Recensione di Andrea Carlo Cappi
Meriterebbe maggiore risonanza nel nostro paese questo libro denso di rivelazioni clamorose sul passato recente della Spagna e dell'Italia. Dopo quindici anni di ricerche, l'autore ha portato alla luce segreti finora sepolti in archivi di mezzo mondo, che oltre a cambiare certe prospettive della Guerra Civile spagnola danno risposta a misteri irrisolti da più di ottant'anni. Tutto ruota intorno a un fatto pressoché dimenticato: la conquista "imperiale" dell'isola di Maiorca da parte dell'Italia fascista nel 1936, costata la vita a migliaia di persone.
Pubblicato nel 2022 in Spagna (da Arzalia) e nel 2023 in Italia (da LoGisma, nella collana Le Frecce) il saggio Un'occasione d'oro per Mussolini ha un sottotitolo - Quando la Repubblica Spagnola pianificò di vendere parte del suo territorio al fascismo - più che sufficiente a far saltare sulla sedia chiunque abbia minime nozioni di storia del XX secolo. Ma il contenuto non si limita a questo e solleva ulteriori questioni su cui varrebbe la pena di indagare. Oltre al ricco apparato fotografico che certifica i documenti scoperti nella ricerca, nel volume è riportato, in appendice, il memoriale inedito di un tenente italiano di stanza a Maiorca tra il 1937 e il 1938. Aggiungo poi che il taglio dato dall'autore è molto piacevolmente narrativo, accompagnato da elementi autobiografici sui momenti chiave della sua indagine.
Un minimo di contestualizzazione è necessario. In Italia nel 1922 il futuro "Duce" Benito Mussolini viene nominato primo ministro da re Vittorio Emanuele III, diventando un dittatore osannato dalle folle; viene imitato in Spagna l'anno dopo da Miguel Primo de Rivera, che tuttavia cade nel 1930, trascinando con sé re Alfonso XIII nel 1931. Nasce quindi la Seconda Repubblica Spagnola (la prima risaliva al 1873-74). Nel 1936, in un periodo di gravi tensioni sociali tra moti e repressioni, vince le elezioni il Fronte Popolare di sinistra. Il 17 luglio però si solleva in risposta un'insurrezione militare sostenuta dall'estrema destra e dal clero, in cui il generale nazionalista Francisco Franco ha il ruolo principale. Scoppia la Guerra Civile tra i territori rimasti fedeli della Repubblica e quelli già occupati dai franchisti. Com'è noto, si tratta in realtà della prova generale della II guerra mondiale.
Franco ottiene infatti l'appoggio militare dell'Italia fascista e della Germania nazista, responsabili di pesanti bombardamenti sulla Spagna; di questi il più tristemente celebre è su Guernica (sì, quello raffigurato nell'omonimo quadro di Picasso), con 200-300 vittime tra i civili. Nel contempo, la Repubblica Spagnola ottiene un sostegno a doppio taglio da parte dell'Unione Sovietica: l'obiettivo reale di Stalin è infatti quello di liberarsi di tutte le componenti repubblicane non allineate alla sua politica, creando un devastante scontro interno e appropriandosi intanto con successo dell'oro della Banca di Spagna. Alla fine, il 1° aprile 1939, la Repubblica soccombe e Franco sale al potere a Madrid. Malgrado gli aiuti che ha ricevuto dai nazifascisti, il nuovo dittatore non partecipa al loro fianco alla II guerra mondiale, grazie anche a una saggia e costosa mossa dello spionaggio britannico, che corrompe il suo entourage perché la Spagna rimanga fuori dal conflitto. Franco non condivide quindi il destino di Mussolini e Hitler e rimane al suo posto fino alla morte il 20 novembre 1975. Dopodiché la Spagna tornerà alla monarchia, ma soprattutto alla democrazia con la Costituzione del 1978.
Sull'intervento italiano a sostegno di Franco durante la Guerra di Spagna c'è un aspetto su cui si tace, perché ci facciamo una pessima figura. Si ricorda, certo, che l'Aviazione Legionaria fascista usava l'isola di Maiorca come base di partenza per bombardare i territori repubblicani nella penisola. E chi visita Palma di Maiorca può notare che il viale chiamato La Rambla è conosciuto anche come "Via Roma". Ma ci si dimentica che dall'agosto 1936 all'aprile 1939 Maiorca fu di fatto sotto il controllo diretto dell'Italia fascista, per i primi due anni rappresentata dal console generale Arconovaldo Bonacorsi (o Bonaccorsi) alias "conte Aldo Rossi". In quel periodo si parla di arresti di massa, di prigioni disumane come quella di Can Mir e di circa tremila esecuzioni sommarie di civili. Viene però da chiedersi per quale motivo Mussolini, dopo essersi impadronito di un'isola sulla quale ha investito parecchio in termini di denaro e di piombo, alla vittoria di Franco gliela riconsegni senza discutere. Questo è un interrogativo che mi sono posto spesso anch'io e al quale ho trovato finalmente risposta in questo libro.
