lunedì 2 maggio 2022

Evita Peron: la tomba segreta


La Boutique del Mistero, di Andrea Carlo Cappi

Settant'anni fa, il 7 maggio 1952: nel giorno del suo trentatreesimo compleanno la first-lady/vicepresidente argentina Evita Peron viene nominata "guida spirituale della nazione", a conferma della sua immensa popolarità.
La sua storia sarà celebrata (e criticata) da libri, serie televisive e nel celebre musical "Evita", interpretato sullo schermo da Madonna: la ragazzina Eva Duarte che dalla campagna argentina è giunta a Buenos Aires, dove è diventata una nota attrice; il matrimonio con il colonnello Juan Domingo Peron, che solo grazie all'aiuto di Evita è diventato presidente della Repubblica nel 1946. Aldilà delle considerazioni politiche, con il suo grande carisma personale Evita ha di sicuro un posto nella storia. Più che la "moglie del presidente" è il presidente a essere il marito di Evita Peron.
Ma la attende un destino infelice: un male incurabile la stronca prematuramente il 26 luglio 1952, lasciando l'Argentina in lutto. Il marito decide di preservarne il corpo, facendola imbalsamare alla perfezione da un esperto, il dottor Pedro Ara di Madrid, perché Evita rimanga sempre uguale a se stessa. Ma da questo momento intorno alla bara si tesse una ragnatela di intrighi che passa anche per l'Italia, in cui compaiono veri agenti segreti e un sedicente stregone.


Dopo la morte di Evita, Peron spera di poter restare presidente, ma senza la moglie non ha più il favore degli argentini e nel 1955 viene scacciato da un colpo di stato. La bara con il corpo imbalsamato di Evita rimane invece oggetto di un culto imbarazzante per il nuovo regime del presidente Aramburu, che decide di nasconderla.
Ma accadono vari incidenti. Il più clamoroso: un maggiore dell'esercito che nasconde la bara nella soffitta di casa, una notte spara alla propria moglie, credendo che si tratti di qualcuno che vuole portare via Evita. Poi il capo dei servizi segreti, che la tiene nel suo ufficio, impazzisce e viene destituito. Insomma, l'unico modo per salvaguardare la salma - che alcuni adorano, altri vorrebbero distruggere - è portarla di contrabbando in un luogo sicuro e segreto.
Così nel 1957 il servizio segreto argentino fabbrica per la defunta la falsa identità di un'emigrata italiana che sarebbe morta a Buenos Aires e dev'essere seppelllta nella terra d'origine. La bara viene caricata su una nave per Genova. Da qui viene portata a Milano e sepolta al Cimitero Maggiore di Musocco, campo 41, tomba 86, sotto il nome fittizio "Maria De Magistris". Evita rimane a Milano per quattordici anni, un segreto che a quel tempo quasi nessuno conosce.


Nel 1970 il governo di Buenos Aires decide di riportare Evita alla luce. Ma le tracce sono state coperte così bene che occorre un'indagine per ricostruire il percorso della salma, ormai introvabile e arrivare al suo nascondiglio. Finalmente, nel settembre 1971, un agente segreto argentino di nome Cabalillas arriva a Milano fingendosi il fratello della "signora De Magistris", per riesumare la cassa e portarla, sempre di contrabbando, a Madrid. Qui la restituisce al marito Juan Peron in esilio, che vive nella capitale spagnola in una villa insieme alla seconda moglie, Isabelita - una ballerina di Panama - e al loro astuto consigliere, Lopez Rega.
Siamo all'ultimo atto di una storia incredibile: Lopez Rega si considera uno stregone, grande esperto - a suo dire - di magia umbanda. Assicura a Peron di poter far trasmigrare lo spirito e il carisma di Evita dal corpo imbalsamato a quello vivo e vegeto della seconda moglie Isabelita. Così nella villa di Madrid viene effettuato un presunto rito magico... che sembra persino funzionare: nel 1973 Peron infatti torna a Buenos Aires, acclamato come nuovo presidente. Tuttavia l'anno dopo muore e al governo rimangono, guarda caso, la vedova Isabelita e il suo consigliere Lopez Rega, finché non vengono scacciati dall'ennesimo copo di stato nel 1975.
In ogni caso, il corpo imbalsamato di Evita Peron riposa da allora al cimitero de La Recoleta di Buenos Aires, dopo un'odissea durata quasi vent'anni.


