giovedì 26 settembre 2024

L'aquila noir di Sergio Iosca


Recensione di Andrea Carlo Cappi

Presentazione a Milano, Admiral Hotel, v. Domodossola 16 (ingresso libero) sabato 28 settembre 2024 a "Torre Crawford Milano 2024", h15.00-19.00, in collaborazione con Borderfiction Eventi e Vini Selezione Zona Brera

Per diversi anni ho passato le mie notti in cucina, a leggere dattiloscritti di polizieschi e thriller made in USA per conto di un importante casa editrice. Fin dalle prime pagine si vedeva se un testo era stato scritto da qualcuno che sapeva il fatto suo, quindi valeva la pena di prepararsi un caffè, tenere whisky e sigari a portata di mano e immergersi nella lettura, per compilare poi una scheda in modo che al mattino la direzione sapesse se doveva fare subito un'offerta per acquistarne i diritti.
Questo è un romanzo da whisky e sigari. Se le bozze de L'innocenza dell'aquila mi fossero state proposte senza il nome dell'autore nel frontespizio, le avrei scambiate per la traduzione in italiano dell'avvicente romanzo d'esordio di un autore di Miami, che conosce bene le regole del gioco e ha già in mente una valida e solida serie narrativa di cui questo è solo il primo episodio.
Curiosamente, però, l'autore è il milanese Sergio Iosca (anche se dalla sua biografia risulta più internazionale di quanto si possa pensare). E si vede che, come Sergio Leone sapeva fare western più appassionanti di quelli di Hollywood, così uno scrittore italiano può scrivere un noir americano più efficace di molti prodotti che arrivano dagli States.

Inanzitutto, ci presenta un protagonista interessante, che rientra nella tradizione hardboiled senza indulgere troppo nei cliché. All'anagrafe si chiama Ned Orlowsky, ma in famiglia, nella riserva dei Seminoles, è conosciuto con il nome Native American di Eagle Eye. (A proposito, qualcuno ricorda Hawk, l'indiano, serie tv del 1966 su un poliziotto irochese a New York, interpretato da Burt Reynolds che in realtà era di origini cherokee? I polizieschi con protagonisti Native American sono rarissimi.) 
Ned lavora a Miami come giornalista, dopo avere servito in Iraq come guardia di una base americana; non ha vissuto drammatiche esperienze di combattimento, ma è stato segnato dalla corruzione e dalla decadenza che ha visto proprio tra i suoi commilitoni nelle retrovie. Ben radicato in una città multietnica senza dimenticarsi degli insegnamenti dei suoi avi, cui fa ricorso nei momenti più difficili, Eagle Eye - come Philip Marlowe - riesce a mantenersi innocente negli ambienti più marci, anche quando un picchiatore mafioso gli spacca le costole con un tirapugni per aver mostrato la sua faccia da indiano in un momento inopportuno.
Ma l'autore costruisce con sapienza anche l'entourage del protagonista: Kenzie, l'ex delinquente che gestisce il suo diner di fiducia; Rose, la vicina di casa trans cubana che gli cura la gatta Mimosa quando lui è in giro; Melo, il fotografo del giornale; e, forse il personaggio collaterale più azzeccato, Frida, l'anatomopatologa sessantenne tatuata e appassionata di musica rock.

A innescare la vicenda è il ritrovamento del cadavere di Genny Criscuolo, rampollo della principale famiglia mafiosa di Miami, ucciso con un colpo di grosso calibro in piena faccia. Il clan, retto ancora dall'anziano patriarca Vincent, cerca di silenziare il clamore intorno all'omicidio del nipote, anche perché la famiglia è in affari con il sindaco e il maggiore palazzinaro della città, e non vuole attirare troppo l'attenzione dell'FBI.
Il giornalista - che ha conosciuto Genny in Iraq, dove il giovane mafioso ha messo subito in piedi i traffici peggiori - alza le spalle quando il suo stesso quotidiano minimizza la notizia. Fino a quando non riceve una richiesta d'aiuto dall'amica Prisca, affascinante donna in carriera che ultimamente frequentava i Criscuolo. E che, subito dopo, scompare. Ned/Eagle Eye parte subito alla ricerca di "Priss" e, a suo rischio e pericolo, non ha pace finché non scopre la verità. Lasciandoci alla fine con un unico interrogativo: quando esce la sua prossima avventura?
Un solo rimprovero "tecnico": da trent'anni non riesco a leggere nulla senza l'occhio ossessivo del correttore di bozze e qui avrei ritoccato alcuni a capo, corsivi e altri dettagli, cui forse un lettore "non del mestiere" nemmeno fa caso. Ma, dal momento che ne trovo anche in libri di case editrici più o meno grandi, è legittimo in un romanzo autopubblicato su Amazon, un mondo che andrebbe tenuto d'occhio, alla ricerca di piacevoli sorprese come questa.

Sergio Iosca, L'innocenza dell'aquila, 327 pagine, KDP
Ebook: 1,99€
Cartaceo: 9.99€

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