Per essere sincero, credo che sia frustrante, per un autore di tale livello, il disinteresse assoluto che l'Italia gli ha metodicamente tributato, al punto da nascondere il suo successo, impedendo che il suo pubblico potesse crescere ancora. Il che si traduce, dal punto di vista pratico, nel paradosso di essere al tempo stesso uno scrittore di riferimento, un autore bestseller, un maestro di molti generi, ma nel non essere riconosciuto a livello di cultura (cultura popolare, beninteso) e dover fare con attenzione i conti a fine mese.
So che Stefano - un collega, un amico e un fratello di narrativa - ha passato mesi difficili per questioni di famiglia che gli sono costate stress, denaro, preoccupazioni, amarezza. È stato un periodo difficile per lui, di cui non ha voluto parlare più che tanto su Facebook, dove appena aveva un momento libero consigliava invece, come sempre, libri e film (anche su questo era un punto di riferimento). L'ultima volta che l'ho sentito, ma vale per tutti gli amici, era difficile cogliere un segno di cedimento in un uomo che era stato sempre un tenace combattente, sempre pieno di idee e iniziative.
Invece non potrò più scambiare con lui opinioni su tecniche di narrativa, situazioni internazionali, fumetti o film d'azione. E come me soffrono tutti i suoi moltissimi amici, orfani di una figura insostituibile.
Non so cosa abbia scritto nel biglietto in cui avrebbe spiegato le sue motivazioni. Ignoro se la sua scelta di abbandonare questo mondo sia dovuta a un crollo inaspettato dopo le prove cui è stato sottoposto, o se ci sia anche un'altra motivazione. È stato chiamato per decenni "il nuovo Salgari". E sappiamo tutti che scelta fece Salgari quando scrisse "Vi saluto spezzando la penna." Se così fosse, tutti coloro che l'hanno ignorato e disprezzato in questi anni hanno contribuito a spingerlo fuori da quella finestra e a farci perdere un grande narratore.
Diceva spesso che, come scrittori popolari, siamo nani che salgono sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto. In realtà l'ultimo gigante è stato lui.

Iperwriters - Unforgettable I

Foto: Chuttersnap da Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13.
La nave Iperwriters vi spiega la collana Unforgettable: raccoglie libri dimenticati che nella loro specificità e natura dovrebbero essere indimenticabili. Libri “minori” di grandi scrittori o capolavori di scrittori “minori”. Libri giudicati fuori moda che dicono ancora chi siamo. Libri che qualcuno si ostina a emarginare. Ma anche libri che sono diventati dei classiconi per i motivi sbagliati. Libri che tutti leggono ma non sono stati capiti.
La presentificazione dell'unico, dell'omologato e dell'uguale ha avuto un altro effetto devastante, collaterale all'oblio, verso cui tutto tende. Ha abolito, cioè, la storicizzazione del pregio letterario. Tutti i libri in un unico calderone. dove cuociono a fuoco lento in attesa di essere raccolti col mestolo e consumati.
Non importa a nessuno collocare un libro nel suo contesto storico e comprendere perché in quel contesto storico ha incarnato l'anima di una generazione, per esempio, o inventato forme e stili nuovi. Non importa chi è arrivato per primo. Importa solo chi è stato notato, o lanciato, per primo.
In questi mulinelli e vortici di presentificazione, senza più datazioni e meriti, sono stati e vengono risucchiati molti libri.
Noi di Iperwriters non siamo ingenui, e condividiamo il pensiero di Gianfranco Manfredi (sempre dalla già citata intervista):

“Ciò che sorprende del romanzo ottocentesco e di alcuni autori in particolare come Dickens, Hugo, Balzac, Dumas, é la loro incredibile prolificità: le migliaia e migliaia di pagine che hanno scritto di getto, con penna e calamaio, a lume di candela, correggendosi pochissimo, con una straordinaria padronanza linguistica e conoscenze storiche impressionanti.
Credo che ciò sia stato possibile perché la forma romanzo era, allora, la forma dominante. Quando un medium si impone, quella è la sua fase migliore, perché in quel momento le menti creative sono insieme consapevoli del loro compito e innovative nelle forme e nei contenuti, esplorati su un ventaglio amplissimo di varianti. Questa grande stagione del romanzo non credo possa tornare. Ci resta la possibilità e la responsabilità di difenderne l'eredità, proprio come se stessimo difendendo la Foresta.”

