Rievocazione di Andrea Carlo Cappi
Le due signore nelle fotografie sono Jane Sissmore Archer, a sinistra, e Vera Atkins, a destra: due figure straordinarie che hanno avuto ruoli fondamentali nei servizi segreti britannici degli anni Quaranta. Due maestre dell'intelligence che - forse in quanto donne, forse in quanto troppo competenti - non sempre sono state ascoltate come avrebbero meritato e sono state addirittura ostacolate nelle loro attività.
Sono loro le protagoniste della mia novelette "La trappola di Synok". nuovo episodio della serie "Dark Duet", uscito oggi come n. 34 della collana (esclusivamente in ebook) di Delos Digital "Spy Game - Storie della Guerra Fredda", nella quale scrivono esclusivamente autrici e autori italiani. Ci sono entrato come scrittore nel 2019, chiamato dal suo ideatore Stefano Di Marino, per ereditarne poi la direzione editoriale.
"La trappola di Synok" è una storia di fantasia, in cui tuttavia ho voluto come protagoniste Jane e Vera, quest'ultima già apparsa nel precedente episodio "Notte e nebbia". Per una volta lascio fuori scena i personaggi principali, che si muovono in Spagna nell'autunno del 1947, per spostare l'attenzione su cosa avviene a Londra quando viene scoperta una lista che dovrebbe contenere i nomi di infiltrati sovietici nei servizi segreti britannici.
Cominciamo da Vera Atkins, nata nel 1908 in Romania con il nome Vera May Rosenberg. Il cognome è quello del padre, il tedesco Max Rosenberg, anche se in futuro - forse perché tradisce meno le origine ebraiche, aspetto molto rischioso negli anni a venire - Vera adotterà quello della madre britannica, Hilda Atkins, che a sua volta era nata Zefra Hilda Etkins. Studia a Parigi e a Londra e nel 1937 emigra in Inghilterra con la madre, rimasta vedova. Viene reclutata come spia ancora prima della guerra da un'altra leggenda dell'intelligence, William Stephenson, che sta svolgendo indagini private per conto di Winston Churchill, all'epoca all'opposizione: l'obiettivo è scoprire le vere intenzioni di Hitler, che il governo britannico - a differenza di Churchill - ancora non vede come una minaccia incombente.
Nel 1940 Vera parte per una missione personale in Olanda: corrompere un agente dell'Abwehr (il servizio segreto militare tedesco) per ottenere un passaporto destinato al cugino Fritz Rosenberg in fuga dalla Romania, un episodio che terrà nascosto per tutta la sua vita. Allo scoppio della guerra rimane intrappolata nei Paesi Bassi e per tornare a Londra deve chiedere aiuto alla Resistenza belga. Intanto Churchill, ora primo ministro, costituisce lo Special Operations Executive, in sigla SOE, un'organizzazione segretissima della cui esistenza pochi sono informati. Il suo compito consiste in spionaggio e sabotaggio nei territori occupati dal Terzo Reich. Vera - nonostante non abbia ancora ottenuto la cittadinanza britannica - viene assunta come segretaria nella Sezione F, che si occupa della Francia occupata e della quale ben presto diviene la vicedirettrice de facto.
Vera deve preparare gli agenti destinati a operare di là dalla Manica. Tra questi ci sono trentasette donne. L'aspetto tragico della vicenda è che nel 1943 la rete francese del SOE viene compromessa e molti degli operativi sono catturati dai tedeschi, a volte nello stesso istante in cui arrivano in Francia. A molti di loro viene riservato un destino orribile. Nel dopoguerra Vera si occupa di indagare sulla sorte dei centodiciassette agenti della Sezione F caduti in missione, in particolare su quella di quattro donne uccise nel campo di concentramento alsaziano di Natzweiler-Struthof, vicenda che ho raccontato nella precedente novelette della mia serie, "Notte e nebbia".
