venerdì 9 maggio 2025

Iperwriters - Salvezza sotto la doccia


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 69 - Salvezza sotto la doccia

Venerdì, ore 13 adesso. Ma allora non era un venerdì, era una domenica. Non ricordo quale domenica, ma siamo nel giugno del '95, quamdo arriva l'inattesa e miracolosa telefonata. Marco Tropea: "Ho formato una mia casa editrice insieme a Il Saggiatore e Pratiche e mi piacerebbe pubblicare il suo romanzo".
L'annuncio che avevo aspettato per un decennio arriva una domenica, com'è giusto e logico, e quando non ci pensavo quasi più, com'è giusto e logico. Arriva da chi è un marginale nell'editoria, ma che io stimo il migliore.
Tropea aveva acquisito per Mondadori l'antologia Splatterpunk. Ammiravo le sue scelte editoriali audaci e brillanti per Interno Giallo, che avrebbe proseguito nella nuova realtà editoriale. Il Saggiatore aveva formato la mia generazione.
La prima esperienza di pubblicazione in libreria, che allora significava essere scelti, può generare uno stato simile a un trip allucinogeno. Pericoloso, ovviamente, perché ne seguirà una fase down.
Al momento, me la godo spensieratamente. A Milano, in una traversa di Corso Buenos Aires, tra ristoranti etnici e negozi di abbigliamento per drag queen, incontro Marco Tropea. La sua sede è un cantiere, una ex palestra in corso di ristrutturazione. Lui mi offre un contratto con anticipo per il romanzo il cui titolo diventerà Schiavo e padrona e si dice interessato alle mie opere pregresse e future. Mi chiede di lavorare a Schiavo lasciando inalterata la struttura ma scrivendo scene erotiche hard, per cavalcare la nuova moda di libri erotici scritti da donne che sta arrivando da oltreoceano. Bene, era il mio karma, se mi passate l'espressione abusata. Il porno mi inseguiva da sempre, dunque why not?
Ricordo un monento nelle settimane seguenti, un momento insignificante ma che si è stampato nella mia memoria. Ero sotto la doccia, e a un certo punto ho pensato: Mi sono salvata.
Sì, ero salva. Dal fallimento e dalla vergogna. Dal velleitarismo che affliggeva e rendeva cattivi i sedicenti scrittori. Dagli stanzoni in cui ogni editore accumulava a migliaia le loro opere. Dagli “artisti” che mi soggnignavano in faccia la loro condiscendenza. Da un negoziante che, vendendomi una macchina per scrivere, mi aveva elencato i nomi di eminenti dilettanti dicendomi: "Questi sono scrittori veri, sa?"

(Immagine: Joseph Guislain, Douche, da Traité sur l'aliénation mentale et sur les hospices des aliénés, 1826)


venerdì 25 aprile 2025

Iperwriters - Schiava del successo


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 68 - Schiava del successo

Venerdì, ore 13. Se non avete letto l'editoriale precedente, vi ricordo quel cartellino pubblicitario sui treni che invitava a pubblicare il romanzo nel cassetto. La fine dell'era Gutenberg, e l'inizio di quella attuale.
Vuoi pubblicare il tuo libro? Eccomi dieci anni prima di quella pubblicità (di recente ne vedo anche sugli autobus). E, certo che vorrei pubblicare il mio libro.
Ho quasi quarant'anni, e non ho ancora combinato nulla. Fumetti, gialletti (definizioni di altri, sempre cadute dall'alto), qualche aborto letterario e molti muri. Ho sofferto crudelmente, ricevendo rifiuti che arrivavano dopo uno o due anni di attesa. Sono le attese, la cosa peggiore. La senzazione annunciata della dissipazione di un anno, due anni di vita. Qualche volta ho pianto.
La frustrazione del talento non riconosciuto (che ci sia o si creda soltanto di averlo) è una delle più strazianti che esistano al mondo. Ma non avevo già pubblicato nelle collane da edicola di nientemeno Mondadori? Già quello era stato difficile. Già a Cattolica, mentre ricevevo il Premio Tedeschi, ero pervasa da una specie di indefinibile malessere. Presentivo che le difficoltà non erano finite, ma stavano appena cominciando. Gli agenti letterari non mi volevano, sostenendo che non avevo bisogno di loro per pubblicare in edicola.
Non avendo una famiglia che ti insegna come (e ti prepara a) riuscire nella vita, né mentori, padrini o madrine, mi affidavo a una delle poche risorse che avevo: l'originalità. Cercavo di attirare attenzione con nuove idee, nuovi modi di trattare i temi, terreni narrativi inesplorati. Perché nessuno se ne accorgeva? Sembrava che invece di un premio meritassi un castigo.
Eppure me lo dicevano, in privato, che ero originale. Me lo dicevano, che avrei dovuto pubblicare un libro per le librerie. Come ora mi dicono che i miei saggi dovrebbero uscire da Einaudi. Peccato che da Einaudi non lo sappiano, come allora i grandi editori mi ignoravano.
Il fatto è che, come tutti gli scrittori, sono una schiava del successo. Voglio il successo e i miei pianti gridano che senza poter condividere il mio lavoro non sento neppure di essere me stessa.
Intanto stampo dozzine di copie del mio romanzo Schiavo cerca padrona per spedirlo dappertutto. Mi ero dimenticata del primo editore a cui lo avevo mandato, due anni prima.