Ho condotto un'inchiesta su questa vicenda circa venticinque anni fa: il risultato fu una lunga ricostruzione che ora potete trovare riproposta sul webmagazine Fronte del Blog. Ho inoltre raccontato la vicenda in chiave di fiction in una delle mie storie di Martin Mystère, il romanzo La Pietra di Wolfram.
Il prossimo appuntamento con La Boutique del Mistero è domenica 8 maggio, sempre alle 16.20 su Radio Number One nel programma pomeridiano di Lukino, con il relativo dossier l'indomani in Borderfiction Zone.

martedì 26 aprile 2022

Caccia all'oligarca

Yacht al largo di Maiorca (foto A. C. Cappi)

La Boutique del Mistero, di Andrea Carlo Cappi

Nell'ultimo decennio, soprattutto d'estate, gli spettacolari "superyacht" sono diventati parte integrante del panorama dell'isola di Maiorca. Di solito sono intestati a società che fanno parte di compagnie collegate ad altre società... ed è difficile risalire ai veri proprietari, anche se è noto che alcuni appartengono a oligarchi russi, cioè coloro che in Russia gestiscono grandi compagnie in uno stretto legame tra finanza e politica.
Uno di questi yacht, ormeggiato a Port Adriano, si chiama Lady Anastasia, e pare che appartenga a un magnate russo nel settore degli armamenti, che avrebbe anche un paio di ville sull'isola. La proprietà dello yacht viene alla luce in circostanze molto singolari.
Il 26 febbraio 2022 l'addetto alla sala macchine, ucraino, si trova in albergo a Palma di Maiorca. Vede in televisione le case bombardate a Kiev, la sua città, e decide di fare la resistenza a suo modo: va al porto, sale a bordo dello yacht e apre le valvole, facendo entrare acqua per affondarlo. Non riesce nel suo intento e lo yacht viene salvato, solo per essere confiscato nell'ambito delle sanzioni per la guerra in corso. Il marinaio ucraino intanto parte per il suo paese, con l'intenzione di andare a combattere.
Lo yacht di un altro oligarca, il Tango, è stato sequestrato nel porto di Palma di Maiorca all'inizio di aprile. Ma per questa categoria il rischio maggiore non è il sequestro delle proprietà all'estero. Il legame con la politica comporta anche che a volte un oligarca possa cadere in disgrazia. E forse è quello che sta capitando ad alcuni di loro negli ultimi tre mesi.

Il 29 gennaio 2022 un dirigente della Gazprom, viene trovato morto nel bagno della casa di campagna fuori San Pietroburgo colpito da varie coltellate, con accanto un suo biglietto di addio. Il 25 febbraio un altro dirigente della Gazprom viene trovato impiccato nel garage della sua casa di campagna fuori San Pietroburgo; anche lui ha lasciato un biglietto di addio Tre giorni dopo, il 28 febbraio un magnate russo delle raffinerie che vive in Inghilterra viene trovato impiccato nel garage della sua casa a Virginia Waters, nel Surrey; stavolta non c'è nessun biglietto.
Tre suicidi di seguito possono sembrare sospetti, ma a questo punto il copione cambia e diventa ancora più tragico. Il 24 marzo a Nizhni Novgorod, Russia, viene trovata morta l'intera famiglia di un oligarca, che avrebbe in apparenza assassinato moglie e figli prima di suicidarsi. La stessa situazione si ripete a Mosca il 18 aprile con la famiglia di un altro dirigente della Gazprom, presunto suicida dopo la strage. Il giorno dopo, il 19 aprile, lo scenario si replica in una villa a Lloret de Mar, in Spagna: con la famiglia di un altro oligarca, che viene trovato impiccato. Trovate ulteriori dettagli sulla vicenda in un articolo sul mio blog Kverse.
Possono essere sei casi indipendenti l'uno dall'altro... ma sarebbe una strana coincidenza. Una cosa è certa: se non è stata una coincidenza, difficilmente lo verremo a sapere.
Il prossimo appuntamento con La Boutique del Mistero è domenica primo maggio, sempre alle 16.20 su Radio Number One nel programma pomeridiano di Lukino, con il relativo dossier l'indomani in Borderfiction Zone.

