giovedì 30 novembre 2017
Albina Olivati: giallo nella provincia estrema
Recensione di Andrea Carlo Cappi
Un
ritratto di provincia in giallo dipinto da una veterana del
giornalismo, che si rivela scrittrice lieve e acuta osservatrice.
Albina Olivati ci porta a Sondrio in un'epoca imprecisata del
passato, tra gli anni Sessanta e Settanta, quando il tempo libero si
divideva tra radio e biblioteca, vecchi film al cinema e in tv, un
quotidiano e chiacchiere al bar; quando un giovane poliziotto sognava
di essere Lemmy Caution – l'agente FBI creato dal romanziere Peter
Cheyney e interpretato da Eddie Constantine in una celebre serie di
film francesi; quando giornalisti veri o mancati volevano essere
Humphrey Bogart ne L'ultima minaccia.
Ma questo forse succedeva nelle grandi città, perché
qui il tempo scorre più lentamente. Siamo al termine della
corsa dei treni, ovvero nella provincia più estrema, dove c'è
chi vi è nato e non si è mai mosso e c'è chi
invece ci è arrivato da fuori e vi si è sedimentato.
Come il professor Ersilio Salvi,
che dal treno è sceso vent'anni prima ed è entrato a
far parte dell'unico fermento culturale in questa città: il
circolo letterario Il Poggio, covo di poetesse e scrittori più
o meno velleitari. Ma un giorno Ersilio, in visita alla segretaria
del circolo, la trova assassinata. L'arma del delitto: un solido
busto di Arturo Toscanini sul cranio. Il movente: ignoto, anche se la
non più giovane signora, autrice di stucchevoli poesie, non
aveva certo un buon carattere. Sondrio è più grande del
villaggio dell'agathachristiana miss Marple e tutti conoscono tutti,
ma il colpevole non si trova e il professore viene ripetutamente
interrogato dal giudice inquirente e dal commissario, provando un
disagio sempre maggiore. Mentre la polizia cerca qualche dettaglio
sul passato della vittima che possa avere innescato il delitto,
Ersilio trova aiuto da una collega dal brillante spirito di
osservazione e da una pittrice, cartomante per diletto. Ma per
liberarsi dei sospetti comincia a lasciar intendere di sapere di più
di quello che sa, a rischio di diventare lui la prossima vittima...
Una commedia umana che prende un
po' alla volta velocità fino alla suspense del finale, in cui
l'autrice mette in scena uno stuolo pittoresco di personaggi di
provincia, dal barista ai poliziotti, dai cronisti all'avvocato che
presiede il circolo, dalla pasticcera al playboy fallito, ognuno con
il suo bagaglio di aneddoti. Gente normale, che si incontra tutti i
giorni. Eppure uno di loro è un assassino.
Albina Olivati Termine corsa (Edizioni DrawUp), 216 pagine, in volume 14€, in ebook: 3,99€
Presentazione a Milano per Borderfiction Clubino: giovedì 30 novembre 2017, ore 18.30, Cafè Clubino. via Cosseria 1 angolo viale Gian Galeazzo, ingresso libero.
sabato 25 novembre 2017
La spia del Risorgimento: reading
Lettura a una serata Borderfiction di un brano dal bestseller di Paolo Brera & Andrea Carlo Cappi pubblicato per la prima volta nel 2011 da Sperling & Kupfer con il titolo Il Visconte, riproposto nell'estate 2017 in edicola nella sua versione integrale con il titolo La spia del Risorgimento nella collana "Romanzi storici" e, con lo stesso titolo, in ebook da Algama Editore. La storia del Risorgimento vissuta da un uomo dalle forti passioni e dai molti segreti.