(Immagine: "La schiava turca" di Francesco Mazzola detto il Parmigianino, 1533, con fondale generato mediante AI)


giovedì 10 aprile 2025

Milano, 10/4/25: l'aperitivo perduto di "Profondo rosso"


Milano, giovedì 10 aprile 2025, dalle 19.00 all'Hotel Admiral (v. Domodossola 16, ingresso libero) aperitivo thriller-musicale con il rock dei Cavem Sound System live e la prima presentazione del nuovissimo libro-prequel del celebre film Profondo rosso, intitolato Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna.

In piena Design Week milanese, accadono strane cose all'Admiral di via Domodossola. Il suo salone si è trasformato in una galleria d'arte contemporanea (con opere di Grittini, Malacarne, Meloniski, Mentuschi e Radchenko) e giovedì 10 aprile dalle 19,00 ospita il concerto della band Cavem Sound System, specializzata in classici del rock anni '70. Un "apericena"? No, un "aperithriller", perché tra Come Together e Smoke on the Water echeggeranno le note inquietanti del capolavoro di Dario Argento: Profondo rosso, film che, insieme alla sua epocale colonna sonora dei Goblin, ha appena compiuto cinquant'anni esatti.
All'Admiral si presenta infatti per la prima volta al pubblico il libro che racconta antefatto, retroscena e segreti mai svelati sinora del giallo che mezzo secolo fa per la prima volta terrorizzò il pubblico italiano. "Un libro che non c'era", ha spiegato Luca Valtorta su La Repubblica, "appare per pochi istanti nel film, ma in realtà non è mai esistito" fino a oggi: curato da Mario Gazzola e Andrea Carlo Cappi, è appena stato pubblicato dalla casa editrice che si chiama appunto Profondo Rosso, di cui è titolare lo scrittore e regista Luigi Cozzi, a lungo collaboratore di Dario Argento.


Paragonato da Valtorta su La Repubblica al Necronomicon lovecfraftiano e alle Finzioni di Jorge Luis Borges, Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è nel film opera di Amanda Righetti (una delle vittime del serial killer, interpretata da Giuliana Calandra), ma nella realtà frutto del lavoro di dieci autrici e autori italiani specializzati in mystery, horror e thriller, tra cui Roberta Guardascione, qui esordiente nella narrativa ma già apprezzata illustratrice, che oltre a curare la sorprendente parte grafica del libro ha contribuito a costruire una delle trame che lo percorrono.
Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è infatti al tempo stesso il prequel del film, una raccolta di storie di fantasmi e di leggende urbane basata sull'indice del libro (visibile nei fotogrammi di Profondo rosso) e un romanzo sulle indagini di Amanda Righetti, vera e propria detective del mistero. Tra coloro che ne ricostruiscono le vicende ci sono anche Claudia Salvatori, Giada Trebeschi, Claudio Bovino, Paolo Di Orazio, Enrico Luceri, Gian Luca Margheriti e lo stesso Luigi Cozzi, con un racconto ispirato dalla protagonista femminile del film, l'attrice Daria Nicolodi.
La sera del 10 aprile, dalle 19.00, tra i brani musicali dei Cavem e i drink del bar dell'Admiral, Mario Gazzola, Andrea Carlo Cappi e Claudio Bovino, racconteranno il "dietro le quinte" di uno dei libri più inaspettati dell'anno, cui lo stesso giorno è stata dedicata una doppia pagina anche sul settimanale Crimen-Cronaca Vera (v. sotto). Oltre che all'evento, il libro è in vendita al Profondo Rosso Store, da Bloodbuster e sulle principali liberie online, tra cui Mondadori Store, LaFeltrinelli, IBS e Libraccio.


