venerdì 23 maggio 2025

Iperwriters - Alti e bassi

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 70 - Alti e bassi

Venerdì, ore 13. Nei mesi che seguono vivo come si dovrebbe sempre vivere: in serenità appagata. Sbarca un fotografo a riprendermi a casa. E in autunno posso folleggiare di notte per le nebbie di Milano forate da luci psichedeliche, senza timore di essere molestata o peggio. All'inaugurazione della sede della neonata Marco Tropea Editore, sono la prima autrice italiana scelta (a scegliermi e segnalarmi a Tropea, che mi avrebbe poi voluta, era stato Marco Pensante, scrittore di fantascienza e traduttore. Lo ricordo ancora con simpatia e gratitudine, come altre persone legate a quell'ambiente).
Troppa ingenuità per una quarantenne? Ma considerate l'ambiente pauperistico da cui venivo. E l'epoca, che ci spinge velocemente nelle faccende pratiche ma lentissimamente in quelle emotive, morali e intellettuali.
Un mio caro amico di allora, Giorgio, mi diceva: sei fra i più alti nella società, alludendo alle capacità che avevo dimostrato. Parlava della società di cui lui era stato parte da giovane, ferma più o meno al 1950. Una società che lasciava ancora emergere qualche talento genuino come un Pasolini, pur fra molti veleni. Allora, se pubblicavi un libro nessuno ti diceva: Hai solo avuto fortuna, tanti (io, mio figlio, mio cognato che è veramente geniale) lo meriterebbero quanto te, ma devono lavorare.
A Giorgio rispondevo di essere fra i più bassi nella società. Intuivo (e ora lo so) che se c'è una casta di ultimi al di sotto degli ultimi istituzionalizzati, il mio posto era ed è lì.
Sapevo che la piramidina letteraria italiacana non era la Grande Piramide, ma qualcuno la scalava e io speravo di scalarla a mia volta. E' peccato desiderare i privilegi dei dominatori?
Ero il fango da cui gli esponenti dell'intellighenzia “progressista” si puliva le scarpe. Non volevo esattamente le loro immense e ricche case, ma un vecchio rustico ristrutturato, caldo e confortevole, con terreno intorno e un frutteto, per viverci tranquilla con Max, uno o due figli (adottivi) e molti animali. Possibilmente in un hinterland di Milano non ancora criminalizzato, con collegamenti sicuri per la città.
E speravo di arrivarci attraverso il successo editoriale, magari in anni, mattone dopo mattone, libro dopo libro.
Beata ingenuità. Quel cartellino pubblicitario che invitava tutti a essere scrittori mi aspettava, dondolando sui treni.

(Immagine realizzata mediante AI)


giovedì 15 maggio 2025

Roma, 24/5/2025: i "Fantasmi" a Profondo Rosso


Roma, sabato 24 maggio ore 17.30, al Profondo Rosso Store
in via dei Gracchi 260
(metropolitana Linea A, direzione Valle Aurelia, fermata Lepanto)
Luigi Cozzi presenta
Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna di Amanda Righetti
Il libro perduto di Profondo Rosso
Partecipano all'evento:
Andrea Carlo Cappi, Paolo Di Orazio,
Roberta Guardascione ed Enrico Luceri.

"Un libro che non c'era... nella tradizione del Necronomicon... e di Finzioni di Borges."
(Luca Valtorta, La Repubblica)

"Immagini splendide quanto inquietanti... Vertigine... come alla prima visione del film... Un'idea potente!... Una chicca da gustare."
(Cristina Biolcati, Gialli.it Misteri)

"Narrativa e meta-narrazione, per tutti gli appassionati di horror e mistero."
(AGI-cultura-news)

"Profondo rosso rinasce a nuova vita... Un viaggio perturbante... Un raffinato gioco visivo." (La Mescolanza)

