venerdì 25 aprile 2025

Iperwriters - Schiava del successo


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 68 - Schiava del successo

Venerdì, ore 13. Se non avete letto l'editoriale precedente, vi ricordo quel cartellino pubblicitario sui treni che invitava a pubblicare il romanzo nel cassetto. La fine dell'era Gutenberg, e l'inizio di quella attuale.
Vuoi pubblicare il tuo libro? Eccomi dieci anni prima di quella pubblicità (di recente ne vedo anche sugli autobus). E, certo che vorrei pubblicare il mio libro.
Ho quasi quarant'anni, e non ho ancora combinato nulla. Fumetti, gialletti (definizioni di altri, sempre cadute dall'alto), qualche aborto letterario e molti muri. Ho sofferto crudelmente, ricevendo rifiuti che arrivavano dopo uno o due anni di attesa. Sono le attese, la cosa peggiore. La senzazione annunciata della dissipazione di un anno, due anni di vita. Qualche volta ho pianto.
La frustrazione del talento non riconosciuto (che ci sia o si creda soltanto di averlo) è una delle più strazianti che esistano al mondo. Ma non avevo già pubblicato nelle collane da edicola di nientemeno Mondadori? Già quello era stato difficile. Già a Cattolica, mentre ricevevo il Premio Tedeschi, ero pervasa da una specie di indefinibile malessere. Presentivo che le difficoltà non erano finite, ma stavano appena cominciando. Gli agenti letterari non mi volevano, sostenendo che non avevo bisogno di loro per pubblicare in edicola.
Non avendo una famiglia che ti insegna come (e ti prepara a) riuscire nella vita, né mentori, padrini o madrine, mi affidavo a una delle poche risorse che avevo: l'originalità. Cercavo di attirare attenzione con nuove idee, nuovi modi di trattare i temi, terreni narrativi inesplorati. Perché nessuno se ne accorgeva? Sembrava che invece di un premio meritassi un castigo.
Eppure me lo dicevano, in privato, che ero originale. Me lo dicevano, che avrei dovuto pubblicare un libro per le librerie. Come ora mi dicono che i miei saggi dovrebbero uscire da Einaudi. Peccato che da Einaudi non lo sappiano, come allora i grandi editori mi ignoravano.
Il fatto è che, come tutti gli scrittori, sono una schiava del successo. Voglio il successo e i miei pianti gridano che senza poter condividere il mio lavoro non sento neppure di essere me stessa.
Intanto stampo dozzine di copie del mio romanzo Schiavo cerca padrona per spedirlo dappertutto. Mi ero dimenticata del primo editore a cui lo avevo mandato, due anni prima.

(Immagine: "La schiava turca" di Francesco Mazzola detto il Parmigianino, 1533, con fondale generato mediante AI)


giovedì 10 aprile 2025

Milano, 10/4/25: l'aperitivo perduto di "Profondo rosso"


Milano, giovedì 10 aprile 2025, dalle 19.00 all'Hotel Admiral (v. Domodossola 16, ingresso libero) aperitivo thriller-musicale con il rock dei Cavem Sound System live e la prima presentazione del nuovissimo libro-prequel del celebre film Profondo rosso, intitolato Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna.

In piena Design Week milanese, accadono strane cose all'Admiral di via Domodossola. Il suo salone si è trasformato in una galleria d'arte contemporanea (con opere di Grittini, Malacarne, Meloniski, Mentuschi e Radchenko) e giovedì 10 aprile dalle 19,00 ospita il concerto della band Cavem Sound System, specializzata in classici del rock anni '70. Un "apericena"? No, un "aperithriller", perché tra Come Together e Smoke on the Water echeggeranno le note inquietanti del capolavoro di Dario Argento: Profondo rosso, film che, insieme alla sua epocale colonna sonora dei Goblin, ha appena compiuto cinquant'anni esatti.
All'Admiral si presenta infatti per la prima volta al pubblico il libro che racconta antefatto, retroscena e segreti mai svelati sinora del giallo che mezzo secolo fa per la prima volta terrorizzò il pubblico italiano. "Un libro che non c'era", ha spiegato Luca Valtorta su La Repubblica, "appare per pochi istanti nel film, ma in realtà non è mai esistito" fino a oggi: curato da Mario Gazzola e Andrea Carlo Cappi, è appena stato pubblicato dalla casa editrice che si chiama appunto Profondo Rosso, di cui è titolare lo scrittore e regista Luigi Cozzi, a lungo collaboratore di Dario Argento.