lunedì 25 aprile 2022

Al mare dopo il delitto

Alberto Olivo

La Boutique del Mistero, di Andrea Carlo Cappi

Oggi vi racconto un caso di uxoricidio che sconvolse l'Italia nel primo Novecento. A essere sconcertante non fu solo il delitto in sé, ma quanto avvenne dopo, così orrido e grottesco da essere scelto nel 1966 dal grande romanziere e pittore Dino Buzzati come soggetto per un racconto a fumetti - oggi si direbbe graphic novel - pubblicato in tre puntate sul "Corriere d'Informazione". (È anche un modo per ricordare i cinquant'anni dalla morte dello scrittore a cui ho rubato il titolo di questa rubrica, "La Boutique del Mistero", scomparso nel gennaio 1972.) 
La storia comincia a Milano nel 1895, quando uscendo di fretta da una trattoria il trentanovenne Alberto Olivo si scontra sulla porta con la ventiduenne Ernesta Beccaro, che lo apostrofa dicendogli "Brutto villano!" Per lui è un colpo di fulmine, e decide di sposarla. Buzzati definì la loro vicenda "una storia strana e terribile, finita in modo inverosimile".

Il racconto di Dino Buzzati

Alberto Olivo, nato a Udine, cresciuto con una madre severa, abita a Milano da sei anni e lavora alla ditta Richard con un discreto stipendio. Non è sposato e nel tempo libero legge libri, studia matematica, frequenta case di tolleranza e scrive poesie.
Ernesta, nata in provincia di Biella in una famiglia numerosa, analfabeta, è venuta a Milano all'età di quattordici anni per fare la donna di servizio ed è passata attraverso una lunga serie di abusi e di traumi prima di incontrare lo stagionato signor Antonio Colombo che "per pura filantropia" (dirà questi in seguito) le dà qualche soldo e le trova alloggio e lavoro presso una sarta.
Olivo di fatto compra la ragazza dal sciur Colombo per la somma di 500 lire, poco meno di due mesi del proprio stipendio. Ma, dopo questo investimento iniziale, si rivela particolarmente avaro e controlla in modo ossessivo le spese per alimentari e abbigliamento della giovane moglie, trasformata in casalinga. Il loro matrimonio diventa un inferno domestico basato sull'odio e sul disprezzo reciproco, e su litigi continui. Il culmine si raggiunge nella primavera del 1903: Ernesta, stanca di essere analfabeta, chiede a Olivo di pagarle una maestra che le insegni a leggere e scrivere. Lui accetta, ma venerdì 15 maggio, dopo neanche una settimana, ordina di sopendere le lezioni.

Dal racconto di Dino Buzzati

La sera di sabato 16 nel loro appartamento in piazza Macello 25, scoppia un litigio furioso che finisce nel modo più atroce: dopo averle spaccato il cranio, Olivo infierisce sul corpo di Ernesta a coltellate, quindi si addormenta nel letto accanto al cadavere. Domenica trascina il corpo della moglie in cucina e va a mangiare in trattoria. Lunedì riprende la sua vita normale e, a chi gli chiede dove sia la signora, risponde che è andata a Biella a trovare i parenti. Finalmente giovedì si accorge che in casa c'è un cattivo odore e comincia a prendere provvedimenti.
Dopo essere andato a Monza a rivendere i vestiti della moglie, venerdì sera Olivo prende il treno per Genova con una valigia pesantissima. In città si fa subito notare perché si rifiuta di dare mance a chi gli trasporta il bagaglio. Sabato noleggia una barca per fare un giro del porto e - sotto gli occhi di un perplesso barcaiolo - getta un grosso pacco in mare, pensando di essersi liberato di Ernesta una volta per tutte. Ma il pacco galleggia fino a riva e viene ripescato: la prima cosa che ne esce è una testa rasata dal volto sfigurato; segue il resto di un corpo fatto a pezzi.
Tra la scarsa prudenza a Genova di Alberto Olivo e i sospetti destati a Milano dalla sparizione di Ernesta, che i vicini hanno denunciato alla Polizia, è inevitabile che l'assassino sia scoperto. Dopo tre giorni la polizia lo arresta.
Tuttavia la parte inverosimile della vicenda non è ancora finita.
Del caso si occupa anche il padre della criminologia Cesare Lombroso, che in base alle sue teorie vedrebbe Olivo più adatto al manicomio che alla galera. Ma per una serie di errori di procedura l'assassino viene scarcerato definitivamente dopo la sentenza in cassazione. In tutto ha scontato solo dodici giorni di prigione e ha subito una multa di lire 125 per vilipendio di cadavere. Morirà tranquillio a ottantasei anni, dopo essersi risposato e avere pubblicato la sua autobiografia, un saggio di matematica e alcune delle sue orrende poesie. Ecco per esempio un brano del suo sonetto "Furor savio", riportato da Buzzati:

"Tal l'ira nel mio cor rugge vendetta
E il bel sereno della mente ottenebra
D'una nube sanguigna e maledetta."