 


domenica 6 aprile 2025

Franco Pezzini: Morte astrale



Recensione di Claudia Salvatori

Siamo al crepuscolo dell'età vittoriana, culla di quell'immaginario che ha folgorato noi “di nicchia”, madre di Sherlock Holmes, Dorian Gray, Dracula, Mister Hyde e tutti gli amabili mostri che ancora ci incantano, moltiplicati in innumerevoli apocrifi, prequel, sequel, manipolazioni in libri, film e serie televisive. Un immaginario che viene fruito volentieri nel nostro paese, ma poco alchemicamente lavorato da scrittori e sceneggiatori.
Cito però il recente Hyde in Time di Mario Gazzola (Edikit), che fa vivere il dottor Jekyll attraverso le epoche, incarnato in Jack the Ripper e così via, fino ai giorni nostri, il tempo degli assassini (e dei consumatori di oppiacei) già preannunciato da Rimbaud.
In Morte Astrale (appena uscito da Polidori) Franco Pezzini racconta questo crepuscolo e il tramonto della Golden Dawn, l'ordine ermetico di cui hanno fatto parte Arthur Machen e altri scrittori suoi coevi, fra i quali Aleister Crowley, dal risplendente talento letterario. Di Crowley abbiamo letto di recente l'antologia poetica Macchie Bianche e il romanzo Moonchild, entrambi editi da Independent Legions.
L'ordine della Golden Dawn è stato l'ultimo depositario della tradizione, delle sapienze antiche e della storia esoterica della civiltà umana.
Ne è ben consapevole Pezzini, erudito e saggista di valore, che nella sua prima opera narrativa fa trasparire questa storia con grande ricchezza di riferimenti culturali dalle sue più lontane origini attraverso le epoche e i popoli, pur senza rinunciare a condurci in una narrazione avvincente.
Nella protagonista Ariadne, maga naturale in grado di compiere viaggi astrali, Pezzini ridona dignità alla Grande Madre e alla partecipazione femminile nella spiritualità: la Golden Dawn, come le chiese gnostiche, ammetteva le donne fra i suoi ranghi (ne facevano parte la moglie di Oscar Wilde e svariate eminenti scrittrici e filosofe).
E' in fondo l'eterna lotta fra il Bene e il Male che viene narrata, su due livelli temporali. Un rituale magico, un anti-Graal capace di porre fine alla vita sulla terra, viene combattuto e vinto da un poeta cantore nel Medioevo. La stessa magia cattiva dovranno affrontare a combattere i restanti adepti di una Golden Dawn minacciata dall'interno e dall'esterno.
Dissolta, a mio parere, meno dal mago secessionista Aleister Crowley e più dalla stessa dissoluzione dell'Occidente, da una propaganda diffamatoria materialista e scientista che l'ha sprofondata negli inferni mediatici di un satanismo da televisione.
E' proprio nel nostro tempo, in cui i “segreti e misteri” storici e archeologici vengono presentati come se fossero fiction perché non ci si creda, che sono benvenute le fiction con sottotesti di verità... perché infine ci si creda.






















venerdì 4 aprile 2025

Iperwriters - "Vuoi pubblicare il tuo libro?"

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 67 - "Vuoi pubblicare il tuo libro?"

