venerdì 23 maggio 2025

Iperwriters - Alti e bassi

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 70 - Alti e bassi

Venerdì, ore 13. Nei mesi che seguono vivo come si dovrebbe sempre vivere: in serenità appagata. Sbarca un fotografo a riprendermi a casa. E in autunno posso folleggiare di notte per le nebbie di Milano forate da luci psichedeliche, senza timore di essere molestata o peggio. All'inaugurazione della sede della neonata Marco Tropea Editore, sono la prima autrice italiana scelta (a scegliermi e segnalarmi a Tropea, che mi avrebbe poi voluta, era stato Marco Pensante, scrittore di fantascienza e traduttore. Lo ricordo ancora con simpatia e gratitudine, come altre persone legate a quell'ambiente).
Troppa ingenuità per una quarantenne? Ma considerate l'ambiente pauperistico da cui venivo. E l'epoca, che ci spinge velocemente nelle faccende pratiche ma lentissimamente in quelle emotive, morali e intellettuali.
Un mio caro amico di allora, Giorgio, mi diceva: sei fra i più alti nella società, alludendo alle capacità che avevo dimostrato. Parlava della società di cui lui era stato parte da giovane, ferma più o meno al 1950. Una società che lasciava ancora emergere qualche talento genuino come un Pasolini, pur fra molti veleni. Allora, se pubblicavi un libro nessuno ti diceva: Hai solo avuto fortuna, tanti (io, mio figlio, mio cognato che è veramente geniale) lo meriterebbero quanto te, ma devono lavorare.
A Giorgio rispondevo di essere fra i più bassi nella società. Intuivo (e ora lo so) che se c'è una casta di ultimi al di sotto degli ultimi istituzionalizzati, il mio posto era ed è lì.
Sapevo che la piramidina letteraria italiacana non era la Grande Piramide, ma qualcuno la scalava e io speravo di scalarla a mia volta. E' peccato desiderare i privilegi dei dominatori?
Ero il fango da cui gli esponenti dell'intellighenzia “progressista” si puliva le scarpe. Non volevo esattamente le loro immense e ricche case, ma un vecchio rustico ristrutturato, caldo e confortevole, con terreno intorno e un frutteto, per viverci tranquilla con Max, uno o due figli (adottivi) e molti animali. Possibilmente in un hinterland di Milano non ancora criminalizzato, con collegamenti sicuri per la città.
E speravo di arrivarci attraverso il successo editoriale, magari in anni, mattone dopo mattone, libro dopo libro.
Beata ingenuità. Quel cartellino pubblicitario che invitava tutti a essere scrittori mi aspettava, dondolando sui treni.

(Immagine realizzata mediante AI)


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