(Questa puntata de La Boutique del Mistero è andata in onda il 24 aprile 2022 su Radio Number One)

I resti di Ernesta Beccaro


venerdì 22 aprile 2022

Iperwriters - Biodiversità invisibili: talento - 1

Photo: Athanasios Papazacharia on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters passa, navigando fra barconi carichi di falso talento che talvolta ci fanno rischiare la collisione. Ma dove, dov'è il vero talento, e soprattutto come distinguerlo, fra questi banchi inquinanti di plastica?
Per parafrasare il poeta Ungaretti, è il talento il paese più straziato.
Avete talento? Un qualsiasi talento artistico che una volta vi avrebbe tirato fuori dalle fogne? Guai a voi. Perché proprio tu, presuntuoso, pretendi di uscire dalle fogne? Restaci con tutti noi.
Vi bullizzeranno fin dall'asilo, o forse prima, dal reparto maternità di un ospedale, dove un altro neonato vi tirerà un calcio nello stinco perché avrà fiutato il vostro dono. E poi continueranno a scuola, quando cercherete di condividerlo, il dono, aspettandovi di essere popolari e amati, e invece vi chiederanno: "Chi credi di essere?"
Più avanti, in ogni ambito della vita, scoprirete di essere offese viventi e di non potervi permettere di eclissare chicchessia: ciascuno ha un talento, un suo talento per qualcosa, e allora che c'è di particolare nel tuo? Tutto questo (attenzione) mentre vi loderanno, o fingeranno di lodarvi, bloccando i vostri progressi con messaggi contraddittori, come fanno le mamme e gli educatori cattivi. Vi diranno quanto è beeello quello che fate, e quanto siete fortunati, privilegiati, “élitari”. E per molto, molto tempo non capirete perché appartenete all'élite meno pagata dell'universo.
Se non vi getteranno dalla finestra durante una gita scolastica, vi faranno impazzire. E che c'è di strano, diranno poi, dal momento che tutti i geni sono anche un po' pazzi?
Potrete perfino avere qualche piccolo riconoscimento, strappandolo con unghie e denti e lacrime e sangue, ma dovrete prima assolutamente farvi perdonare e accettare.
I modi per farsi perdonare: seguire la corrente, non dire o fare mai nulla di eccessivo, tenere a freno l'originalità, usare il Linguaggio Unico, essere goffi (non troppo, o diranno che non avete grinta), avere grinta (non troppa, o diventerete arroganti), tifare per una squadra di calcio sopra ogni cosa, e fare battute a doppio senso sessuale più che potete.
In ogni modo il terreno sotto i vostri piedi sarà sempre come un videogame minato.
Al prossimo container i metodi messi in atto per eliminarvi.

lunedì 18 aprile 2022

Il nome di Diabolik


La Boutique del Mistero, di Andrea Carlo Cappi

Quest'anno ricorrono parecchi anniversari importanti nel mondo del fumetto. Oltre al quarantesimo compleanno di "Martin Mystère" appena celebrato, in autunno si festeggerà il sessantesimo di un personaggio che ha tuttora milioni di lettori: Diabolik, creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani. Il numero uno della serie uscì all'inizio di novembre del 1962. Nel 2022 è stato superato il numero ottocento, senza contare tutti gli albi speciali come "Il Grande Diabolik" appena arrivato in edicola (contenente anche una storia dello scrittore Sergio Rilletti).
In questi giorni si è parlato anche dell'attore Giacomo Gianniotti, che sostituisce Luca Marinelli nel ruolo di Diabolik nel secondo e terzo capitolo della trilogia cinematografica dei Manetti Bros. Ma "Diabolik" era già diventato un film nel 1968, un serial a cartoni animati nel 1999 e nel frattempo persino tre cicli di romanzi: uno in Italia e uno in Francia a fine anni Sessanta, e uno scritto da me, cui ho aggiunto nel 2021 il romanzo del film.
Diabolik è il primo protagonista criminale del fumetto italiano, un ladro che non esita a uccidere chiunque gli sia di ostacolo. Con i suoi travestimenti può sostituirsi più o meno a chiunque, ma quando non assume identità altrui agisce con indosso un costume nero e una maschera che lascia scoperti solo i suoi occhi di ghiaccio. Ma per quale motivo le sorelle Giussani decidono di battezzarlo proprio "Diabolik"?