"Se l'operazione intendeva costruire in forma e sostanza uno pseudobiblion come fosse reale... è pienamente riuscita... Una lettura appassionante dalla prima all'ultima pagina."
(Emanuele Manco, Fantasy Magazine)


La casa editrice Profondo Rosso, diretta dallo scrittore e regista Luigi Cozzi, ha appena pubblicato la nuova edizione di un libro famoso da mezzo secolo... senza essere mai esistito. Si tratta di Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna (prima edizione: 1956) apparso in alcuni fotogrammi di Profondo rosso di Dario Argento: l'opera di un'autrice immaginaria, Amanda Righetti, una delle vittime della catena di delitti nella vicenda cinematografica, interpretata nel film dall'attrice Giuliana Calandra.
Ma se a causare la sua morte fosse stata la sua decisione di ripubblicare nel 1975 una nuova edizione del suo libro, in cui rivelava dettagli fino ad allora segreti? O forse è stata la sua ossessione per Regina Calamai, pittrice maledetta del primo Novecento, che ha fatto entrare la scrittrice in contatto con la telepata e collezionista d'arte Helga Ullmann (interpretata nel film da Macha Méril), la prima vittima degli omicidi?
La vita, la voce e le indagini di Amanda Righetti sono state ricreate da dieci autori e autrici, sotto il coordinamento creativo di Mario Gazzola, Andrea Carlo Cappi e Roberta Guardascione, curatori di un inedito progetto letterario e visivo che collega narrativa, cinema e pittura, svelando misteri ancora sconosciuti della trama di Profondo rosso... e aprendo la strada a nuovi misteri.
Il libro viene presentato sabato 24 maggio alle 17.30 presso il Profondo Rosso Store, il celebre negozio in via dei Gracchi 260 a Roma, sede anche del Museo degli Orrori di Dario Argento, in cui sono ricostruite le scenografie dei suoi film (info@profondorossostore.com).
Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è disponibile su Profondo Rosso StoreBloodbuster, IBS, LaFeltrinelli, Amazon, Libraccio, Unilibro e altri bookshop online.

Una delle "Pitture nere" che illustrano il libro.

***

L'intervista ai tre curatori su Crimen-Cronaca vera del 10 aprile 2025:

Torna il libro perduto di Profondo rosso
di Franco De Nigris

Il 7 marzo 1975 uscì nei cinema italiani Profondo rosso, per molti il capolavoro thriller del regista Dario Argento. Nel film il pianista Marcus Daly e la giornalista Gianna Brezzi (interpretati da David Hemmings e Daria Nicolodi) indagano su una serie di omicidi fino a scoprire un mistero in una villa abbandonata. Una delle vittime è la scrittrice Amanda Righetti (l’attrice Giuliana Calandra), dal cui immaginario libro Fantasmi di oggi e leggende nere dell’età moderna i protagonisti ricavano indizi preziosi.

La copertina dell'immaginaria edizione del 1956

Profondo rosso celebra il cinquantennio con il ritorno al cinema, e un tour dei Goblin, il gruppo rock che ne realizzò la leggendaria colonna sonora, riproposta ora dal vivo. E in libreria – finzione che diventa realtà – arriva Fantasmi di oggi e leggende nere dell’età moderna, in cui le indagini di Amanda Righetti svelano gli ultimi misteri del film. È opera di un gruppo di autori e autrici che vede alla testa Mario Gazzola, Andrea Carlo Cappi e Roberta Guardascione. Li abbiamo incontrati per scoprire i retroscena di questo insolito esperimento letterario.

Mario Gazzola, ideatore del progetto,
co-curatore e uno degli autore di "Fantasmi di oggi"
 

Gazzola, lei ha vinto premi per storie di fantascienza e saggi sulla musica rock. Com’è arrivato a Fantasmi di oggi?
Mi occupo anche di libri immaginari, proprio come quello di Amanda Righetti in Profondo rosso. In vari fotogrammi del film se ne vedono il titolo, l’indice e alcune pagine: mancava solo di rendere vero questo libro mai esistito.