Paragonato da Valtorta su La Repubblica al Necronomicon lovecfraftiano e alle Finzioni di Jorge Luis Borges, Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è nel film opera di Amanda Righetti (una delle vittime del serial killer, interpretata da Giuliana Calandra), ma nella realtà frutto del lavoro di dieci autrici e autori italiani specializzati in mystery, horror e thriller, tra cui Roberta Guardascione, qui esordiente nella narrativa ma già apprezzata illustratrice, che oltre a curare la sorprendente parte grafica del libro ha contribuito a costruire una delle trame che lo percorrono.
Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna è infatti al tempo stesso il prequel del film, una raccolta di storie di fantasmi e di leggende urbane basata sull'indice del libro (visibile nei fotogrammi di Profondo rosso) e un romanzo sulle indagini di Amanda Righetti, vera e propria detective del mistero. Tra coloro che ne ricostruiscono le vicende ci sono anche Claudia Salvatori, Giada Trebeschi, Claudio Bovino, Paolo Di Orazio, Enrico Luceri, Gian Luca Margheriti e lo stesso Luigi Cozzi, con un racconto ispirato dalla protagonista femminile del film, l'attrice Daria Nicolodi.
La sera del 10 aprile, dalle 19.00, tra i brani musicali dei Cavem e i drink del bar dell'Admiral, Mario Gazzola, Andrea Carlo Cappi e Claudio Bovino, racconteranno il "dietro le quinte" di uno dei libri più inaspettati dell'anno, cui lo stesso giorno è stata dedicata una doppia pagina anche sul settimanale Crimen-Cronaca Vera (v. sotto). Oltre che all'evento, il libro è in vendita al Profondo Rosso Store, da Bloodbuster e sulle principali liberie online, tra cui Mondadori Store, LaFeltrinelli, IBS e Libraccio.


 


domenica 6 aprile 2025

Franco Pezzini: Morte astrale



Recensione di Claudia Salvatori

Siamo al crepuscolo dell'età vittoriana, culla di quell'immaginario che ha folgorato noi “di nicchia”, madre di Sherlock Holmes, Dorian Gray, Dracula, Mister Hyde e tutti gli amabili mostri che ancora ci incantano, moltiplicati in innumerevoli apocrifi, prequel, sequel, manipolazioni in libri, film e serie televisive. Un immaginario che viene fruito volentieri nel nostro paese, ma poco alchemicamente lavorato da scrittori e sceneggiatori.
Cito però il recente Hyde in Time di Mario Gazzola (Edikit), che fa vivere il dottor Jekyll attraverso le epoche, incarnato in Jack the Ripper e così via, fino ai giorni nostri, il tempo degli assassini (e dei consumatori di oppiacei) già preannunciato da Rimbaud.
In Morte Astrale (appena uscito da Polidori) Franco Pezzini racconta questo crepuscolo e il tramonto della Golden Dawn, l'ordine ermetico di cui hanno fatto parte Arthur Machen e altri scrittori suoi coevi, fra i quali Aleister Crowley, dal risplendente talento letterario. Di Crowley abbiamo letto di recente l'antologia poetica Macchie Bianche e il romanzo Moonchild, entrambi editi da Independent Legions.
L'ordine della Golden Dawn è stato l'ultimo depositario della tradizione, delle sapienze antiche e della storia esoterica della civiltà umana.
Ne è ben consapevole Pezzini, erudito e saggista di valore, che nella sua prima opera narrativa fa trasparire questa storia con grande ricchezza di riferimenti culturali dalle sue più lontane origini attraverso le epoche e i popoli, pur senza rinunciare a condurci in una narrazione avvincente.
Nella protagonista Ariadne, maga naturale in grado di compiere viaggi astrali, Pezzini ridona dignità alla Grande Madre e alla partecipazione femminile nella spiritualità: la Golden Dawn, come le chiese gnostiche, ammetteva le donne fra i suoi ranghi (ne facevano parte la moglie di Oscar Wilde e svariate eminenti scrittrici e filosofe).
E' in fondo l'eterna lotta fra il Bene e il Male che viene narrata, su due livelli temporali. Un rituale magico, un anti-Graal capace di porre fine alla vita sulla terra, viene combattuto e vinto da un poeta cantore nel Medioevo. La stessa magia cattiva dovranno affrontare a combattere i restanti adepti di una Golden Dawn minacciata dall'interno e dall'esterno.
Dissolta, a mio parere, meno dal mago secessionista Aleister Crowley e più dalla stessa dissoluzione dell'Occidente, da una propaganda diffamatoria materialista e scientista che l'ha sprofondata negli inferni mediatici di un satanismo da televisione.
E' proprio nel nostro tempo, in cui i “segreti e misteri” storici e archeologici vengono presentati come se fossero fiction perché non ci si creda, che sono benvenute le fiction con sottotesti di verità... perché infine ci si creda.






















