domenica 27 dicembre 2020
The Accountant (2016)
venerdì 25 dicembre 2020
Iperwriters - Il profumo di un libro vivente
Foto: Freepik |
Rarissimi quelli che sanno sviscerare il maschile con distacco, spirito critico e acutezza di analisi. Luigi Pirandello fa entrambe le cose nel romanzo che qui presentiamo, per mezzo dei suoi due protagonisti, la scrittrice Silvia Roncella e il suo consorte Giustino Boggiòlo. Romanzo poco conosciuto e poco letto nel nostro paese in quanto scomodo, indecifrabile per chi non possiede strumenti di lettura della condizione eterosessuale, sottilmente inquietante e fastidioso.
mercoledì 23 dicembre 2020
Lazzaro, vieni fuori
Presentazione di Andrea Carlo Cappi
Lazzaro, vieni fuori torna sotto forma di libro cartaceo. Andrea G. Pinketts è ancora presente. Lo scrittore scomparso (fisicamente) poco prima del Natale 2018 rimane non solo nel ricordo degli amici - categoria che per lui ha sempre avuto una grande importanza - ma anche e soprattutto nelle sue opere. Non ci sarebbe nulla di più triste di un autore fuori dal comune che svanisce per il semplice fatto che, non potendo più andare in televisione, perde di interesse commerciale per le case editrici e dunque non viene più ripubblicato. Per questo motivo l'Associazione Culturale Andrea G. Pinketts, nata concettualmente nel tardo pomeriggio del 20 dicembre 2018 ma battezzata in modo ufficiale al MystFest di Cattolica del 2019, ha come obiettivo principale quello di rendere disponibile i libri dello scrittore di cui porta il nome: quelli già pubblicati ma non più in commercio e - con quello che sarà un lungo lavoro di ricerca, ribattitura ed editing - le raccolte di racconti, articoli e scritti sparpagliati nell'arco di più di trent'anni di attività.
In realtà il modo migliore perché un giallo, senza negare di essere tale, sia anche qualcosa d'altro è lasciare che lo scriva un autore che ne conosce benissimo le regole ma non se ne lascia condizionare, e il cui talento linguistico si sposi con osservazioni profonde, argute e talvolta esilaranti. Innanzitutto il protagonista non è un professionista dell'indagine, un poliziotto o un detective privato, ma un giovane che, prima di cominciare quella che minaccia di essere una vita convenzionale da adulto tra casa e ufficio, decide di tornare a Bellamonte, in Trentino, il luogo delle sue vacanze estive nell'infanzia. Senonché nella ridente cittadina sogghigna un assassino di bambini (una vicenda che, curiosamente, anticipa il caso del Mostro di Foligno, su cui Pinketts avrebbe indagato come reporter). Lazzaro Santandrea è tornato a cercare un'infanzia che qualcuno sta uccidendo e si sente in dovere di scoprire il colpevole, come un bambino cresciuto che gioca all'investigatore. Già questo lascia intuire che lo sviluppo narrativo non sarà quello di un giallo convenzionale.