Luigi Cozzi, scrittore e regista, collaboratore di Dario Argento,
è l'editore e uno degli autori di "Fantasmi di oggi"

Cappi, non è la prima volta che lavora su storie legate al cinema: di recente ha pubblicato i romanzi basati sui film di Diabolik dei Manetti bros. Ma qui il percorso è stato diverso.
Mi sono rivolto a Luigi Cozzi, regista e stretto collaboratore di Dario Argento, che gestisce la casa editrice chiamata proprio Profondo Rosso. Lui ha accolto subito il nostro progetto, partecipandovi sia come editore, sia come autore di uno dei capitoli.

Giuliana Calandra nel ruolo di Amanda Righetti in "Profondo rosso"

Gazzola, il libro porta in copertina il nome di Amanda Righetti.
Le identità di tutte le “penne fantasma” sono svelate solo in appendice. Insieme abbiamo reso “reale” anche la figura di Amanda Righetti, una vera detective dell’ignoto. Così il libro si trasforma in un romanzo in cui la scrittrice indaga anche su misteri autentici della storia d’Italia, dalla strega Marcolina Stella alla musica proibita di Giorgio Mainerio.

Andrea Carlo Cappi, uno dei curatori
e autori di "Fantasmi di oggi"
 
Ma soprattutto sull’antefatto di Profondo rosso, vero Cappi?
Sì, la parte che ho scritto io. Nel film appare la “villa del bambino urlante”, descritta come una casa abbandonata nei dintorni di Roma, mentre nella realtà è la famosa Villa Scott a Torino. Nella nostra storia, Amanda sta per svelarne segreti che finora ha taciuto e sarà questo a costarle la vita. Inoltre gli appassionati scopriranno nel libro molti riferimenti all’intero universo del cinema di Dario Argento.

Roberta Guardascione, autrice, co-curatrice, creatrice
di immagini e grafica di "Fantasmi di oggi"

Roberta Guardascione, da tempo firma copertine, illustrazioni e graphic novel. Qui, oltre a essere autrice delle Pitture nere di Regina Calamai che illustrano il libro, esordisce anche come narratrice.
Ho voluto fondere scrittura e arte visiva creando il personaggio di una pittrice maledetta del secolo scorso, i cui quadri nascondono dettagli visibili solo se li si guarda capovolti. La sua arte si ispira al culto delle Incarnatrici, realmente esistito in Italia fino al secolo scorso. Il cognome dell’artista viene, naturalmente, da Clara Calamai, una delle interpreti di Profondo rosso.

Una delle "Pitture nere", le illustrazioni
anamorfiche di Roberta Guardascione

***

Ed ecco svelati tutti gli autori e le autrici di Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna, i cui capitoli sono stati ricreati in base all'indice visibile in un fotogramma del film.
I racconti:
- Claudio Bovino, Il pazzo di Verona
- Claudia Salvatori, La zoppa arsa viva di Pavia
- Enrico Luceri, L’incubo del pagliaio 
- Andrea Carlo Cappi, La villa del bambino urlante (il capitolo del libro che viene citato nel film)
- Paolo Di Orazio, Il segreto del Monaco Rosso 
- Giada Trebeschi, La strega di Pordenone
- Roberta Guardascione, Il mistero del Bosco di Betulle
- Gian Luca Margheriti, I bambini omicidi di Foggia
- Mario Gazzola, Il fiore che dava la morte
- Mario Gazzola, La danza nel cimitero
- Luigi Cozzi, Daria e la chiesa (il capitolo aggiunto da Amanda Righetti per la nuova edizione, che si ricollega ad altre indagini narrate nel libro; nella realtà, si ispira all'attrice Daria Nicolodi, che interpreta la protagonista femminile del film).
Gli "interventi dei curatori" sono di Cappi & Gazzola.
Le "introduzioni di Amanda Righetti" ai singoli capitoli sono di Cappi, Gazzola e Guardascione, con un contributo di Gian Luca Margheriti.
Le sottotrame che riemergono in vari racconti del libro sono state ideate soprattutto da Roberta Guardascione e Mario Gazzola.
Il personaggio di Regina Calamai e le sue Pitture nere sono creazioni originali di Roberta Guardascione.