Da Algama Editore in ebook a 6,99€, offerta speciale 3,99€ fino a lunedì 27 novembre 2017IBS https://www.ibs.it/
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giovedì 23 novembre 2017
La vampire nue (1970)
Retrospettiva di Andrea Carlo Cappi
La vampira nuda è una pellicola che unisce il basso budget alla
creatività psichedelica e onirico-erotico-surrealista degli
anni Settanta, assai presente nelle produzioni francesi dell'epoca. L'effetto
complessivo per lo spettatore, a cominciare dalla prima sequenza in cui un gruppo di persone vaga minaccioso per le strade indossando maschere singolari, non è dissimile da un'esperienza
allucinogena. È evidente che l'andamento della pellicola
dipende più dal casting, dai costumi e dalle scenografie che
dalla sceneggiatura approssimativa, in cui sono visibili
cambiamenti... e relative incoerenze in corso d'opera.
Nondimeno il
poco di storia che si evince dalla pellicola ha spunti interessanti:
una compagnia farmaceutica cerca di scoprire i segreti del gruppo
sanguigno di una presunta vampira e pertanto allestisce un vero e
proprio club dei suicidi al solo scopo di alimentarla; nel frattempo indaga
su altri possibili soggetti, selezionandoli tra guardiani notturni e
altre persone che vivono esclusivamente di notte. L'obiettivo è
quello di scoprire il segreto dell'immortalità dei vampiri. La
svista dei top manager dipende dal fatto che i presunti vampiri non sono
esattamente vampiri, bensì... mutanti che provengono da un'altra
dimensione.
Si direbbe che il regista Jean Rollin abbia letto gli appunti del dottor John Keel – autore di Creature dell'ignoto e di The Mothman Prohecies – che giusto in quello stesso periodo ipotizzava altre dimensioni per giustificare tutti i fenomeni di presenze sconosciute tra noi. Ma si intuisce che, dal punto di vista di Rollin, ciò che conta siano la graziosa (e silente in tutto il film) Caroline Cartier con il suo abitino di veli trasparenti, le deliziose gemelle Tricot («Le gemelle del diavolo», recita il trailer) e un certo numero di altre fanciulle a seno più o meno scoperto.
Si direbbe che il regista Jean Rollin abbia letto gli appunti del dottor John Keel – autore di Creature dell'ignoto e di The Mothman Prohecies – che giusto in quello stesso periodo ipotizzava altre dimensioni per giustificare tutti i fenomeni di presenze sconosciute tra noi. Ma si intuisce che, dal punto di vista di Rollin, ciò che conta siano la graziosa (e silente in tutto il film) Caroline Cartier con il suo abitino di veli trasparenti, le deliziose gemelle Tricot («Le gemelle del diavolo», recita il trailer) e un certo numero di altre fanciulle a seno più o meno scoperto.
Un "film antifemminista
che sfrutta l'immagine del corpo della donna", come si direbbe oggi?
Be', non va dimenticato che quello era un periodo in cui togliersi il
reggiseno era considerato un gesto di liberazione da parte delle
donne e un rifiuto della morale borghese, qualcosa che nei nostri tempi si definirebbe "femminismo pro-sex".
Se i fumetti
horror-erotici di fine anni Sessanta, pullulanti di vampire nude e
ninfomani, avevano l'obiettivo primario di stimolare le fantasie di maschi adolescenti etero in tempesta ormonale, questo tipo di cinema che innestava
l'erotismo su tematiche thriller e horror – e sarebbe stato in ogni
caso vietato ai minori anche senza nudità – rappresentava
non solo un meccanismo per fabbricare successi low budget, ma anche
una sorta di provocazione sociale post-68. Ne sapeva qualcosa il
prolifico regista Jess Franco, che oltre alle vampire trattò
in chiave erotica assassine seriali, monache e detenute (nude anche loro).
A ben
vedere, in ogni caso, i personaggi femminili di questo primo film
vampiresco di Rollin per la maggior parte non sono donne-oggetto o
damigelle in pericolo vecchia maniera – tranne beninteso la
protagonista-eponima-anonima che dev'essere salvata – bensì
donne forti, dalla perfida killer Solange al servizio dei cattivi
(Ursula Puly) alla lesbica buona orientale Ly, la cui interprete, non
a caso, appare nei credits sotto il nome di Ly Lestrong.
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