Il nome nasce probabilmente da suggestioni nell’aria in quegli anni, quando la parola "diabolico" diventa sinonimo di "assassino senza volto". Tutto comincia nel 1956, quando esce in Italia il film "I diabolici" ("Les diaboliques", 1955) del regista francese Henri-George Clouzot, da un romanzo di Boileau & Narcejac, gli stessi autori che poi ispirano a Hitchcock "La donna che visse due volte". È un thriller innovativo, con un colpo di scena finale da brivido, di cui nel 1996 sarà fatto un remake americano non all'altezza dell'originale, "Diabolique".
Negli anni Cinquanta, sull'onda del successo de "Il Giallo Mondadori" rinato nel dopoguerra, molti autori italiani scrivono per vari editori romanzi polizieschi sotto pseudonimo americano. Nel 1957, l'anno dopo "I diabolici", lo scrittore Italo Fasan pubblica con il nome Bill Skyline il romanzo "Uccidevano di notte", in cui un assassino seriale scrive alla polizia lettere firmate “Diabolic” (con la "c" finale) per accreditare i propri delitti.
L'anno dopo ancora, il 1958, a Torino viene ucciso un operaio della FIAT di nome Mario Giliberti. Il delitto tarda a essere scoperto e l'assassino, indispettito, spedisce una lettera alla Polizia firmandosi “Diabolich” (con il "ch" finale). La notizia si diffonde e vari mitomani mandano alla Polizia lettere annunciando delitti immaginari, firmandosi a loro volta "Diabolich". Sicché un astuto editore ripropone al volo il romanzo di Fasan sotto il titolo "Diabolic" (con la c).
L'assassino non viene mai identificato e il nome è ancora nell'aria nella primavera del 1962, quando Totò interpreta la commedia “Totò Diabolicus”, in cui un omicida elimina uno a uno i membri di una famiglia (interpretati da Totò in riuscissimi travestimenti) e spedisce lettere firmandosi "Diabolicus".
Quindi nel 1962 sulla stampa e nell'immaginario collettivo, la parola "diabolico" è ancora abbinata agli assassini misteriosi. Le sorelle Giussani la trasformano in "Diabolik", con la lettera "k". Non immaginano che il loro personaggio avrà così tanto successo da generare negli anni Sessanta una legione di nuovi personaggi dei fumetti "kattivi" con la lettera "k" nel nome: Kriminal, Satanik, Sadik...
Quanto alla ragione per cui, nella serie a fumetti, Diabolik abbia scelto per sé questo nome, si scopre solo nel 1968 nella storia "Diabolik, chi sei?" su cui si basa uno dei prossimi film dei Manetti Bros. Era il nome di una feroce pantera nera sull'isola in cui è cresciuto il protagonista, che da lei ha tratto ispirazione per il suo costume.


Questi e altri segreti di Diabolik & Eva Kant sono svelati in "Fenomenologia di Diabolik", disponibile in ebook da Algama e in volume a colori da NPE.
Il prossimo appuntamento con La Boutique del Mistero è domenica 24 aprile alle 16.20 su Radio Number One, come sempre nel programma pomeridiano di Lukino (con la "k"), con il relativo dossier l'indomani in Borderfiction Zone.

giovedì 14 aprile 2022

I nuovi segreti del professor Mystère


Retroscena e anticipazioni di Andrea Carlo Cappi

Nel maggio 2021, in occasione dell'inizio del quarantesimo anno di pubblicazioni di "Martin Mystère" (che era appena tornato all'uscita mensile), annunciavo il romanzo-serial che per dodici numeri avrebbe accompagnato i lettori in appendice agli albi. Senza fare spoiler, ora che il serial è concluso, ve ne svelo qualche retroscena e vi propongo una tabella essenziale per decifrarne la cronologia. Nel contempo vi faccio qualche anticipazione sulle storie "romanzesche" del detective dell'impossibile che potrete leggere a breve.