Gazzola, Cappi e Bovino alla prima presentazione,
Milano, Admiral Hotel, 10 aprile 2025
















venerdì 9 maggio 2025

Iperwriters - Salvezza sotto la doccia


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 69 - Salvezza sotto la doccia

Venerdì, ore 13 adesso. Ma allora non era un venerdì, era una domenica. Non ricordo quale domenica, ma siamo nel giugno del '95, quamdo arriva l'inattesa e miracolosa telefonata. Marco Tropea: "Ho formato una mia casa editrice insieme a Il Saggiatore e Pratiche e mi piacerebbe pubblicare il suo romanzo".
L'annuncio che avevo aspettato per un decennio arriva una domenica, com'è giusto e logico, e quando non ci pensavo quasi più, com'è giusto e logico. Arriva da chi è un marginale nell'editoria, ma che io stimo il migliore.
Tropea aveva acquisito per Mondadori l'antologia Splatterpunk. Ammiravo le sue scelte editoriali audaci e brillanti per Interno Giallo, che avrebbe proseguito nella nuova realtà editoriale. Il Saggiatore aveva formato la mia generazione.
La prima esperienza di pubblicazione in libreria, che allora significava essere scelti, può generare uno stato simile a un trip allucinogeno. Pericoloso, ovviamente, perché ne seguirà una fase down.
Al momento, me la godo spensieratamente. A Milano, in una traversa di Corso Buenos Aires, tra ristoranti etnici e negozi di abbigliamento per drag queen, incontro Marco Tropea. La sua sede è un cantiere, una ex palestra in corso di ristrutturazione. Lui mi offre un contratto con anticipo per il romanzo il cui titolo diventerà Schiavo e padrona e si dice interessato alle mie opere pregresse e future. Mi chiede di lavorare a Schiavo lasciando inalterata la struttura ma scrivendo scene erotiche hard, per cavalcare la nuova moda di libri erotici scritti da donne che sta arrivando da oltreoceano. Bene, era il mio karma, se mi passate l'espressione abusata. Il porno mi inseguiva da sempre, dunque why not?
Ricordo un monento nelle settimane seguenti, un momento insignificante ma che si è stampato nella mia memoria. Ero sotto la doccia, e a un certo punto ho pensato: Mi sono salvata.
Sì, ero salva. Dal fallimento e dalla vergogna. Dal velleitarismo che affliggeva e rendeva cattivi i sedicenti scrittori. Dagli stanzoni in cui ogni editore accumulava a migliaia le loro opere. Dagli “artisti” che mi soggnignavano in faccia la loro condiscendenza. Da un negoziante che, vendendomi una macchina per scrivere, mi aveva elencato i nomi di eminenti dilettanti dicendomi: "Questi sono scrittori veri, sa?"

(Immagine: Joseph Guislain, Douche, da Traité sur l'aliénation mentale et sur les hospices des aliénés, 1826)