Ma è soprattutto la scrittura di Pinketts a fare la differenza, con quelle pennellate di poesia e quei lampi di rivelazione filosofica che emergono da giochi di parole, sarcasmo e autoironia. Siamo alla prima clamorosa manifestazione di un genere che non è più solo giallo, noir o pulp (etichetta venuta di moda negli anni Novanta e incollata dappertutto, dimenticandone il senso originale); un genere che può essere solo definito "Pinketts". Lo si vede anche nei "contenuti speciali" in appendice al libro, quattro testi di apparente non-fiction che in cui l'autore affronta tematiche contigue a quelle del romanzo con la stessa stilografica e la stessa verve linguistica con cui ha scritto Lazzaro, vieni fuori, qui finalmente pubblicato come avrebbe voluto l'autore. Gli altri libri usciranno a ritmo annuale. Non è difficile trovare questa nuova edizione: basta scegliere uno dei seguenti link:
Il sito ufficiale di Andrea G. Pinketts
Ma, mentre preparava il primo volume delle opere complete, disponibile dal novembre 2020, l'Associazione Culturale Andrea G. Pinketts ha collaborato anche con la Biblioteca Sormani di Milano, che tra il 12 agosto 2020, la data in cui lo scrittore avrebbe compiuto sessant'anni (senza dimostrarli), e il 20 novembre 2020, secondo anniversario della morte, ha pubblicato tre ebook scaricabili gratuitamente, intitolati Ah, sì? E io lo dico a Pinketts! (volume 1, volume 2 e volume 3). Ognuno dei volumi contiene un introvabile racconto giallo-surreale di Pinketts e una selezione di suoi testi non meno sorprendenti, interessanti e divertenti. Potete scaricarli gratis a questi link del Sistema Bibliotecario di Milano:
E non è tutto: del racconto natalizio contenuto nel terzo volume potete ascoltare una brillante videolettura di Francesco Salvi.
Due anni fa temevo che avremmo dovuto vivere in un mondo senza Pinketts. Per fortuna mi sbagliavo. Pinketts è più che mai presente.
martedì 22 dicembre 2020
Il mistero del falco (1941)
Retrospettiva di Alby Bottecchia
martedì 15 dicembre 2020
Heat - La sfida (1995)
lunedì 14 dicembre 2020
John Le Carré, una spia allo scoperto
Tributo di Andrea Carlo Cappi
domenica 13 dicembre 2020
The Prisoner - Original Art Edition
Recensione di Andrea Carlo Cappi
Si scoprono sempre cose nuove, anche se ogni tanto con lieve ritardo, dato che il volume in questione è datato 2019. Per esempio, che da un telefilm di culto la Marvel Comics - la casa editrice dei supereroi - sia stata sul punto di trarre una serie a fumetti, che passò tra le mani di due dei più grandi disegnatori della storia, Jack "The King" Kirby e Gil Kane, anche se alla fine non fu portata a compimento. The Prisoner - Original Art Edition porta alla luce le due straordinarie versioni a fumetti, inedite, del primo episodio.
Molti ricorderanno la serie britannica Il Prigioniero (The Prisoner, 1967-68) che io scoprii affascinato negli anni Settanta, quando la RAI ne mandò in onda una manciata di episodi. In seguito fu trasmessa per intero in Italia su qualche rete in orario notturno, ma riuscii a vederla dall'inizio alla fine solo nei primi anni Duemila, quando ne uscì la collezione completa in edicola. Ne era ideatore, interprete principale e spesso regista Patrick McGoohan (1928-2009), attore irlandese attivo su entrambe le sponde dell'Atlantico, all'epoca reduce dal successo della serie spionistica Gioco pericoloso (Danger Man, 1960-68). Qualcuno lo ricorderà per avere interpretato almeno quattro diversi antagonisti del tenente Colombo, nella storica serie di tv movies di cui diresse anche un bizzarro episodio.
Bizzarro è un termine adatto, perché l'approccio di McGoohan al genere era assolutamente fuori dagli schemi. Se John Drake, il protagonista di Danger Man, era un agente segreto diverso dal James Bond dei romanzi e soprattutto dei film (l'attore fu candidato al ruolo di 007, ma non lo accettò, pare in quanto fervente cattolico), il protagonista de Il Prigioniero è ancora più atipico. Da quanto si vede nel primo episodio è a sua volta un agente segreto, o quantomeno fa parte di un'organizzazione governativa con sede a Londra, presso la quale rassegna in un impeto di rabbia le proprie dimissioni. Ma in tutta la serie non verrà mai rivelato il suo nome, né il suo ruolo: narcotizzato e rapito, l'uomo si risveglia in un luogo non identificato chiamato "il Villaggio" (gli esterni sono girati a Portmeirion, cittadina nel Galles settentrionale dalle stravaganti architetture) dove viene chiamato Numero Sei. L'obiettivo dei rapitori, una struttura ben organizzata e tecnologicamente avanzata, è sottoporlo a una serie di giochi mentali per indurlo a rivelare i suoi segreti, in particolare il motivo delle sue dimissioni.