Il primo capitolo di Un'occasione d'oro per Mussolini potrebbe sembrare l'inizio di un romanzo di Ken Follett, ma è l'accurata ricostruzione su base documentale dell'incontro tra Ventimiglia e Montecarlo nel marzo 1937 di José Chapiro, emissario dell'ambasciata spagnola a Parigi, con una spia fascista che potrebbe essere tale Francesco "Franco" Giuntini. La parola d'ordine è "Schulmeister", che in tedesco significa "maestro (di scuola)", ma è anche il cognome di Karl Ludwig Schulmeister, doppiogiochista austriaco al servizio della Francia di Napoleone Bonaparte.
L'obiettivo della missione di Chapiro è proporre a Mussolini, a nome della Repubblica, la cessione di alcuni territori spagnoli, per la precisione i possedimenti in Africa, le Canarie e soprattutto le Baleari, buona parte delle quali sono di fatto già sotto il dominio italiano. Il governo del socialista Largo Caballero auspica che, una volta soddisfatte le mire coloniali del Duce, questi sospenderà il sostegno a Franco e convincerà anche Hitler a fare altrettanto; seguiranno peraltro trattative meno eclatanti anche con il Terzo Reich. Il fatto è che la Repubblica è impossibilitata a sostenere da sola una sollevazione militare interna e al tempo stesso un'illecita guerra non dichiarata da parte dell'Italia e della Germania. Con questo sacrificio, la Repubblica spera di poter placare i propri nemici esterni, affrontare soltanto i franchisti e salvaguardare almeno il territorio peninsulare. Ma non si raggiungono accordi e, quando Caballero è sostituito alla guida del governo da Juan Negrin, l'Operazione Schulmeister viene chiusa... e insabbiata, nascondendo che la Spagna democratica, in preda a un'evidente disperazione, si è offerta di alienare pezzi del proprio territorio a una potenza straniera.
Tuttavia, per quanto in pubblico dichiari mendacemente di non avere obiettivi coloniali sulla Spagna, Mussolini considera ormai Maiorca come un'isola italiana, tanto da dare ordine che come tale venga presentata nei testi di geografia per le scuole: com'è noto bisogna sempre indottrinare i bambini, non per niente alcuni piccoli maiorchini sono portati in Italia perché siano inquadrati nei Balilla. Il motivo dell'ossessione del Duce: sa già che una nuova guerra avrà come teatro il Mediterraneo e che Maiorca, felicemente collaudata come base del'Aeronautica e della Marina italiane, sarebbe perfetta per lanciare attacchi aerei su Gibilterra e impedire il passaggio di navi francesi e britanniche. Allora perché non forzare la mano a Franco e tenersela anche dopo l'aprile 1939?
Il libro spiega i motivi storici per cui il Duce è costretto a un piano di riserva, un'altra delle rivelazioni esplosive dell'autore. Ci sono di mezzo proprietari terrieri maiorchini che vendono in segreto e illegalmente uno smisurato appezzamento sulla costa di nord-est dell'isola allo Stato Italiano, sotto la copertura di una fittizia società spagnola in cui figurano come membri del consiglio di amministrazione. Insieme a loro appaiono due agenti segreti italiani: il capo dello spionaggio del Duce a Maiorca e un'altra spia fascista, a suo tempo infiltrata nel movimento democratico Giustizia e Libertà di Carlo Rosselli (attivo in Spagna dalla parte della Repubblica e assassinato nel 1937 in Francia insieme al fratello Nello).
Il piano di Mussolini prevede la costruzione di una nuova base, la creazione di una vera e propria colonia segreta fascista e il trasferimento a Maiorca di centomila italiani che riprendano gradualmente il controllo dell'isola. Varie circostanze fanno sì che il programma si fermi alle fasi iniziali, ma in questa stessa operazione sono state acquisite anche altre proprietà non ancora identificate e di cui si ignora l'impiego negli anni successivi. Personalmente non escludo che qualcuno ne abbia fatto uso in seguito, anche durante la Strategia della Tensione.
La lettura di questo libro porta inoltre a riflettere su quali conseguenze disastrose abbia una politica internazionale di appeasement, ossia per amor di quieto vivere consentire a un dittatore di occupare indisturbato territori altrui. La storia è maestra di vita, ma sotto questo aspetto noi italiani siamo ripetenti impenitenti.