venerdì 25 aprile 2025

Iperwriters - Schiava del successo


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 68 - Schiava del successo

Venerdì, ore 13. Se non avete letto l'editoriale precedente, vi ricordo quel cartellino pubblicitario sui treni che invitava a pubblicare il romanzo nel cassetto. La fine dell'era Gutenberg, e l'inizio di quella attuale.
Vuoi pubblicare il tuo libro? Eccomi dieci anni prima di quella pubblicità (di recente ne vedo anche sugli autobus). E, certo che vorrei pubblicare il mio libro.
Ho quasi quarant'anni, e non ho ancora combinato nulla. Fumetti, gialletti (definizioni di altri, sempre cadute dall'alto), qualche aborto letterario e molti muri. Ho sofferto crudelmente, ricevendo rifiuti che arrivavano dopo uno o due anni di attesa. Sono le attese, la cosa peggiore. La senzazione annunciata della dissipazione di un anno, due anni di vita. Qualche volta ho pianto.
La frustrazione del talento non riconosciuto (che ci sia o si creda soltanto di averlo) è una delle più strazianti che esistano al mondo. Ma non avevo già pubblicato nelle collane da edicola di nientemeno Mondadori? Già quello era stato difficile. Già a Cattolica, mentre ricevevo il Premio Tedeschi, ero pervasa da una specie di indefinibile malessere. Presentivo che le difficoltà non erano finite, ma stavano appena cominciando. Gli agenti letterari non mi volevano, sostenendo che non avevo bisogno di loro per pubblicare in edicola.
Non avendo una famiglia che ti insegna come (e ti prepara a) riuscire nella vita, né mentori, padrini o madrine, mi affidavo a una delle poche risorse che avevo: l'originalità. Cercavo di attirare attenzione con nuove idee, nuovi modi di trattare i temi, terreni narrativi inesplorati. Perché nessuno se ne accorgeva? Sembrava che invece di un premio meritassi un castigo.
Eppure me lo dicevano, in privato, che ero originale. Me lo dicevano, che avrei dovuto pubblicare un libro per le librerie. Come ora mi dicono che i miei saggi dovrebbero uscire da Einaudi. Peccato che da Einaudi non lo sappiano, come allora i grandi editori mi ignoravano.
Il fatto è che, come tutti gli scrittori, sono una schiava del successo. Voglio il successo e i miei pianti gridano che senza poter condividere il mio lavoro non sento neppure di essere me stessa.
Intanto stampo dozzine di copie del mio romanzo Schiavo cerca padrona per spedirlo dappertutto. Mi ero dimenticata del primo editore a cui lo avevo mandato, due anni prima.

(Immagine: "La schiava turca" di Francesco Mazzola detto il Parmigianino, 1533, con fondale generato mediante AI)


giovedì 10 aprile 2025

Milano, 10/4/25: l'aperitivo perduto di "Profondo rosso"


Milano, giovedì 10 aprile 2025, dalle 19.00 all'Hotel Admiral (v. Domodossola 16, ingresso libero) aperitivo thriller-musicale con il rock dei Cavem Sound System live e la prima presentazione del nuovissimo libro-prequel del celebre film Profondo rosso, intitolato Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna.

In piena Design Week milanese, accadono strane cose all'Admiral di via Domodossola. Il suo salone si è trasformato in una galleria d'arte contemporanea (con opere di Grittini, Malacarne, Meloniski, Mentuschi e Radchenko) e giovedì 10 aprile dalle 19,00 ospita il concerto della band Cavem Sound System, specializzata in classici del rock anni '70. Un "apericena"? No, un "aperithriller", perché tra Come Together e Smoke on the Water echeggeranno le note inquietanti del capolavoro di Dario Argento: Profondo rosso, film che, insieme alla sua epocale colonna sonora dei Goblin, ha appena compiuto cinquant'anni esatti.
All'Admiral si presenta infatti per la prima volta al pubblico il libro che racconta antefatto, retroscena e segreti mai svelati sinora del giallo che mezzo secolo fa per la prima volta terrorizzò il pubblico italiano. "Un libro che non c'era", ha spiegato Luca Valtorta su La Repubblica, "appare per pochi istanti nel film, ma in realtà non è mai esistito" fino a oggi: curato da Mario Gazzola e Andrea Carlo Cappi, è appena stato pubblicato dalla casa editrice che si chiama appunto Profondo Rosso, di cui è titolare lo scrittore e regista Luigi Cozzi, a lungo collaboratore di Dario Argento.