Venerdì, ore 13. Una domanda appesa sopra la mia testa. Avevo già pubblicato diversi libri apparsi in librerie e fiere, quando mi è capitato di leggere questo invito alla pubblicazione su un treno.
Il cartellino di non ricordo quale casa editrice dondolava sinistramente dai sostegni per i bagagli, seguendo il movimento della carrozza.
Ora, le case editrici a pagamento erano sempre esistite. I professionisti della scrittura le evitavano come la peste e i professionisti dell'editoria le disprezzavano. Operavano in segreto. Come una vergogna dal retrogusto di fallimento per chi pagava, e dal retrogusto di malafede per i tipografi che chiedevano “il contributo spese”.
Ma quel cartellino era qualcosa di diverso. Del tutto svergognato, come il più trash dei format televisivi. Un presagio, un segno diabolico. Era una PUBBLICITA'.
Dubito che, dopo gli anni '50 del secolo scorso, qualcuno abbia consegnato il suo nome alla storia letteraria con un libro autopubblicato (se siete a conoscenza di qualche caso, ditelo). Lo aveva fatto Marcel Proust, poi strumentalizzato come argomento a sostegno di chi si autopubblicava: Se chi mi deve giudicare è miope e non vede il mio genio, devo continuare a crederci e trovare altri modi per mostrarlo al mondo.
Ma Proust viveva a Parigi. E in una certa Parigi, il faro culturale del mondo. Chi la conquistava arrivava a tutti. Un libro autopubblicato poteva essere lasciato davanti alla porta di casa di altri scrittori e critici eminenti, portato alle redazioni dei giornali, letto ad alta voce nei salotti.
Per chi si autopubblicava all'inizio degli anni '90 in una provincia italiana non c'erano Amazon e i social network. Internet cominciava appena a diffondersi nelle case. La grande editoria era ancora la Grande Muraglia. Quella piccola un arcipelago in espansione, con troppe incognite.
Autopubblicare, se andava bene, significava recuperare le spese vendendo metà delle copie a una banca o azienda sponsor e l'altra metà fra parenti, conoscenti, presentazioni nel circondario, fiere del fungo e castagnate danzanti. Andasse bene o male, la fine della strada era il nulla. Nessun direttore editoriale apriva mai un prodotto self per leggerlo. Sapevano riconoscere dalla grafica un lavoro professionale da uno no.
E io? Non volevo forse, in mezzo a tutto questo, pubblicare il mio libro?

(Immagine generata con AI)


sabato 29 marzo 2025

US Palmese: vittoria dei Manetti bros


Recensione di Andrea Carlo Cappi

Tutti sanno quanto il calcio sia amato in Italia. Ma, quando il co-regista Marco Manetti chiede al pubblico . prima dellla proiezione all'Anteo-Palazzo del Cinema di Milano - "C'è qualcuno che non ama il calcio?" devo alzare la mano. Non sono molto interessato all'argomento, anche se di tanto in tanto guardo qualche partita delle nazionali italiana e spagnole. Ma ciò non significa che non possa piacermi una storia sul football: non ho bisogno di essere un esperto di pesca per leggere Il vecchio e il mare o di arti marziali per godermi I tre dell'Operazione Drago.
Il nuovo film degli apprezzatissimi Manetti bros - Marco e Antonio - parla di una star del calcio che finisce in una piccola squadra di dilettanti, un eroe caduto che alla fine ritrova la sua strada. Parla di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, con il tipo di personaggi che si possono trovare in una città del Sud... ma in realtà in qualsiasi città italiana; e dei loro sogni. Una commedia all'italiana a sfondo sociale della miglior specie, un film sportivo e, senza dubbio, un'opera dei Manetti, con le loro caratteristiche ironia ed empatia.
Beninteso, sono di parte, perché conosco da un bel po' questi due, sono affenzionato a loro e al loro cinema. Ho lavorato con loro - soprattutto con Marco - alle novelization della loro trilogia cinematografica di Diabolik e ora capisco perché ogni tanto lui rispondesse da Parigi alle mie chiamate. Ma, soprattutto, mi piace il loro modo di fare i film.

