giovedì 11 marzo 2021

Premio Torre Crawford 2021

Torna il premio letterario di San Nicola Arcella, intitolato a Francis Marion Crawford. Lo scrittore americano che scelse l'Italia come patria di adozione è oggi ricordato soprattutto per il versante gotico della sua produzione, ma la sua opera non si limitava a un unico genere. Ecco perché, nella seconda edizione, il tema proposto ai concorrenti può essere interpretato sia in senso letterale, sia in senso metaforico. L'unica richiesta, per entrare nel novero degli autori scelti per l'antologia del 2021, è la qualità dei racconti e l'aderenza al concetto di quest'anno: "Innamorarsi di un fantasma".

Ospitato nel 2020 sulle pagine di Borderfiction Zone, ora il Premio Torre Crawford ha un suo sito ufficiale in cui è possibile trovare il testo completo del bando, da leggere beninteso con attenzione prima di partecipare.

Il Premio Torre Crawford in Borderfiction Zone

L'antologia dell'edizione 2020, edita da Oakmond Publishing

venerdì 5 marzo 2021

Iperwriters - DNA d'artista


Photo by Guillaume Bolduc on Unsplash

IperWriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Spiegare come, quando e perché è stato voluto il crollo del valore di mercato della cultura umanistica sarebbe un’impresa al di là delle mie forze e capacità. 
Ma c’è una domanda che continua a ossessionarmi: che cosa ci spinge ancora verso la scrittura, come se fosse carica di un carisma che ormai non corrisponde più di fatto a nulla di vissuto? In altre parole, perché ci piace essere scrittori, ci drappeggiamo nelle nostre identità di scrittori, come se fossimo ancora vati, santi, eroi e naviganti (delle terre immaginate)?
La ricerca storica mi ha fornito forse una spiegazione. Nelle epoche passate gli artisti sono stati onorati, protetti, premiati. 
Nell’antica Roma un professore di grammatica valeva una somma che attualmente gira solo nel calciomercato. E così via: più si va indietro nella storia, e più il lavoro intellettuale/artistico sembra essere stato quotato. Fino all’antico Egitto, in cui l'artista era il secondo del regno immediatamente dopo il re. 
I nostri antenati hanno sperimentato una condizione in cui alla felicità creativa potevano essere aggiunti ricchezza e beni materiali, posizione sociale, il rispetto e l’ammirazione del resto della comunità, e perfino una forma di venerazione.
Allora mi chiedo se non è possibile che tutto questo si sia trasmesso stabilmente nel DNA umano, e se non sia diventato una forza agente nella coscienza collettiva.
Una forza che ci spinge ancora a creare, fra disinteressata ricerca della bellezza e patetica velleità, fra candore e narcisismo, fra legittima lotta per l’amore e la gloria e odioso culto dell’ego autoreferenziale.
Altrimenti non si spiegherebbe come, in un simile tempo di decadenza che dopo averci polverizzati impasta continuamente la nostra polvere, ci sentiamo spinti in così tanti verso un mestiere sottopagato, non istituzionalizzato, non socializzabile, affidato al caso e alla fortuna, che non ha nessun avvenire e comporta troppi rischi, e infine rende invisibili.
E’ bello pensare che a Dante, ad Ariosto, a Leonardo, a Michelangelo sia stato dato di che vivere molto dignitosamente. Chi darebbe oggi ospitalità a un poeta, anche solo in un garage o in una cantina?
Se non trovate una cantina, ci sono sempre i nostri container.





venerdì 19 febbraio 2021

Iperwriters - Cercasi carisma

Foto: A. C. Cappi



Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. Una decina d'anni fa, quando non ero ancora salita sulla nave Iperwriters, ho rilasciato un’intervista a Eduardo Vitolo per il suo blog Il mondo di Edu, uscita con il titolo Il carisma artistico è stato distrutto. Eccone un estratto rielaborato:

Viviamo una situazione paradossale: da un lato il carisma artistico (come ogni altro carisma) è stato distrutto; dall'altro lato, ci sono sempre più persone che desiderano diventare scrittori. Come siamo arrivati a questo? Nelle strutture sociali del passato, per quanto ingiuste, l'arte era verticale: pochi individui cristallizzavano in sé l'esperienza di un popolo o di una generazione. Era quello che si chiamava vocazione, o destino. Il livello era alto perché molti dovevano rinunciare per permettere a pochi di assumere un ruolo sciamanico e rappresentare tutti. Oggi abbiamo un'arte orizzontale, dissacrata ma pretenziosa, collettiva e cacofonica. Il risultato è un popolo di artisti part-time motivati più che dalla spinta a scrivere (o dipingere, fare film ecc.) dal bisogno di sognare, o piuttosto recitare, di essere artisti. Le conseguenze: confusione, derealizzazione, impotenza, disperazione, un livello sempre più basso di qualità (perché sforzarci se siamo già tutti geniali?), lo scontrarsi di tanti immensi ego creativi che reclamano attenzione senza essere disposti a darne (non esiste più critica letteraria infatti). Con tutto questo non c'è maggior giustizia e permane una specie di selezione nella corsa al successo: più insidiosa perché non naturale e perché i criteri applicati sfuggono, sfumano nell'ambiguità.

Parole dure. In quel periodo non ero molto felice, avendo patito molte delusioni professionali. Scoprivo inoltre sia l'invidia (rivolta verso la mia persona), sia la consapevolezza di un'epoca storica in cui non esiste più quello che viene invidiato... il carisma, appunto.
Non odiatemi. Mi mancava solo, e mi manca tuttora, tutto quello che abbiamo perduto. 
Il seguito nel prossimo container.






venerdì 5 febbraio 2021

Iperwriters - Scrittori container

Photo by Noel Broda on Unsplash


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters vi parla. 
La globalizzazione e gli attuali stili di vita stanno progressivamente cancellando il passato. Si crede (o si finge) di amare la cultura ma la si distrugge per mezzo di un'ideologia museale e del turismo di massa, come nel caso delle tombe egizie della Valle dei Re, dissolte da fiati e sudori umani in concentrazione troppo elevata.
Inoltre si demonizzano le tecnologie moderne, additate come colpevoli di tale disumanizzazione... come se i computer e i social non fossero stati creati da umani.
Ma proviamo a immaginare che sia possibile una riaffermazione della forza immaginativa di persone e popoli per mezzo della rete, una riappropriazione della cultura usando le tecnologie in modalità ancora da inventare, magari azzardate, perfino un po' spregiudicate. Da corte dei miracoli, da contrabbandieri, da pirati, da Robin Hood che ruba libri ai ricchi per darli ai poveri.
Sono sempre stata convinta che le attuali società, da diversi decenni, producano più intellettuali e artisti di quanti il mercato (se deve esserci un mercato) sia disposto ad assorbire. D'altra parte, mai come nel pensiero del secolo scorso la letteratura e le altre arti sono diventate snob, ineffabili torri d'avorio difese da strutture e linguaggi ignoti ai più. Quasi a compensare la minaccia venuta dall'un'istruzione e dalle “pari opportunità” elargite a tutti.
Questa contraddizione unica e mai sperimentata nella storia della civiltà porta a una condizione di grande infelicità o grande rabbia: ho potuto constatare personalmente i drammi umani che ne conseguono.
Ma proprio il pensiero dell'ultimo secolo, nel suo inarrestabile lavoro per renderci tutti uguali, tutti alla pari, e tutti in qualche container, finirà per abolire gli antichi meccanismi di selezione dei libri: editori cartacei, agenti letterari, librai. 
Di conseguenza oggi gli scrittori sono container, nel mare del Web, senza intermediari fra loro e i lettori. E chi vuole vedere se ci saranno veramente pari opportunità, e non solo per finta, salga a bordo.
La nave va verso un futuro che vi è ignoto, che ci è ignoto. Ma di certo non torna indietro.


La leva obbligatoria non esiste più, la guerra è ancora qui. Non c'è storia documentata dell'umanità senza guerra. Un futuro di pace si sposta sempre più avanti sulla linea dell'orizzonte, fino a raggiungere i reami dell'utopia. In questo libro uscito in seconda edizione nel 1869, lo stesso anno della morte del suo autore, fiammeggiano i sentimenti e le idee che negli ultimi decenni del secolo scorso hanno animato i movimenti pacifisti di tutto il mondo. Si faccia un confronto fra la rappresentazione attuale della guerra-videogame e la descrizione che ne fa lo scrittore scapigliato Igino Tarchetti. Anche se abbiamo visto milioni di film e serie televisive di epica militare, le scene di battaglia e massacro appaiono pur sempre agghiaccianti. Perché vengono evocate con le parole.