venerdì 4 aprile 2025

Iperwriters - "Vuoi pubblicare il tuo libro?"

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 67 - "Vuoi pubblicare il tuo libro?"

Venerdì, ore 13. Una domanda appesa sopra la mia testa. Avevo già pubblicato diversi libri apparsi in librerie e fiere, quando mi è capitato di leggere questo invito alla pubblicazione su un treno.
Il cartellino di non ricordo quale casa editrice dondolava sinistramente dai sostegni per i bagagli, seguendo il movimento della carrozza.
Ora, le case editrici a pagamento erano sempre esistite. I professionisti della scrittura le evitavano come la peste e i professionisti dell'editoria le disprezzavano. Operavano in segreto. Come una vergogna dal retrogusto di fallimento per chi pagava, e dal retrogusto di malafede per i tipografi che chiedevano “il contributo spese”.
Ma quel cartellino era qualcosa di diverso. Del tutto svergognato, come il più trash dei format televisivi. Un presagio, un segno diabolico. Era una PUBBLICITA'.
Dubito che, dopo gli anni '50 del secolo scorso, qualcuno abbia consegnato il suo nome alla storia letteraria con un libro autopubblicato (se siete a conoscenza di qualche caso, ditelo). Lo aveva fatto Marcel Proust, poi strumentalizzato come argomento a sostegno di chi si autopubblicava: Se chi mi deve giudicare è miope e non vede il mio genio, devo continuare a crederci e trovare altri modi per mostrarlo al mondo.
Ma Proust viveva a Parigi. E in una certa Parigi, il faro culturale del mondo. Chi la conquistava arrivava a tutti. Un libro autopubblicato poteva essere lasciato davanti alla porta di casa di altri scrittori e critici eminenti, portato alle redazioni dei giornali, letto ad alta voce nei salotti.
Per chi si autopubblicava all'inizio degli anni '90 in una provincia italiana non c'erano Amazon e i social network. Internet cominciava appena a diffondersi nelle case. La grande editoria era ancora la Grande Muraglia. Quella piccola un arcipelago in espansione, con troppe incognite.
Autopubblicare, se andava bene, significava recuperare le spese vendendo metà delle copie a una banca o azienda sponsor e l'altra metà fra parenti, conoscenti, presentazioni nel circondario, fiere del fungo e castagnate danzanti. Andasse bene o male, la fine della strada era il nulla. Nessun direttore editoriale apriva mai un prodotto self per leggerlo. Sapevano riconoscere dalla grafica un lavoro professionale da uno no.
E io? Non volevo forse, in mezzo a tutto questo, pubblicare il mio libro?

(Immagine generata con AI)


Spy Game incontra Denise Antonietti

Denise Antonietti alias Denis Jane (fotocappi) Nell'ambito degli incontri con autori e autrici della collana in ebook Spy Game - Storie ...