Nella serie, a metà tra spionaggio e fantascienza, si percepiscono influenze letterarie che vanno da Il mondo nuovo di Huxley e dal 1984 di Orwell a L'uomo dei giochi a premio di Dick, passando per il racconto Attenti al cane di Roald Dahl (ispiratore diretto del film Le ultime trentasei ore e indiretto della serie tv Missione: Impossibile). Forse per necessità di esportazione sul mercato televisivo americano, quella che avrebbe dovuto essere una seconda stagione fu ridotta a quattro episodi conclusivi di cui gli ultimi scritti frettolosamente, in cui il sottofondo psichedelico delle sceneggiature andava in crescendo e il finale, anziché risolutivo, era più delirante di quelli di Twin Peaks. Lo spunto de Il Prigioniero sarebbe stato riutilizzato varie volte e se ne sarebbe visto persino un remake sotto forma di miniserie tv molto meno efficace nel 2009. In ogni caso Il Prigioniero di McGoohan raggiunge livelli epici nella descrizione di un uomo deciso a mantenere la propria identità in un contesto "sociale" che lo vuole omologato e accondiscendente a una "realtà" preconfezionata dal Potere, come avveniva nelle dittature del Novecento.
Art+Design Atomium Museum, Bruxelles Foto A. C. Cappi |
Torniamo al bellissimo (e inevitabilmente un po' costoso) volume della Panini Comics che riproduce in italiano il lavoro fatto nel 1976 da Steve Englehart (sceneggiatore) e Gil Kane (disegnatore) e da Jack Kirby (sceneggiatore e disegnatore) partendo dallo script di Arrival, primo episodio della serie tv. Sono le due diverse versioni della stessa storia, in buona parte rimaste a livello di matite, con solo alcune tavole a china e una splash page a colori. Quindi non ci si deve aspettare di trovare una versione deluxe di due albi Marvel standard. La versione di Kirby è presentata con lettering in italiano, la versione di Englehart-Kane è "al naturale", anche se riproposta poi, più in piccolo, con lettering e sceneggiatura tradotta a fronte. Chi conosce e ama i due disegnatori - che sarebbe riduttivo definire due dei più grandi che abbiano calcato le scene della Marvel e della DC Comics, creando l'immagine di personaggi leggendari - può immaginare l'entità dello spettacolo.
Per i cultori della televisione vintage ci sono interessantissimi retroscena, non solo della versione a fumetti ma anche della serie tv, tra cui la cartella stampa con cui la ITC lanciò Il Prigioniero, cercando di stimolare l'interesse di un pubblico abituato a fiction più convenzionale. Si sottolineava come si trattasse di una "serie di azione" anche se ambientata nello spazio ridotto del Villaggio. E si calcava la mano sul mistero che circondava tanto le sceneggiature quanto le riprese, compresa la location degli esterni, all'epoca poco conosciuta e quindi novità assoluta per gli spettatori. Risulta sorprendete la resa a fumetti tanto dell'ambiente del Villaggio quanto degli interni realizzati in studio, con elementi di design tipici dell'epoca, come la celebre poltrona sferica del Numero Due. Insomma, un tuffo emozionante nello spazio-tempo, irrinunciabile per chiunque (come racconta lo sceneggiatore Steve Englehart) abbia provato a immergersi nel mondo del Numero Sei e ne sia rimasto segnato.
sabato 12 dicembre 2020
Il grande sonno (1946)
venerdì 11 dicembre 2020
Iperwriters - Salvati dal naufragio, verso un roseo futuro
Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori
mercoledì 9 dicembre 2020
La legge della notte (2016)
Retrospettiva di Alby Bottecchia