Cominciamo dal passato recente: come alcuni di voi già sanno, la vicenda di "Martin Mystère e il potere del Falco" si svolge tra il 1921 e il 2022, in pratica un secolo di vita della famiglia Mystère, dato che vi sono coinvolti sia Martin, sia suo padre Mark. Oltre ai riferimenti a quanto accadeva nel loro mondo nelle varie epoche, c'è anche un aggancio con un episodio di "Legs Weaver" (n. 79, "Il Falcone Maltese").
La storia vede infatti come co-protagonisti anche lo scrittore-investigatore Dashiell Hammett, autore del romanzo "Il Falcone Maltese" imperniato sul detective Sam Spade (la cui più celebre versione cinematografica, "Il mistero del falco", compiva ottant'anni nel 2021) e persino un personaggio che - nella finzione - ispira al romanziere Ross MacDonald il detective Lew Archer... il cui cognome, non a caso, è lo stesso del socio di Sam Spade.
Le condizioni che mi ero posto: ogni episodio doveva essere, per quanto possibile in un serial, un racconto autoconclusivo, ambientato nello stesso mese in cui usciva l'albo, ma ogni volta in un anno diverso. Eccovi dunque lo schema completo degli anni di ambientazione di tutta la serie:

N. 375, maggio '21, ep. 1 – "Maggio" (anno: 1982)
N. 376, giugno '21, ep. 2 – "Giugno" (anno: 1962)
N. 377, luglio '21, ep. 3 – "Luglio" (anno: 1991)
N. 378, agosto '21, ep. 4 – "Agosto" (anno: 1976)
N. 379, settembre '21, ep. 5 – "Settembre" (anno: 1921)
N. 380, ottobre '21, ep. 6 – "Ottobre" (anno: 2001)
N. 381, novembre '21, ep. 7 – "Novembre" (anno: 2005)
N. 382, dicembre '21, ep. 8 – "Dicembre" (anno: 2021)
N. 383, gennaio '22, ep. 9 – "Gennaio" (anno: 2006)
N. 384, febbraio '22, ep. 10 – "Febbraio" (anno: 2019)
N. 385, marzo '22, ep. 11 – "Marzo" (anno: 2020)
N. 386, aprile '22, ep. 12 – "Aprile" (anno: 2022)

Naturalmente, se vi manca qualche episodio, potete recuperare gli albi arretrati sul Bonelli Shop online o al Bonelli Store di Milano.


Sono particolarmente compiaciuto del 2 (di fatto un apocrifo di Lew Archer in chiave mysteriosa) e del 5 (l'indagine di Hammett, che si collega con il citato albo di "Legs Weaver").
Nell'episodio 3 appare un negozio newyorkese immaginario, "The Pulp Brothers" (ispirato in realtà al leggendario "Bloodbuster" in via Panfilo Castaldi 21 a Milano) di cui Alfredo Castelli ha realizzato... una perfetta falsa fotografia di vetrina e insegna. Se non l'avessi inventato io, crederei davvero che "The Pulp Brothers" sia esistito nel Greenwich Village. Non pago di ciò, dal momento che mi ero immaginato pure una rivista pulp mai pubblicata, "Dark Desk", Alfredo è riuscito persino a realizzare le copertine (a colori) dei due numeri che Martin Mystère legge avidamente. Questo fatto che io invento cose che poi diventano "vere" sta diventando piuttosto inquietante.
Di tutti gli episodi, tuttavia, il mio preferito rimane il 4, con un giovane Martin nell'Africa anni '70. Non mi spiacerebbe scrivere altre sue avventure in quel periodo: fatemi sapere cosa ne pensate. Chi ha già letto gli episodi dal 7 in poi avrà notato il ritorno di Andrew Cherry, già comprimario negli albi 197-198, in cui apparvero i Cercatori del Paradiso, avversari di Martin anche in questa vicenda.