Marco manetti (fotocappi)

A Milano il giovane campione del calcio Etienne Morville (interpretato dall'ex calciatore e ora attore belga Blaise Afonso), cresciuto nelle banlieues parigine, è diventato ricco, viziato, aggressivo; per quanto abbia inventato una mossa unica, chiamata "Houdini", ora fa notizia più per le sue intemperanze che per le prodezze sul campo.
Nel frattempo a Palmi, Vincenzo (Rocco Papaleo), pensionato vedovo che vive con la figlia Concetta (Giulia Maenza), seduto in un caffè a parlare di calcio con gli amici, fa un paio di conti: se tutti i concittadini versassero 300 euro a testa, la U.S. Palmese potrebbe comprarsi un vero campione, come Morville.
Concetta ha molti dubbi. La poetessa Ferraro, intellettuale del luogo, considera il calcio l'oppio dei popoli. Nondimeno Vincenzo riesce a mettere insieme la cifra e per giunta il manager di Morville costringe il calciatore ad accettare l'offerta, per ripulirgli il nome e l'immagine. Dopo le grandi squadre e la bella vita a Parigi e Milano, il luogo e il gioco sono totalmente diversi. Dapprima il campione non sembra accettare le nuove regole. Ma poi ritrova se stesso, cambiando la propria esistenza, la squadra e la città, con qualche sorpresa nel finale.

Antonio Manetti (fotocappi)

La vera Palmese è ora sotto tutti i riflettori, con i registi che ne indossano la maglietta ufficiale nero-verde quando presentano il film. U.S. Palmese è stato girato a Parigi, Milano e naturalmente a Palmi, amatissima dai registi oltre che città d'origine della loro madre, cui il film è dedicato. Parlato in italiano, francese e in dialetto palmese, il film impiega alcuni espedienti tecnici che - dice Marco - sono stati ispirati dalle serie animata giapponese Holly e Benji. I fan dei Manetti fans possono riconoscere il loro stile nelle riprese, ma soprattutto la loro passione per il cinema.
Oltretutto, nel loro percorso tra i generi cinematografici (horror, fantascienza, noir, musical e ora sport) sembrano anche avere trovato l'epica, i volti e persino la colonna sonora (come sempre di Pivio & Aldo De Scalzi, qui punteggiata da rap dalle tre diverse locations) che potrebbero permettere loro di esplorare anche lo spaghetti western.
Ho appena avuto il tempo di chiederglielo, mentre erano circondati dagli ammiratori nel foyer del cinema. "Chi lo sa..." ha risposto Marco.



venerdì 28 marzo 2025

I fantasmi di "Profondo Rosso"


Retroscena di Andrea Carlo Cappi

Vi racconto due storie in breve, una immaginaria e una vera. Ma tutt'e due sono relative a un libro che esiste davvero e che trovate, oltre che in un paio di negozi ben noti di cui vi parlerò più avanti, anche su insospettabili piattaforme online come Mondadori Store, IBSLa Feltrinelli o Libreria universitaria. Potrebbe capitarvi di trovarlo anche in una libreria vicina a casa, ma, nel caso molto probabile che questa invece ne fosse sprovvista e non intendesse ordinarvene una copia, vi sentireste dire che questo libro non esiste. Il che era vero, fino a poche settimane fa...


Ecco la prima storia. Nel 1954 una laureanda di Roma, Amanda Righetti, dedica la propria tesi a quelle che anni dopo prenderanno il nome di "leggende urbane": assassini misteriosi, fenomeni inspiegabili. oscure presenze nell'Italia del Novecento. Mentre ricostruisce queste vicende - in qualche caso indagando in prima persona - Amanda entra in contatto con una casa editrice di Perugia, che nel 1956 pubblica la tesi sotto forma di libro. Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna non diventa un bestesller ma, grazie al crescente interesse sul paranormale, è il trampolino di lancio per la carriera di "indagatrice del mistero" dell'autrice.
Senonché, in quel suo primo libro, Amanda ha omesso alcuni dettagli: da un pericoloso segreto riguardante una villa abbandonata alla propria passione malsana per le opere di Regina Calamai, artista maledetta degli anni Venti. Perciò nel 1974 decide di ripubblicare il suo primo libro, ormai introvabile nella vecchia edizione, stavolta raccontando tutto ciò che ha taciuto in passato. Nel frattempo contatta una sensitiva tedesca che, tra le bizzarre opere d'arte della propria collezione, conserva anche le famigerate Pitture Nere di Regina Calamai.
Tuttavia nel marzo del 1975 la sensitiva e la scrittrice sono tra le vittime di una catena di omicidi, proprio quando la riedizione di Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna, aggiornata e illustrata con le Pitture Nere, sta per andare in stampa. La pubblicazione viene sospesa e il testo dimenticato fino al 2024, quando i bibliofili Mario Gazzola e Andrea Carlo Cappi ne rintracciano le bozze e lo fanno finalmente pubblicare a cinquant'anni dalla morte dell'autrice; comprese le illustrazioni, la cui autenticità è certificata dall'esperta Roberta Guardascione.