Il SOE è stato sciolto nel 1946 e Vera si sposta presso l'MI6, il servizio di spionaggio britannico, ma deve lasciarne gli uffici nel 1947. A dispetto dei suoi meriti, non le viene conferita alcuna onorificenza nel Regno Unito, mentre riceve dalla Francia la Croce di Guerra nel 1948. Lavora per l'UNESCO e, nel frattempo, fa da consulente per le biografie di alcune sue agenti: i film Odette (di Herbert Wilcox, 1950) su Odette Sansom - miracolosamente sopravvissuta alla missione - e Scuola di spie (Carve Her Name With Pride, di Lewis Gilbert, 1958) su Violette Szabo, fucilata nel lager di Ravensbruck; e il libro Madelaine di Jean Overton Fuller (1952), su Noor Inayat Khan, uccisa dai nazisti a Dachau. Vera morirà nel 2000, tredici anni dopo avere ricevuto la Legione d'Onore francese e tre dopo essere stata finalmente insignita del titolo di Commander of the British Empire. La sua attività nel SOE è raccontata nel film A Call To Spy (id., di Lydia Dean Pilcher, 2019) dove viene interpretata dall'attrice Stana Katic (al centro nella locandina qui sotto).
Diverso è il percorso di Jane Sissmore. Nasce nel Bengala britannico nel 1898, ma la famiglia rientra in patria quando è ancora una bambina. Frequenta le scuole in Inghilterra e a diciotto anni viene assunta come dattilografa dall'MI5, il controspionaggio, ma continua gli studi sino a diventare avvocato nel 1924. Nel frattempo fa carriera all'interno dell'organizzazione, unica donna ad avere un ruolo di funzionario. In questa veste all'inizio del 1940 incontra Walter Krivitskij, agente sovietico passato agli americani nel 1937 e ora venuto a parlare con i britannici. Jane si rivela abilissima nell'arte dell'interrogatorio e raccoglie i primi indizi sul caso che in futuro sarà ricordato come quello dei "Cinque di Cambridge": gli infiltrati dello spionaggio russo nei servizi segreti di Londra e nel Foreign Office. Ma lo stesso anno, avendo criticato in modo esplicito la scarsa competenza del nuovo direttore ad interim dell'MI5, viene licenziata. Nel frattempo sposa l'ex aviatore John Archer e diviene nota anche come Jane Archer.
Non resta a lungo senza lavoro, perché viene reclutata subito dall'MI6, dove opera nella Sezione V, che indaga su organizzazioni sospette in Irlanda. Nel 1944 passa alla Sezione IX, che si occupa invece dell'URSS: anche se in quel momento Stalin è un alleato contro Hitler, il previdente servizio segreto britannico comincia già a valutare quali saranno le mosse dei sovietici dopo la guerra. Ma anche qui Jane viene ostacolata e non per caso: a dirigere la sezione che si occupa delle spie russe è Harold Philby, proprio colui che solo molti anni dopo sarà identificato come la principale talpa sovietica nell'intelligence di Londra.
Costretta a lasciare l'MI6, nel 1946 Jane torna all'MI5, dove nel frattempo è cambiata la direzione. Philby sa che lei è l'unica che sarebbe capace di scoprirlo e dall'MI6 riesce a impedirle di seguire qualsiasi pista la possa portare a lui. Nondimeno, lei continuerà a seguire le tracce dei Cinque di Cambridge, contribuendo malgrado tutto alla loro identificazione. Nel 1963 Philby, nel frattempo distaccato a Beirut, sarà costretto alla fuga (come si vedrà anche nel n.37 di "Spy Game" di Franco Luparia, intitolato "Un gentiluomo alla deriva", in uscita nel febbraio 2024). Jane lavora per l'MI5 fino agli anni Sessanta e muore nel 1982, ricordata come una delle menti più brillanti dello spionaggio di Sua Maestà. A lei spetta il merito di essere stata la prima a sospettare di Philby.
Non svelo nulla se dico che ne "La trappola di Synok" (ove Synok era il vero nome in codice di Philby) si sa fin dal principio che la presunta lista degli infiltrati è in realtà un falso elaborato a scopo di depistaggio, per accusare funzionari innocenti e distogliere l'attenzione dalle vere spie sovietiche: chi ha letto gli episodi precedenti sa anche chi l'ha elaborata e come è stata fatta arrivare a Londra.
Nella mia finzione, Jane Sissmore Archer non si lascia ingannare, ma deve riuscire a convincere i vertici di MI5 ed MI6 che si tratta solo di un gioco di specchi. Quindi immagino che chieda aiuto a Vera Atkins, da poco allontanata a sua volta dall'MI6, nel tentativo di portare alla luce la verità prima che abbia inizio la caccia alle persone sbagliate.
Nella maggior parte delle mie storie di spionaggio ci sono donne nel ruolo di protagoniste, ma in questo caso l'identificazione tra autore e personaggi è stata più facile del solito. Quante volte nella vita capita di vederci chiaro e cercare di mettere gli altri sull'avviso, senza riuscire a essere ascoltati...