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Iperwriters, editoriale di Claudia Salvatori
Letteratura italiacana - 14 - La droga delle formiche
Venerdì, ore 13. Ancora un ritratto della scrittrice come giovane cagna randagia o, come si dice oggi, underdog.
Sempre la mia maestra delle elementari, santa donna che ci faceva disegnare molte Madonne: e non lo dico con sarcasmo. Era un buon essere umano e una eccellente insegnante; scrivo tuttora a partire dai suoi insegnamenti, per l'esempio l'uso del punto e virgola che vedete prima, da impiegare in sostituzione del punto quando non si vuole spezzare il periodo.
Sempre lei, in una valutazione che ho ritrovato dopo l'ultimo trasloco, afferma che ho letto tutti i libri disponibili per il prestito nella biblioteca scolastica. Non so se li ho portati a casa tutti, ma dev'essere sicuramente vero.
Perché, primo: la mia maestra non avrebbe mai firmato una falsità; secondo: cosa mai avrei potuto fare d'inverno con poca televisione e vicini noiosi? e terzo: mi rivedo piccola con un libro in mano, alla luce di una lampadina elettrica.
In una recente intervista, una domanda mi ha fatto ricordare due libri che allora mi avevano rapita: una raccolta di opere di Shakespeare (adattate per ragazzi) e una raccolta di saghe norrene (idem).
Ma ce n'è un terzo, che mi ha lasciato una profonda impressione: raccontava la vita delle formiche. Ogni formica che nasce, quale che sia la sua funzione (anche la regina costretta a partorire fino alla morte) è benvenuta all'Inferno. Non libera, assolutamente intercambiabile, non può far altro che lavorare. Le loro guerre (nere contro rosse) sono crudelissime e lasciano guerriere amputate sul campo.
Ma non è finita qui. Un particolare insetto, detto il pusher delle formiche, si installa in un formicaio. Secerne una sostanza che manda in estasi gli altri insetti. Le formiche lo nutrono e lo servono finché, drogate e indebolite, non muoiono. Il pusher allora le abbandona per andare in cerca di un nuovo formicaio.
Penso ora che il mondo in cui viviamo si sia ispirato ai formicai. I libri (e in seguito i film, le serie televisive), le evasioni da fatica e schiavitù perenni, sono le nostre droghe.
Con una differenza: noi non nutriamo e serviamo i produttori di queste droghe... perché anche loro sono formiche operaie.