Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori
Venerdì, ore 13. Oggi
nasce IperWriters. La parola è una realtà vivente, come
si credeva nell'antico Egitto. Il nome è moderno, ma ha una
radice antica. Iper significa oltre, al di là.
Oltre lo scrittore. Sempre andando avanti.
In questi giorni circola uno
spot pubblicitario: uno strumento di ripresa gira intorno a una pila
di libri in un lungo piano sequenza circolare, salendo e salendo. La
pila sfuma lentamente nell'ombra, e l'ultimo volume sulla sommità
si apre in un tablet di ultima generazione che irradia un fascio di
luce abbagliante.
Sì, con la fine dell'era
Gutenberg siamo naufragati nel mare del Web. Senza radici, senza
maestri, senza esempi e senza storia, dal Titanic affondato abbiamo
trovato rifugio sulla nave portacontainer.
Nei container ci siamo noi, gli
scrittori. Noi che non ci siamo arricchiti, ma siamo sopravvissuti.
Noi che, quando dovremmo essere categorizzati, scopriamo che “non
facciamo statistica”. Noi, che con l'acculturazione di massa ci
siamo moltiplicati all'infinito ma, di fatto, non esistiamo.
Nei nostri container vorremmo
essere liberi. D'accordo, l'idea di libertà in uno spazio
chiuso è un paradosso e un ossimoro, e avreste ben ragione a
dirci che vi proponiamo solo di passare da un carcere a un altro.
Ma c'è tutta una
letteratura che parla di voli meravigliosi nella cella di un
monastero, sotto una tenda indiana, sulla cima di un pilastro.
E perché non in un
container?
Naufragati, non abbiamo più
nulla da perdere.
Nel mondo contemporaneo è
d'obbligo stare in un container, ma in qualità di naufraghi
abbiamo ben diritto di scegliercelo noi.
Nei nostri container non si
dorme, ma si sogna molto. Il nostro sogno è ritrovare l'antica
magia che i nostri talenti un tempo portavano alle coscienze attente.
La nave portacointainer va.
Avanti.
Il mare è freddo, grigio,
invernale. Ma il cielo è rosa, perché il futuro lo è
sempre, e si riflette nell'insegna che ci rappresenta.
Siamo noi. Siamo gli
IperWriters.
Continua...
Da brividi ma vero. Comunque guardiamo il cielo. Ciao coraggiosissima Claudia Salvatori.
RispondiEliminaGrazie di cuore, Paola. Questo primo editoriale ha già scosso alcune coscienze. Spero di non deludere con i prossimi. Ciao.
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