Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori
Letteratura italiacana - 71 - Il caso Morselli
Venerdì, ore 13. Sono la prima e al momento unica autrice italiana del nuovo marchio Tropea. Lo stato di grazia continua, anche se non mancano avvisaglie e oscuri presagi.
Penso alla tragica vicenda di Morselli, morto nel 1973.
Guido Morselli, autore di libri miracolosi, giusti nel suo tempo perché profetici, capaci di raccontare il mondo al mondo, fatti e personaggi in essere e in divenire, il presente e il futuro. Libri giusti, ma sbagliati per il sistema, che si è blindato credendosi la quintessenza del giusto e del già detto, e non ha più bisogno che venga rivelato nulla.
Guido Morselli, sempre respinto e infine spinto al suicidio dopo l'ultimo di innumerevoli rifiuti editoriali. Come ogni scrittore di razza, aveva bisogno di essere riconosciuto: non gli è stato permesso di essere se stesso. Lo hanno celebrato appena un anno dopo la sua scomparsa. Quando non ci si doveva più scomodare a fare qualcosa per la sua persona fisica.
Non ce l'aveva fatta lui alla mia età, e ce l'avrei fatta io, che valevo tanto di meno?
Domanda da un miliardo di quelle lire ancora in corso.
Intanto, c'erano diversi fattori da considerare. Lui ambiva alle collane di letteratura “alta”. Io avevo compreso che raccontare il mondo al mondo in un “vero” romanzo non era richiesto. E non sapevo scrivere storie impostate su labirinti, giochi da tavolo e di parole. Tutto era take it easy, e mi avevano sempre rimproverato di essere “troppo seria”.
Neppure io ero giusta per il sistema. Per questo avevo imboccato, seguendo l'esempio di un buon “artigiano” come Giorgio Scerbanenco, una delle porte non sorvegliate: i fumetti, i gialli, i thriller. Una volta dentro, sarei cresciuta a modo mio.
Marco Tropea stava agendo da editore come agivo io da scrittrice. Pubblicando libri senza distinzione di genere. Avrebbe pubblicato autori internazionali come John Rechy, la cui City of night avevo letto a vent'anni. Per la redazione, sarebbe passato Allen Ginsberg.
Leggenda letteraria proiettata su una mutazione dell'era Gutemberg, di cui stavo facendo parte.
Ma allora a scrivere gialli eravamo in sette. Neppure gli addetti ai lavori immaginavano che ne sarebbero arrivati settemila. Allora altra domanda, da un milione di euro. Quando questi settemila saranno morti, verranno celebrati tutti?
(Immagine: fotocappi)
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