Paragonato da Valtorta su La Repubblica al Necronomicon lovecfraftiano e alle Finzioni di Jorge Luis Borges, Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è nel film opera di Amanda Righetti (una delle vittime del serial killer, interpretata da Giuliana Calandra), ma nella realtà frutto del lavoro di dieci autrici e autori italiani specializzati in mystery, horror e thriller, tra cui Roberta Guardascione, qui esordiente nella narrativa ma già apprezzata illustratrice, che oltre a curare la sorprendente parte grafica del libro ha contribuito a costruire una delle trame che lo percorrono.
Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è infatti al tempo stesso il prequel del film, una raccolta di storie di fantasmi e di leggende urbane basata sull'indice del libro (visibile nei fotogrammi di Profondo rosso) e un romanzo sulle indagini di Amanda Righetti, vera e propria detective del mistero. Tra coloro che ne ricostruiscono le vicende ci sono anche Claudia Salvatori, Giada Trebeschi, Claudio Bovino, Paolo Di Orazio, Enrico Luceri, Gian Luca Margheriti e lo stesso Luigi Cozzi, con un racconto ispirato dalla protagonista femminile del film, l'attrice Daria Nicolodi.
La sera del 10 aprile, dalle 19.00, tra i brani musicali dei Cavem e i drink del bar dell'Admiral, Mario Gazzola, Andrea Carlo Cappi e Claudio Bovino, racconteranno il "dietro le quinte" di uno dei libri più inaspettati dell'anno, cui lo stesso giorno è stata dedicata una doppia pagina anche sul settimanale Crimen-Cronaca Vera (v. sotto). Oltre che all'evento, il libro è in vendita al Profondo Rosso Store, da Bloodbuster e sulle principali liberie online, tra cui Mondadori Store, LaFeltrinelli, IBS e Libraccio.


 


domenica 6 aprile 2025

Franco Pezzini: Morte astrale



Recensione di Claudia Salvatori

Siamo al crepuscolo dell'età vittoriana, culla di quell'immaginario che ha folgorato noi “di nicchia”, madre di Sherlock Holmes, Dorian Gray, Dracula, Mister Hyde e tutti gli amabili mostri che ancora ci incantano, moltiplicati in innumerevoli apocrifi, prequel, sequel, manipolazioni in libri, film e serie televisive. Un immaginario che viene fruito volentieri nel nostro paese, ma poco alchemicamente lavorato da scrittori e sceneggiatori.
Cito però il recente Hyde in Time di Mario Gazzola (Edikit), che fa vivere il dottor Jekyll attraverso le epoche, incarnato in Jack the Ripper e così via, fino ai giorni nostri, il tempo degli assassini (e dei consumatori di oppiacei) già preannunciato da Rimbaud.
In Morte Astrale (appena uscito da Polidori) Franco Pezzini racconta questo crepuscolo e il tramonto della Golden Dawn, l'ordine ermetico di cui hanno fatto parte Arthur Machen e altri scrittori suoi coevi, fra i quali Aleister Crowley, dal risplendente talento letterario. Di Crowley abbiamo letto di recente l'antologia poetica Macchie Bianche e il romanzo Moonchild, entrambi editi da Independent Legions.
L'ordine della Golden Dawn è stato l'ultimo depositario della tradizione, delle sapienze antiche e della storia esoterica della civiltà umana.
Ne è ben consapevole Pezzini, erudito e saggista di valore, che nella sua prima opera narrativa fa trasparire questa storia con grande ricchezza di riferimenti culturali dalle sue più lontane origini attraverso le epoche e i popoli, pur senza rinunciare a condurci in una narrazione avvincente.
Nella protagonista Ariadne, maga naturale in grado di compiere viaggi astrali, Pezzini ridona dignità alla Grande Madre e alla partecipazione femminile nella spiritualità: la Golden Dawn, come le chiese gnostiche, ammetteva le donne fra i suoi ranghi (ne facevano parte la moglie di Oscar Wilde e svariate eminenti scrittrici e filosofe).
E' in fondo l'eterna lotta fra il Bene e il Male che viene narrata, su due livelli temporali. Un rituale magico, un anti-Graal capace di porre fine alla vita sulla terra, viene combattuto e vinto da un poeta cantore nel Medioevo. La stessa magia cattiva dovranno affrontare a combattere i restanti adepti di una Golden Dawn minacciata dall'interno e dall'esterno.
Dissolta, a mio parere, meno dal mago secessionista Aleister Crowley e più dalla stessa dissoluzione dell'Occidente, da una propaganda diffamatoria materialista e scientista che l'ha sprofondata negli inferni mediatici di un satanismo da televisione.
E' proprio nel nostro tempo, in cui i “segreti e misteri” storici e archeologici vengono presentati come se fossero fiction perché non ci si creda, che sono benvenute le fiction con sottotesti di verità... perché infine ci si creda.






















