venerdì 22 marzo 2024

Iperwriters - Ancora libero porno

Photo: Kurt Cotoaga on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 43 - Ancora libero porno

Venerdì, ore 13. Saremmo stati felicissimi senza il bovarismo degli scrittori, e con una rendita garantita. Purtroppo, all'inizio degli anni '90 non c'era il reddito di cittadinanza, Per i primi due anni ci avrebbe veramente fatto vivere con più comodità e meno ansia. Invece, sopportavamo il freddo per risparmiare sul gas e guardavamo all'avvenire come a un probabile abisso senza fondo.
Max non aveva più i suoi lavori precari e la compagnia teatrale che portava in giro spettacoli per bambini nelle scuole. E io, non avendo più i fumetti, ne avevo approfittato per laurearmi e chiudere con l'Università.
È già una sciagura dover lavorare per vivere. Bisogna rientrare in qualche modo nell'editoria, per non finire in una scuola a insegnare a delinquenti minorili, o in un ufficio ad archiviare documenti di cui non ci frega nulla o, peggio, a pulire camere d'albergo.
Poi un contatto casuale. Non ricordo neppure chi mi segnala questo studio di Milano. E non ricordo neppure il primo incontro con il titolare. Scopro che da lì passa la maggior parte degli autori che scrivono per la Ediperiodici.
Questa casa editrice, che avrebbe avuto ancora pochi anni di vita prima di essere uccisa dalla pornografia VHS, era il principale punto di riferimento di consumatori de fumetto erotico soft (e in seguito hard). Le storie spaziavano in ogni genere, e l'horror anticipava l'attuale slasher movie. Per saperne di più sulla storia della casa editrice e le sue testate storiche: https://it.wikipedia.org/wiki/Ediperiodici
Avevo già collaborato alle collane Oltretomba e Terror, curioso melange di horror ed erotico. Le sceneggiature mi avevano messa a dura prova. Cento tavole da due, un racconto articolato in duecento quadri. Quasi una sceneggiatura cinematografica, ulteriormente complicata dall'alto standard tecnico richiesto dalla redazione e dalla coesistenza di due generi che solitamente venivano incrociati solo nei film.
Molto più semplici da scrivere le collane come Corna vissute e I casi della vita, la prima vicina alla commedia italiana, la seconda alla cronaca nera, che sopravvive tuttora in stampa, televisione e fiction.
In breve, mi ritrovo a scrivere quattro storie mensili, due da cento tavole e due più brevi da sessanta.
Per un compenso più o meno pari a un reddito di cittadinanza.

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