Claudia Salvatori Il mago e l'imperatrice - Ipotesi romanzata sulla vera Messalinaprefazione di Francesca Galleano (History and Lies vol. 2)
Valeria Messalina, discendente dalla stirpe degli antichi re di Roma. La sua storia è stata raccontata da chi ha vinto. Pertanto, nell'immaginario collettivo, una satira di Giovenale scritta ottanta anni dopo, la sua morte è diventata realtà. Ma chi era veramente Messalina? Venerata durante la sua breve vita come una vestale, i rari indizi storici che restano raccontano la storia di un colpo di stato fallito a cui avevano partecipato eminenti personaggi del tempo. Dalla prefazione di Francesca Galleano: "Claudia Salvatori si immerge nell'epoca appropriandosi del linguaggio degli autori latini, trasportandoci con la sua macchina del tempo."



Francesca Galleano, Claudia Salvatori, Philippa Winter La corte dei miracoli/Rocambole/Il fantasma dell'opera (Almost Exist vol. 1)
Tre racconti. Omaggi ad altrettante icone dell'immaginario collettivo occidentale: la corte dei miracoli, il fantasma dell'opera, Rocambole. E ai loro creatori: Victor Hugo, Pierre Alexis Ponson du Terrail e Gaston Leroux. Tre creature che, come Frankenstein, hanno continuato a vivere in numerosi romanzi apocrifi, film, serie televisive, adattamenti teatrali, opere, balletti e fumetti. Nel caso di Notre Dame de Paris di Hugo, anche un film di animazione Disney e un videogioco. Mentre Il fantasma dell'opera, portato sugli schermi fra gli altri da Terence Fisher, Brian De Palma e Dario Argento, è stato un musical di successo di Andrew Lloyd Webber. In quanto a Rocambole, antenato di tutti i ladri gentiluomini, ci ha lasciato una parola che usiamo ancora oggi per definire avventure meravigliose e impossibili: rocambolesco. Tre scrittrici italiane rivisitano oggi questi personaggi entrati nell'immortalità, riportandoli vicini a noi.


Paul Féval La città vampira (o la sventura di scrivere romanzi gotici) traduzione di Massimo Caviglione, prefazione di Claudia Salvatori (Avanti)
Ann Radcliffe, madre del romanzo gotico, è la protagonista di questo romanzo "postmoderno" scritto quasi un secolo e mezzo fa da Paul Féval, scrittore francese inventore di personaggi e strutture della fiction moderna. Ann sogna due tombe, due braccia che sorgono dalla terra per cercarsi, due mani che si stringono. La sua migliore amica, alla vigilia delle nozze, è in pericolo. Per soccorrerla Ann intraprende un viaggio che la condurrà a combattere il vampiro Goetzi nel cuore della mitica città vampira... Un libro che è una festa per l'intelligenza.





Kverse - Il mondo thriller di Andrea Carlo Cappi

Selene Feltrin è Nightshade in una foto di A. C. Cappi

Il 20 gennaio 2021 è nato un nuovo blog, dedicato al Kverse, il ciclo che raccoglie le numerose serie thriller interconnesse di Andrea Carlo Cappi (che a volte si firma François Torrent): Nightshade, Agente Nightshade, Medina, Sickrose, Black, Dark Duet... Il Kverse è un universo in cui si intrecciano vicende tra noir e spy story pubblicate attualmente da Mondadori (in edicola e ebook nella collana Segretissimo), Oakmond Publishing (in volume e ebook), Cordero (in volume), Algama (in ebook) e Delos Digital (in ebook nella collana SpyGame). 
Il blog, aperto nell'imminenza del trentennale di attività dell'autore, conterrà articoli, retroscena, biografie di personaggi, trame, annunci di novità e, naturalmente, i link per l'acquisto. Ma servirà soprattutto a esaltare l'esperienza dei lettori, facendo loro scoprire collegamenti e easter eggs contenuti nelle storie.
Il nuovo blog è stato accolto con entusiasmo dai lettori sui social network e anche da un hater, che ha subito provveduto - mediante segnalazione anonima e ovviamente falsa - a farlo classificare da Facebook come sito pericoloso, impedendo che chiunque di voi potesse condividerne i post. Si noti che il blog ha un url https (che contrassegna i siti sicuri) e che si trova - come quello su cui leggete questo post - sulla nota piattaforma blogger di Google. Non potrebbe essere più innocuo di così.
Ma non saranno l'odio gratuito e il boicottaggio a far tacere un autore che, in molti suoi romanzi, ha trattato e tratta temi scottanti dell'attualità.
Ecco la mappa delle sezioni del blog come sono ora e che verranno gradualmente arricchite di contenuti:


Buona lettura e, se lo gradite, condividete questo post.