Certo, come notava Alfredo Castelli nell'ultimo bolettino dell'AMys, si è perso un po' il gusto dell'attesa: tra cofanetti di dvd (come sono solito fare io) o maratone televisive, si può consumare tutta una stagione di un serial in un weekend. Poi però bisogna aspettare un anno per avere tutta la stagione successiva, che a volte non viene neppure realizzata se l'audience settimanale è stata giudicata insufficiente. Molti di voi però hanno pazientato eroicamente fin dal maggio 2021 per potersi leggere tutto in una volta.
Vi lascio immaginare la complessità di scrivere una storia strutturata in questo modo, senza perdere il filo, rispettando la continuity (sempre con il prezioso aiuto dell'AMys) e ambientando due puntate, quella del Natale 2021 e quella appena uscita dell'aprile 2022, proprio nel mese e nell'anno in cui vengono pubblicate. D'altra parte questa era la sfida che mi ero posto.
Quindi ora, non so se ve ne rendete conto, oltre a una storia molto insolita di Martin Mystère, avete a disposizione anche un piccolo esperimento di letteratura postmoderna: un romanzo i cui dodici capitoli si svolgono in dodici anni diversi nell'arco di un secolo. Ignoro se qualcun altro abbia mai fatto qualcosa di simile.


Veniamo ora alle anticipazioni del serial successivo, che si dipanerà in quattordici episodi, concludendosi nel numero 400. Ogni episodio sarà illustrato da Carlo Velardi, già autore dei magnifici frontespizi degli albi. Stavolta mi sono posto una sfida di tipo completamente diverso, lavorando su un'idea che mi girava in testa da diciassette anni. Tolti il prologo e l'epilogo (cioè le puntate 1 e 14) ambientati rispettivamente nel maggio 2022 e nel giugno 2023, la trama si sviluppa nel corso di una settimana tra la fine di luglio e l'inizio di agosto del 2000, vale a dire subito dopo l'avventura delle Figlie di Freya narrata nei numeri 219-220.
Martin Mystère indaga su una catena di misteri in una cittadina nel deserto del Nevada, arrivando a ogni soluzione nel volgere di una o due puntate (così non dovrete aspettare troppo a lungo) ma trovandosi subito coinvolto nell'enigma successivo.
Chi ha letto l'annuncio del numero in edicola in maggio si starà chiedendo cosa significhi il titolo del nuovo serial: "Zona Y". Conosciamo tutti la "Zona X" in cui si svolgono le avventure fuori continuity "interpretate" da Martin Mystère, mentre questa storia, vi posso assicurare, aderisce rigorosamente alla cronologia ufficiale. Vi lascio l'incognita, perché non intendo rovinarvi le sorprese. Ma nel frattempo potrete leggere in un fiato una storia che molti attendono dal 2020: "La farfalla dalle ali di ossidiana" (precedentemente noto con il titolo di lavoro "Axis Mundi"), il quinto volume della collana "I romanzi di Martin Mystère", in edicola nel luglio 2022, di cui vi parlo ora, sempre senza spoiler.


Siamo nell'ottobre del 1989. Al termine del romanzo precedente, Martin Mystère ha risolto il mistero della Pietra di Wolfram. Tuttavia del prezioso oggetto, che conferisce il potere di guidare le folle, si è impadronito il narcotrafficante messicano Berenguer, non esattamente la persona più adatta a farne uso. Il detective dell'impossibile viene reclutato da un agente del governo americano perché lo aiuti a recuperarla.
Ma la missione sembra due volte impossibile: non solo bisogna sfidare una pericolosa banda criminale che segue un culto tanto arcaico quanto sconosciuto, ma occorre battere sul tempo Axis Mundi, l'organizzazione "fantasma" fondata da Arthur William Bradley, l'informatico che dal suo ufficio nei sotterranei di Langley è in grado di muovere a loro insaputa i reparti più clandestini dei servizi segreti statunitensi. Ma tutti i contendenti ignorano che intanto qualcosa di oscuro e terribile si sta risvegliando nei sotterranei del tempio di Guayanguareo...
Siamo giunti all'ultimo atto della sfida tra il detective dell'impossibile e Axis Mundi, cominciata nel romanzo "La Donna Leopardo" e - dopo l'intermezzo de "Le guerre nel buio" - proseguita ne "Il mestiere del diavolo" e "La Pietra di Wolfram". Inoltre, contando anche il feuilleton "Il codice dell'Apocalisse", e i volumi "L'occhio sinistro di Rama" (uscito venti anni fa!) e "L'ultima legione di Atlantide", se aggiungiamo al bilancio i due serial, quest'anno arrivo a ben dieci romanzi di Martin Mystère. Ho cominciato a collaborare "a distanza" con il detective dell'impossibile più o meno quando aveva compiuto da poco dieci anni, ora ne ha compiuti quaranta e spero che il nostro sodalizio continui a lungo.

