Recensione di Andrea Carlo Cappi
I gialli di Albina Olivati assomigliano molto alla loro autrice. La simpatia dei protagonisti si mescola a un'osservazione del mondo attenta e arguta, a volte quasi affettuosa nel descrivere vanità e debolezze di molti personaggi. Anche se in mezzo a difetti e difettucci si nasconde qualcosa di più grave: l'elemento che sfocia nel delitto, celato tra i dettagli che incontriamo lungo la narrazione. Forse c'è qualcosa di vero nell'astrologia, dato che Albina condivide lo stesso segno zodiacale di Agatha Christie: qui naturalmente non siamo negli scenari sontuosi delle crociere sul Nilo o dei vagoni dell'Orient Express, bensì in quelli di provincia tanto amati anche dalla maestra del mystery classico, in cui l'assassinio matura tra vicende in apparenza più modeste. E, come già ho notato nella recensione del romanzo precedente, Termine corsa, la trama dell'indagine è in simbiosi con la commedia umana, che quando si tratta di terme trova un ambiente perfetto, come già aveva scoperto Manuel Vázquez Montalbán..
Siamo in un'epoca imprecisata che potrebbe essere la fine degli anni Sessanta o il principio degli anni Settanta, alle Terme del Monte di Bormio, frequentate da turisti e gente del luogo. Ed è qui, che tra fanghi e saune, il cadavere del ragionier Menaroli viene trovato galleggiante nella vasca del Bagno di Apollo. No, non è stato un incidente. Viene convocato il maresciallo dei Carabinieri, ma il caso vuole che proprio quel giorno si presenti alle terme il professor Ersilio Salvi, già protagonista suo malgrado del romanzo precedente. Ed ecco dunque che si ricostituisce la coppia investigativa, con la più giovane e più brillante collega Clementina Olmi (il vero alter ego dell'autrice) e la collaborazione di un giovane giornalista locale. A proprio rischio e pericolo, il terzetto si mette a curiosare tra i segreti di Bormio, per scoprire cosa abbia indotto un assassino a togliere di mezzo un ragioniere dall'aria innocua e dagli improbabili calzoncini da bagno.
Di certo ad Albina Olivati è d'aiuto la lunga esperienza nel giornalismo, cominciata e proseguita molti anni proprio nella Valtellina che fa da sfondo ai suoi libri, prima che l'autrice trasferisse a Milano la sua attività di cronista. Ma il gusto di raccontare le tante storie dei personaggi che si incrociano nella vicenda, in tono lieve ma a volte pungente... quello è tipico di una vera scrittrice ed è ciò che contraddistingue questi libri: il ritratto di un Italia prima dei computer, dei telefonini e delle mascherine, ma sotto molti aspetti non sostanzialmente diversa da quella in cui viviamo.
Albina Olivati Il Bagno di Apollo, Edizioni DrawUp, 128 pagine, 12 euro (epub 3,99 euro)
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