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Image: from a photo by Craig Whitehead on Unsplash |
La Boutique del Mistero, di Andrea Carlo CappiTrattenete il respiro! Oggi parlo di un caso di delitti, amore e armi segrete ai tempi della Guerra Fredda, passato alla storia dello spionaggio. Siamo all'epoca della Guerra Fredda, con la Germania divisa in due: a Ovest la Repubblica Federale Tedesca (nell'area di influenza occidentale) e a Est la Repubblica "Democratica" Tedesca (membro del Patto di Varsavia e sotto il controllo dell'Unione Sovietica). In mezzo al territorio di quest'ultima si trova la città di Berlino, rimasta suddivisa dopo la II guerra mondiale nei settori francese, inglese e americano, che costituiscono Berlino Ovest, e il settore russo, saldato al resto della Germania Est.
Un giorno del 1961 a Berlino Ovest - proprio mentre è in costruzione quello che diventerà famoso come "il Muro di Berlino" che circonderà la zona occidentale della città - alle autorità federali si presenta un giovanotto che confessa di avere commesso anni prima due omicidi a Monaco di Baviera, in Germania Ovest. I poliziotti lo credono un mitomane: a loro risulta che le due vittime, tutt'e due noti oppositori del regime sovietico, in esilio nella Repubblica Federale, siano morte per un attacco cardiaco.
Ma il giovanotto rivela di essere un agente del KGB e mostra alla polizia una strana pistola costituita da una doppia canna, con due grilletti laterali, in grado di sparare un soffio letale di gas al cianuro in faccia alla vittima e provocare una morte apparentemente naturale.
Di lì a poco esploderà la moda di James Bond e il pubblico crederà che gli strani attrezzi usati dagli agenti segreti siano una trovata del cinema. In realtà sono decenni che i servizi di spionaggio di tutto il mondo inventano armi e strumenti che possano passare inosservati. Fra tutti, i costrruttori più abili sono i tecnici del Dipartimento 13 del KGB, specializzato in delitti perfetti.
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Le nozze di Inge e Bohdan Stachinsky |
Il protagonista di questa storia è un'agente del KGB nato in una zona dell'Ucraina prima appartenente alla Polonia, poi all'URSS: Bohdan Stachinsky viene reclutato a forza nel 1950: per evitare l'arresto dei suoi famigliari che si oppongono al regime sovietico, è costretto a fare l'informatore. Viene istruito dai servizi segreti russi, impara il tedesco in Germania Est e riceve documenti falsi a nome Joseph Lehmann, che gli permetteranno di viaggiare in Germania Ovest.
A Berlino Est, durante la sua "vacanza-studio", si è innamorato di una ragazza di nome Inge Pohl e viene autorizzato a sposarla. Ma giunge il momento di lavorare sul serio. Nel 1957 va in missione a Monaco di Baviera, armato di un primo prototipo di pistola con cartucce di gas al cianuro. Il bersaglio è l'ex primo ministro ucraino in esilio Lev Rebet che, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, ora è un attivo oppositore del regime sovietico. L'operazione ha successo: la morte di Rebet viene classificata come infarto.
Nel 1959 Stachinsky ha una nuova missione, ancora a Monaco di Baviera. Il bersaglio è un altro leader ucraino in esilio, Stepan Bandera: controverso politico di estrema destra, finito anche lui in un lager nazista durante la guerra, ora è un collaboratore dei servizi segreti britannici. Stachinsky usa su di lui un modello aggiornato di pistola al cianuro, a doppia canna. Risultato garantito. E anche questo assassinio passa per attacco cardiaco.
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La pistola al cianuro di Stachinsky |
Dopo il successo delle sue impeccabili eliminazioni di leader ucraini, a Mosca il killer viene insignito dell'Ordine della Bandiera Rossa e attende la prossima missione. Ma succede qualcosa nella famiglia Stachinsky: a Berlino Est il figlio appena nato si ammala e muore. L'agente del KGB ottiene il permesso di raggiungere la moglie per i funerali del bambino. Ma a questo punto la coppia decide di fuggire in Occidente. Ora o mai più, dato che si sta costruendo il muro che isolerà Berlino Ovest dall'area circostante, proprio per impedire la fuga dei tedeschi dell'est in quell'enclave di Europa occidentale all'interno del mondo sovietico.
Marito e moglie riescono a eludere la sorveglianza del KGB a Berlino Est, raggiungono un checkpoint e passano nella zona occidentale della città, usando i documenti falsi a nome Lehmann. Ora sono dall'altra parte. Stachinsky però sa che, come disertore, il KGB lo condannerà a morte, lo troverà e cercherà di ucciderlo. Quindi ha un'unica possibilità di salvezza: si presenta alle autorità della Germania Ovest, si autodenuncia per i due omicidi e consegna l'arma del delitto: la pistola al cianuro.
All'inizio non gli crede nessuno. Il controspionaggio federale sa benissimo che i due leader ucraini erano sulla lista nera del KGB, ma l'autopsia ha decretato "infarto". Senonché, riesumata l'ultima vittima, si trovano effettivamente tracce di cianuro nel suo corpo. Bisognava solo sapere che cosa cercare. Stachincky viene quindi processato e condannato per omicidio, ma intanto fornisce informazioni ai servizi segreti della Germania Ovest. Dopo quattro anni viene scarcerato e sparisce con la moglie sotto nuove false identità.
La pistola al cianuro (nella foto qui sopra) rimane una delle armi più incredibili della Guerra Fredda e nel 1964 lo scrittore Ian Fleming ne parla in un romanzo di James Bond, "L'uomo dalla pistola d'oro". L'ho riesumata anch'io, nel romanzo "Mosaico Iran". Rimane il dubbio: quante altre persone saranno state eliminate in quegli anni dal KGB senza che nessuno se ne sia mai accorto?