venerdì 4 aprile 2025

Iperwriters - "Vuoi pubblicare il tuo libro?"

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 67 - "Vuoi pubblicare il tuo libro?"

Venerdì, ore 13. Una domanda appesa sopra la mia testa. Avevo già pubblicato diversi libri apparsi in librerie e fiere, quando mi è capitato di leggere questo invito alla pubblicazione su un treno.
Il cartellino di non ricordo quale casa editrice dondolava sinistramente dai sostegni per i bagagli, seguendo il movimento della carrozza.
Ora, le case editrici a pagamento erano sempre esistite. I professionisti della scrittura le evitavano come la peste e i professionisti dell'editoria le disprezzavano. Operavano in segreto. Come una vergogna dal retrogusto di fallimento per chi pagava, e dal retrogusto di malafede per i tipografi che chiedevano “il contributo spese”.
Ma quel cartellino era qualcosa di diverso. Del tutto svergognato, come il più trash dei format televisivi. Un presagio, un segno diabolico. Era una PUBBLICITA'.
Dubito che, dopo gli anni '50 del secolo scorso, qualcuno abbia consegnato il suo nome alla storia letteraria con un libro autopubblicato (se siete a conoscenza di qualche caso, ditelo). Lo aveva fatto Marcel Proust, poi strumentalizzato come argomento a sostegno di chi si autopubblicava: Se chi mi deve giudicare è miope e non vede il mio genio, devo continuare a crederci e trovare altri modi per mostrarlo al mondo.
Ma Proust viveva a Parigi. E in una certa Parigi, il faro culturale del mondo. Chi la conquistava arrivava a tutti. Un libro autopubblicato poteva essere lasciato davanti alla porta di casa di altri scrittori e critici eminenti, portato alle redazioni dei giornali, letto ad alta voce nei salotti.
Per chi si autopubblicava all'inizio degli anni '90 in una provincia italiana non c'erano Amazon e i social network. Internet cominciava appena a diffondersi nelle case. La grande editoria era ancora la Grande Muraglia. Quella piccola un arcipelago in espansione, con troppe incognite.
Autopubblicare, se andava bene, significava recuperare le spese vendendo metà delle copie a una banca o azienda sponsor e l'altra metà fra parenti, conoscenti, presentazioni nel circondario, fiere del fungo e castagnate danzanti. Andasse bene o male, la fine della strada era il nulla. Nessun direttore editoriale apriva mai un prodotto self per leggerlo. Sapevano riconoscere dalla grafica un lavoro professionale da uno no.
E io? Non volevo forse, in mezzo a tutto questo, pubblicare il mio libro?

(Immagine generata con AI)


Spy Game incontra Denise Antonietti

Denise Antonietti alias Denis Jane (fotocappi) Nell'ambito degli incontri con autori e autrici della collana in ebook Spy Game - Storie ...