venerdì 21 giugno 2024

Iperwriters - Cristoforo Colombo!


Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 49 - Cristoforo Colombo!

Venerdì, ore 13. Torniamo pure agli anni '90. Si sta avvicinando il centenario della scoperta dell'America, e i Gialli Mondadori stanno pubblicando uno o due autori italiani, in controtendenza alla politica editoriale precedente.
Così, concepisco l'idea di un giallo ambientato a Genova durante le colombiane. che ruoti intorno a un mistero storico su Colombo. La propongo a Gianfranco Orsi, allora direttore editoriale delle collane da edicola Mondadori, che l'accetta.
Non ho mai parlato di Gianfranco Orsi in altre occasioni, scritti e interviste. Oltre a essere la persona più simpatica, cortese e onesta del mondo, Gianfranco mi ha fornito davvero un grande aiuto e supporto in quegli anni e gli devo molto. Credo che abbia provato dell'affetto per me, peraltro ricambiato. Mi capiva. Ricordo che un giorno a Segrate aveva sulla scrivania le cover delle prossime uscite del Giallo. Indicandomele una ad una mi ha detto: "Questo ti piacerà, questo no, questo sì, questo no". Le ha indovinate tutte.
La ricetta di Columbus day è la stessa de La filosofa – Più tardi da Amelia. Folklore contemporaneo genovese (omologato a quello di altre città d'Italia), un mondo più che di naviganti di poeti, pittori e attrici, con l'aggiunta di un gastronomo (avevo fiutato quell'odore di cucina che avrebbe portato ai programmi di chef e ristoratori).
La partenza con una testa mozza ritrovata in una valigia mi piaceva. Ho sempre amato i corpi fatti a pezzi (nelle fiction, ovviamente, non pensate male).
I due protagonisti neri vengono dai film di Spike Lee che allora imperversavano nelle sale d'essai, e dalla prima ondata di immigrati, che allora si chiamavano vu cumprà.
Il romanzo si potrebbe leggere anche come un manuale di scrittura politicamente corretta. E' relativamente facile sceneggiare una storia in politicocorrettese, basta raccogliere tutti gli elementi culturali nell'aria, che rimbalzano dalle televisioni ai bar e viceversa, e avere la perizia e il ritmo per distribuirli in scene e dialoghi. E questo è forse il punto debole dell'opera.
Ma se la rileggo ora, trovo che l'enigma storico concepito nel '91 non è affatto scontato. L'inizio di un filone che avrebbe avuto molti contributori.

(Immagine realizzata mediante AI)

venerdì 7 giugno 2024

Iperwriters - Ricevuta di ritorno

Photo: Johan Taljaard on Unsplash

Iperwriters - Editoriale di Claudia Salvatori

Letteratura italiacana - 48 - Ricevuta di ritorno

Venerdì, ore 13. Ho già detto nel precedente editoriale che uno scrittore non (ancora, forse mai) pubblicato abita in un peculiare e tremendissimo tipo di inferno. Il bisogno d'amore per la propria letteratura, se non è appagato, si trasforma nel più doloroso giardino dei supplizi.
Ricevevo lettere di rifiuto. Fra queste, la più sorprendente veniva da un editore a cui ero stata “raccomandata” da uno scrittore affermato, le cui opere per alcuni erano dei cult. È tuttora mio amico e aveva apprezzato Schiavo cerca padrona.
Si crede comunemente che una raccomandazione di un autore di culto significhi pubblicazione certa e automatica.
Non è vero.
Anche in questo caso ho ricevuto un prestampato e anche quell'editore è fallito a breve. Ho riposto la lettera con le altre.
Ora, flash forward. Facciamo un salto in avanti di dieci anni. È il 2001 o 2002. Schiavo cerca padrona è uscito nel '96 da Marco Tropea Editore, con il titolo più semplice e d'effetto di Schiavo e padrona. Galliano Iuso, per la Digital film, ne ha acquisito i diritti per un film (di cui parlerò più avanti).
Non so come in quel periodo avessi fra le mani tutte le lettere di rifiuto del romanzo in questione. Su quella della casa editrice a cui ero stata “raccomandata” leggo la firma della persona (una donna) che sta trattando i diritti da Tropea, che sta vendendo un'opera che presso un altro editore aveva rifiutato.
Con questa persona, sono in rapporti amichevoli.
Alla prima visita utile in redazione porto la lettera con me. Al momento che mi sembra più effettistico poso la lettera aperta sulla scrivania: "Guarda un po' qui!"
Lei si mette a ridere e mi spiega che:
Non ricorda niente
Non sapeva di aver rifiutato il romanzo perché:
Non lo ha mai letto
E al tempo lei si limitava a inserire una serie di titoli in prestampati di rifiuto, come un'impiegata delle poste.
La conversazione poi continua in tono ancora più amichevole. Mi è sembrato, con questa azione, di aver inviato una ricevuta di ritorno.