Retroscena di Andrea Carlo Cappi
Martin Mystère è l'eroe di fumetti tradotto in tutto il mondo, creato da Alfredo Castelli nel 1982 e ormai prossimo ai quarant'anni di avventure pubblicate in Italia da Sergio Bonelli Editore. Per i suoi appassionati, la grande notizia è che da mercoledì 12 maggio 2021 la serie a fumetti, da diversi anni bimestrale, torna a essere mensile, come ai vecchi tempi. In realtà tecnicamente lo è già da aprile, quando è uscito l'ultimo albo del formato precedente, in piena celebrazione degli ottant'anni della casa editrice. Dal numero 375 del maggio 2021, tuttavia, la pubblicazione torna al taglio tradizionale da 96 pagine, con una nuova formula.
Una piccola parte di questa nuova formula sono io.
Con un mio nuovo, singolare, esperimento letterario.
Dei miei rapporti con il "detective dell'impossibile", cominciati oltre venticinque anni fa, si trova un riassunto aggiornato a questo link. Basti sapere che, oltre a essere da trent'anni uno scrittore di thriller, sono uno degli autori che si occupano di Martin Mystère con storie originali non a fumetti: gli ho dedicato finora sei romanzi, un paio di romanzi brevi, un paio di racconti e un feuilleton, legati alla continuity dei fumetti dal 1982 a oggi (inclusi i riferimenti ad altri personaggi dello stesso universo bonelliano). Uno dei miei romanzi di questa serie ha vinto il Premio Italia come miglior fantasy del 2017.
Dal numero 375, in appendice agli albi de I grandi enigmi di Martin Mystère, detective dell'impossibile, appare ciò che è stato annunciato come un mio romanzo a puntate. La definizione più esatta, ma meno immediata, sarebbe forse "serial a episodi". Questo non è un romanzo banalmente tranciato in dodici pezzi, ma una storia scritta appositamente e su misura. La struttura sarà infatti la stessa che trovate in una stagione delle attuali serie tv: dodici episodi indipendenti che tuttavia fanno parte di un'unica trama. Ma c'è di più. Mi sono imposto diverse condizioni che rendono questa storia - almeno per me - un'autentica sfida. Perché è così che ci si appassiona al proprio lavoro di narratori.
Prima condizione: episodi indipendenti. Bisogna sempre prestare attenzione ai lettori e una delle esigenze che ho visto manifestare più volte sui social network è stata quella di leggere storie quanto più possibile autoconclusive. Uno scrittore di thriller (o forse sarebbe più esatto dire "fantathriller", in questo caso) non può rinunciare del tutto al cliffhanger, indispensabile strumento del mestiere anche quando non si scrive a puntate, ma ho cercato di rendere ogni episodio una storia a sé, quasi un racconto autonomo, nell'ambito delle dieci pagine a mia disposizione in appendice a ogni albo.
Seconda condizione: il mese dell'uscita. Ovvero, la puntata in uscita a maggio è ambientata nel mese di maggio, quella di giugno nel mese di giugno e così via.
Nel 2000, per il primo quotidiano online italiano, ilnuovo.it, ho scritto un vero e proprio romanzo d'appendice con Martin Mystère, su soggetto di Alfredo Castelli e mio, intitolato Il codice dell'Apocalisse. La caratteristica, oltre a quella di essere ipertestuale - ovvero contenere link a notizie del momento o informazioni sui luoghi citati - era che ognuna delle cinque puntate settimanali si svolgeva lo stesso giorno in cui veniva messa online. Quindi la prima puntata, apparsa il 26 ottobre 2000, si svolgeva il 26 ottobre 2000, e così via fino all'8 dicembre di quell'anno. Poiché nel fine-settimana il quotidiano non usciva, ogni volta trovavo un espediente per cui Martin dovesse spostarsi da un luogo all'altro e l'indagine riprendesse lunedì; ma intanto il lettore poteva leggersi con comodo la puntata-flashback (una alla settimana) ambientata in un'altra epoca. Castelli ama dire che in qualche modo ho anticipato la serie tv 24, in cui ogni episodio si svolgeva nell'arco di un'ora e una stagione in ventiquattr'ore. Io invece amo sottolineare che ne Il codice dell'Apocalisse, in cui ha un ruolo importante Leonardo da Vinci, si trovano vari elementi poi ripresi da un noto bestseller americano del 2003 con un titolo simile al mio.
Terza condizione: la vita di Martin Mystère. Dal momento che questa storia viene pubblicata nel corso del quarantesimo anno editoriale del detective dell'impossibile - per la precisione tra il compleanno numero 80 di Bonelli Editore e quello numero 40 della testata Martin Mystère - volevo che la storia avesse un significato celebrativo e ripercorresse diversi momenti della vita del nostro eroe. Sicché la vicenda riguarda un "mystero" su cui il protagonista si deve confrontare nell'arco di tutta la sua esistenza. Ho deciso che ogni puntata sarebbe stata ambientata, sì, nel mese di uscita, ma ogni volta in un anno diverso. E non necessariamente in ordine cronologico.
Quarta condizione: il sano gusto del pulp. E per "pulp", come non mi stancherò mai di ripetere, non intendo quello che in Italia è stato chiamato in questo modo negli anni Novanta, bensì lo spirito della narrativa popolare che dal feuilleton trasmigrò nelle riviste pulp americane dagli anni Venti ai Quaranta - a cui viene reso omaggio in questa storia, come già nel romanzo La Donna Leopardo - e infine nei fumetti d'avventura di Sergio Bonelli Editore. La mia trama si ricollega a una storia famosa, anch'essa apparsa a puntate nell'America anni Venti. E non a caso, sia l'albo intitolato Ottant'anni fa, sia la pima puntata in appendice, si rifanno a eventi reali del 1941.
Ci sono tre modi di scrivere una qualsiasi storia di narrativa popolare. Uno è senza saperlo fare (e capita spesso). Uno è costruendola a tavolino (e a volte si nota). E uno è con l'entusiasmo di affrontare una sfida per dare sempre qualcosa di nuovo ai lettori. Ed è quello che preferisco io. La prima traccia è nella foto qui sotto. Troverete gli altri indizi in edicola ogni mese in appendice agli albi di Martin Mystère.