domenica 17 dicembre 2023

The Kill Room (2023)


Recensione di Andrea Carlo Cappi

Il mondo dell'arte e l'assassinio su commissione si incontrano in una storia brillante la cui definizione più corretta sarebbe black comedy, anche se qualcuno ha usato il termine "thriller". C'è anche chi ha notato che questo film della regista Nicol Paone, uscito negli USA (e qua e là in Europa) alla fine del settembre 2023, riunisce nel cast Uma Thurman e Samuel L. Jackson a trent'anni da Pulp Fiction. Ma la trama, un soggetto originale dello sceneggiatore Jonathan Jacobson, richiama semmai l'ironia noir di certe storie di Elmore Leonard, peraltro uno dei riferimenti letterari di Quentin Tarantino.
Patrice (Uma Thurman) è una gallerista newyorkese in crisi: i quadri della sua ultima scoperta Gracie (Maya Hawke) non si vendono e la sua dipendenza da anfetamine sta diventando troppo costosa. Lo viene a sapere il pasticcere-faccendiere Gordon (Samuel L. Jackson), che ha un problema a sua volta: ripulire con la sua attività il denaro sporco di una piccola ma efficiente anonima omicidi si sta facendo impegnativo e rischioso. Sicché Gordon si presenta a Patrice proponendole di aiutarlo nel riciclaggio, in cambio di una cospicua commissione. Pensando che si tratti di un "semplice" giro di droga, Patrice accetta, ma ha bisogno di quadri che giustifichino entrate e uscite. Perciò Gordon ha un'altra idea: farli dipingere da Reggie (Joe Manganiello), il minaccioso e tormentato killer di fiducia del gruppo.
Così i quadri di un nuovo misterioso pittore che si firma The Bagman (termine che indica un esattore della mala, ma allude anche ai sacchetti di plastica che Reggie usa per soffocare le sue vittime) sono in apparenza comprati e venduti per cifre sempre più alte. Se ne accorge l'ignara stagista della galleria, che innesca un passaparola destinato a echeggiare tra critici e appassionati. The Bagman diventa l'artista più richiesto sulla piazza: una coppia di collezionisti che sembra uscita da un film di Woody Allen sogna di acquisire una sua opera e la più severa critica d'arte di New York non vede l'ora di intervistarlo.
Senonché ogni artista rivela qualcosa di sé nel proprio lavoro e, quando nella galleria viene esposta una serie di installazioni a base di sacchetti di plastica, Patrice si rende conto che ogni opera corrisponde a un omicidio. Oltretutto, il successo di The Bagman innervosisce i suoi datori di lavoro, che temono pericolose ricadute dalla visibilità del proprio assassino. Quanto a Reggie, come vuole la tradizione, non chiederebbe di meglio che mollare tutto e sparire... ma dal suo mestiere c'è una sola via d'uscita: portare a termine un contratto ritenuto impossibile. Come? Sarà Patrice a risolvere il problema, trasformando l'assassinio in un'opera d'arte.
Un film divertente e da non sottovalutare, con interpreti azzeccati, brillanti e ben diretti, che non solo indaga sui meccanismi con cui viene fabbricato il successo di un artista, ma anche su cosa si nasconde dietro qualsiasi atto creativo.



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