mercoledì 13 aprile 2022

Il ritorno di Borderfiction



Cronaca e foto di Marco Donna

Da undici anni Borderfiction Eventi è sinonimo di serate letterarie a Milano con lo scopo di celebrare l’avventura, l’intrigo e la passione. La nuova stagione è partita il 31 marzo 2022 nella sede storica dell’Admiral Hotel in via Domodossola 16 a Milano e ha visto protagonisti i mattatori classici di questa banda di braccia rubate ai Servizi Segreti per inventare mondi fantastici in cui perdere le nostre serate. Ma andiamo con ordine.

Giancarlo Narciso e Andrea Carlo Cappi

La serata parte roboante con la voce storica del gruppo, attore protagonista della maggior parte delle presentazioni. Andrea Carlo Cappi è un fine autore che ha saputo mescolare i generi, inventando avventure che spaziano facilmente tra lo spionaggio e il noir, tra il giallo e l’erotismo senza trascurare action e attualità. Ma qui è nel ruolo di conduttore che chiama sul palco un altro volto storico del gruppo: Giancarlo "Jack" Narciso, oggi a introdurrere due proposte.

Ezio Cavazzini e Andrea Carlo Cappi

La prima è La mia guerra (Borderfiction Edizioni, 2022) della madre, Lidia Caldonazzi Narciso, centenaria da pochi giorni. Sul palco insieme a lui sale Ezio Cavazzini per raccontarci della raccolta di fondi legata alla vendita del libro. Ezio è tra chi aiuta le persone veramente “a casa loro”, collaborando con gli operatori dell'associazione “Amici di Francesco” che si spostano da un villaggio all'altro del Benin, per portare la loro generosa opera a bordo di una vetusta Toyota Land Cruiser che ha sulle spalle 470.000 chilometri, tre sostituzioni di motore e una miriade di riparazioni improvvisate. Questa è vera avventura. Ma il mezzo, tenuto insieme con il fil di ferro, ha ormai ha raggiunto la fine della sua vita. Si sta cercando di contribuire a racimolare la somma necessaria per l'acquisto di un veicolo sostitutivo, ovviamente di seconda mano. L'intero ricavato che Amazon verserà dalle vendite del libro sarà trasferito all'associazione.

Lettura da "I guardiani di Wirikuta"

Jack, nella seconda parte del suo intervento, ci porta poi nel deserto messicano a “gustare” peyote, la droga degli spiriti, raccontandoci i retroscena, i miti e i misteri di Real de Catorce, Messico, che lo portarono a scrivere I guardiani di Wirikuta (Oltre Edizioni, 2022), il suo romanzo d'esordio nel 1994 che ora vive di una nuova vita. Una storia che miscela noir, avventura e realismo magico, in una terra in cui l'autore ha vissuto a lungo.

Francesco G. Lugli

Dagli incubi del peyote all’horror dei racconti di Francesco G. Lugli il passo è breve. Francesco ha riportato in vita la sua memorabile raccolta Scritti con il sangue (Borderfiction Edizioni, 2022). Uso le sue parole che la definiscono “una raccolta zombie” e già ci fanno entrare nella letteratura di genere. Zombie perché rinasce dalle ceneri della precedente casa editrice che, purtroppo, è una delle vittime della crisi che si dice sempre così. Cappi ribadisce che questa raccolta contiene uno dei migliori racconti horro che abbia mai letto.

Gian Luca Margheriti

Se l’Africa, il Messico e l'orrore non vi sono bastati, scoprite allora che la Storia reale supera la fantasia: Gian Luca Margheriti conclude la serata raccontandoci come gli intrighi milanesi della famiglia Visconti sano meglio de Il Trono di Spade. Il suo Milano dei Visconti e degli Sforza (Newton Compton, 2021) sarebbe un saggio, ma si legge come un romanzo, pieno di colpi di scena, avventura, erotismo, intrigo e chi più ne ha più ne metta. Tutto quello che rende un libro degno di essere presentato in una serata Borderfiction!












Iperwriters - Tiro al piccione su Superman

Photo: Johan Taljaard on Unsplash I perwriters - Editoriale di Claudia  Salvatori Letteratura italiacana - 59 - Tiro al piccione su Superman...