Ma noi di Iperwriters siamo anche dei nostalgici, e preferiamo perderci dentro quella Foresta.
Il seguito nei prossimi container.

venerdì 23 luglio 2021

Iperwriters - History & Lies IV

Foto: Vidlar Nordly Mathesen - Unsplash


Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters passa..
E a questo punto permettetemi di togliermi qualche rospo dallo stomaco (ho un Jurassic Park, nello stomaco, ma non voglio spaventarvi vomitando dinosauri).
I miei libri storici sono stati attaccati in quanto “psicologici”. Ora, il fatto che non li abbia impostati come un videogame De bello gallico – Giulio Cesare contro Vercingetorige, con scelta delle armi per ogni personaggio (forse anche un bazooka, tanto per sembrare più brillanti e geniali), non significa che faccia della psicologia. Personalmente, anzi, non amo l'Impero della Psichiatria, a meno che non diventi divertente trattato in un thriller o in un horror.
La mia formazione va dai grandi libri dei vittoriani e dei loro coevi francesi, fino alla fiction di intrattenimento popolare degli anni '90. Dai primi ho avuto l'imprinting, dalla seconda le tecniche. Quegli scrittori che tutti amiamo non facevano della psicologia: erano in possesso di capacità non più richieste e che forse stanno andando perdute: curiosità, analisi, studio, esperienza, intuizione e scoperte da comunicare al mondo. I loro personaggi non erano degli standard psicologici, ma personalità.
In quanto alle altre critiche che mi sono state rivolte (troppo sesso, troppi personaggi, pesante, mi arrendo a pag. 30 ecc) potrei dire ai miei detrattori di leggersi un bestseller tradotto dall'inglese degli anni '80, ma è inutile: non ne hanno mai visto passare uno.
Ma basta con i rospi. Scrivere romanzi è mentire - e scrivere romanzi storici - è mentire all'ennesima potenza, non avendo a disposizione le moderne tecnologie (un video della predicazione di Gesù è esistito solo in un fantathriller tedesco, a quanto mi risulta).
Per questo a Iperwriters abbiamo deciso di chiamare History & Lies la nostra collana di romanzi storici. Rileggere la Storia alla luce (di una ben piccola torcetta) della cultura in cui siamo cresciuti è più forte di noi, perciò distorceremo sempre fatti e personalità, consapevolmente o meno. Ma cerchiamo di alleggerire il carico di menzogne rifiutando la presentificazione coatta, che è la bugia più grande di tutte.
Diamo una possibilità alle civiltà antiche, invece di denigrarle, o fra cinque generazioni i ruderi del Foro Romano sembreranno solo pietre.
Au revoir nei prossimi container.

venerdì 9 luglio 2021

Iperwriters - History & Lies III

Foto: John Simmons su Unsplash

Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters vi parla ancora delle bugie del presente. Di quello che scrittori e recensori chiamano “attualizzazione” della Storia. Che poi è la sua distruzione, e un vero e proprio sconvolgimento su tutti i livelli della vita e dell'arte.
Da un punto di vista esistenziale, una persona nata prima della rivoluzione industriale, o anche poco dopo, aveva la garanzia di vivere in un mondo sufficientemente stabile e di avere a disposizione fino alla morte gli stessi modelli, strumenti e linguaggi. Gli stessi valori da sostenere o lo stesso nemico da combattere.
Oggi la stabilità è esplosa in una molteplicità di fumi effimeri. Negli ultimi decenni abbiamo cambiato ancoraggi e punti di riferimento troppe volte, e la terra troppe volte è scomparsa sotto i nostri piedi mentre ancora camminavamo. Le persone si trovano in coincidenza fra l'essere ancora in vita e l'essere parte di un passato storico.
Può essere sconcertante, addirittura devastante. Vi siete armati, ma la guerra è da un'altra parte. Avete preparato un discorso, ma non è più in uso la vostra lingua. Avevate progettato di costruire una casa su una spiaggia sicura, ma si sta alzando il livello dei mari.
Ancora Gianfranco Manfredi, dalla stessa intervista:

“Il problema è stato vissuto credo con particolare drammaticità dagli attori e dai cantanti del nostro tempo. La replica continuata di ciò che si è fatto da giovani conduce il soggetto alla dissociazione. Come poteva esprimersi un Sordi anziano a confronto con il Sordi giovane continuamente riproposto? Come fa Mick Jagger a reggere il confronto con il proprio fantasma giovanile? O è il Jagger anziano (e vivente) che diventa il fantasma del Jagger giovane e non più esistente?”

E in letteratura, che cosa è accaduto? Si è adottata la soluzione più semplice: far dire “sei fuori di testa” ai Faraoni d'Egitto. Fare fiction su persone vive e vegete come se fossero già morte, cosa impensabile fino a un secolo fa. Abolire ogni specifico storico e soprattutto ogni successione dei cicli storici e il loro significato.
Non si può essere diversi da un granello di sabbia presentificato, né in passato né in futuro.
Il seguito nei nostri container.

Iperwriters - Tiro al piccione su Superman

Photo: Johan Taljaard on Unsplash I perwriters - Editoriale di Claudia  Salvatori Letteratura italiacana - 59 - Tiro al piccione su Superman...