sabato 23 gennaio 2021

Iperwriters - Le radici del futuro


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Venerdì, ore 13. La nave Iperwriters passa. Ma anche se quel filosofo greco diceva che la stessa acqua non scorre mai due volte, noi con i nostri container passiamo, ma è come se fossimo fermi. 
È sempre la stessa nave, lo stesso passaggio, che vedete. Viviamo in un eterno presente. O piuttosto, aspiriamo all'eternità. 
L'eternità è quel punto della creazione artistica in cui si diventa così perfetti e immateriali da diventare delle star della parola scritta. 
Noi perciò ci lasciamo alle spalle le regole, le mode e i dettami letterari del Novecento e, guardando oltre la prua, vediamo l'Ottocento. 
Sono là le nostre radici. 
In quel periodo fatato che ha visto gli artisti d'Europa tentare l'ultima ribellione contro la rivoluzione industriale, il materialismo, il capitalismo, le forze che operavano per trasformarli in merce e intercambiabili fornitori di merci. 
Letteratura biologica, in cui circolavano il sangue e le droghe (non scandalizzatevi per l'alcol, l'assenzio, il laudano e l'oppio) degli autori. Sono ancora loro le star della parola scritta, quelli e quelle più scaricati dai portali sul web. I vittoriani, i francesi e i russi, e in Italia la Scapigliatura. 
Noi di Iperwriters scaviamo nell'antico per essere più nuovi. Siamo come i Preraffaelliti che vivevano nel tempo degli unicorni. Come i neoplatonici e tutti i passatisti della storia che cercavano il futuro in antiche pietre e antichi pensieri, per chiudere un cerchio storico e rendere rosa il cielo. 
Ingenui? Siamo bambini. Romantici? Sì, ma non sentimentali. 
Impossibile, nell'attuale civiltà trasformata irreversibilmente dalle immagini a danno delle parole? 
Ma chi ha detto che riusciremo? E chi ha detto che si riuscirà in tempi brevi? 
Potremmo impiegarci secoli, ma noi abbiamo tanta, tanta, tanta pazienza. 
Non vorreste anche voi un po' di sturm und drang per fare a pezzi l'inerzia, l'esilità pomposa, la perdita del gusto, la catatonia, il vuoto chimico che ci assalgono? 
Salite a bordo ed entrate nei nostri container.




venerdì 22 gennaio 2021

Lupin (2021)


Recensione di Alby Bottecchia

Colto, raffinato e scaltro Assane Diop, interpretato da Omar Sy (Quasi Amici, Lo sbirro di Belleville, Il richiamo della foresta), è un inafferrabile ladro che basa i suoi furti sulle avventure di Arsène Lupin, il suo eroe letterario preferito dall'età di quattordici anni.
Figlio di immigrati senegalesi, Assane viene cresciuto dal padre, Babakar, uomo di profonda cultura impiegato come autista presso i Pellegrini, un'illustre famiglia parigina; mentre il capofamiglia Hubert tratta l'uomo con sufficienza a causa delle sue origini, la moglie Anne e soprattutto Juliette, la figlia diciottenne, si affezionano al ragazzo.
Il furto della collana appartenuta a Maria Antonietta di proprietà dei Pellegrini viene fatto ricadere su Babakar, il padre di Assane, che viene convinto a firmare una confessione fasulla e ritrovato morto suicida pochi giorni dopo.
Inizialmente convinto della colpevolezza paterna, Assane entra in una prestigiosa accademia parigina, dove conosce le due persone più importanti della sua vita: il suo miglior amico Beamin Ferral e Claire, l'amore della sua vita e madre di suo figlio Raul.
Il piano per scoprire la verità, vendicarsi di Hubert Pellegrini e riabilitare il padre prende le mosse da un elaboratissimo colpo al Louvre. Tra furti, colpi di scena e trappole, Assane si troverà impegnato in una pericolosa partita a scacchi con Pellegrini, che inevitabilmente coinvolgerà le persone che ama e che il nostro ladro farà di tutto per proteggere.
George Kay e François Uzan - per la regia di Louis Leterrier (The Transporter, L'incredibile Hulk, Now you see me - I maghi del crimine) - rileggono in chiave contemporanea la leggenda di Arsène Lupin in un mix avvincente di ironia, azione e mistero. Una serie di cui questi primi cinque episodi (da Netflix è prevista a breve la seconda parte composta da altre cinque puntate), sono solo il preludio dello scontro tra Assane e il suo spietato avversario.

Iperwriters - Tiro al piccione su Superman

Photo: Johan Taljaard on Unsplash I perwriters - Editoriale di Claudia  Salvatori Letteratura italiacana - 59 - Tiro al piccione su Superman...