La seconda storia: il 7 marzo 1975 esce al cinema il celebre thriller di Dario Argento Profondo rosso; tra i personaggi figura la scrittrice Amanda Righetti, autrice di un libro intitolato Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna, nel quale i protagonisti Marc e Gianna trovano indizi sui misteriosi omicidi che insanguinano la città. Nel film si vedono la copertina del volume, l'indice e le prime pagine di uno dei capitoli. Il libro, benché mai esistito, sembra proprio vero.
Quasi mezzo secolo dopo, lo scrittore Mario Gazzola ha l'idea di realizzare "dal vero" l'opera fittizia di Amanda Righetti e propone al collega Andrea Carlo Cappi di raccogliere un gruppo di autrici e autori che insieme a loro ne scrivano i capitoli elencati nell'indice, i cui titoli sono ben visibili in un fotogramma del film. Cappi contatta Luigi Cozzi, già sceneggatore e film-maker di culto, che con Dario Argento ha collaborato a lungo; nel 1989 i due registi hanno fondato insieme in via dei Gracchi 260 a Roma "Profondo Rosso", casa editrice, libreria e sede del Museo degli Orrori di Dario Argento, dove sono ricostruiti alcuni set dei suoi film. Luigi Cozzi accoglie il progetto dei due scrittori-curatori in veste di editore e vi partecipa con un suo racconto.
Intanto Gazzola e Cappi si rivolgono alla loro artista di fiducia, Roberta Guardascione che, oltre a lavorare alle illustrazioni, contribuisce al libro con un suo racconto e importanti idee strutturali, tanto da diventarne di fatto il terzo curatore. Il volume -  cui collaborano anche Claudio Bovino, Paolo Di Orazio, Enrico Luceri, Gian Luca Margheriti, Claudia Salvatori e Giada Trebeschi - non è soltanto una "raccolta di racconti", ma anche un "romanzo" su Amanda Righetti e l'antefatto di Profondo rosso, in cui si spiegano alcuni dettagli finora enigmatici del film. Il libro esce nel marzo 2025, proprio in occasione del cinquantennale del capolavoro di Dario Argento.


Una delle due storie che ho raccontato è vera. Scegliete voi quale. Ma, se anche voi considerate Profondo rosso una pietra miliare del thriller italiano, non potete fare a meno di procurarvi una copia di Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna, di Amanda Righetti, edito da Profondo Rosso.
Lo potete acquistare presso le librerie online che ho citato in apertura. Naturalmente lo trovate al Profondo Rosso Store (in via dei Gracchi 260 a Roma, oppure online sul sito o mediante ordine a info@profondorossostore.com). E da Bloodbuster (a Milano in via Panfilo Castaldi 21, oppure online sul sito); oppure, sempre a Milano, all'edicola di viale Sarca (davanti a Tempi Moderni).
E, in qualsiasi parte d'Italia, potete trovarlo online o, se siete fortunati, anche nella vostra libreria di fiducia. Se invece vi dicono che non esiste, avvisateli che un pupazzo inquietante potrebbe spuntare da un momento all'altro tra gli scaffali...

(Nella foto in apertura: Giuliana Calandra nel ruolo di Amanda Righetti in Profondo rosso; nell'immagine più in basso, il libro di Amanda Righetti in un fotogramma del film. Qui sotto: il booktrailer di Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna.)



Spy Game incontra Denise Antonietti

Denise Antonietti alias Denis Jane (fotocappi) Nell'ambito degli incontri con autori e autrici della collana in ebook Spy Game - Storie ...