lunedì 28 febbraio 2022

Assassinio a Stoccolma


La Boutique del Mistero, di Andrea Carlo Cappi

Oggi vi propongo un vero giallo scandinavo, su cui indagò come giornalista anche Stieg Larsson, l’autore dei famosi thriller della saga “Millennium”: un caso clamoroso di omicidio che ancora oggi non è del tutto risolto.
Alle 23.20 del 28 febbraio 1986, in una strada del centro di Stoccolma, il primo ministro svedese Olof Palme viene assassinato con un colpo di pistola calibro 357 magnum. Un altro colpo ferisce la moglie. La coppia, senza scorta, stava guardando la vetrina di un negozio mentre tornava a casa da una serata al cinema.
Si aprono tutte le ipotesi, la prima delle quali è il gesto di un folle solitario, come nel caso di John Hinckley nell’attentato al presidente americano Ronald Reagan nel 1981. Ma in questa circostanza il killer è riuscito a scappare, l’arma non viene trovata e nessuno rivendica l’attentato.
Per prima cosa, la Polizia di Stoccolma interroga le persone che risultano in possesso di una calibro 357 magnum. Uno risulta essere un delinquente comune, un altro un estremista politico, ma non ci sono prove sufficienti per incriminali. (L'estremista poi emigrerà negli Stati Uniti, dove anni dopo verrà ucciso dal geloso ex fidanzato della sua nuova ragazza, ma qualcuno ci vedrà dietro l'ombra di un complotto.)
C’è persino chi sospetta di un gruppo clandestino di poliziotti neonazisti che ricorda molto gli avversari di Clint Eastwood nel film “Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan”: giustizieri oltre la legge che usano pistole di grosso calibro e mazze da baseball, da cui il soprannome di Lega del Baseball.

Ma la pista politica va oltre: siamo negli ultimi anni della Guerra Fredda. Trovandosi geograficamente vicino alla Russia, la Svezia (nel 1986 come nel 2022; v. nota*) non fa parte della NATO. Per gli Stati Uniti Olof Palme è troppo compiacente con l’Unione Sovietica, per l’Unione Sovietica non lo è abbastanza. Quindi si genera il sospetto che ci sia di mezzo la CIA, il servizio segreto americano, con la complicità della Loggia P2 di Licio Gelli. Altri (per esempio lo scrittore Gerard De Villiers) puntano il dito sui servizi segreti dell’Est.
Ma il capo della Polizia di Stoccolma, che ha preso in mano le indagini, crede di avere risolto il caso. Per lui è stato il PKK, l’organizzazione che, tra luci e ombre, lotta per l’indipendenza del Kurdistan. Una recente legge in Svezia classifica il PKK come organizzazione terrorista. La Polizia si convince dunque che sia stata una rappresaglia dei rifugiati curdi del PKK e ne arresta militanti residenti in Svezia, che però risultano del tutto estranei al fatto. Dopo un anno il capo della Polizia si dimette, ma l’accusa peserà a lungo sul PKK e sul suo leader Apo Ocalan (di cui qualcuno ricorderà la visita in Italia nel 1998, prima di finire nel carcere turco dove si trova tuttora).
Il giornalista e scrittore Stieg Larsson, invece, segue un’altra pista: siamo nel 1986, in Sudafrica Nelson Mandela è in carcere ed esiste ancora l’apartheid, la segregazione razziale della popolazione nera, contro cui Olof Palme ha preso una posizione molto decisa. Secondo l’inchiesta di Larsson, il killer del primo ministro lavorava per i servizi segreti sudafricani.

Senonché nel 2020, dopo trentaquattro anni, il caso è ancora aperto. Quindi la Polizia di Stoccolma lo chiude con una decisione a tavolino: il probabile colpevole sarebbe un certo Stig Engström, di professione grafico, che inizialmente si era presentato come testimone del delitto. Non è chiaro il movente, né come fosse in possesso di una pistola calibro 357 magnum. In ogni caso, il presunto colpevole è morto venti anni prima, nel 2000, quindi non può né confessare né smentire. Nel 2021 Netflix ha prodotto una serie tv intitolata “L’improbabile assassino”, basata sull’ipotesi che sia stato davvero Engström. Ma non possiamo esserne del tutto sicuri.

(Puntata del 27 febbraio 2022 della rubrica "La Boutique del Mistero" su Radio Number One)

*Nota posteriore: la Svezia, insieme alla Finlandia, ha richiesto di entrare nella NATO nel maggio 2022, a seguito dell'espansionismo russo dimostrato una volta di più con l'invasione dell'Ucraina (la Finlandia era stata già invasa dalla Russia nel 1939-40, perdendo parte del suo territorio). All'adesione di Svezia e Finlandia si sono opposte l'Ungheria, che pur facendo parte della NATO simpatizza per la Russia, e la Turchia, il cui governo adduce come pretesto la protezione riservata dalla Svezia ai rifugiati curdi: il regime turco, malgrado l'appartenza storica alla NATO, mantiene del resto un atteggiamento ambiguo nei suoi rapporti tra Est e Ovest. A un anno da questo articolo (febbraio 2023) la situazione è ancora irrisolta.


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